leonardo del vecchio nagel

MILANO DA BARE - DA ADESSO NON SI POTRÀ PRESCINDERE DA LEONARDO DEL VECCHIO PER OGNI SCELTA STRATEGICA DI MEDIOBANCA E DELLA SUA PRINCIPALE PARTECIPAZIONE AL 13%, GENERALI. E NAGEL SA BENE CHE L’OBIETTIVO DEL PATRON DI LUXOTTICA NON È MEDIOBANCA BENSÌ LA SUA TESTA PER LA MANCATA ACQUISIZIONE DELLO IEO, E STA CERCANDO ACCORDI DI PACIFICAZIONE CON DEL VECCHIO, A PARTIRE DALLA PRESIDENZA DI PAGLIARO, PER EVITARE OGNI OSTRUZIONISMO CHE POTREBBE ARRIVARE DAL PRIMO AZIONISTA – SI PARLA DELL’AVV. SIMONTACCHI, VICINO A DELFIN, NEL CDA

Fabrizio Massaro per il ''Corriere della Sera''

 

Milleri Del Vecchio Nagel

Da adesso non si potrà prescindere da Leonardo Del Vecchio per ogni scelta strategica di Mediobanca e della sua principale partecipazione al 13%, Generali. Con un investimento finora di circa 700 milioni per il 9,9% di Piazzetta Cuccia destinato a crescere, ora che ha ottenuto dalla Bce l' ok ad arrivare fino al 20%, Del Vecchio, a 85 anni e forte di 20 miliardi di patrimonio personale, si pone come il perno di quello che resta della Galassia del Nord. Ma non ci si attendono rivoluzioni. Almeno non a breve.

LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL

 

La prima cosa che succederà è che comprerà azioni Mediobanca. Poi, da qui a fine ottobre - alla tradizionale assemblea di Mediobanca del 28 ottobre - si capiranno meglio le sue strategie, finora mai esplicitate.

 

Certamente, dopo aver discusso per mesi con le autorità di vigilanza e poi, dalla richiesta ufficiale di fine maggio, atteso quasi tre mesi per l' ok ottenuto il 26 agosto, il patron di Luxottica userà il via libera Bce per andare oltre il 9,9% che con la holding lussemburghese Delfin possiede da novembre 2019.

 

LEONARDO DEL VECCHIO NAGEL

Non dovrebbe essere comunque un' ascesa repentina. Secondo le ipotesi più accreditate, Delfin dovrebbe in un primo momento superare solo la quota del patto di consultazione dei soci storici, ovvero il 12,6%. Con quel pacchetto rafforzato dovrebbe presentarsi in assemblea come primo azionista ma non in opposizione alla lista di candidati per il rinnovo del consiglio che, per la prima volta in Mediobanca, verrà presentata dal board uscente.

 

Francesco Saverio Vinci DG Mediobanca Alberto Nagel Ad e Renato Pagliaro Presidente di Mediobanca 0_pr

La lista sarà approvata ufficialmente il 16 settembre ma secondo fonti vicine all' istituto presieduto da Renato Pagliaro e guidato da Alberto Nagel si dovrebbe andare a una riconferma del consiglio uscente, tranne Alberto Pecci e Marine Bolloré, che verrebbero sostituiti da due donne (è al lavoro il cacciatore di teste Spencer Stuart).

 

Potrebbe essere quella la prima occasione di un avvicinamento di fatto tra il primo azionista e il management dell' istituto, con il quale a settembre, quando rilevò la prima quota del 6,9%, Del Vecchio polemizzò duramente. Mediobanca non può dipendere dagli utili di Generali e del credito al consumo di Compass - era la critica - ma doveva puntare di più sui ricavi da investment banking.

Sergio Erede

 

Poi le posizioni si sono ammorbidite dopo la presentazione a novembre del piano industriale di Nagel e dei numeri della banca. Nel frattempo l' investment banking ha conquistato ruoli di advisory nelle partite più importanti: Fca-Psa, Intesa Sanpaolo-Ubi, la rete unica di Tim, Alitalia, da ultima la sistemazione di Montepaschi per conto del Tesoro. Mediobanca ha annunciato di essere pronta a rafforzarsi nella nuova gamba di business, il wealth management, con una operazione «trasformational», e ha chiuso l' anno 2019/2020 con utili per 600 milioni e un patrimonio salito al 16%.

 

simontacchi

Dato che l' autorizzazione da Bce è arrivata a Delfin - assistita nel delicato dossier dall' avvocato Sergio Erede e da Vittorio Grilli di Jp Morgan - come investitore finanziario, è possibile che in quanto tale sostenga la lista del board, e quindi Nagel e la linea dell' indipendenza del management, lasciandosi alle spalle gli scontri relativi all' investimento tentato da Del Vecchio nell' Istituto europeo oncologico (Ieo) posseduto anche da Mediobanca.

 

Al contrario, esclusa una lista propria di Delfin, un voto ai candidati di Assogestioni o a un' eventuale lista presentata da fondi attivisti come Bluebell sarebbe visto come un attacco allo status quo di Piazzetta Cuccia.

 

ieo milano 1

Nonostante i rumors, non sembra finora che Del Vecchio abbia tessuto reti tra i soci storici di Mediobanca, a cominciare dall' altro megamiliardario italiano, Giovanni Ferrero. Proprio venerdì Ferrero - società tradizionalmente riservata - ha smentito «fermamente che vi siano in corso dialoghi di alcun genere con il Cav. Leonardo del Vecchio a tema azionariato di Mediobanca». Ciò che viene fatto filtrare dal fronte di Del Vecchio è che i suoi voti non saranno scontati.

 

E che, nonostante Nagel abbia confermato il piano industriale al 2023 anche dopo il lockdown, è possibile che Del Vecchio voglia dire la sua sulle strategie.

 

philippe donnet gabriele galateri di genola

Allo stesso modo, il posizionamento in Mediobanca appare strategico per la stabilità di Generali, di cui Del Vecchio ha il 5%. Proprio la stabilità degli assetti della compagnia è stato uno dei pochi punti esplicitati da Del Vecchio nei mesi scorsi. Riportare il Leone «ai vecchi fasti» è stata una delle sue espressioni.

 

Il fronte «italiano» dei soci Generali è certamente più forte, grazie al 5% di Francesco Gaetano Caltagirone, al 4% dei Benetton, e all' 1,7% di De Agostini, sia pure con accenti diversi. In sostanza il 30% circa della compagnia guidata da Philippe Donnet è blindato. E Del Vecchio può essere ora considerato «primus inter pares».

 

Leonardo Del Vecchio

Finora Generali ha dato soddisfazioni al socio Delfin, con un total return di circa l' 80% tra cedole e incremento del titolo. Del Vecchio, che nel board è rappresentato da Romolo Bardin, ha appoggiato la linea Donnet - al suo secondo mandato - di crescita organica e per acquisizioni.

 

Dopo l' ingresso in Portogallo (600 milioni) e in Cattolica (350 milioni in totale), al Leone restano poco meno di 3 miliardi per acquisizioni. Se Del Vecchio volesse far replicare a Generali i passi di crescita della sua Luxottica, potrebbe anche essere favorevole a un aumento di capitale. Sempre che Donnet trovi il target giusto e al giusto prezzo. I soldi ci sono ma nessuno vuole perderli.

Ultimi Dagoreport

consiglio supremo difesa mattarella meloni fazzolari bignami

DAGOREPORT - CRONACA DI UN COMPLOTTO CHE NON C’È: FRANCESCO SAVERIO GAROFANI, CONSIGLIERE DEL QUIRINALE, SI SARÀ ANCHE FATTO SCAPPARE UNA RIFLESSIONE SULLE DINAMICHE DELLA POLITICA ITALIANA IN VISTA DELLE ELEZIONI 2027. MA BELPIETRO HA MONTATO LA PANNA, UTILE A VENDERE QUALCHE COPIA IN PIÙ E A DARE UN ASSIST A FRATELLI D’ITALIA, SEMPRE PRONTA ALLA LAGNA VITTIMISTA – A QUEL TORDO DI GALEAZZO BIGNAMI È SCAPPATA LA FRIZIONE. E DOPO IL SUO ATTACCO AL COLLE, IL SOLITAMENTE CAUTO GIOVANBATTISTA FAZZOLARI È INTERVENUTO PRECIPITOSAMENTE PER SALVARGLI LA FACCIA (E LE APPARENZE CON IL COLLE) - BELPIETRO ESONDA: "ISTITUZIONALMENTE SCORRETTA LA REPLICA DEL QUIRINALE"

alessandra smerilli riccardo campisi alessandra smerilli papa leone xiv

DAGOREPORT - CHI POTRÀ AIUTARE PAPA PREVOST A RIPIANARE IL DEFICIT ECONOMICO DELLA SANTA SEDE? - LEONE XIV EREDITA DA BERGOGLIO UNA COMMISSIONE PER LA RACCOLTA FONDI PER LE CASSE DEL VATICANO, PRESIEDUTA DA MONSIGNOR ROBERTO CAMPISI E IN CUI C’E’ ANCHE LA SUORA ECONOMISTA ALESSANDRA SMERILLI – I DUE HANNO UNA FREQUENTAZIONE TALMENTE ESIBITA DA FARLI DEFINIRE LA “STRANA COPPIA”. SONO ENTRAMBI AMANTI DELLO SPORT, DELLE PASSEGGIATE, DEI VIAGGI, DEL NUOTO IN ALCUNE PISCINE ROMANE ED ANCHE NEL MARE DI VASTO, DOVE SPESSO I DUE SONO VISTI IN VACANZA - LA SALESIANA SMERILLI, IN TEORIA TENUTA A VIVERE IN UNA COMUNITÀ DELLA SUA CONGREGAZIONE, VIVE IN UN LUSSUOSO APPARTAMENTO A PALAZZO SAN CALLISTO, DOVE LA SERA È DI CASA MONSIGNOR CAMPISI, SPESSO CON ALTRI OSPITI ATTOVAGLIATI AL SUO TAVOLO…

nicola colabianchi beatrice venezi alessandro giuli gianmarco mazzi

FLASH! - DA ROMA SALGONO LE PRESSIONI PER CONVINCERE BEATRICE VENEZI A DIMETTERSI DA DIRETTORE DELL’ORCHESTRA DEL VENEZIANO TEATRO LA FENICE, VISTO CHE IL SOVRINTENDENTE NICOLA COLABIANCHI NON CI PENSA PROPRIO ALLE PROPRIE DIMISSIONI, CHE FAREBBERO DECADERE TUTTE LE CARICHE DEL TEATRO – ALLA RICHIESTA DI SLOGGIARE, SENZA OTTENERE IN CAMBIO UN ALTRO POSTO, L’EX PIANISTA DEGLI ANTICHI RICEVIMENTI DI DONNA ASSUNTA ALMIRANTE AVREBBE REPLICATO DI AVER FATTO NIENT’ALTRO, METTENDO SUL PODIO LA “BACCHETTA NERA”, CHE ESEGUIRE IL “SUGGERIMENTO” DI GIULI E CAMERATI ROMANI. DUNQUE, LA VENEZI E’ UN VOSTRO ‘’PROBLEMA”…

emmanuel macron giorgia meloni volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – MACRON E MELONI QUESTA VOLTA SONO ALLEATI: ENTRAMBI SI OPPONGONO ALL’USO DEGLI ASSET RUSSI CONGELATI IN EUROPA, MA PER RAGIONI DIVERSE. SE IL TOYBOY DELL’ELISEO NE FA UNA QUESTIONE DI DIRITTO (TEME LE RIPERCUSSIONI PER LE AZIENDE FRANCESI, IL CROLLO DELLA CREDIBILITÀ DEGLI INVESTIMENTI UE E IL RISCHIO DI SEQUESTRI FUTURI DI CAPITALI EUROPEI), PER LA DUCETTA È UNA QUESTIONE SOLO POLITICA. LA SORA GIORGIA NON VUOLE SCOPRIRSI A DESTRA, LASCIANDO CAMPO A SALVINI – CON LE REGIONALI TRA CINQUE GIORNI, IL TEMA UCRAINA NON DEVE DIVENTARE PRIORITARIO IN CAMPAGNA ELETTORALE: LA QUESTIONE ARMI VA RIMANDATA (PER QUESTO ZELENSKY NON VISITA ROMA, E CROSETTO NON È ANDATO A WASHINGTON)

giorgia meloni matteo salvini elly schlein luca zaia

DAGOREPORT - C’È UN ENORME NON DETTO INTORNO ALLE REGIONALI IN VENETO E CAMPANIA, E RIGUARDA LE AMBIZIONI DI ZAIA E DE LUCA DI...RIPRENDERSI LA GUIDA DELLE RISPETTIVE REGIONI! - NULLA VIETA AL “DOGE” E ALLO SCERIFFO DI SALERNO DI RICANDIDARSI, DOPO AVER “SALTATO” UN GIRO (GLI ERA VIETATO IL TERZO MANDATO CONSECUTIVO) – IN CAMPANIA PER DE LUCA SAREBBE UN GIOCO DA RAGAZZI: GLI BASTEREBBERO 5-6 CONSIGLIERI FEDELISSIMI PER TENERE PER LE PALLE FICO E POI FARLO CADERE PER RICANDIDARSI. IDEM PER IL "DOGE", CHE PERO' NON AVRA' DALLA SUA UNA LISTA DI "SUOI" CANDIDATI - A CONTARE SARANNO I VOTI RACCOLTI DAI SINGOLI PARTITI NECESSARI A "PESARSI" IN VISTA DELLE POLITICHE 2027: SE FRATELLI D’ITALIA SUPERASSE LA LEGA IN VENETO, CHE FINE FAREBBE SALVINI? E SE IN CAMPANIA, FORZA ITALIA OTTENESSE UN RISULTATO MIGLIORE DI QUELLO DI LEGA E FRATELLI D'ITALIA, COME CAMBIEREBBERO GLI EQUILIBRI ALL'INTERNO DELLA COALIZIONE DI MAGGIORANZA?

edmondo cirielli giovambattista fazzolari giorgia meloni

DAGOREPORT - C’È UN MISTERO NEL GOVERNO ITALIANO: CHE “FAZZO” FA FAZZOLARI? – IL SOTTOSEGRETARIO ALL’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA FA IL TUTTOLOGO, TRANNE OCCUPARSI DELL’UNICA COSA CHE GLI COMPETE, CIOE' L’ATTUAZIONE DEL PROGRAMMA - SI INDUSTRIA CON LE NOMINE, SI OCCUPA DI QUERELE TEMERARIE AI GIORNALISTI (NEL SENSO CHE LE FA), METTE IL NASO SULLE VICENDE RAI, MA NON FA NIENTE PER PLACARE GLI SCAZZI NEL CENTRODESTRA, DOVE SI LITIGA SU TUTTO, DALL'UCRAINA ALLA POLITICA ECONOMICA FINO ALLE REGIONALI – LO SHOW TRASH IN CAMPANIA E EDMONDO CIRIELLI IN VERSIONE ACHILLE LAURO: L’ULTIMA PROPOSTA? IL CONDONO…