FUSIONE A FREDDO – L’UNICA COSA SICURA DAL VIA LIBERA AL “CAPITAL PLAN” DI MPS È CHE SE NON SI TROVERÀ UN ACQUIRENTE PRESTO SERVIRÀ UN ALTRO AUMENTO DI CAPITALE DA 2,5 MILIARDI. ALMENO UNO LO DOVRÀ METTERE IL TESORO, CIOÈ NOI CONTRIBUENTI - LA STRADA PER CONVINCERE UNICREDIT AD ACCOLLARSI LA BANCA SENESE È PIÙ IN SALITA CON L’ARRIVO DI ORCEL…

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monte dei paschi di siena monte dei paschi di siena

Attilio Barbieri per “Libero quotidiano”

 

Via libera al "capital plan" e assemblea convocata per il 6 aprile. Il cda del Montepaschi, dopo una riunione fiume durata tutto il pomeriggio, ha varato il documento da sottoporre all' Europa. Il piano, si legge in una nota «è stato predisposto avendo presente l' obiettivo di trovare una potenziale soluzione strutturale, inclusa un' operazione di M&A (fusione e acquisizione, ndr) con un partner di primario standing».

 

monte dei paschi di siena monte dei paschi di siena

Ma se questo non dovesse accadere - in pratica se non arrivasse nessun cavaliere bianco a farsi carico di una banca sempre più in affanno - il Monte dovrà varare un rafforzamento patrimoniale da 2 miliardi e mezzo. Un' altra iniezione di capitali che si aggiungeranno ai 5 già bruciati da Rocca Salimbeni, a spese dello Stato.

 

Ma prima di procedere con la ricapitalizzazione, Mps dovrà ottenere il via libera dall' Europa alla revisione degli obiettivi previsti dal piano di ristrutturazione 2017-21.

Obiettivi previsti ma non centrati da Siena. Bruxelles e Francoforte si aspettano «ulteriori misure di compensazione».

GUIDO BASTIANINI GUIDO BASTIANINI

 

SERVONO SOLDI SUBITO

Il rischio è che la banca, dopo il 31 marzo, si trovi al di sotto dei requisiti patrimoniali minimi concordati con l' Europa, con un buco patrimoniale di 300 milioni di euro. E fino a quando non si dovesse concretizzare la ricapitalizzazione - prevista per il terzo trimestre dell' anno - rischia di trovarsi al di sotto dei coefficienti minimi ammessi dalla Ue e dalla Bce.

 

Una situazione critica, insomma. Resa ancora meno gestibile dal raffreddamento delle interlocuzioni per il matrimonio con Unicredit, dopo l' annuncio dell' investitura di Andrea Orcel ad amministratore delegato dell' istituto di Piazza Gae Aulenti.

 

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Di sicuro, per ora, c' è che il rafforzamento patrimoniale da 2 miliardi e mezzo obbligherà il Tesoro - azionista di maggioranza della banca col 62,5% del capitale - a mettere nuovamente mano al portafoglio per buttare sul piatto almeno un ulteriore miliardo di euro.

L' obiettivo rimane dunque quello di sempre: una fusione.

 

Meglio: farsi comperare a qualunque costo. Operazione che per chiunque voglia convolare a nozze con il Monte, comporterebbe una montagna di rischi e ben poche certezze.Tranne quella di scontentare i propri azionisti. Provocandone la fuga.

 

andrea orcel di unicredit andrea orcel di unicredit

A questo punto diviene praticamente inevitabile mette re in cantiere l' emissione di un bond da 500 milioni per mitigare lo sbilancio patrimoniale nel breve termine. Per poi varare la ricapitalizzazione da almeno un miliardo e mezzo o forse due, entro la fine dell' estate. Operazioni da realizzare però a condizioni di mercato, con la necessità di reperire al di fuori delle mani amiche del Tesoro (si fa per dire) almeno un miliardo di euro. Forse di più.

 

roberto gualtieri roberto gualtieri

Nel frattempo a Siena hanno capito che l' Europa non è più disposta a fare sconti. «Sulla base delle prime interlocuzioni intercorse con la Direzione generale della Concorrenza - rileva Mps - la banca dovrà presentare ulteriori misure di compensazione per il mancato rispetto di alcuni commitment definiti nel piano di ristrutturazione 2017-2021», chiuso con risultati ben lontani rispetto a quelli concordati dall' allora ad Marco Morelli.

 

Più passa il tempo e più si fatica a immaginare quale possa essere il «partner forte» di cui parlava in autunno il ministro dell' Economia Roberto Gualtieri.

andrea orcel andrea orcel MONTE DEI PASCHI MONTE DEI PASCHI

 

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