pasquale tridico inps

OLTRE IL COVID, LA BEFFA – L’INPS ANNUNCIA CHE L’ISOLAMENTO PER CHI HA AVUTO CONTATTI CON UN POSITIVO NON SARÀ PIÙ EQUIPARATO ALLA MALATTIA. NON SOLO: LA MISURA, PUBBLICATA LA SCORSA SETTIMANA E PASSATA QUASI INOSSERVATA, È PURE RETROATTIVA. CHIUNQUE SIA STATO A CASA PERCHÉ AVEVA FREQUENTATO UN CONTAGIATO, RISCHIA DI VEDERSI CONTABILIZZARE L'ASSENZA COME FERIE O DECURTARE LO STIPENDIO – IL MOTIVO DELLA SCELTA? È MOLTO SEMPLICE: SONO FINITI I SOLDI!

 

 

Andrea Cuomo per “il Giornale”

 

PASQUALE TRIDICO - ILLUSTRAZIONE DI EMANUELE FUCECCHI PER TPI

Una nota dell'Inps, la 2842, pubblicata sul sito dell'istituto la scorsa settimana, il 6 agosto, e passata per giorni quasi inosservata, rischia di rovinare le ferie al lavoratore che accidentalmente sia stato sottoposto a quarantena per contatti con un positivo.

 

L'isolamento, che prima era parificato alla malattia e quindi «pagato» dall'Inps, ora non lo è più. E la misura, si badi, è retroattiva.

 

Una sporca faccenda di soldi. L'Inps aveva stanziato 663,1 milioni di euro per le tutele richiamate dall'articolo 26 del decreto legge numero 18 del 17 marzo 2020, varato in fretta e furia nei primi giorni della pandemia.

 

isolamento coronavirus

Tutele che riguardano «la validità, ai fini del riconoscimento dell'indennità previdenziale per l'anno 2020, delle certificazioni attestanti la quarantena con isolamento fiduciario redatte dai medici curanti anche nei casi in cui non sia stato possibile reperire alcuna indicazione riguardo al provvedimento emesso dall'operatore di sanità pubblica».

isolamento coronavirus 1

 

Questa norma era una sorta di tana libera tutti: chiunque presentasse un certificato del proprio medico era considerato in malattia e beneficiava quindi di tutti i vantaggi collegati a questo status.

 

Ma «il legislatore attualmente non ha previsto, per l'anno 2021, appositi stanziamenti volti alla tutela della quarantena di cui al comma 1 dell'articolo 26 in commento» e quindi «salvo eventuali interventi normativi, l'istituto non potrà procedere a riconoscere la tutela previdenziale per gli eventi riferiti all'anno in corso».

 

pasquale tridico 2

Fanno eccezione i cosiddetti lavoratori fragili, per i quali «si procedere ugualmente a riconoscere la prestazione nel limite degli importi stanziati» per l'anno 2020. E per l'anno 2021 si attingerà a uno specifico stanziamento pari a 282,1 milioni di euro, che permetterà un riconoscimento della prestazione soltanto per gli eventi fino al 30 giugno 2021.

 

Per i mesi successivi, e fino al 31 ottobre 2021, gli stessi lavoratori fragili potranno continuare a lavorare «in modalità agile, anche attraverso l'adibizione a diversa mansione ricompresa nella medesima categoria o area di inquadramento»

 

in quarantena con i figli

Uscendo dalla giungla del burocratese, l'effetto di questa notiziola è che l'ente diretto da Pasquale Tridico non riconosce più le quarantene dei lavoratori dal 1° gennaio 2021 come malattia ai fini del trattamento economico, sia per quanto riguarda l'indennità previdenziale sia per quanto riguarda le contribuzioni figurative.

 

Questo a meno che il governo non ci metta una pezza con un decreto che stabilisca ex post la copertura economica, misura che l'Inps ha più volte sollecitato presso i ministeri dell'Economia e del Lavoro. Senza successo.

 

pasquale tridico 1

Chiunque sia stato a casa negli ultimi sette mesi e mezzo perché aveva un figlio positivo o aveva frequentato una persona poi risultata contagiata, credendosi al sicuro perché si era fatto fare un certificato medico, rischia quindi di vedersi contabilizzare il periodo di assenza come ferie oppure decurtare lo stipendio, fino a quasi la metà di una mensilità nel caso rientrasse nei casi in cui la quarantena richiesta fosse di quattordici giorni (il numero è stato progressivamente ridotto e attualmente è di sette giorni per chi ha completato il ciclo vaccinale da almeno quattordici giorni e possa esibire un tampone antigenico o molecolare negativo).

 

INPS

Un caos postumo, che potrebbe creare molti problemi da settembre, quando gli uffici torneranno a riempirsi dopo le ferie agostane e i contagi presumibilmente continueranno ad aumentare.

 

Non cambia nulla invece per il lavoratore che contragga il Covid-19. «Le indicazioni ricevute la ministero del Lavoro e delle Politiche sociali - si legge nella comunicazione firmata dal direttore generale dell'istituto Gabriella Di Michele - autorizzano l'istituto a procedere al riconoscimento della tutela della malattia secondo l'ordinaria gestione».

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni regionali de luca zaia salvini conte stefani decaro fico

DAGOREPORT: COME SI CAMBIA IN 5 ANNI - PER CAPIRE COME SIA ANDATA DAVVERO, OCCORRE ANALIZZARE I VOTI ASSOLUTI RIMEDIATI DAI PRINCIPALI PARTITI, RISPETTO ALLE REGIONALI DEL 2022 - LA LEGA HA BRUCIATO IL 52% DEI VOTI IN VENETO. NEL 2020 LISTA ZAIA E CARROCCIO AVEVANO OTTENUTO 1,2 MILIONI DI PREFERENZE, QUESTA VOLTA SOLO 607MILA. CONSIDERANDO LE TRE LE REGIONI AL VOTO, SALVINI HA PERSO 732MILA VOTI, IL 47% - TONFO ANCHE PER I 5STELLE: NEL TOTALE DELLE TRE REGIONI HANNO VISTO SFUMARE IL 34% DELLE PREFERENZE OTTENUTE 5 ANNI FA – IL PD TIENE (+8%), FORZA ITALIA IN FORTE CRESCITA (+28,3%), FDI FA BOOM (MA LA TENDENZA IN ASCESA SI È STOPPATA) – I DATI PUBBLICATI DA LUIGI MARATTIN....

luca zaia matteo salvini alberto stefani

DAGOREPORT – DOPO LA VITTORIA DEL CENTRODESTRA IN VENETO, SALVINI NON CITA QUASI MAI LUCA ZAIA NEL SUO DISCORSO - IL “DOGE” SFERZA VANNACCI (“IL GENERALE? IO HO FATTO L'OBIETTORE DI COSCIENZA”) E PROMETTE VENDETTA: “DA OGGI SONO RICANDIDABILE” – I RAS LEGHISTI IN LOMBARDIA S’AGITANO PER L’ACCORDO CON FRATELLI D’ITALIA PER CANDIDARE UN MELONIANO AL PIRELLONE NEL 2028 - RICICCIA CON PREPOTENZA LA “SCISSIONE” SUL MODELLO TEDESCO CDU-CSU: UN PARTITO “DEL TERRITORIO”, PRAGMATICO E MODERATO, E UNO NAZIONALE, ESTREMISTA E VANNACCIZZATO…

luca zaia roberto vannacci matteo salvini

NON HA VINTO SALVINI, HA STRAVINTO ZAIA – IL 36,38% DELLA LEGA IN VENETO È STATO TRAINATO DA OLTRE 200 MILA PREFERENZE PER IL “DOGE”. MA IL CARROCCIO DA SOLO NON AVREBBE COMUNQUE VINTO, COME INVECE CINQUE ANNI FA: ALLE PRECEDENTI REGIONALI LA LISTA ZAIA PRESE DA SOLA IL 44,57% E IL CARROCCIO IL 16,9% - SE SALVINI PIANGE, MELONI NON RIDE: NON È RIUSCITA A PRENDERE PIÙ VOTI DELLA LEGA IN VENETO E IN CAMPANIA È TALLONATA DA FORZA ITALIA (11,93-10,72%). PER SALVINI E TAJANI SARÀ DIFFICILE CONTRASTARE LA RIFORMA ELETTORALE - PER I RIFORMISTI DEL PD SARÀ DURA DARE UN CALCIO A ELLY SCHLEIN, AZZERATE LE AMBIZIONI DI GIUSEPPE CONTE COME CANDIDATO PREMIER - "LA STAMPA": "IL VOTO È LA RIVINCITA DELLA ‘LEGA NORD’ SU QUELLA SOVRANISTA E VANNACCIANA: LA SFIDA IDEOLOGICA DA DESTRA A MELONI NON FUNZIONA. IL PARTITO DEL NORD COSTRINGERÀ SALVINI AD ESSERE MENO ARRENDEVOLE SUI TAVOLI DELLE CANDIDATURE. SUL RESTO È LECITO AVERE DUBBI…”

xi jinping vladimir putin donald trump

DAGOREPORT – L'INSOSTENIBILE PIANO DI PACE DI TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA UMILIANTE RESA DELL'UCRAINA, HA L'OBIETTIVO DI  STRAPPARE LA RUSSIA DALL’ABBRACCIO ALLA CINA, NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA - CIÒ CHE IL TYCOON NON RIESCE A CAPIRE È CHE PUTIN LO STA PRENDENDO PER IL CULO: "MAD VLAD" NON PUÒ NÉ VUOLE SFANCULARE XI JINPING - L’ALLEANZA MOSCA-PECHINO, INSIEME AI PAESI DEL BRICS E ALL'IRAN, È ANCHE “IDEOLOGICA”: COSTRUIRE UN NUOVO ORDINE MONDIALE ANTI-OCCIDENTE – IL CAMALEONTISMO MELONI SI INCRINA OGNI GIORNO DI PIÙ: MENTRE IL VICE-PREMIER SALVINI ACCUSA GLI UCRAINI DI ANDARE “A MIGNOTTE” COI NOSTRI SOLDI, LA MELONI, DAL PIENO SOSTEGNO A KIEV, ORA NEGA CHE IL PIANO DI TRUMP ACCOLGA PRATICAMENTE SOLO LE RICHIESTE RUSSE ("IL TEMA NON È LAVORARE SULLA CONTROPROPOSTA EUROPEA, HA SENSO LAVORARE SU QUELLA AMERICANA: CI SONO MOLTI PUNTI CHE RITENGO CONDIVISIBILI...")

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…