MASSONERIA E BANCA D'ITALIA, LA STORIA INFINITA - DAGLI ATTACCHI DELLA P2 A PAOLO BAFFI AL PADRE-PADRONE DI ETRURIA FARALLI, VICINO A GELLI - LO SGARRUPAMENTO DELLE OLIGARCHIE ITALIANE FA SÌ CHE DI MASSONERIE CE NE SONO SEMMAI DECINE, SEMPRE PIÙ STRACCIONE E IN GUERRA FRA LORO - QUANDO PROFUMO LASCIÒ LA PRESIDENZA DEL MONTE DEI PASCHI DISSE: "A SIENA HO VISTO I MASSONI ALL' OPERA"

-

Condividi questo articolo


 

Giorgio Meletti per ''il Fatto Quotidiano''

 

L' antica leggenda secondo cui la Banca d' Italia è un tempio massonico la conoscono anche i bambini ma neppure gli adulti hanno la minima prova. Sensazioni, tutt' al più, voci che corrono, mai niente di verificabile.

 

Ma il dubbio non è più attuale. Lo sgarrupamento delle oligarchie italiane fa sì che di massonerie ce ne sono semmai decine, diverse e in guerra fra loro.

STEFANO BISI STEFANO BISI

Le lotte di potere interne a una oligarchia decadente sono ormai un insensato gioco di specchi tra potentati declinanti in perenne ricerca di protezione che forse le logge nazionali non sanno più dare.

 

Così ha buon gioco il senese Stefano Bisi, gran maestro del Grande oriente d' Italia, a dire che in giro ci sono tanti massoni e tanti bischeri. E chissà se in Banca d' Italia sono più rappresentati i primi o i secondi.

 

Tutti sanno, nessuno ha le prove. Si va per sensazioni, per indizi. Sicuramente è una storia di massoneria quella di Banca Etruria. Il padre-padrone Elio Faralli, uomo di Licio Gelli, viene fatto fuori nel 2009 e sostituito col cattolico Giuseppe Fornasari, delfino di Amintore Fanfani.

elio faralli elio faralli

 

Fornasari nel 1987 era l' uomo delle nomine bancarie della Dc, quando le banche erano ancora tutte pubbliche. Fu accusato di aver tenuto in piedi fuori della porta il governatore Carlo Azeglio Ciampi mentre i partiti di governo finivano di spartirsi 600 poltrone. Dice la leggenda che i massoni di Banca d' Italia gliel' abbiano giurata, non si capisce bene se per vendicare Ciampi o Faralli o tutti e due.

 

LICIO GELLI E ANDREOTTI LICIO GELLI E ANDREOTTI

È un fatto che nel 2013 il capo della Vigilanza di Bankitalia, Carmelo Barbagallo, lo denuncia alla Procura di Arezzo per ostacolo alla vigilanza; il procuratore di Arezzo Roberto Rossi ordina una spettacolare perquisizione; Barbagallo fa seguire lettera in cui chiede a Fornasari di togliere il disturbo, Fornasari viene fatto fuori. Solo tre anni dopo la pubblica umiliazione ottiene una sentenza secondo la quale gli ispettori di Roma si sono inventati tutto.

 

Il siluramento di Fornasari porta alla vicepresidenza papà Pier Luigi Boschi e l' ex braccio destro di Faralli Alfredo Berni.

 

Blitz massonico? Ferruccio de Bortoli, ex direttore del Corrsera, è quello che sentì nel patto del Nazareno uno "stantio odore di massoneria". Renzi chiarì di provenire da una famiglia di boy scout, Alberto Statera, rimpianto testimone giornalistico di memoria e cultura robuste, gli fece notare che Robert Baden-Powell, fondatore dei boy scout, era un massone a 24 carati.

 

Pochi mesi dopo Maria Elena Boschi apostrofò a Montecitorio un deputato M5S che parlava di "indicibili accordi massonici" con il classico "massone dillo a tua sorella". Il gran maestro del Grande Oriente d' Italia Stefano Bisi si offese con la ministra, essendo un massone permaloso.

 

MUSSARI PROFUMO jpeg MUSSARI PROFUMO jpeg

Quando Alessandro Profumo lasciò dopo 4 anni la presidenza del Monte dei Paschi disse: "A Siena ho visto i massoni all' opera." Per esempio aveva visto all' opera Bisi, amico di Giuseppe Mussari e oggi imputato per ricettazione: il Monte dei Paschi, attraverso la squadra di basket Mens Sana, gli passava un mensile di 5 mila euro al mese. Sarà stata la tutela massonica a consentire a Mussari di sfasciare il Monte senza che la Banca d' Italia facesse una piega? Certo che Bisi si è prodotto in un necrologio per l' ex governatore Carlo Azeglio Ciampi dove mancava solo il numero di tessera.

PIER LUIGI BOSCHI PIER LUIGI BOSCHI

 

È anche vero che l' ex piduista Luigi Bisignani ha accusato Renzi di aver di fatto rinsaldato, col suo attacco scomposto, la posizione di Visco e di Draghi. Nel gioco di specchi Bisignani fu storico scudiero di Giulio Andreotti e fu proprio la P2 ad attaccare la Banca d' Italia nel 1979 scatenando l' offensiva giudiziaria contro il governatore Paolo Baffi.

 

renzi scout renzi scout

Allora si parlava di massoneria buona e massoneria cattiva e in parallelo di finanza laica e finanza cattolica. Ma sempre tutto era coperto. Come ha detto il decano dei banchieri, Cesare Geronzi, nato a Palazzo Koch, "chi fa il mestiere che ho fatto io riesce a spiegare tante cose solo come il risultato di solidarietà occulte e inconfessabili".

Occulte, quindi certe ma non dimostrabili. Stringiamoci dunque attorno all' indipendenza dell' istituzione.

Cesare Geronzi Cesare Geronzi

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

DAGOREPORT - SULLA SCENA POLITICA, FITTA DI SCAPPATI DI CASA, MANCAVANO SOLO LORO: FASCINA E GALLIANI - L’ANTICO “CONDOR” DEL CAVALIERE È DIVENTATO LO CHAPERON POLITICO DELLA “VEDOVA INCONSOLABILE”, CON IL CONTORNO DEI SECOLARI AMICI DELLA BUONANIMA DI SILVIO, CONFALONIERI E DELL’UTRI - IN OGNI USCITA PUBBLICA, I DUE SONO INSEPARABILI. DEL RESTO, SI CONOSCONO, E BENE. LA SCALATA DELLA “MARIA GODETTI” CALABRO-NAPOLETANA ALL’INTERNO DELL’INNER CIRCLE BERLUSCONIANO AVVENNE GRAZIE A GALLIANI, ALL’EPOCA BOSS DEL MILAN - ORA È CHIARO CHE A TAJANI HA SEMPRE FREGATO POCO DI COSA COMBINA IL DUPLEX FASCINA-GALLIANI. FINO ALLO SCORSA SETTIMANA ALLORCHÉ È ESPLOSA FORZA ITALIA AL COMUNE DI MILANO, DIETRO LA QUALE CI SAREBBERO LE UNGHIE DELLA FASCINA, CHE HA MANTENUTO UN OTTIMO RAPPORTO CON MARINA, VEDI IL DUELLO CONTINUO CON IL FRATELLO PIER SILVIO CHE VUOLE FAR SLOGGIARE LA “VEDOVA INCONSOLABILE” DALLA COSTOSISSIMA MAGIONE DI ARCORE - VIDEO

FLASH! - A TORINO, PER IL DOPO PALENZONA ALLA PRESIDENZA DI CRT, SI STANNO SONDANDO LE ISTITUZIONI SUL NOME DI MICHELE VIETTI, MAGISTRATO EX-CSM, OGGI DISOCCUPATO. UN NOME CHE È GRADITO AL SINDACO DI TORINO, STEFANO LORUSSO, CHE NON HA MAI SOPPORTATO LA PRESENZA E SOPRATTUTTO LA DISUBBIDIENZA DI PALENZONA - A DAR VOCE ALLA CANDIDATURA DI VIETTI C'È LA DI LUI CONSORTE, CATERINA BIMA, CHE RICOPRE IL RUOLO DI VICE PRESIDENTE DI CRT ED È STATA TRA GLI OPPOSITORI DELLA GESTIONE PALENZONA...

DAGOREPORT - CONTINUA L’IMBROGLIO-SCHLEIN: ELLY RINCULA SUL NOME NEL SIMBOLO DANDO LA COLPA A BONACCINI (SIC!) E SI RIMANGIA ''CAPOLISTA OVUNQUE": LO SARA' SOLO AL CENTRO E NELLE ISOLE - ALLA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD DI IERI LA SVALVOLATA MULTIGENDER HA PERSO LA MAGGIORANZA DEL PARTITO. I VENTI DI RIVOLTA INVESTONO TUTTE LE VARIE ANIME DEL PD - ELLY SI È RIMBOCCATA LA LAPIDE QUANDO HA DETTO: O IL MIO NOME NEL SIMBOLO O MI METTETE CAPOLISTA IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. DI TALE PROPOSTA, LA ZARINA DEL PD NE AVEVA PARLATO SOLO CON BONACCINI. IL PRESIDENTE DEL PD HA ACCONSENTITO IN CAMBIO DELLA CANDIDATURA NEL SUD DEL RAS DELLE PREFERENZE, RAFFAELE “LELLO” TOPO, FIGLIO DELL’AUTISTA DI GAVA, CHE OVVIAMENTE FA PARTE DELLA SUA CORRENTE (AH! I CACICCHI…) - ALLA FINE VICINO A SCHLEIN RESTANO SOLO IN DUE, IL MULTI-TRASFORMISTA ZINGAR-ELLY E FRANCESCO BOCCIA, IL VERO ARTEFICE DEL SISTEMA PUGLIA, GARANTE DI DECARO ED EMILIANO - ANCHE SE ALLE EUROPEE IL PD GALLEGGERA' AL 20%, SINESTR-ELLY DOVRA' FARE LE VALIGIE...

DAGOREPORT: 100 SCALFARI MENO UNO - NON È SOLTANTO TELE-MELONI A CENSURARE GLI SCRITTORI: C'E' ANCHE IL GRUPPO GEDI – IL LIBRO SUL CENTENARIO DI SCALFARI CURATO DA SIMONE VIOLA, NIPOTE DI EUGENIO, IN EDICOLA INSIEME A ‘’REPUBBLICA’’, SQUADERNA CENTO INTERVENTI DI ALTRETTANTI TESTIMONIAL, TRANNE QUELLO INNOCUO E DEL TUTTO PERSONALE DI GIOVANNI VALENTINI, EX DIRETTORE DELL’ESPRESSO - LE SUE CRITICHE, MANIFESTATE SUL "FATTO QUOTIDIANO" SULL’OPERAZIONE “STAMPUBBLICA” E POI NEL SUO LIBRO SULLA PRESA DI POSSESSO DEL GIORNALE DA PARTE DI ELKANN, GLI VALGONO L’OSTRACISMO E LA DAMNATIO MEMORIAE – IL TESTO CENSURATO…