boris biden merkel pfizer astrazeneca

LA GUERRA DEI VACCINIDUE INCHIESTE DI CHANNEL 4 E DEL "FINANCIAL TIMES" SPUTTANANO IL MONOPOLISTA PFIZER-BIONTECH, CHE SCREDITAVA ASTRAZENECA PER TIRARE ACQUA AL SUO MULINO E SURCLASSARE I CONCORRENTI - DOLLARI A PALATE E NAZIONI AI SUOI PIEDI: IL COLOSSO TEDESCO-AMERICANO HA IMPOSTO A USA E EUROPA PREZZI ESORBITANTI, INCASSANDO 36 MILIARDI…

Francesco Borgonovo per “La Verità

 

PFIZER BIONTECH

Il bello è che non l'hanno nemmeno creato loro, il vaccino. A svilupparlo sono stati i laboratori dell'azienda tedesca Biontech, guidata dal turco Ugur Sahin, il quale ha deciso d'investire tutte le sue risorse nello sviluppo del farmaco anti Covid.

 

Pfizer è arrivata dopo, e ha in effetti permesso l'industrializzazione del vaccino a partire da marzo 2020, realizzando quello che qualcuno ha definito «il più grande colpo di marketing nella storia dei prodotti farmaceutici Usa».

pfizer 7

 

Un affare che, nel 2021, dovrebbe portare nelle casse del colosso americano qualcosa come 36 miliardi di dollari. Del resto Pfizer è quasi monopolista: controlla circa l'80% del mercato dei vaccini nell'Ue e il 74% di quello americano.

 

pfizer 6

Com'è stato possibile? A giovare, e non poco, è stata proprio l'alleanza con Biontech, la quale non si è limitata a portare in dote gli esiti della ricerca: anche la provenienza tedesca dell'azienda ha pesato non poco. Biontech ha ricevuto dal governo germanico 375 milioni di euro di fondi per la ricerca, e li ha portati a frutto.

 

pfizer 4

Grazie alla spinta politica di Berlino, il vaccino Pfizer-Biontech è riuscito - come La Verità ha raccontato dettagliatamente nei mesi scorsi - a surclassare i concorrenti. Giova ricordare, a questo proposito, cosa accadde intorno a metà marzo, quando anche l'Italia decise di sospendere l'utilizzo delle dosi di Astrazeneca.

 

PFIZER BIONTECH 1

Il ministro Roberto Speranza comunicò che la decisione di bloccare le inoculazioni era «emersa a seguito di una valutazione dell'istituto tedesco per i vaccini, il Paul Ehrlich Institut».

 

pfizer 3

Non serve una vocazione complottista per comprendere quanto il caos su Az abbia giovato al connubio tedesco americano. Il punto, però, è esattamente questo: ogni volta che si tenta di approfondire le questioni legate alla produzione e commercializzazione del vaccino cala implacabile la medesima accusa di dietrologia.

 

pfizer 2

Si viene dipinti come i «soliti no vax» che se la prendono pregiudizialmente con Big Pharma e ripetono i consueti stereotipi sulle case farmaceutiche. Almeno così funziona in Italia. All'estero, invece, qualcosa si è mosso: negli ultimi giorni si sono concentrati su Pfizer due pesi massimi del giornalismo internazionale, ovvero l'emittente britannica Channel 4 e il Financial Times.

 

pfizer 1

Quest'ultimo ha realizzato una corposa inchiesta (tradotta e ripubblicata qui da Internazionale) che prova a fare luce sul comportamento della gigantesca azienda farmaceutica statunitense. Un'azienda che, scrive il giornale economico, «ha il potere di fissare i prezzi e di scegliere quale Paese viene prima in una lista d'attesa poco trasparente, anche a causa dei programmi di richiamo vaccinale che ora i Paesi ricchi vorrebbero accelerare».

 

Pfizer

Collocandosi in posizione dominante sul mercato dei sieri, di fatto Pfizer esercita un enorme potere, anche politico. «E cosa intenda fare dopo», scrive il Financial Times, «è un mistero, perché l'azienda mantiene segreta buona parte dei contratti che ha stipulato e vincola anche gli scienziati indipendenti con accordi di non divulgazione».

 

vaccino oxford astrazeneca

Tale segretezza, com'è facile capire, è particolarmente rilevante nel momento in cui la casa farmaceutica ha la possibilità di fissare i prezzi delle dosi. Anche per questo, nota il Ft, a differenza di Biontech ha rifiutato i fondi del governo tedesco: «Per mantenere il controllo completo delle vendite, inclusa la questione cruciale dei prezzi». Il Financial Times ha intervistato sull'argomento Moncef Slaoui, «incaricato dall'amministrazione statunitense di garantire la fornitura di vaccini».

 

ASTRAZENECA

Tutto fuorché ostile a Big Pharma, Slaoui «è rimasto sconvolto dal fatto che la Pfizer chiedesse un prezzo così alto» e «sostiene di aver criticato apertamente Albert Bourla (59 anni, ad dell'azienda in ottimi rapporti con tutti i «grandi del mondo», ndr) perché cercava di trarre vantaggio dalla pandemia». Un'accusa ribadita, ai microfoni della britannica Channel 4, anche da Tom Frieden, già direttore del Cdc americano sotto Obama: «Se ti stai concentrando solo sulla massimizzazione dei tuoi profitti e sei un produttore di vaccini... sei un profittatore di guerra».

 

astrazeneca

Come ha riportato il Guardian, altro autorevole quotidiano inglese, «l'indagine di Channel 4 rivela l'analisi di un esperto di ingegneria biologica che afferma che il vaccino Pfizer costa solo 76 centesimi per la produzione per ogni colpo. Secondo quanto riferito, è stato venduto per 22 sterline a dose al governo inglese».

 

Intendiamoci: una casa farmaceutica ha tutto il diritto di fissare i prezzi che ritiene opportuni, e va detto che, nel caso del vaccino anti Covid la richiesta avrebbe potuto essere anche molto più esosa. Alla fine, Pfizer ha fissato un prezzo di 19,50 dollari a dose «nel contratto iniziale con gli Usa e con altri Paesi occidentali.

 

vaccino astrazeneca

Ma questo era comunque quattro volte il prezzo di una singola dose della J&J e cinque volte quello di una dose di Az». In ogni caso, non sembra che i governi occidentali, a partire dal nostro, abbiano opposto molta resistenza: per avere il siero erano pronti ad accettare praticamente ogni condizione, e pure a escludere gli Stati africani, alcuni dei quali sono ancora in attesa delle forniture minime promesse.

 

Secondo il Ft, «il successo del vaccino Pfizer è stato costruito non sui brillanti risultati della sua ricerca, ma sulla capacità di produzione che nel 2021 è aumentata vertiginosamente».

 

vaccino astrazeneca

I concorrenti, ad esempio Astrazeneca, hanno invece avuto molte difficoltà ad aumentare la produzione. Anche per questo Pfizer è riuscita a siglare un accordo per 1,8 miliardi di dosi con l'Ue, frutto di un fitto scambio di messaggi e chiamate tra Bourla e Ursula von der Leyen.

 

«Un impegno così grande di solito si traduce in una riduzione dei prezzi», chiosa il Ft. «Invece la Pfizer li ha aumentati di oltre un quarto rispetto al livello concordato all'inizio: da 15,50 euro a 19,50. Von der Leyen ha accettato».

 

Un altro ottimo affare. Infatti Pfizer «prevede che nel 2022, sulla base dei contratti già firmati a metà ottobre, incasserà 29 miliardi di dollari grazie al vaccino».

 

astrazeneca

Anche a fronte di cifre tanto imponenti, ci si sarebbe aspettata maggiore trasparenza, dalle istituzioni (nazionali e internazionali) e pure dall'azienda. Zain Rizvi, direttore della ricerca presso l'organizzazione dei consumatori americana Public Citizen, ha dichiarato a Channel 4 che «c'è un muro di segretezza che circonda questi contratti ed è inaccettabile, in particolare in una crisi di salute pubblica».

 

Che Big Pharma non fosse un circolo della beneficenza era piuttosto chiaro. Appena meno chiaro è il motivo per cui gli occidentali abbiano accettato il pacchetto senza scomporsi. Comunque sia, ormai i giochi sono fatti. Anzi, all'orizzonte già si presenta il nuovo business: le cure per il Covid. E chissà se, anche stavolta, a guidarci nelle trattative sarà la paura.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…