andrea pignataro ion investment group

UN MISTERO CHIAMATO ANDREA PIGNATARO – COME HA FATTO IL FINANZIERE 53ENNE A FARE DI “ION” UN MAXI-POLO DEL FINTECH MONDIALE? IL GRUPPO NEGLI ULTIMI ANNI HA FATTO MANBASSA DI AZIENDE CHE GESTISCONO DATI E PROCESSI FINANZIARI E ORA HA MESSO NEL MIRINO PRELIOS; COLLABORA CON 2MILA SOCIETÀ MONDIALI, DA AMAZON A P&G FINO A MICROSOGT E QUASI TUTTE LE PRINCIPALI BANCHE. EPPURE, DI “ION” E PIGNATARO SI SA POCO O NIENTE, SPECIE QUANDO SI PARLA DI APPARATO SOCIETARIO E GOVERNANCE, NEANCHE FOSSE UN’AZIENDA PADRONALE DI PROVINCIA

Estratto dell'articolo di Mario Gerevini per “l’Economia - Corriere della Sera”

 

ANDREA PIGNATARO

Ion. Tre lettere dietro le quali c’è una delle più irruenti ed enigmatiche scalate finanziarie degli ultimi anni. Ion Investment Group ha fatto man bassa di aziende che gestiscono dati e processi finanziari: 32 in 20 anni, nessuna rivenduta, 5 miliardi investiti solo in Italia.

 

Cerved e Cedacri sono conquiste recenti, per la Cassa di Volterra (30%) è in cordata con altri mentre Prelios resta nel mirino. In poco tempo è diventato un impero […]. Un concentrato di intelligence finanziaria, un maxi-polo del fintech che risponde a un signore bolognese con residenza in Svizzera, a St. Moritz.

 

Andrea Pignataro ha 53 anni, laurea in economia a Bologna, PhD in matematica a Londra, ex trader a Salomon Brothers, è la quintessenza della riservatezza e questa indole deve aver contagiato la comunicazione del suo gruppo, che non ha società quotate, creando un alone di mistero.

 

il logo di ion

Ha le casseforti di famiglia in Lussemburgo (ma nessuna sponda off-shore), holding operative in Irlanda, controllate ovunque nel mondo, uffici principali a Londra. Nel patrimonio personale sono compresi decine di immobili in centro a Milano, a Pisa oltre che esclusive proprietà e terreni in Sardegna alla Maddalena per un valore totale (solo immobili) di almeno un centinaio di milioni. E poi ha investito quasi 300 milioni per uno sviluppo immobiliare nell’esclusiva isola caraibica di Canouan, arcipelago delle Grenadine.

 

Gestisce tutto dall’alto di un family office lussemburghese, Bessel Capital (211 milioni di utili messi da parte) con la diretta controllata Itt sotto la quale si dipana la galassia industriale: 20 miliardi è l’equity value a fine 2022 della Ion Investment Corporation (zero debiti, 3 miliardi di ricavi aggregati, ebitda a 2,2 miliardi, cassa di 1,9 miliardi) […]  […] Per la finanza personale l’imprenditore bolognese si appoggia allo svizzero Giuseppe Macaluso, partner di una trustee company.

 

la sede di cerved

È, insomma, la storia di successo, mai esibita, di un uomo che vent’anni fa vedeva molto lontano. […] Poi c’è la componente enigmatica che si nasconde dietro un paradosso: l’uomo che gestisce un flusso enorme di dati, che vende sofisticate piattaforme di trading, che colloca bond per miliardi, che ha tra i clienti multinazionali, grandi società quotate in Borsa, banche centrali e governi, è riservato ai limiti della trasparenza, anche nell’architettura societaria che regge l’impero.

 

Notizie burocratiche (e solo depositi obbligati per legge) sulla governance, un blackout di un anno e mezzo sui bilanci del gruppo Ion disponibili pubblicamente. Addirittura buio di due anni e sette mesi sulle operazioni della holding capofila (almeno fino al 2021), l’irlandese Ion Investment Group che nel 2020 esponeva debiti per quasi otto miliardi.

 

PRELIOS

E che nel frattempo è stata messa in liquidazione modificando radicalmente la fisionomia della galassia. Diciotto mesi sono un lasso di tempo enorme per i ritmi sincopati della finanza. E i siti web del gruppo non dicono nulla.

Pignataro ha ottenuto finanziamenti per 10 miliardi. E con i tassi esplosi ora il fardello potrebbe essere assai pesante. D’altra parte la cassa, con clienti di altissimo profilo che pagano a scadenze fisse, è una garanzia e un poderoso ammortizzatore da attivare sulle asperità dei tassi e delle scadenze.

 

cedacri group

Sappiamo che negli anni Pignataro ha avuto rapporti stretti soprattutto con Credit Suisse (Mathew Cestar, ex top manager, è oggi ceo di una controllata Ion) e Ubs. Tant’è che le due banche svizzere avrebbero in pegno diversi asset e controllate di Pignataro.

 

L’imprenditore è stato accompagnato in molti business da co-investitori come Carlyle, Bc Partners, Ta Associates, Gic (il fondo sovrano di Singapore) e la Fsi di Maurizio Tamagnini (di cui peraltro Ion ha rilevato il 9,9% a novembre 2022 per un milione), per citare solo alcuni. E questo è un indubbio rating di affidabilità. Dagli Usa, in particolare, negli anni passati sono arrivate molte risorse e transitati in Ion anche alcuni manager di spicco: Renée Jo James, ex presidente Intel poi in Carlyle; Linda Szabat Sanford, ex vicepresidente Ibm.

 

Per dare un’idea di quanto sia stata rapida la progressione di Pignataro riportiamo testualmente ciò che Ion scrive in una sua documentazione: «Oltre 2 mila delle principali società mondiali, tra cui il 50% delle Fortune 500 e il 30% delle banche centrali del mondo, si affidano alle soluzioni Ion per gestire la liquidità, le attività bancarie interne, la catena di approvvigionamento delle materie prime, il trading e il rischio. Oltre 800 delle principali banche e broker-dealer mondiali utilizzano le nostre piattaforme di trading elettronico per gestire l’infrastruttura del mercato finanziario mondiale».

 

Andrea Pignataro (nel cerchio)

[…] Ion Markets, la divisione più grande con circa un miliardo di fatturato (dati e soluzioni software per trading e risk management) ha circa mille clienti tra cui tutte le più grandi banche al mondo. Ion Corporates realizza software per automazione di attività di tesoreria e gestione di commodity: tra i suoi quattromila clienti ci sono una cinquantina di banche centrali e giganti come Amazon, Microsoft, Procter & Gamble, Daimler, mentre nel trading di commodity è leader mondiale con il 60% di quota di mercato.

 

cerved

Possibile che un gruppo internazionale tanto centrale, sistemico, esposto e proiettato al futuro […] sia così ostinatamente rintanato se si tratta del suo apparato societario e di governance, quasi come certe aziende padronali di provincia? Possibile che venga posta in liquidazione nell’estate 2022 la holding (Ion Investment Group) indicata come capogruppo nel prospetto dell’Opa Cerved (2021), con otto miliardi di debito «in pancia», senza una sola parola di spiegazione?

 

Ecco che cosa ci rispondono da Ion. Sulla trasparenza: il gruppo opera nel mondo B2B e «siamo già sottoposti a scrutinio attento annuale da parte dei nostri clienti che sono le più grandi istituzioni finanziarie, industriali e governative nel mondo».

 

Le singole piattaforme hanno tutte bilanci certificati, aggiornano periodicamente gli investitori che sono i principali al mondo (Fidelity, Blackrock, Norges Bank ecc). A ciò si aggiunge, da ultimo, la procedura per rilevare una quota di Cassa Volterra che ha sottoposto Ion allo scrutinio Bce: se ci fosse stato qualcosa da nascondere, sostengono, non sarebbe stata avviata questa pratica. Dunque si tratta di una comunicazione prettamente d’affari, mirata (ogni singola piattaforma ha i suoi interlocutori) e d’élite.

 

cedacri

La liquidazione della ex holding capofila? Per ragioni tecniche […]: perché è uscito dal capitale il fondo Carlyle che aveva il 7% e in base agli accordi del 2016 c’era l’obbligo per Ion di produrre il consolidato a questo livello. Uscita Carlyle nel 2020 è stata smontata Ion Investment Group e il debito «spalmato» sulle cinque piattaforme societarie ognuna delle quali, come detto, redige un consolidato certificato e tutte ora sono controllate da Ion Investment Corporation. Dunque Carlyle dev’essere stata ben più strategica nella crescita di Ion di quanto dica quel 7% dal momento che si è modellata una governance su misura del grande fondo di Washington.

Ultimi Dagoreport

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?