aleotti menarini

“SIAMO NOIOSI E BANALI” - I FRATELLI LUCIA E GIOVANNI ALBERTO ALEOTTI STANNO ALLA LARGA DALLA BORSA E DALLO STAR SYSTEM E TENGONO UN BASSO PROFILO, NONOSTANTE SIANO AL VERTICE DEL PIÙ GRANDE GRUPPO FARMACEUTICO ITALIANO, LA MENARINI DI FIRENZE, CHE FATTURA QUASI 4 MILIARDI – ABITANO A POCA DISTANZA L’UNO DALL’ALTRO, SU UNA COLLINA VERSO FIESOL,  E OGNI GIORNO VANNO A COLAZIONE DALLA MADRE MASSIMILIANA - LO SBARCO NEGLI USA CON L’ACQUISIZIONE DI “STEMLINE” PER 677 MILIONI, LA FILANTROPIA E L’IMPEGNO NEL SOCIALE - VIDEO

 

Teodoro Chiarelli per “La Stampa”

 

alberto giovanni aleotti lucia aleotti – menarini

Lei, da piccola, voleva fare l'astronoma e sognava di occuparsi di pianeti, stelle e galassie. Lui già da bambino era portato per i lavori in legno e ancora oggi realizza a mano mobili di ottima fattura. Ritrovatisi al vertice del più importante gruppo farmaceutico italiano, la Menarini di Firenze, alla scomparsa del padre Alberto nel maggio del 2014, i fratelli Lucia e Giovanni Alberto Aleotti sono quanto mai distanti dallo stereotipo del capitano d'industria.

alberto giovanni aleotti lucia aleotti

 

Possiedono un'azienda da 3,75 miliardi di euro di fatturato (per il 76% all'estero), al quindicesimo posto in Europa e al trentaduesimo nel mondo nella hit parade del settore, presente in 140 Paesi e con 17.650 dipendenti. Eppure, conducono una vita, se si può dire, assolutamente normale.

FRATELLI ALEOTTI - 1

 

«Non facciamo vita da jet set - ha dichiarato tempo fa Lucia, 55 anni, laurea in economia, sposata e con due figli - Personalmente non amo lo star system e mio marito condivide questo profilo di non visibilità. Arrivo a dire che siamo noiosi e banali».

 

pills of art menarini.

Anche Giovanni Alberto, 50 anni, laurea in economia, sposato con due figlie, non offre spunti di cronaca mondana. Stesso low profile e strenua difesa della privacy. Basti pensare che le scarne note biografiche rese note dall'azienda non riportano i nomi dei consorti dei due fratelli e tanto meno dei loro figli.

menarini

 

Si sa che Lucia trascorre le vacanze nella villa di famiglia a Lerici e che sino a pochi anni fa girava d'estate l'Europa in camper con marito e figli. Giovanni Alberto, invece, preferisce i soggiorni in Toscana, dove dà sfogo alla sua creatività con il legno e si diletta a produrre birra. Affiatatissimi e legatissimi fra di loro, i due fratelli abitano anche a poca distanza l'uno dall'altra in due ville sulla collina verso Fiesole. Due costruzioni vicinissime alla villa della mamma Massimiliana.

 

lucia aleotti eric cornut alberto giovanni aleotti

All'ora di pranzo, Lucia e Giovanni Alberto Aleotti escono puntualmente dall'azienda e vanno a colazione dalla madre con consorti e figli. Il rito si ripete tutti i giorni. Spesso Lucia fa prima un salto alla Esselunga vicino a casa. Di assoluto rilievo, al contrario, le loro attività filantropiche che ne fanno i principali mecenati della loro città.

 

menarini 3

Prima di tutto il sociale, anche se gli Aleotti non amano suonare la grancassa. Se è nota la collaborazione della Menarini con la Fondazione Tommasino Bacciotti per donare appartamenti destinati a ospitare i genitori di bambini affetti da tumore in cura presso l'ospedale Meyer, non molti sanno che grazie agli Aleotti il comune di Firenze ha potuto ristrutturare 60 case popolari.

 

menarini 2

L'ultimo intervento, forse quello più eclatante, risale al giugno dello scorso anno in pieno boom del Covid-19: la decisione di costruire a Firenze il diciassettesimo stabilimento del gruppo che si era già deciso di realizzare all'estero. Centocinquanta milioni di investimento per 250 nuovi posti di lavoro più altri 250 nell'indotto.

ALBERTO GIOVANNI ALEOTTI

 

«Una scelta fatta col cuore - il commento di Lucia e Giovanni Alberto - Volevamo dare un segnale di fiducia in un momento così cupo. Un contributo concreto all'economia e all'occupazione. Siamo un'azienda italiana e siamo orgogliosi di esserlo». Non solo: Menarini ha riconvertito subito parte del suo stabilimento di Firenze per produrre tonnellate di gel igienizzante da donare alla Protezione Civile.

 

pills of art menarini

Importante, poi il contributo alla valorizzazione del patrimonio artistico. Da sessant' anni, ogni anno, la Menarini pubblica un libro d'arte, mentre sul proprio canale You Tube ha lanciato le "Pills of Art", le Pillole d'arte, per far conoscere con brevi filmati, ricchi di aneddoti, il patrimonio artistico italiano, principalmente del Rinascimento italiano.

 

pills of art menarini.

Un successo, con 20 milioni di visualizzazioni. Tutto questo mentre in poco più di sette anni hanno guidato la multinazionale del farmaco ben oltre gli orizzonti geografici raggiunti dal padre Alberto, spaziando dall'Europa, all'Estremo Oriente, alle Americhe. E dire che alla scomparsa del vulcanico e, secondo alcuni, un po' disinvolto genitore, pochi scommettevano sulla loro tenuta.

 

pills of art menarini 1

Questo perché oltre all'azienda, il padre ha lasciato ai figli un pesante contenzioso con il fisco che inopinatamente i magistrati hanno riversato sui due fratelli, nel frattempo diventati presidente (Lucia) e amministratore delegato (Giovanni Alberto). Risultato: entrambi sono stati condannati dal Tribunale di Firenze in primo grado nel settembre del 2016, lei a 10 anni e 6 mesi, lui a 7 anni e 6 mesi, per una serie di reati che vanno dall'evasione fiscale, al riciclaggio e alla corruzione. A questo è seguita l'onta del sequestro di denaro e titoli per 1,2 miliardi di euro.

 

FRATELLI ALEOTTI

Gli Aleotti, però, non hanno mai pensato di gettare la spugna e cedere il gruppo, magari a qualche grossa multinazionale in agguato pronta ad approfittare di un momento di oggettiva difficoltà. Hanno tenuto duro, finché l'Appello e la Cassazione hanno dato loro ragione con una piena assoluzione. Lucia e Giovanni Alberto hanno proseguito per la loro strada, ampliando gli orizzonti dell'azienda. Così hanno prima affidato la presidenza al manager svizzero Eric Cornut, ex Novartis, poi hanno chiamato come amministratore delegato la turca Elcin Barker Ergun.

 

lucia aleotti

Loro, gli Aleotti, hanno mantenuto un posto nel board dedicandosi soprattutto alle strategie di espansione della Menarini. Fino allo scorso anno la multinazionale fiorentina, che possiede dieci centri di Ricerca e Sviluppo, vedeva i suoi prodotti presenti nelle più importanti aree terapeutiche tra cui cardiologia, gastroenterologia, pneumologia, malattie infettive, diabetologia, infiammazione e analgesia.

 

stemline

La produzione farmaceutica, invece, è realizzata nei 16 stabilimenti produttivi del gruppo, in Italia e all'estero, dove sono prodotte con standard di qualità elevatissimi e distribuite nei cinque continenti oltre 600 milioni di confezioni all'anno. Bisognava crescere in altri settori e, soprattutto, mettere un piede negli Stati Uniti.

 

Così nel bel mezzo della pandemia ecco la decisione, visti i tempi, per metà coraggiosa e per metà temeraria: lo sbarco negli Usa con un'acquisizione da 677 milioni di dollari per potenziare la propria presenza nel campo dell'oncologia. Il gruppo fiorentino rileva Stemline Therapeutics, società biofarmaceutica americana quotata al Nasdaq e focalizzata sullo sviluppo e la commercializzazione di terapie oncologiche innovative.

Massimiliana Landini Aleotti

 

Menarini acquisisce l'azienda Usa con un pagamento anticipato di 11,5 dollari per ogni azione e un "bonus" da un dollaro per azione da pagarsi al verificarsi della prima vendita in uno dei paesi Eu5 (Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Spagna) di Elzonris, farmaco per la cura di un raro, ma aggressivo, tumore del sangue, già in commercio negli Usa.

 

MENARINI

Del resto, i mezzi alla Menarini non mancano: produce utili da tempo e gode di amplissimo credito da parte delle banche. Anche per questo si tiene lontana dalla Borsa. Le prossime mosse degli Aleotti? Sicuramente crescere nel settore dell'oncologia e sviluppare le potenzialità di Stemline. Fondamentale sarà allargarsi negli Stati Uniti. Nuove acquisizioni in vista? Mai dire mai: gli Aleotti, pur con la loro prudenza e il loro understatement, ci stanno ormai abituando ai colpi di scena.

pills of art menarini 6Elcin Barker Ergun - amministratore delegato menarinimenarini vitapcr menarinimenarini vitapcrmenarini 1lucia aleotti 2

Ultimi Dagoreport

gender club degrado roma pina bausch matteo garrone

25 ANNI FA SPUNTÒ A ROMA UN CLUB IN MODALITÀ DARK-ROOM: AL "DEGRADO", IMMERSO NEL BUIO, SI FACEVA SESSO SENZA IL SENSO DEL PECCATO, IN MEZZO A TUTTI. UNO ‘’SBORRIFICIO” CHE NON HA AVUTO EGUALI E CHE DEMOLÌ I MURI DIVISORI TRA ETERO-BI-GAY-LESBO-TRANS-VATTELAPESCA - PER 9 ANNI, “CARNE ALLEGRA” PER TUTTI. OGNUNO VENIVA E SI FACEVA I CAZZI SUOI, E QUELLI DEGLI ALTRI. IL "DEGRADO'' POTEVA ESSERE RIASSUNTO IN UNA DOMANDA: CHI È NORMALE? - DAGO-INTERVISTA ALL’ARTEFICE DEL BORDELLO: “SCORTATA DA MATTEO GARRONE, UNA NOTTE È APPARSA PINA BAUSCH IMPEGNATA AL TEATRO ARGENTINA. SI ACCENDONO LE LUCI E UNA TRAVESTITA URLO': “AO' SPEGNETELE! IO STAVO A FA’ UN BOCCHINO. NUN ME NE FREGA ‘N CAZZO DE 'STA PINA!”

giorgia meloni alberto stefani luca zaia matteo salvini sondaggio

DAGOREPORT – VENETO DI PASSIONI PER IL CENTRODESTRA: LA VITTORIA DI ALBERTO STEFANI È SCONTATA, MA A CONTARE DAVVERO SARANNO I NUMERI! SECONDO IL SONDAGGIO DI PAGNONCELLI, IL GIOVANE LEGHISTA CON CIUFFO GIAMBRUNESCO È AL 62,8%, CONTRO UN MISERO 26,9% DEL CANDIDATO DI SINISTRA, GIOVANNI MANILDO. UN OTTIMO RISULTATO, MA SOLO SE NON SI RICORDA COSA AVVENNE CINQUE ANNI FA: ZAIA VINSE CON IL 76,79% DEI VOTI, E BASTÒ LA SUA LISTA, INSIEME A QUELLA DELLA LEGA, PER OTTENERE IL 61,5%. OGGI CI VUOLE TUTTO IL CENTRODESTRA UNITO PER RAGGIUNGERE LA STESSA CIFRA – LO SPETTRO DEL SORPASSO DI FDI SUL CARROCCIO: SE LE TRUPPE MELONIANE OTTENESSERO PIÙ VOTI, CHE FINE FAREBBE LA GIÀ FRAGILE LEADERSHIP DI SALVINI?

giorgia meloni matteo salvini antonio tajani giancarlo giorgetti

DAGOREPORT - COME MAI LADY GIORGIA INFLIGGE ALLA “NAZIONE”, IN VISTA DEL 2026, UNA FINANZIARIA COSÌ MICRAGNOSA, CORRENDO IL RISCHIO DI PERDERE CONSENSI? - UNA MISERIA DI 18 MILIARDI CHE, AL DI LÀ DELL’OPPOSIZIONE, STA FACENDO SPUNTARE LE CORNA DEL TORO AGLI ALLEATI SALVINI E TAJANI, MENTRE RUMOREGGIANO I VAFFA DI CONFINDUSTRIA E DEI MINISTRI COSTRETTI AD USARE L’ACCETTA AL BILANCIO DEI LORO DICASTERI (TAGLIO DI 89 MILIONI ALLA DISASTRATA SANITÀ!) – LA DUCETTA HA UN OTTIMO MOTIVO PER LA MANOVRA MIGNON: FINENDO SOTTO IL 3% DEL PIL, IL GOVERNO ALLA FIAMMA USCIRÀ CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER CONFEZIONARE NEL 2026 UNA FINANZIARIA RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON I TEMPI DELLE POLITICHE DEL 2027 - E GLI ITALIANI NELLA CABINA ELETTORALE POTRANNO COSÌ RICOMPENSARE LA BONTÀ DELLA REGINA GIORGIA…

shooting calendario pirelli 2026

A PRAGA SI SVAGA! – UNA PARATA DI STELLE STA PER INVADERE LA CITTÀ DI FRANZ KAFKA: PER LA PRESENTAZIONE DEL CALENDARIO PIRELLI 2026 VENERDÌ 14, ALLA MUNICIPAL HOUSE, SONO ATTESI 500 ILLUSTRI OSPITI ACCOLTI DA MARCO TRONCHETTI PROVERA CHE AVRÀ AL SUO FIANCO TANTO BEL MONDO: DA TILDA SWINTON A GWENDOLINE CHRISTIE, GUERRIERA NEL ‘’TRONO DI SPADE’’, DALLE MODELLE IRINA SHAYK ED EVA HERZIGOVA, DALLA STILISTA SUSIE CAVE ALLA TENNISTA VENUS WILLIAMS, DA LUISA RANIERI A FAVINO – NON MANCHERÀ CHIARA FERRAGNI ALLACCIATA ALL’EREDE GIOVANNI TRONCHETTI PROVERA…

sigfrido ranucci giovambattista fazzolari

DAGOREPORT - UCCI UCCI, TUTTO SUL CASO RANUCCI: DAI PRESUNTI CONTATTI DI SIGFRIDO CON I SERVIZI SEGRETI PER L'INCHIESTA DI "REPORT" SUL PADRE DI GIORGIA MELONI AL PEDINAMENTO DI SIGFRIDO, CHE COINVOLGEREBBE FAZZOLARI, IL BRACCIO DESTRO (E TESO) DI LADY GIORGIA – RANUCCI, OSPITE IERI SERA DI BIANCA BERLINGUER, HA PRECISATO, MA CON SCARSA CHIAREZZA, COSA E' ACCADUTO NELLE DUE VICENDE: “NON SONO STATO SPIATO DA FAZZOLARI. SO CHE È STATO ATTIVATO UN MECCANISMO PER CAPIRE CHI FOSSE IL NOSTRO INFORMATORE. SI TEMEVA FOSSE QUALCUNO DEI SERVIZI, MA NON È ACCADUTO” - SULL'ALTRA VICENDA DEL PEDINAMENTO: "NON SO SE SONO STATO SEGUITO MATERIALMENTE" – RIGUARDO L'ATTENTATO: "NON HO MAI PENSATO CHE DIETRO CI FOSSE UNA MANO POLITICA" - DAGOSPIA CERCA DI FAR LUCE SUI FATTI E I FATTACCI... - VIDEO

giorgia meloni marina berlusconi antonio tajani

DAGOREPORT – IL DESIDERIO DI FARSI INCORONARE REGINA D'ITALIA, PER IL MOMENTO, LA MELONA LO DEVE RIPORRE NEL CASSETTO DEI SOGNI - L’INDICAZIONE DEL NOME DEL PREMIER SULLA SCHEDA ELETTORALE, BOCCIATA DA TUTTI I PARTITI CHE NON INTENDONO FINIRE CANNIBALIZZATI DALLA MELONI, STA MANDANDO IN PEZZI FORZA ITALIA - TAJANI FA IL POSSIBILISTA E GLI AZZURRI ESPLODONO. LASCIAMO POI PERDERE LA FAMIGLIA DI ARCORE CHE VEDREBBE SPARIRE IL NOME BERLUSCONI DAL SIMBOLO DEL PARTITO - A MILANO SI VOCIFERA DI UN TERRIBILE SCAZZO AL CALOR BIANCO TRA UN TAJANI IN MODALITA' RIBELLE E CRISTINA ROSSELLO, VICINISSIMA A MARINA - L'IDEONA DI FARSI INCORONARE "SUA MAESTA' GIORGIA I" FA STORCERE IL NASO ANCHE AI VARI POTENTATI SOTTERRANEI DEI FRATELLINI D’ITALIA (LOLLOBRIGIDA-LA RUSSA-RAMPELLI)...