“CHE LA FIAT NON ABBIA MAI RICEVUTO AIUTI DI STATO È UNA MEZZA VERITÀ LEGALE E, SE NON UNA REALE BALLA, UNA SICURA BURLA” DOPO IL "SOLE 24 ORE", ANCHE IL QUOTIDIANO DOMANI DI CARLO DE BENEDETTI STRAPAZZA IL GRUPPO STELLANTIS CON UN RUVIDO COMMENTO DELL’ECONOMISTA SALVATORE BRAGANTINI, EX COMMISSARIO CONSOB CHE INFILZA JOHN ELKANN PER AVER DETTO CHE LA FIAT NON HA MAI PRESO AIUTI DALLO STATO: “NELLA SUA STORIA HA AVUTO PIÙ VOLTE BISOGNO D’UNA PARTECIPAZIONE STATALE. L’AFFERMAZIONE DI ELKANN È FALSA PER LE FINANZE PUBBLICHE” – LA LISTA DEI FINANZIAMENTI STATALI RICEVUTI DALLA FIAT DAL 2005 AL 2010

-

Condividi questo articolo


Estratto dell’articolo di Carlo Terzano per www.startmag.it

 

LE AMNESIE DEGLI ELKANN SUGLI AIUTI DI STATO FIAT - IL DOMANI 5 GIUGNO 2023 LE AMNESIE DEGLI ELKANN SUGLI AIUTI DI STATO FIAT - IL DOMANI 5 GIUGNO 2023

Che Carlo De Benedetti, patron del quotidiano Domani, non ami troppo i nuovi proprietari della sua vecchia Repubblica non è certo un mistero. Difficile dimenticare le parole con cui l’ingegnere salutò la decisione di John Elkann di affidare la direzione del giornale fondato da Eugenio Scalfari a Maurizio Molinari, arrivato dal quotidiano torinese La Stampa.

 

Non deve quindi sorprendere se l’attuale testata finanziata dall’imprenditore nato a Torino (ma ben poco sabaudo nei modi) dia volentieri ospitalità ad articoli contro Stellantis come quello in pagina oggi: “Le amnesie di Elkann sugli aiuti di stato al gruppo Fiat”.

 

JOHN ELKANN CARLO DE BENEDETTI JOHN ELKANN CARLO DE BENEDETTI

“Per il clan Agnelli l’Italia è da sempre un parente povero; se ne vergogna, non trovandolo alla sua altezza”, è l’incipit sferzante dell’editoriale firmato dall’economista Salvatore Bragantini. “Al Festival Internazionale dell’Economia John Elkann ha detto:

 

«Gli stati entrano nelle imprese quando vanno male e Stellantis va molto bene…nella nostra storia che nasce come Fiat tre secoli fa che poi è evoluta con Fca e oggi è Stellantis, non abbiamo mai avuto nessun bisogno di avere lo stato nel nostro capitale». Tali parole – chiosa l’editorialista – non avrebbero sorpreso, nella loro fintamente candida spudoratezza, il defunto salvatore della Fiat, il ruvido Sergio Marchionne”.

CARLO DE BENEDETTI JOHN ELKANN CARLO DE BENEDETTI JOHN ELKANN

 

“Che Fiat sia nata tre secoli fa è lo svarione, ridicolo e irrilevante, d’un affannato copywriter; che però non abbia mai dovuto far entrare lo stato in azienda è una mezza verità legale e, se non una reale balla, una sicura burla”, si legge sul quotidiano di De Benedetti.

 

Quindi l’economista ricorda: “Nella sua storia Fiat ha avuto più volte bisogno d’una partecipazione statale ma, potendo scegliere, ha preferito incassare in modi meno vincolanti.  Dal tradizionale freno al trasporto su ferro, ad Alfa Romeo, che Fiat comprò dallo Stato non per svilupparla, ma per ridurla in soggezione, levare di mezzo un concorrente e tener fuori Ford dalla riserva di caccia italiana, agli eco-incentivi ecc. Per Massimo Mucchetti (Corriere, 6 febbraio 2010) «…la storia della Fiat gronda di aiuti pubblici, com’è stato ampiamente documentato anche dall’indagine parlamentare del 2002».”

 

ELKANN DE BENEDETTI ELKANN DE BENEDETTI

“Vera è l’affermazione di Elkann – sentenzia Bragantini – per il Codice, falsa invece per le finanze pubbliche, donde nell’ultimo mezzo secolo sono sgorgati 200 miliardi di euro. Del tutto errata è infine la prima affermazione; gli stati non entrano nelle imprese solo perché vanno male, mossa sbagliata e frequentissima, ma anche per altre ragioni, legate all’idea – per molti sfuggente come un noùmeno – dell’interesse dello stato.

 

carlo de benedetti carlo de benedetti

Per difenderlo – chiosa l’economista – sarebbe desiderabile che Cdp, o altra entità pubblica nostra, assumesse una partecipazione in Stellantis, analoga al 6 per cento lì detenuta dalla Francia tramite Bpi France.”

 

Del resto, quanto riportato sul Domani corrisponde al vero. Anzi, a voler mettere qualche numero di contorno, si può ricordare un vecchio articolo di Start che elencava nel dettaglio gli aiuti di Stato incassati da Fca in un solo lustro, 2005 – 2010, grazie all’elaborazione del giornalista e saggista Marco Cobianchi:

 

28 luglio 2005: 81 milioni per investimenti in Campania, Molise e Piemonte

 

2005: 40,5 milioni per investimenti ad Atessa (Chieti)

 

26 giugno 2009: 300 milioni di euro dal Cipe per investimenti a Pomigliano

 

carlo de benedetti otto e mezzo 4 carlo de benedetti otto e mezzo 4

19 gennaio 2010: 1,8 milioni a Fiat Powertrain

 

29 aprile 2009: 37,3 milioni per la Lancia Ypsilon

 

2011: 22,5 milioni alla Powertrain; 18,7 all’Iveco di Foggia; 11,2 alla Sevel di Chieti

 

Una delle società maggiormente finanziate dallo Stato è stato il Crf, il Centro Ricerche Fiat. Ecco una parte (infinitesimale rispetto al totale) dei soldi incassati:

 

2008: 1,1 milioni di contributo e 5,9 di credito agevolato

 

2008: 10,3 milioni

 

2009: 5 milioni di contributo alla spesa

 

john elkann al festival dell economia di torino 4 john elkann al festival dell economia di torino 4

2009: 9,3 milioni di contributo alla spesa

 

2010 1,9 milioni

 

2010: 5 milioni (dalla Regione Piemonte) […]

john elkann al festival dell economia di torino 3 john elkann al festival dell economia di torino 3

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT – JOE BIDEN VUOLE CHE GIORGIA MELONI METTA ALL’ORDINE DEL GIORNO DEL G7 L’USO DEI BENI RUSSI CONGELATI. PER CONVINCERE LA DUCETTA HA SPEDITO A ROMA LA SUA FEDELISSIMA, GINA RAIMONDO, SEGRETARIO AL COMMERCIO – GLI AMERICANI PRETENDONO DALL’EUROPA UN'ASSUNZIONE DI RESPONSABILITÀ DOPO TUTTI I MILIARDI CHE WASHINGTON HA POMPATO A ZELENSKY. MA METTERE MANO AI BENI RUSSI È UN ENORME RISCHIO PER L’UNIONE EUROPEA: POTREBBE SPINGERE ALTRI PAESI (CINA E INDIA SU TUTTI) A RIPENSARE AI LORO INVESTIMENTI NEL VECCHIO CONTINENTE…

DAGOREPORT – PARTITI ITALIANI, PERACOTTARI D'EUROPA - L’ASTENSIONE “COLLETTIVA” SUL PATTO DI STABILITÀ È STATA DETTATA SOLO DALLA PAURA DI PERDERE CONSENSI IL 9 GIUGNO - SE LA MELONA, DOPO IL VOTO, PUNTA A IMPUGNARE UN PATTO CHE E' UN CAPPIO AL COLLO DEL SUO GOVERNO, IL PD DOVEVA COPRIRSI DAL VOTO CONTRARIO DEI 5STELLE – LA DUCETTA CONTINUA IL SUO GIOCO DELLE TRE CARTE PER CONQUISTARE UN POSTO AL SOLE A BRUXELLES. MA TRA I CONSERVATORI EUROPEI STA MONTANDO LA FRONDA PER IL CAMALEONTISMO DI "IO SO' GIORGIA", VEDI LA MANCATA DESIGNAZIONE DI UN CANDIDATO ECR ALLA COMMISSIONE (TANTO PER TENERSI LE MANINE LIBERE) – L’INCAZZATURA DI DOMBROVSKIS CON GENTILONI PER L'ASTENSIONE DEL PD (DITEGLI CHE ELLY VOLEVA VOTARE CONTRO IL PATTO)…