Estratto dell’articolo di Alberto Magnani per “Il Sole 24 Ore”
Lo scalo della capitale della Mauritania, Nouakchott, si chiama Port de l’amitié, porto una dell'amicizia: un nome che potrebbe suonare curioso per un hub logistico con poco più di 40 anni di storia alle spalle. L'enigma si svela quando si scopre che la «amicizia» in questione è con lo stesso Paese che sta puntellando di accordi, investimenti e progetti i 26mila chilometri delle coste africane: la Cina, protagonista di un’espansione sempre più capillare anche sul fronte degli scali marittimi che veicolano il commercio via mare con l’Africa. Il canale che smista, da solo, il 95% dei flussi fra i paesi del Continente e il resto del mondo, contro il 4% affidato al trasporto aereo.
ESPANSIONE DELLA CINA IN AFRICA
L’avanzata di Pechino sui porti della regione subsahariana rientra nella rete di infrastrutture dispiegata con la Belt and road initiative, la “via della Seta” che permette al colosso asiatico di espandersi su nuovi mercati […]
Una mappatura del 2019 del Centro per gli studi strategici e internazionali, un think tank statunitense, rilevava che gli investimenti di Pechino erano “presenti” con vario grado di impegno in almeno il 17% degli oltre 170 porti registrati nel Continente […]
la colonizzazione cinese in africa
[…] Oggi il Continente incide sul 2% del commercio mondiale e si mantiene su valori modesti negli stessi traffici marittimi, ma il suo peso sta crescendo e potrebbe lievitare su impulso di un'integrazione economica sempre maggiore. Secondo i dati della Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (Unctad), l'Africa ha movimentato nel solo 2021 oltre 1,3 miliardi di tonnellate di merci, contribuendo al 6% del commercio marittimo complessivo e al 4% di quello effettuato via container.
Il commercio sull'asse sud-sud, come le rotte dall'Africa subsahariana all'America Latina, ha rappresentato il 12,5% dei flussi via container nel 2021. Quello fra sud e nord, dall'Africa all'Europa, si è avvicinato all'8% nello stesso anno, salpando da scali che fanno fatica a emergere rispetto ai maxi-hub di altri Continenti.
l'emiro Mohammed bin Zayed al Nayan
Se si parla proprio del trasporto «containerizzato», al momento appaiono appena quattro porti nella top 100 stilata dalla pubblicazione Lloyd’s List: il marocchino Tanger Med (24esima posizione), l'egiziano Port Said (43esimo), il sudafricano Durban (81esimo) e quello togolese di Lomé (96esimo).
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La Cina sta cumulando un certo vantaggio, ma la competizione è tutt’altro che spenta. Soprattutto se si guarda a un avversario specifico, gli Emirati Arabi Uniti: «La lotta per il controllo delle aree del continente ritenute più strategiche per i traffici marittimi in Africa si gioca soprattutto tra la Cina ed Emirati Arabi Uniti, specie nell'Africa Orientale ed Occidentale» spiega al Sole 24 Ore Danilo Desiderio, direttore del think tank Desiderio Consultants.
I ritmi dei progetti targati EAU ne sono la prova. Il colosso emiratino dei trasporti DP World gestisce il container terminal del porto di Dakar (Senegal) e sta investendo nella costruzione di quello di Ndayane, a 50 chilometri a sud della capitale, considerato come un possibile gateway per l'intera Africa occidentale. Sulla costa opposta è nelle sue mani lo scalo di Berbera, in Somaliland, mentre proprio Gibuti è oggetto di una contesa - aperta - con Pechino sulla sua gestione.
xi jinping e la colonizzazione della cina
Fuori dallo scontro Cina-Emirati, la platea è affollata. La Turchia si è aggiudicata la concessione per il porto di Mogadiscio in Somalia, la Russia ha strappato un accordo con il Sudan per una base militare sul mar Rosso e l'Arabia Saudita guarda ai collegamenti con l'Africa orientale, mentre la Ue tenta di difendersi con il suo Global Gateway: il piano da 300 miliardi di euro per lo sviluppo di infrastrutture in tutto il mondo, con 150 miliardi riservati alla sola Africa.
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La competizione potrebbe accelerarsi più nel futuro che nell'immediato, quando - e se - si sbloccheranno quegli ostacoli che indeboliscono le ambizioni di centralità dei porti africani nelle rotte globali: infrastrutture fragili, costi elevati, inefficienze organizzative e amministrative, livelli di corruzione alti. […]
l'emiro Mohammed bin Zayed al Nayan ESPANSIONE DELLA CINA IN AFRICA