conte salvini di maio vino vinitaly

LIBIAMO NEI LIETI CALICI! – GLI ITALIANI BEVONO SEMPRE MENO? NO PROBLEM, CI PENSA L’EXPORT A TRAINARE IL SETTORE: VALE 6 MILIARDI L’ANNO E SIAMO IL PRIMO PRODUTTORE AL MONDO – 53 ANNI FA NE BEVEVAMO PIÙ DI 100 LITRI ALL’ANNO, ORA POCO PIÙ DI 30, MA DI VINO SI PARLA TANTISSIMO: I MILLENNIAL NE VANNO PAZZI, MA CON MODERAZIONE – QUANTO CONOSCIAMO QUELLO CHE VERSIAMO NEL BICCHIERE?

Luciano Ferraro per “l’Economia - Corriere della Sera”

 

Quanto spendono gli italiani per bere in media fino a 4 bicchieri di vino alla settimana?

SALVINI VINITALY

Molto, 14,3 miliardi di euro l' anno per 22,9 milioni di ettolitri. Anche se il consumo continua a calare ( con una flessione dello 0,4% registrata nel 2018 rispetto all' anno precedente). Appartengono ad un' altra era, fatta di lavori più duri e di abitudini alimentari opposte a quelle di oggi, i dati sui consumi di 53 anni fa, quando aprì i battenti il primo Vinitaly a Verona.

giuseppe conte a vinitaly 1

 

Un evento che allora si chiamava «Giornate del vino italiano», si svolgeva a settembre al Palazzo della Gran Guardia e consisteva in un paio di giornate di convegni tra enologi e professionisti delle organizzazioni agricole.

 

Allora ogni italiano tracannava più di 100 litri di vino l' anno. Ora si superano di poco i 30 litri annui pro capite. Nell' ultimo anno c' è stato un calo del 26 per cento della quantità di rossi, bianchi e spumanti che finisce a tavola.

 

luigi di maio vinitaly 2018

Il paradosso è che non c' è mai stato così interesse per i vini italiani. La dimostrazione è proprio il Vinitaly, diventato un gigante da 100 mila metri quadrati (la più vasta fiera del mondo del settore) con 4.600 espositori e migliaia di buyer da tutto il mondo (la pre apertura c' è stata il 6 aprile con OperaWine, la fiera resterà aperta fino a mercoledì 10).

massimo dalema al vinitaly

L' aumentata sobrietà degli italiani, dovuta ai nuovi ritmi lavorativi (quante famiglie pranzano ancora a casa?) e a diete attente a peso e salute, ha spinto i vignaioli a cercare all' estero nuovi mercati.

 

Funziona: la luce del made in Italy illumina anche il vino, che incassa più di 6 miliardi l' anno dall' export, in mercati tradizionali come gli Stati Uniti e in quelli ancora da conquistare come la Cina. Ma il vino resta profondamente legato alle radici culturali delle famiglie italiane. Ed è per questo, definendolo «passionale come l' amore, tradizionale come il pranzo della domenica, popolare come il calcio» che Vinitaly 2019 si apre con uno studio sulle abitudini beverine del Belpaese. Si chiama «Mercato Italia - Gli italiani e il vino», realizzata dall' Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor.

matteo salvini maria elisabetta alberti casellati a vinitaly 2018

 

Dopo la sbornia (di attenzione) per l' export, colma un vuoto di analisi sul nostro Paese, il primo produttore al mondo con un vigneto da 650mila ettari, 406 vini a denominazione, 310mila aziende. Il risultato: il vino fa parte di un rito collettivo che coinvolge quasi 9 cittadini su 10 da Nord a Sud. Si sorseggia soprattutto in casa (67%) ad ogni età.

 

giuseppe conte a vinitaly 2

Dai millenials (18-38 anni) che lo apprezzano per l' 84% ai baby boomers (55-73 anni): il 93% stappa.Il secondo paradosso: di vino si parla e si scrive molto, ma le conoscenze sono limitate, nonostante non trascorra settimana senza convegni, dibattiti, degustazioni didattiche, presentazioni di libri e guide (quella del Corriere «I migliori 100 vini e vignaioli d' Italia» è ora in edicola).

giuseppe conte a vinitaly

 

In un gruppo di amici a cena c' è quasi sempre uno che ha frequentato un corso da sommelier o che si vanta di essere un esperto, come quando si parla di calcio spunta implacabile un potenziale allenatore. Eppure alcune semplici domande (geografiche, non tecniche, le discussioni su tannini e malolattica sono spesso astruse) ottengono risposte disarmanti. Da dove vengono l' Amarone della Valpolicella, il Brunello di Montalcino e le bollicine della Franciacorta? Solo un italiano su 4 lo sa,.

 

matteo salvini a lezione di sigaro toscano a vinitaly 5

I più preparati sono i veneti (38% di risposte esatte), e i lombardi (34%). Bocciati siciliani e campani: uno su 5 sbaglia. Per questo, annuncia il ceo di VeronaFiere Giovanni Mantovani: «Vinitaly vuol essere in futuro protagonista anche sul fronte educational, con progetti a sostegno del fenomeno vino anche come esperienza culturale».

 

vino

Perché è innegabile che, come ribadisce il presidente di VeronaFiere Maurizio Danese: «al contrario di altri Paesi consumatori, per gli italiani il vino va oltre lo status symbol e rappresenta un tassello fondamentale della cultura tricolore». Ma c' è ancora un po' di strada da fare per traghettare i consumatori dall' era del vino genuino cantato da Mario Soldati a quella dei distretti delle Doc e della Docg. Chi sa riconoscere cosa sta bevendo? Il 33% degli uomini è convinta di sì, contro il 18% delle donne.

vino rosso

 

Più nel Nord-Ovest (31%). E la percentuale cresce in rapporto a reddito (45%) e istruzione (laureati al 39%). Si sceglie pensando più a denominazione e vitigno (57%) che a prezzo, brand aziendale, consigli di sommelier e caratteristiche green.

 

matteo salvini vinitaly 2018

Quasi un italiano su 4 va per cantine, preferendo per le gite quelle toscane, piemontesi e venete. Il vino rosso resta il favorito a tavola, ma a Roma si beve più vino bianco (25% rispetto alla media italiana del 18%), mentre Milano, pur sempre la culla storica dell' aperitivo, primeggia nelle bollicine. Come nell' intero Veneto, per effetto del Prosecco. L' avanzata dello spritz è senza ostacoli, 4 volte su 10 fuori casa.

 

vino naturale

«L' indagine realizzata sul consumatore italiano di vino - dice il responsabile di Nomisma Wine Monitor, Denis Pantini - ha coinvolto 5.500 consumatori dai 18 ai 73 anni, con focus su 6 regioni (Veneto, Lombardia, Piemonte, Toscana, Campania e Sicilia) e 3 città (Roma, Milano e Napoli). Il risultato: un' Italia del vino abbastanza uniforme nelle abitudini al consumo, con una lieve prevalenza al Nord: l' 88 per cento degli italiani ha consumato vino nell' ultimo anno».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”