1. DA LONDRA PARTE UN SILURO PER LE BANCHE ITALIANE: LA CITY NON INTERVERRÀ PIÙ A GARANTIRE I PRESTITI UNA BANCA STRANIERA SE QUESTA È ALLEATA CON UNA BANCA ITALIANA 2. SIAMO NEL MAGICO MONDO DEI “PRONTI CONTRO TERMINE”, IL COMPLESSO (E INVISIBILE) SISTEMA FINANZIARIO CON CUI LE BANCHE OTTENGONO LIQUIDITÀ NEL BREVE PERIODO 3. LA NUOVA REGOLA È UN TRUCCO PER PROTEGGERSI DAL RISCHIO-ITALIA, COSTRINGERE I NOSTRI ISTITUTI A SPOSTARSI NELLA CITY, E INCASSARE LE GRASSE COMMISSIONI 4. UN CAMBIAMENTO POTENZIALMENTE DISASTROSO PER UNICREDIT E INTESA. E SAPETE QUAL È IL COLMO? FURONO PROPRIO LE DUE BANCHE A VOLER VENDERE LA BORSA ITALIANA AL LONDON STOCK EXCHANGE NEL 2007, CONTRO IL PARERE DI DRAGHI E PADOA-SCHIOPPA

Federico Fubini per "la Repubblica"

Non sono tempi facili per le banche italiane. Come non bastassero i timori per le perdite sui prestiti offerti ai clienti e per l'esame della vigilanza europea che le aspetta, di fronte a loro si presenta una nuova trappola.

Nessuno l'ha vista avvicinarsi, perché è sepolta in un codicillo di un regolamento di settanta pagine stipulato il 5 agosto a Londra. Ma quel passaggio sembra disegnato apposta per complicare l'accesso al finanziamento internazionale delle banche in Italia e obbligarle a spostare le loro attività nella City: l'opposto di ciò che serve ora che la materia prima essenziale per il paese è la fiducia.

Il regolamento in questione è stato redatto da London Clearing House Clearnet (Lch), la piattaforma controllata dal London Stock Exchange che garantisce gli scambi fra banche o grossi investitori. Lch è quella che gli addetti chiamano una «controparte centrale», un soggetto che si interpone fra chi offre e chi richiede certi titoli o del denaro e garantisce che nessuna delle parti perda soldi se l'altra fallisce. Alleata di Lch è Cassa compensazione e garanzia, l'entità che svolge lo stesso mestiere in Italia: entrambe sono parte del London Stock Exchange (Borsa di Londra o Lse), dato che l'intero gruppo Borsa italiana è controllato dai britannici dal 2007.

Quella delle «controparti centrali» è la parte invisibile del sistema finanziario, la rete di condutture della liquidità di cui si dimentica sempre l'esistenza fino a quando non si rompe. Ma è attraverso questa rete che le banche si finanziano ogni giorno. Citi, il colosso di Wall Street, stima che in Italia gli istituti abbiano prestiti a breve termine per 70 miliardi di euro in ogni momento dato da parte di grandi banche globali come Morgan Stanley o JpMorgan.

Il tutto intermediato da Cassa compensazioni, a fronte di titoli di Stato presentati in garanzia dagli italiani. Sono operazioni chiamate «repo» o «pronti contro termine», un flusso di denaro in prestito a scadenza di un giorno o di una settimana che permette alle banche di operare: senza di esso, il mondo del credito finirebbe in ginocchio in poche ore, in Italia come ovunque.

Il problema è ora che l'ingranaggio potrebbe incepparsi. Sono gli stessi manager della Borsa di Londra, in un atto di sottile sabotaggio, ad aver deciso di gettare sabbia nelle ruote italiane. La svolta prende la forma di una modifica alle norme che nel caso di «transazioni nel mercato italiano del reddito fisso» - si legge nel regolamento di agosto - spezza il legame decennale fra Lch di Londra e Cassa compensazione in Italia. Il gruppo della City annuncia che non interverrà più a garantire le banche globali impegnate nei prestiti a breve termine qualora la sua «alleata» (sic) italiana andasse in default.

In altri termini, Londra non vuole più il rischio delle attività italiane che controlla. Così dissuade di fatto i grandi gruppi esteri dall'offrire prestiti a breve termine alle banche italiane, perché non sarebbero più garantite se esse si svolgono attraverso Cassa compensazioni.
È come sfilare il tappeto da sotto i piedi delle banche italiane. In un rapporto agli investitori, Citi sostiene che ciò può ridurre i prestiti e alzare gli interessi per il sistema creditizio tricolore e raccomanda di vendere Btp, bond e azioni degli istituti quotati a Milano.

Per Unicredit o Intesa Sanpaolo sarebbe una strana nemesi: furono loro, in qualità di primi soci, a voler vendere il gruppo Borsa italiana al London Stock Exchange nel 2007 contro il parere di Mario Draghi e Tommaso Padoa-Schioppa (allora rispettivamente governatore e ministro dell'Economia). Fra l'altro, ciò rende più difficile per gli istituti usare titoli del Tesoro in garanzia presso Cassa compensazione per ottenere la liquidità di cui hanno bisogno.

A dire il vero, il mercato non se n'è accorto. I tassi sulle operazioni a breve termine da agosto sono persino scesi dallo 0,40% allo 0,26%. Per ora le banche non rischiano lo stesso credit crunch che le famiglie o le imprese subiscono da tempo. E potrebbero comunque sempre rivolgersi alla Bce, benché equivarrebbe ad ammettere di aver bisogno di una bombola ad ossigeno. Ma il rapporto di Citi trae conclusioni drastiche: «Lch Clearnet ha portato un colpo significativo alla posizione di finanziamento di molte banche italiane - scrive - creando potenzialmente pressione al rialzo sugli spread sovrani».

L'obiettivo di Londra è chiaro: proteggersi dal rischio Italia e spingere le banche del paese a venire nella City per finanziarsi. Ciò porterebbe in Gran Bretagna i guadagni su quelle operazioni invisibili ma svolte ogni giorno su scala colossale. In passato Lch aveva tentato di delocalizzare a Londra i fondi di Cassa compensazione, ma fu fermata dalla Banca d'Italia un anno fa. L'istituto centrale ha ingiunto a Cassa di mantenere i conti proprio in Via Nazionale e di investirli in titoli di Stato.

Non è un caso: il portafoglio di Cassa vale ogni giorno fra cinque e dieci miliardi di euro ed è in grado di coprire un'asta del Tesoro anche nei momenti di massima tensione sui mercati. È una sorta di rete di sicurezza sulle emissioni di debito pubblico. Gianluca Garbi, fondatore di Banca Sistema ed ex top manager del gruppo Borsa Italiana, non nasconde l'irritazione: «Non so a cosa punti il London Stock Exchange - dice - . Ma non è la prima volta che prova a portare via i conti di Cassa e ha sempre fallito miseramente».

Difendere le condutture invisibili del sistema finanziario diventa insomma un interesse vitale per le istituzioni. Sarà per questo che Londra ha scelto di sfidarlo nel momento della loro massima debolezza in Europa.

 

MARIO DRAGHI MARIO DRAGHI ALLA BCE GHIZZONI A BAGNAIA Profumo Alessandro Bazoli e Passeraborsa londralondra city londra city

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA