gabriele galateri di genola generali

GENERALI IN RITIRATA - IL PRESIDENTE DEL LEONE, GABRIELE GALATERI DI GENOLA, ANNUNCIA IL SUO ADDIO AL GRUPPO DOPO 11 ANNI: “QUESTA LUNGA ESPERIENZA MI PORTA A CONDIVIDERE PIENAMENTE IL DESIDERIO DI RINNOVAMENTO DEL CONSIGLIO” -  MA IL MARITO DI EVELINA CHRISTILLIN NON VUOLE ANDARE IN PENSIONE: C’È CHI PARLA DI UN FUTURO IN TIM, AL POSTO DI SALVATORE ROSSI, MA È PIÙ PROBABILE CHE IL SUO BUEN RETIRO SIA “IREN”, LA MULTIUTILITY CHE FA CAPO AI COMUNI DI TORINO, GENOVA E REGGIO EMILIA, IL SUO BUEN RETIRO - LE TENSIONI CON CALTAGIRONE E DEL VECCHIO

Oscar Serra per www.lospiffero.com

 

galateri di genola

“Ho fatto i conti e quasi con stupore verso me stesso ho realizzato che sono ben 11 anni che rivesto la carica di presidente di Generali”. Inizia così la lettera in cui Gabriele Galateri di Genola annuncia ai consiglieri di amministrazione il suo addio al Leone di Trieste. Prima ancora, per sette anni, aveva ricoperto l’incarico di vicepresidente e “questa lunga esperienza – spiega – mi porta a condividere pienamente il desiderio di rinnovamento del Consiglio”. 

 

Settantacinque anni, torinese, Galateri è cresciuto alla corte di Cesare Romiti in quella che è stata l’ultima nidiata di manager Fiat prima della grande crisi del gruppo e la successiva internazionalizzazione con Sergio Marchionne.

 

Marito di Evelina Christillin, è stato uno degli uomini chiave della finanza degli Agnelli che gli ha affidato l’Ifil, una delle casseforti di famiglia, che ha guidato dal 1986 al 2002, anno in cui diventa per pochi mesi l’amministratore delegato di una Fiat sull’orlo della bancarotta. Di lì il passaggio a Mediobanca e da piazzetta Cuccia il salto a Telecom e infine alle Assicurazioni Generali che ora è in procinto di lasciare.

 

gabriele galateri di genola philippe donnet

Non farà parte della lista del Consiglio uscente che si presenterà il prossimo 29 aprile al cospetto degli azionisti, nell’assemblea in cui il ceo Philippe Donnet, osteggiato da Francesco Caltagirone, Leonardo Del Vecchio e Fondazione Crt (oltre il 16,3% del capitale in tutto), cerca la riconferma forte del sostegno proprio di Mediobanca.

CALTAGIRONE NAGEL GALATERI

 

Per Galateri sono venuti meno i requisiti formali di indipendenza e in più, in vista del possibile scontro in assemblea con una lista di maggioranza che potrebbe venir presentata da Caltagirone (a marzo), pare si sia deciso nella compagnia di puntare su una presidenza rosa (con precisi requisiti di fit and proper) per far leva su una best practice molto gradita agli investitori istituzionali che con il 34,75% del capitale rappresentano il vero ago della bilancia. Insomma, non proprio un beau geste quello di Galateri, quanto piuttosto una decisione ineluttabile.

 

alberto minali gabriele galateri di genola philippe donnet colpiti dalla bora

Ma di andare in pensione Galateri pare non abbia ancora nessuna intenzione e c’è già chi ipotizza per lui un futuro in Tim al posto di Salvatore Rossi (più che altro parrebbero sue velleità); più probabile che abbia individuato in Iren, la grande multiutility che fa capo ai comuni di Torino, Genova e Reggio Emilia, il suo buen retiro.

 

Ma anche qui i suoi piani si scontrano con un'esigenza di rinnovamento manifestata dal sindaco di Torino Stefano Lo Russo, cui spetta l'onere della designazione. Certo, anche attraverso la consorte Christillin, Galateri potrebbe far valere i buoni rapporti con Piero Fassino, predecessore di Lo Russo a Palazzo Civico, ma su entrambi potrebbe pesare la simpatia con cui la presidente dell'Egizio avrebbe osservato la candidatura di Paolo Damilano.

gabriele galateri

 

Nel testo della sua lettera Galateri definisce gli anni alla presidenza “un’esperienza magnifica, centrale nella mia vita”. Ma è tornato anche sulle tensioni tra gli azionisti che stanno caratterizzando la governance.

 

Tensioni in primis con l’ex vicepresidente Caltagirone e il consigliere Romolo Bardin, rappresentante di Delfin (società di Del Vecchio) e sfociati in lettere di dimissioni con accuse di non imparzialità nei confronti del presidente del Leone e in esposti alla Consob e all’Ivass da parte della compagnia per sospetto di patto di sindacato occulto fra il patron del Messaggero, Del Vecchio e la fondazione piemontese.

 

NAGEL GALATERI

Un altro risvolto degli intrecci di potere torinese su questa vicenda porta al rapporto storicamente solido tra Galateri e Fabrizio Palenzona, il quale – com’è noto – proprio sul dossier Generali e in particolare sulla questione Mediobanca ha espresso posizioni differenti rispetto al vertice di via XX Settembre. Al punto che i consiglieri della fondazione che in qualche modo a lui si riferiscono hanno disseminato di dubbi e ostacoli il cammino di Giovanni Quaglia e Massimo Lapucci verso il patto con Caltagirone e Del Vecchio.

 

fabrizio palenzona 8

“Voglio comunque, aldilà di requisiti formali, mantenere piena indipendenza di giudizio e così esprimere rammarico per le tensioni nel corpo sociale degli ultimi tempi che Generali certo non si merita ed augurarmi che possa essere eletto un Consiglio composto da persone di professionalità e coscienza etica tali da favorire il recupero di un clima di serenità e di collaborazione nell'interesse sociale”. In questo senso, ha concluso “porterò avanti il mio impegno con il Consiglio svolgendo le mie funzioni fino alla scadenza del mandato con lo spirito di servizio e di disponibilità che una scadenza, in una tanto lunga militanza, non può certo far venir meno”.

Donnet Caltagirone Del Vecchio

 

Intanto, ieri, Delfin e Fondazione Crt hanno confermato il patto in Generali, lo stesso patto dal quale si era sfilato Caltagirone lo scorso 31 gennaio alimentando voci di dissidi tra i protagonisti della scalata”. La fine del patto o un’operazione nata con l’ottica di marciare divisi per colpire uniti, aggirando Ivass e Consob?

 

A inizio mese, infatti, il management della compagnia ha avviato la propria controffensiva con la richiesta a Ivass e Consob di verificare se la partecipazione complessivamente acquisita dal gruppo Caltagirone, da Fondazione Crt e dalla Delfin (complessivamente pari al 16,309% del capitale sociale stando alle ultime comunicazioni ufficiali) sia “soggetta ad autorizzazione ai sensi della normativa in tema di assicurazioni in relazione alla acquisizione di concerto di partecipazioni qualificate, comunque superiori al 10%”. 

caltagirone donnet

 

Secondo la normativa Ivass, infatti, le partecipazioni superiori al 10% devono essere autorizzate dall’Istituto di vigilanza. Generali, inoltre, ha anche deliberato di investire Consob “del quesito se tale acquisizione sia soggetta agli obblighi di comunicazione in ordine, fra l'altro, ai programmi futuri ai sensi della normativa vigente per coloro che, anche di concerto, superino una percentuale del 10% del capitale sociale e se vi siano state asimmetrie informative rilevanti per il mercato”. In questo caso gli obblighi scattano se le acquisizioni sono state fatte “in concerto”.

philippe donnet gabriele galateri di genola alberto minali

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?