generali leonardo del vecchio alberto nagel philippe donnet francesco gaetano caltagirone

GENERALI DELLE MIE TRAME – LA GUERRA TRA NAGEL E IL DUO DEL VECCHIO & CALTAGIRONE FINO A IERI ERA SOTTO IL TAVOLO, OGGI È SUI GIORNALI. E LO FORZE IN CAMPO SI SCHIERANO. “LA REPUBBLICA”: ‘’CONSOB IN CAMPO PER VERIFICARE L'EFFETTIVA INDIPENDENZA DI 4 CONSIGLIERI DEL COMITATO NOMINE, CRUCIALI NELL'ITER DI RINNOVO DEL CDA”. E SI TRATTA DI NOMI LEGATI AL DUPLEX ANTI-NAGEL. E CALTA COMPRA AZIONI E SALE OLTRE IL 6%

Andrea Greco per "la Repubblica"

 

Donnet Caltagirone Del Vecchio

La Consob si muove sul dossier Generali, con una richiesta di informazioni, che sarebbe imminente, per verificare l'effettiva indipendenza di certi consiglieri cruciali nell'iter di rinnovo del cda. L'autorità dei mercati segue «sotto tutti i punti di vista e con grande attenzione» la sfida tra gli azionisti Caltagirone, Del Vecchio e Mediobanca su modi e nomi per il cda triestino dal 2022. Lo ha ribadito un portavoce ieri, senza aggiunte.

 

Alberto Nagel Caltagirone

L'attenzione è salita sabato, quando i due soci privati hanno stretto un patto di consultazione sul 10,95% di Generali per incidere sulle nomine 2022. Proprio ieri Caltagirone ha annunciato, con investimento di altri 31 milioni circa (1,78 milioni di azioni, pari allo 0,11%) di aver consolidato il ruolo di secondo socio sopra il 6%, dietro Mediobanca (12,93%).

 

Nelle ultime ore l'authority di Borsa starebbe preparandosi a chiedere informazioni utili a verificare lo status di alcuni consiglieri Generali, incasellati come "indipendenti". Due fonti ufficiose ritengono che l'esame possa riguardare gli "indipendenti" del Comitato nomine, che sono quattro su sette: l'ad di Delfin Romolo Bardin, Alberta Figari, legale presso Legance, la docente alla Sapienza Sabrina Pucci e la vicepresidente esecutiva di Intek Group, Diva Moriani.

CALTAGIRONE NAGEL GALATERI

 

L'indipendenza degli amministratori, centrale per tutelare la gestione aziendale dagli interessi dei grandi soci, è definita dal Codice civile e, in modo più stringente, dal Codice di corporate governance italiano, raccolta di principi e raccomandazioni che però diventano "informativa regolamentata" (quindi vigilata da Consob), nel momento in cui un'azienda sceglie di aderirvi. Come fa da anni Generali.

 

Per il Codice sono indipendenti gli «amministratori non esecutivi che non intrattengono, né hanno di recente intrattenuto, con la società o con soggetti legati a quest' ultima, relazioni tali da condizionarne l'attuale autonomia di giudizio». L'auspicio, per le «grandi aziende» è che gli indipendenti siano «almeno metà» dell'intero cda, e «in maggioranza» nel comitato nomine.

Romolo Bardin

 

Generali, nel cda insediato nel 2019, rispetta le due prescrizioni: otto indipendenti su 13, e quattro su sette nel Nomine. Ma l'indipendenza non è per sempre: difatti la raccomandazione 6 del Codice prevede che il cda la valuti «durante il mandato al ricorrere di circostanze rilevanti, e comunque con cadenza almeno annuale».

 

Pare questo il contesto dell'azione di Consob, per valutare se vi siano casi di indipendenza più formale che sostanziale, magari per sopraggiunti fatti «che incidono o possono apparire idonee a incidere sull'indipendenza » di qualche elemento. Romolo Bardin, per esempio, è ad di Delfin e "indipendente" di Generali.

 

Il primo dei criteri della raccomandazione 7 del Codice (che «compromettano o appaiano compromettere l'indipendenza») dice: «se è un azionista significativo». Bardin, che di suo ha un pugno di azioni Generali, gestisce però il 5% di Delfin, e sempre da lì il 19% di Mediobanca, a Trieste prima forza.

 

donnet conte galateri

 La campagna acquisti di Del Vecchio dell'ultimo anno ha riflessi sull'indipendenza di Bardin? Per Figari e Pucci il vaglio potrebbe riguardare i criteri "professionali" che minano l'indipendenza: la prima, già in Clifford Chance, da aprile è partner di Legance, che lavora anche con Caltagirone; la seconda nel 2018-2021 fece parte del cda di EssilorLuxottica.

 

Eventuali rilievi di Consob all'indipendenza dei consiglieri Generali potrebbero portare a un rimpasto nel Comitato nomine - chiamato a varare la lista del cda uscente - per ripristinare la maggioranza di indipendenti. O potrebbe sortirne una task force nomine, già usata da Unicredit.

 

IL RILANCIO DI CALTAGIRONE SULLE GENERALI COMPRA AZIONI E SALE OLTRE IL 6 PER CENTO

Sandra Riccio per "la Stampa"

Milleri Del Vecchio Nagel

 

Nessuna volontà di arretrare dopo il voto dei consiglieri sulla riconferma di Donnet e lo scontro nel board, sempre più ampio. Caltagirone continua a puntellare la quota nel Leone e con una serie di acquisti messi a segno a inizio a settimana, si porta oltre il 6 per cento. Secondo il mercato è il segno che l'imprenditore romano, riunito in un Patto di consultazione con Leonardo Del Vecchio, è deciso a non mollare la presa e continua nella strategia di investimenti.

 

La scommessa dei «pattisti» e degli altri soci privati italiani sull'asse Mediobanca-Trieste vale ormai oltre sei miliardi di euro. E assieme agli acquisti, cresce la volontà di contare di più, di imprimere una svolta dopo i cinque anni dell'amministratore delegato «blindato» l'altra sera dalla maggioranza dei consiglieri non esecutivi.

 

LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL

La convinzione di Del Vecchio&Co - che potrebbero allargare l'alleanza formale anche ai Benetton e a Fondazione Crt, anche se non è considerato un passaggio decisivo - è che la lista del Cda, ormai, sia di fatto una «lista Mediobanca». Perché, è il ragionamento, rispetto al passato - vedi Tim e Unicredit - non c'è un'unanimità e nemmeno un segno di discontinuità.

 

LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL

E' una tesi che, dall'altro fronte della barricata, viene respinta. Il comunicato che formalizza gli equilibri nel board - con gli otto voti su 12 a favore della continuità - anzi viene considerato un punto di svolta. E dal Cda convocato per il 27 settembre adesso ci si aspetta un calendario di massima, un impianto in cui procedere con i lavori che porteranno all'assemblea di primavera.

 

L'obiettivo è mettersi in marcia, insomma, secondo i dettami della «corporate governance». Nelle stanze della finanza c'è chi racconta che, nel confronto anche aspro dell'altra sera, ci sia stato anche un tentativo di mediazione. Respinto, a questo punto. Mentre la Consob monitora lo scenario, a meno di interventi esterni, è quello di una competizione a tre, con la lista del Cda, quella dei «pattisti» e quella di Assogestioni. Con il mercato chiamato a giocare un ruolo decisivo.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVE QUEL FIGLIO DI PUTIN DI SALVINI? SERVE ECCOME A GIORGIA MELONI PER APPARECCHIARE, AL DI LÀ DELLE FRONTIERE, IL MIRACOLO DEL SUO CAMALEONTISMO - SE, IN CASA, LADY MACBETH DE’ NOANTRI GETTEREBBE QUEL ROMPICAZZO DELLA LEGA OGNI GIORNO DAL BALCONE DI PALAZZO CHIGI, IN POLITICA ESTERA IL COPIONE CAMBIA E IL SUO DISPREZZO SI TRASFORMA IN AMORE - C’È DA VOTARE IN PARLAMENTO IL DECRETO SULLA FORNITURA DI ARMI A KIEV? MANCA SOLO L’ITALIA PER RATIFICARE IL MES PER GARANTIRE I PAESI EUROPEI DAI RISCHI CHE POTREBBERO DERIVARE DALL'UTILIZZO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI? VOILÀ, FIATO ALLE TROMBE! ECCO FARSI AVANTI L’ ANTI-EUROPEISMO DEL ‘’PATRIOTA’’ ORBANIANO SALVINI CHE SI RIVELA UN OTTIMO SCHERMO PER LA MELONA PER PIAGNUCOLARE SULLA SPALLA DI URSULA VON DER LEYEN: ‘’NON È COLPA MIA… PURTROPPO HO UN ALLEATO DI GOVERNO CHE È UN PAZZO IRRIDUCIBILE E NON POSSO CORRERE IL RISCHIO DI FAR CADERE IL GOVERNO…BLA-BLA-BLA…”

elly schlein dario franceschini roberto speranza onorato renzi orlando

DAGOREPORT - ELLY SARÀ ANCHE LA "SEGRETARIA DI TUTTI", COME HA DETTO A MONTEPULCIANO, MA NON INTENDE ASCOLTARE NESSUNO - IL "CORRENTONE" DI FRANCESCHINI-SPERANZA-ORLANDO SI E' ROTTO IL CAZZO DEL "QUI, COMANDO IO!" DELLA DUCETTA DEL NAZARENO: CARA SCHLEIN, HAI UN MESE DI TEMPO PER CAMBIARE MUSICA, CONDIVIDENDO CON NOI LA LINEA DEL PARTITO, O ANDIAMO ALLA GUERRA - IN BALLO C'È SOPRATTUTTO LA COMPOSIZIONE DELLE LISTE ELETTORALI 2027, CHE LA SIGNORINA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA VUOLE RIEMPIRE DI CANDIDATI A SUA IMMAGINE E SOMIGLIANZA, LASCIANDO A TERRA DINOSAURI E CACICCHI D'ANTAN - ANCHE L'ALTRA FRONDA, QUELLA DEI RIFORMISTI GUIDATI DA GUERINI, GORI, SENSI ECC., E' SUL PIEDE DI GUERRA - MENTRE IL NASCENTE PARTITO DI CENTRO, FORMATO DAI CIVICI DI ONORATO-BETTINI E DAI CATTOLICI DI RUFFINI-PRODI, TEME L'ABILITA' MANOVRIERA DI RENZI – LA PROTERVIA DI ELLY, CON L'ASSEMBLEA DEL 14 DICEMBRE PER OTTENERE I "PIENI POTERI", RISCHIA DI FAR SALTARE IN ARIA UN CENTROSINISTRA UNITARIO... 

federica mogherini stefano sannino putin travaglio belpietro

DAGOREPORT – POSSIBILE CHE FEDERICA MOGHERINI E STEFANO SANNINO, SPECCHIATI ESPONENTI ITALIANI A BRUXELLES, SIANO DIVENTATI DI COLPO DUE MASCALZONI DA ARRESTARE PER "FRODE IN APPALTI PUBBLICI"? - VALE LA PENA SOTTOLINEARE LE PAROLE DELL'EURODEPUTATO DEL PD, DARIO NARDELLA: “NON VORREI CHE SI TRASFORMASSE IN UN FUOCO DI PAGLIA CON L'UNICO EFFETTO DI DANNEGGIARE ANCORA UNA VOLTA L'IMMAGINE DELL'ITALIA” - DEL RESTO, A CHI GIOVA SPUTTANARE L'EUROPA, IN UN MOMENTO IN CUI SI ERGE COME UNICO ARGINE ALLA RESA DELL’UCRAINA CHE STANNO APPARECCHIANDO TRUMP & PUTIN? - A GODERE SONO INFATTI "MAD VLAD" E I SUOI TROMBETTIERI, CHE HANNO ASSOCIATO LO “SCANDALO DI BRUXELLES'' AI CESSI D’ORO DI KIEV DELL'AMICO DI ZELENSKY - BASTA GUARDARE COSA SCRIVONO OGGI BELPIETRO SU "LA VERITA'" (''UE CORROTTA COME L'UCRAINA. FERMATA LA BIONDINA DEL PD") E TRAVAGLIO SU "IL FATTO QUOTIDIANO" ("BASSI RAPPRESENTATI... CI FACCIAMO SEMPRE RICONOSCERE")...

procuratore milano viola procura milano luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps giorgia meloni

FLASH! – MA GUARDA UN PO’... “EMERGE CHE IN AMBIENTI GIUDIZIARI SI È VALUTATO DI ESEGUIRE LE PERQUISIZIONI SOLO LA SCORSA SETTIMANA E NON A SETTEMBRE PER NON CONDIZIONARE L'ESITO DELL'OPS SU MEDIOBANCA ANCHE PERCHÉ LE INDAGINI NON SONO CHIUSE. ABBASTANZA PER IPOTIZZARE CHE IL RUOLO DELLA PROCURA POSSA DIVENTARE CRUCIALE NELLA FORMAZIONE DELLE LISTE PER IL RINNOVO DEI PROSSIMI CDA. IN PRIMAVERA TOCCHERÀ AI VERTICI DI BPM E DI MPS…” (BALESTRERI E SIRAVO PER “LA STAMPA”)