MORS TUA, VIVENDI MEA – PERCHÉ  DE PUYFONTAINE, BRACCIO AMBIDESTRO DI BOLLORÈ, SI È DIMESSO DAL CDA TIM? TUTTO RUOTA INTORNO ALLA STRATEGIA DEL GOVERNO SULLA RETE: IL DISEGNO DI URSO È QUELLO DI UN’OFFERTA DIRETTA DI CDP A TELECOM SULLA RETE. I FRANCESI, CHE HANNO PERSO 3 MILIARDI NELL’INVESTIMENTO SU TIM, NON CI STANNO: VORREBBERO PRIMA UNA SCISSIONE, PER POI TRATTARE DIRETTAMENTE CON CDP PER IL LORO 24% NELLA QUOTA DELLA FUTURA NETCO (E SPUNTARE UNA CIFRA PIÙ ALTA…)

-

Condividi questo articolo


adolfo urso foto di bacco adolfo urso foto di bacco

Estratto dell’articolo di Giorgio Chigi per “l’Espresso”

 

Una neverending story densa di rebus e colpi di scena. È la partita per il decollo della rete digitale in Italia, che si gioca intorno al destino degli asset di Telecom, da mesi al centro delle cronache finanziarie.

 

Prossimo appuntamento: mercoledì 25 gennaio, con tutti i protagonisti coinvolti convocati al Mimit (Ministero delle Imprese e del Made in Italy) dal titolare Adolfo Urso, che assieme a Palazzo Chigi gestisce il dossier.

 

[…] A complicare e non di poco la situazione è l’azionariato di Telecom. Da giugno 2015 azionista principale è il gruppo francese quotato Vivendi del finanziere Vincent Bolloré, che di recente ha passato il timone ai figli Cyrille e Yannick.

ARNAUD DE PUYFONTAINE ARNAUD DE PUYFONTAINE

 

A seguire il dossier hanno messo il loro uomo di punta: Arnaud de Puyfontaine, che di Vivendi è l’amministratore delegato. […]

 

Qualche cifra: Vivendi entrò in Telecom [nel 2015 con il titolo (quotato in borsa) a 1,16 euro; nei mesi successivi altri acquisti, sino ad arrivare al 24% circa del capitale. Spesa complessiva: 3,9 miliardi, con un valore di carico medio a 1,07 euro. […]

 

cyrill vincent e yannick bollore cyrill vincent e yannick bollore

Capitalizzazione attuale di Telecom (ordinarie più risparmio): 3,95 miliardi.  La quota di Vivendi vale oggi 950 milioni, con una perdita rispetto all’investimento iniziale di tre miliardi. Nel frattempo già due le svalutazioni a bilancio, con un valore di carico attuale a 2,3 miliardi (e una ulteriore minusvalenza potenziale di 1,4 miliardi).

 

PIETRO LABRIOLA TIM PIETRO LABRIOLA TIM

Questa analisi sui conti di Vivendi spiega i colpi di scena dell’ultima settimana. Se il 23 dicembre scorso de Puyfontaine sottolineava come sulla Rete «il clima è sereno per considerare altri investimenti di Vivendi in Italia», la mattina di lunedì 16 gennaio a mezzo stampa sbatteva la porta e lasciava il board di Telecom, creando una situazione insolita, nessun rappresentante diretto di Vivendi nel consiglio. Perché? Tutto ruota intorno alle modalità di creazione della Rete Nazionale.

 

dario scannapieco dario scannapieco

[…] Il disegno che nel corso delle riunioni al Mimit ha iniziato a delinearsi come il più coerente è quello di una offerta di Cdp, magari accompagnata da fondi come Macquaire e Kkr (quest’ultimo già presente in Fibercop, controllata Telecom) direttamente a Telecom, per rilevarne la Rete. Il vantaggio: le risorse affluirebbero direttamente a Telecom, e sarebbero quindi destinate a ridurne il debito, salvaguardando la forza lavoro (a rischio sono molti dei 40 mila dipendenti), e con beneficio per tutti gli azionisti.

 

Vivendi, a seguire la stessa Cdp con il 9% (entrata nel 2018), migliaia di piccoli azionisti e fondi comuni. A de Puyfontaine questo schema non sta bene. Per i francesi meglio una scissione, una divisione in due di Telecom: una società di servizi (ServCo) e una di Rete (NetCo). Con i soci attuali di Telecom riprodotti in fotocopia nelle due società.

 

BOLLORE' DE PUYFONTAINE BOLLORE' DE PUYFONTAINE

Perché? Semplice: a quel punto l’offerta di Cdp&Co dovrebbe essere non a Telecom, ma a Vivendi stessa, per rilevarne il 24% della quota nella NetCo. Con il risultato che ingenti risorse entrerebbero direttamente a Vivendi. Tutto a scapito dell’intera filiera italiana del valore della Rete. Questo l’oggetto del contendere.

 

Per questo de Puyfontaine ha lasciato il cda, quando ha capito che dopo i primi approfondimenti il nuovo governo aveva perce- zione della validità anche etica di una of- ferta direttamente a Telecom. Per di più, la scissione richiederebbe non meno di 12- 14 mesi.

vincent bollore vincent bollore

 

Ma soprattutto si è dimesso perché se, come non è escluso, alla fine l’offerta arrivasse (a Telecom), si sarebbe trovato nell’imbarazzo di vedere magari la maggioranza dei consiglieri guardare con favore al progetto, magari così consigliati dagli advisor. Il ruolo degli advisor finanziari, infatti, è cruciale per operazioni del genere, e il giudizio non potrebbe essere disatteso dal board. […]

 

Condividi questo articolo

ultimi Dagoreport

MADONNA? EVITA-LA! – QUELLA VOLTA CHE MADONNA VENNE A ROMA PER LA PRIMA DI “EVITA’’ E SI INCAZZÒ FACENDO ASPETTARE IL PUBBLICO PER UN’ORA E MEZZO - IL PATTO ERA CHE SUA FIGLIA, LOURDES, VENISSE BATTEZZATA NEGLI STESSI GIORNI DAL PAPA ALLA PRESENZA DEL PADRE, CHE SI CHIAMAVA JESUS - IL PRODUTTORE VITTORIO CECCHI GORI CONOSCEVA UN CARDINALE: “PRONTO, AVREI MADONNA, L’ATTRICE, CHE VORREBBE BATTEZZARE LA FIGLIA, LOURDES, COL PADRE, JESUS… E SE FOSSE DISPONIBILE IL PAPA…” – VIDEO

DAGOREPORT - CON AMADEUS, DISCOVERY RISCHIA: NON È UN PERSONAGGIO-FORMAT ALLA STREGUA DI CROZZA E FAZIO. È SOLO UN BRAVISSIMO CONDUTTORE MA SENZA UN FORMAT FORTE CHE L’ACCOMPAGNI, SARÀ DURISSIMA FAR DIGITARE IL TASTO 9. NELLA TV DI OGGI I PRODUTTORI DI CONTENUTI VENDONO CHIAVI IN MANO IL PACCHETTO FORMAT+CONDUTTORE ALLE EMITTENTI - ALLA CRESCITA DI DISCOVERY ITALIA, NEL 2025 SEGUIRA' ''MAX'', LA PIATTAFORMA STREAMING DI WARNER BROS-HBO CHE PORTERÀ A UNA RIVOLUZIONE DEL MERCATO, A PARTIRE DALLA TORTA PUBBLICITARIA. E LE RIPERCUSSIONI RIMBALZERANNO SUI DIVIDENDI DI MEDIASET E LA7 - A DIFFERENZA DI RAI E IN PARTE DI MEDIASET, DISCOVERY HA UNA STRUTTURA SNELLA, SENZA STUDI DI REGISTRAZIONE, SENZA OBBLIGHI DI ASSUNZIONI CLIENTELARI NÉ DI FAR TALK POLITICI - LIBERI DI FARE UN CANALE5 PIÙ GIOVANE E UN’ITALIA1 PIÙ MODERNA, IL PROSSIMO 9 GIUGNO DOVRANNO DECIDERE SE FARE O MENO UNO SPAZIO INFORMATIVO. NEL CASO IN CUI PREVARRA' IL SÌ, SARÀ UN TG MOLTO LEGGERO, UNA SORTA DI ANSA ILLUSTRATA (E QUI RICICCIA L'OPZIONE ENRICO MENTANA)    

DAGOREPORT L’INTELLIGENCE DI USA E IRAN HANNO UN PROBLEMA: NETANYAHU - L'OPERAZIONE “TERRORISTICA” CON CUI IL MOSSAD HA ELIMINATO IL GENERALE DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE IRANIANE NELL'AMBASCIATA IRANIANA A DAMASCO E LA SUCCESSIVA TENSIONE CON TEHERAN NON È SPUNTATA PER CASO: È SERVITA AL PREMIER ISRAELIANO A "OSCURARE" TEMPORANEAMENTE LA MATTANZA NELLA STRISCIA DI GAZA, CHE TANTO HA DANNEGGIATO L'IMMAGINE DI ISRAELE IN MEZZO MONDO - NETANYAHU HA UN FUTURO POLITICO (ED EVITA LA GALERA) SOLO FINCHÉ LA GUERRA E LO STATO D'ALLARME PROSEGUONO...

DAGOREPORT – BIDEN HA DATO ORDINE ALL'INTELLIGENCE DELLA CIA CHE LA GUERRA IN UCRAINA DEVE FINIRE ENTRO AGOSTO, DI SICURO PRIMA DEL 5 NOVEMBRE, DATA DEL VOTO PRESIDENZIALE AMERICANO - LO SCENARIO E' QUESTO: L’ARMATA RUSSA AVANZERÀ ULTERIORMENTE IN TERRITORIO UCRAINO, IL CONGRESSO USA APPROVERÀ GLI AIUTI MILITARI A KIEV, QUINDI PUTIN IMPORRÀ DI FARE UN PASSO INDIETRO. APPARECCHIATA LA TREGUA, FUORI ZELENSKY CON NUOVE ELEZIONI (PUTIN NON LO VUOLE AL TAVOLO DELLA PACE), RESTERA' DA SCIOGLIERE IL NODO DELL'UCRAINA NELLA NATO, INACCETTABILE PER MOSCA – NON SOLO 55 MILA MORTI E CRISI ECONOMICA: PUTIN VUOLE CHIUDERE PRESTO IL CONFLITTO, PER NON DIVENTARE UN VASSALLO DI XI JINPING...