francesco gaetano caltagirone mps monte dei paschi di siena

UN “MONTE” DI GRANE - IL NUOVO FRONTE DI INCHIESTA DELLA PROCURA DI MILANO SU MPS RIGUARDA LA POLITICA DI ACCANTONAMENTI PER I RISCHI LEGALI: ANCHE  SE È STATO TROVATO L’ACCORDO CON LA FONDAZIONE MPS, CHE HA SGOMBRATO IL CAMPO DA 3,8 MILIARDI DI RICHIESTA RISARCIMENTO, NE RESTANO ANCORA 5,1 DI CAUSE PENDENTI. SOLTANTO L’EX SOCIO FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE CHIEDE 500 MILIONI - GLI ACCANTONAMENTI SONO CRESCIUTI NEL 2020, MA RESTANO ANCORA INSUFFICIENTI (AVVISATE ORCEL)

Fabio Pavesi per www.ilfattoquotidiano.it

 

MONTE DEI PASCHI DI SIENA

Neanche il tempo di festeggiare la semestrale, con utili a 200 milioni (figli però della gestione finanziaria, più che di quella ordinaria ancora ferma e in virtù anche di minori rettifiche sui crediti malati) e per Mps si apre un nuovo fronte d’inchiesta della Procura di Milano, come rivelato ieri da Repubblica.

 

Questa volta riguarda la politica di accantonamenti dei rischi legali, ritenuti sottostimati, da una serie di esposti inoltrati da Giuseppe Bivona, che da anni promuove cause contro la banca. Gli esposti riguardano i bilanci semestrali del 2020 e dei nove mesi sempre dello stesso anno.

GUIDO BASTIANINI

 

Ma quanto è giustificata, e soprattutto cosa potrebbe appurare, la nuova grana giudiziaria che si abbatte sulla disastrata banca senese? A sfogliare i documenti contabili di Mps si scopre che, ancora a fine del 2019, la banca in effetti pare aver del tutto sottostimato i rischi dei contenziosi che tra cause dei singoli azionisti e rischi stragiudiziali assommavano a 5,1 miliardi, cui si è aggiunta, a metà del 2020, la maxi-causa da 3,8 miliardi della Fondazione Mps.

 

Ora il maxi-danno della Fondazione è del tutto rientrato, dopo l’accordo di transazione per soli 150 milioni, sottoscritto nei giorni scorsi dalla banca con l’ex socio di maggioranza degli anni bui di Mps.

MONTE DEI PASCHI DI SIENA

 

Ebbene sui 5,1 miliardi di petitum che residuano tuttora, la banca a fine del 2019 aveva accantonato solo 156 milioni. Davvero poca cosa. E da qui che evidentemente sono partiti gli esposti di Bivona. Mps deve essere corsa quindi ai ripari, alzando gli accantonamenti nella seconda parte del 2020, portandoli così a fine dicembre dello scorso anno a 984 milioni.

 

GIUSEPPE BIVONA

Una rincorsa potente, segno che la sottovalutazione dei rischi era probabilmente reale. La domanda oggi è: ma quel quasi miliardo di denari messi da parte nel bilancio sono congrui? Non pare. Se è vero che il campo si è sgombrato dai 3,8 miliardi della Fondazione, restano tuttora 5,1 miliardi di cause pendenti.

 

Di cui la stessa banca, nel bilancio del 2020, segnala che 2,5 miliardi hanno un rischio definito “probabile” di soccombenza, mentre 600 milioni sono classificati come rischio “possibile”. Si tratta quindi di 2,5 miliardi più 600 milioni di cui Mps in futuro potrebbe doversi far carico. Tra questi c’è anche la richiesta di danni per 500 milioni di euro da parte dell’ex socio Francesco Gaetano Caltagirone, come riporta oggi La Stampa.

francesco gaetano caltagirone foto mezzelani gmt45

 

La richiesta, risalente al 2014, sarebbe stata rinnovata nel 2018, ed è tornata d’attualità nell’ambito delle ricerche che il gruppo sta portando avanti per ridurre l’impatto dei rischi legali sul bilancio e presentarsi “pulito” al negoziato con Unicredit.

 

Un totale di oltre 3 miliardi di oneri straordinari, una zavorra che manderebbe ulteriormente a picco la banca, già in sofferenza di capitale, su cui la cintura di protezione stanziata finora copre poco meno di un miliardo. Nella trimestrale del 2021 ben poco è cambiato.

 

MONTE DEI PASCHI DI SIENA MPS

Occorrerà vedere se la relazione di bilancio del semestre, ancora non disponibile, alzerà la guardia incrementando gli accantonamenti. Inchiesta della Procura, a parte, c’è oggi nei conti di Mps un gap, sui 2,5 miliardi di danni probabili, di 1,5 miliardi. Una zona buia di incertezza che certo non rende semplice la due diligence che gli uomini di UniCredit hanno da poco cominciato a fare sui numeri della banca senese. Un nuovo inciampo, l’ennesimo, al di là della vicenda giudiziaria, sui bilanci tormentati di Mps.

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni kirk renzi salvini tajani

DAGOREPORT - LA STRATEGIA DELLA DISTRAZIONE DI GIORGIA MELONI: PER LA DESTRA DE’ NOANTRI, IL DELITTO KIRK NON È UNA STORIA AMERICANA DEFLAGRATA ALL’INTERNO DEL MONDO DEI “MAGA” TRUMPIANI. NO, È ROBA DA BRIGATE ROSSE IN VIAGGIO PREMIO NEGLI USA - ECCO: IL CADAVERE DI UN ATTIVISTA DI UN PAESE DOVE LE ARMI LE COMPRI DAL TABACCAIO È GIUNTO AL MOMENTO GIUSTO PER ESSERE SFACCIATAMENTE STRUMENTALIZZATO AD ARTE DALLA PROPAGANDA DI PALAZZO CHIGI, COPRENDO CON DICHIARAZIONI FUORI DI SENNO LE PROPRIE DIFFICOLTÀ - CHE LA DESTRA DI GOVERNO SIA IN PIENA CAMPAGNA ELETTORALE, INQUIETA (EUFEMISMO) PER L’ESITO DELLE REGIONALI D’AUTUNNO, IL CUI VOTO SARÀ DIRIMENTE IN VISTA DELLE POLITICHE 2027, ALLE PRESE CON UN PAESE CHE SENZA LA FORTUNA DEI 200 MILIARDI DEL PNRR SAREBBE IN RECESSIONE COME LA FRANCIA E LA GERMANIA, NE È CONSAPEVOLE LO STESSO ESECUTIVO, IN PIENO AFFANNO PER TROVARE LE RISORSE NECESSARIE ALLA FINANZIARIA DI FINE D’ANNO - RENZI: “LA PREMIER SEMINA ZIZZANIA E CREA TENSIONE PER EVITARE DI PARLARE DI STIPENDI E SICUREZZA. MA SOPRATTUTTO PER EVITARE CHE NASCA UN VERO MOVIMENTO A DESTRA. OCCHIO: SE VANNACCI FA COME FARAGE, LA MELONI VA A CASA. LA POLITICA È PIÙ SEMPLICE DI QUELLO CHE SI CREDA. GIORGIA MELONI ALIMENTA LA PAURA PERCHÉ LEI HA PAURA…” - VIDEO

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…