vincent bollore dario scannapieco pietro labriola rete unica fibra tim telecom

CON QUESTI NUMERI, A CDP CONVIENE FARE UN’OPA SU TUTTA TIM! – L’ANNUNCIO DELLO SPIN-OFF DELLA RETE AVREBBE DOVUTO FAR EMERGERE IL VALORE INTRINSECO DEI VARI PEZZETTI DELL’EX TELECOM. A NON È SUCCESSO, ANZI: AI VALORI ATTUALI DI MERCATO TUTTA LA COMPAGNIA VALE 4,5 MILIARDI, MENTRE VIVENDI SPARA CIFRE MONSTRE SULLA RETE (PIÙ DI 30 MILIARDI) – CON LA CADUTA DI DRAGHI E L'USCITA DI SIRAGUSA E DI STEFANO, IL PROGETTO DI RETE UNICA FINISCE NELLA PALUDE. PER FORZA: COME SI FA A FARE UN'OFFERTA SE NON È BEN DEFINITO L'OGGETTO DELLA VENDITA?

Giovanni Pons per “Affari & Finanza - la Repubblica”

 

PIETRO LABRIOLA

Martedì 26 luglio le azioni ordinarie Tim hanno toccato il loro minimo storico a 0,20 euro, riflettendo un valore dell'azienda al netto dei debiti di 3,065 miliardi. Se si aggiungono le azioni di risparmio, che valgono circa 1,3 miliardi, si arriva a un valore dell'equity di Tim di 4,3 miliardi. Avendo in pancia circa 20 miliardi di debiti il valore dell'impresa sfiora i 25 miliardi di euro, includendo tutto, la parte infrastrutturale, Sparkle, la parte servizi al dettaglio e quella di servizi alle imprese.

 

vincent bollore

Il problema è che il prezzo di Borsa di Tim non sta minimamente riflettendo il piano di separazione del business in tre tronconi annunciato all'inizio di marzo da Pietro Labriola, nominato ad a dicembre 2021 al posto di Luigi Gubitosi. Solitamente, quando una società annuncia uno spin off, emerge il valore intrinseco dei diversi business e il mercato comincia a incorporare i nuovi valori nel prezzo, al netto del rischio che il piano vada effettivamente in porto.

 

dario scannapieco

Ecco, nel caso di Tim ciò non è accaduto e continua a non accadere nonostante il 7 luglio scorso il team di Labriola abbia specificato meglio al mercato come intende dividere i diversi business. Come mai? Le ragioni possono essere diverse e vanno dalla credibilità del management - se sia o meno ritenuto in grado di portare avanti un piano del genere - alle difficoltà esterne che il progetto può incontrare nel suo cammino.

 

In effetti, al di là delle dichiarazioni di principio, sono pochi gli elementi che vanno nella direzione indicata. Un punto forte era la ferma determinazione del governo Draghi a proseguire, attraverso la Cdp, nella realizzazione della rete unica attraverso l'unione tra l'infrastruttura Tim e quella messa in piedi da Open Fiber dal 2015.

PIERPAOLO DI STEFANO.

 

La caduta del governo ha comportato una picchiata del titolo del 13%, confermando che il sostegno governativo era importante e al momento non si sa né quali saranno i colori del prossimo esecutivo né il suo orientamento. La caduta di Draghi indebolisce anche i vertici di Cdp, in particolare l'ad Dario Scannapieco, che era stato nominato poco più di un anno fa proprio su input del governo.

 

E inoltre è in uscita il manager della Cassa che finora aveva trattato l'operazione rete unica, Pierpaolo Di Stefano. Il quale in una recente intervista a Repubblica ha ribadito che «la strategicità per il Paese, e l'opportunità sia sotto il profilo industriale che finanziario sono talmente evidenti che unire le forze in un'unica rete in fibra è imprescindibile per tutti. L'unico ostacolo potrebbe essere rappresentato dall'Antitrust Ue.

 

 

STEFANO SIRAGUSA

Dovremo operare quindi in modo tale che non ci siano richieste che vanifichino il progetto stesso della rete unica. Detto ciò, non vedo un motivo per non arrivare in tempi brevi a sottoporre insieme a Macquarie, per conto di Open Fiber, la migliore offerta non vincolante possibile a Tim».

 

Dall'altra parte non si respira aria migliore. Anche il capo della rete Tim, Stefano Siragusa, ha rimesso le deleghe e uscirà a dicembre. Non ha condiviso la visione di Labriola di fare della Telecom uno spezzatino senza un piano di sviluppo sulle varie aree in grado di portare crescita duratura. In pratica, secondo l'accusa, manca una visione di medio periodo. Inoltre, nella presentazione del 7 luglio non si sono chiariti alcuni punti fondamentali per il prosieguo dell'operazione.

 

vincent bollore

Cdp vorrebbe infatti inserire nel perimetro della rete da scorporare anche il backbone e il trasporto, ma Tim non ha dato una risposta al riguardo e tutto ciò influisce sulla valutazione degli asset da separare. Come si fa a fare un'offerta se non è ben definito l'oggetto della vendita?

 

open fiber 5

Intanto però i numeri fioccano e rendono la trattativa ancora più difficile. Vivendi, attraverso il suo ad Arnaud De Puyfontaine, dal suo pulpito di primo azionista Tim che sta vendendo, ha sparato 31 miliardi come valore della rete, mentre i suoi advisor sono arrivati addirittura a 34. Alla società separata andrebbero accollati 10-11 miliardi di debiti, mentre l'ebitda è una variabile non ben definita, forse 2 miliardi o anche più. E allora la domanda sorge spontanea: come fa Cdp, che gestisce i soldi dei risparmiatori postali, a comprare la rete Tim riconoscendo ai francesi il valore monstre di 20 miliardi (31 meno 11 di debiti) quando la Borsa valuta 4,5 miliardi tutta Telecom, cioé inclusa la parte di servizi commerciali sia al dettaglio che alle imprese, oltre a tutte le altre infrastrutture a partire da Sparkle?

BOLLORE' DE PUYFONTAINE

 

Avendo in portafoglio già il 10% di Tim, a Cdp potrebbe convenire lanciare un'Opa sul 100% della società quotata e poi procedere essa stessa a effettuare la divisione della rete nel migliore dei modi. Anche accollandosi momentaneamente i 20 miliardi di debiti in pancia alla società.

 

Altrimenti i risparmiatori postali potrebbero anche inalberarsi, chiedere spiegazioni, intraprendere azioni legali. Tutto ciò premesso, stando alle dichiarazioni pubbliche, Cdp e Tim, con i rispettivi manager chiave in uscita, entro fine agosto, con la campagna elettorale in corso, devono sedersi a un tavolo e trovare un punto di incontro per il valore di una società infrastrutturale il cui contenuto in termini di asset non è ancora definito.

sparkle

 

Quando giovedì 4 Labriola ha detto agli analisti che il progetto rete unica va avanti, il titolo ha perso il 3%. Gli investitori si chiedono come faccia Cdp a presentare un'offerta che implicherebbe un esborso di almeno 4 miliardi senza avere un via libera dal suo azionista (il Mef) già pressato dai partiti per stoppare la vendita di Ita.

 

PIETRO LABRIOLA

Una via potrebbe essere quella di mandare avanti fondi a presentare un'offerta a Tim su una valutazione della rete intorno a 18 miliardi, secondo uno schema della rete unica futura che veda Cdp al 40% e Macquarie e Kkr al 30%. Ma difficilmente questa eventuale offerta potrà essere accettata da Vivendi. In ogni caso, se anche si riuscisse ad andare avanti e arrivare a un'offerta vincolante, l'accordo dovrà essere spedito a Bruxelles all'attenzione di Margrethe Vestager, che potrebbe imporre dei rimedi affinché con il ritorno a una situazione di monopolio della rete in Italia lo spazio per altri operatori sia comunque garantito. Sperando di non tornare alla casella di partenza.

open fiber 1

pietro labriola

Ultimi Dagoreport

antonio pelayo bombin juan carlos

DAGOREPORT: COME FAR FUORI IL SACERDOTE 81ENNE ANTONIO PELAYO BOMBÌN, CELEBERRIMO VATICANISTA CHE PER 30 ANNI È STATO CORRISPONDENTE DELLA TELEVISIONE SPAGNOLA "ANTENA 3", CUGINO DI PRIMO GRADO DELL’EX RE JUAN CARLOS? UN PRETE CHE A ROMA È BEN CONOSCIUTO ANCHE PERCHÉ È IL CONSIGLIERE ECCLESIASTICO DELL'AMBASCIATA SPAGNOLA IN ITALIA, VOCE MOLTO ASCOLTATA IN VATICANO, CAPACE DI PROMUOVERE O BLOCCARE LA CARRIERA DI OGNI ECCLESIASTICO E DI OGNI CORRISPONDENTE SPAGNOLO – PER INFANGARLO È BASTATA UNA DENUNCIA AI CARABINIERI DI ROMA DI UN FINORA NON IDENTIFICATO CRONISTA O PRODUCER DI REPORT VATICANENSI CHE LO ACCUSA DI VIOLENZA SESSUALE, IMPUTAZIONE DIVENTATA NELLA DISGRAZIATA ERA DEL METOO L’ARMA PIÙ EFFICACE PER FAR FUORI LA GENTE CHE CI STA SUL CAZZO O PER RICATTARLA – IL POVERO PELAYO È FINITO IN UN TRAPPOLONE CHE PUZZA DI FALSITÀ PIÙ DELLE BORSE CHE REGALA DANIELA SANTANCHÉ E DELLE TETTE DI ALBA PARIETTI – IL SOLITO E BIECO SCHERZO DA PRETE, PROBABILMENTE USCITO DALLE SACRE MURA DELLA CITTÀ DI DIO…

giorgia meloni gennaro sangiuliano

DAGOREPORT - LE RESURREZIONI DI “LAZZARO” SANGIULIANO NON SI CONTANO PIÙ: “BOCCIATO” DA MINISTRO, RIACCIUFFATO IN RAI E SPEDITO A PARIGI, ORA SBUCA COME CAPOLISTA ALLE REGIONALI CAMPANE - ESSÌ: DIVERSAMENTE DAGLI IRRICONOSCENTI SINISTRATI, A DESTRA LA FEDELTÀ NON HA SCADENZA E GLI AMICI NON SI DIMENTICANO MAI - DURANTE I TRE ANNI A PALAZZO CHIGI, IL “GOVERNO DEL MERITO COME ASCENSORE SOCIALE” (COPY MELONI) HA PIAZZATO UNA MAREA DI EX DEPUTATI, DIRIGENTI LOCALI, TROMBATI E RICICLATI NEI CDA DELLE AZIENDE CONTROLLATE DALLO STATO - COME POTEVA LA STATISTA DELLA GARBATELLA DIMENTICARE SANGIULIANO, IMMARCESCIBILE DIRETTORE DEL TG2 AL SERVIZIO DELLA FIAMMA? IL FUTURO “GENNY DELON” ‘’ERA SALITO TALMENTE TANTO NELLE GRAZIE DELLA FUTURA PREMIER DA ESSERE CHIAMATO A SCRIVERE PARTE DEL PROGRAMMA DEI MELONIANI, INVITATO A CONVENTION DI PARTITO E, ALLA FINE, RICOMPENSATO ADDIRITTURA CON UN POSTO DI GOVERNO’’ - E’ COSÌ A DESTRA: NESSUNA PIETÀ PER CHI TRADISCE, MASSIMO PRONTO SOCCORSO PER CHI FINISCE NEL CONO D’OMBRA DEL POTERE PERDUTO, DOVE I TELEFONINI TACCIONO E GLI INVITI SCOMPAIONO… - VIDEO

giorgia meloni sigfrido ranucci elly schlein bomba

DAGOREPORT – DOBBIAMO RICONOSCERLO: GIORGIA MELONI HA GESTITO IN MANIERA ABILISSIMA IL CASO DELL'ATTENTATO A RANUCCI, METTENDO ANCORA UNA VOLTA IN RISALTO L'INETTITUDINE POLITICA DI ELLY SCHLEIN - GETTARE INDIRETTAMENTE LA RESPONSABILITA' DELL'ATTO TERRORISTICO ALLA DESTRA DI GOVERNO, COME HA FATTO LA SEGRETARIA DEL PD, È STATA UNA CAZZATA DA KAMIKAZE, ESSENDO ORMAI LAMPANTE CHE LE BOMBE SONO RICONDUCIBILI AL SOTTOMONDO ROMANO DEL NARCOTRAFFICO ALBANESE, OGGETTO DI UN'INCHIESTA DI "REPORT" - E QUELLA VOLPONA DELLA PREMIER HA RIBALTATO AL VOLO LA FRITTATA A SUO VANTAGGIO: HA CHIAMATO RANUCCI PER MANIFESTARGLI SOLIDARIETÀ E, ANCORA PIÙ IMPORTANTE, HA INVIATO TRE AUTOREVOLI ESPONENTI DI FRATELLI D’ITALIA (TRA CUI BIGNAMI E DONZELLI) ALLA MANIFESTAZIONE INDETTA DAL M5S PER RANUCCI E LA LIBERTÀ DI STAMPA - DOPO L’ATTENTATO, NESSUNO PARLA PIÙ DI UN POSSIBILE PASSAGGIO DI "REPORT" A LA7: SIGFRIDO, ORA, È INTOCCABILE… - VIDEO

giorgia meloni antonio tajani maurizio casasco marina pier silvio berlusconi salvini

DAGOREPORT - TAJANI, UNA NE PENSA, CENTO NE SBAGLIA. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CI HA MESSO 24 ORE AD ACCORGERSI CHE GIORGIA MELONI HA STRACCIATO UNO DEI SUOI CAVALLI DI BATTAGLIA IN EUROPA: IL SUPERAMENTO DEL DIRITTO DI VETO. IL MINISTRO DEGLI ESTERI È RIUSCITO A PARTORIRE SOLO UNA DICHIARAZIONE AL SEMOLINO (“HA DETTO LA SUA OPINIONE, IO PENSO INVECE CHE SI DEBBA FARE QUALCHE PASSO IN AVANTI”), MENTRE È STATO ZITTO DI FRONTE ALLE INVETTIVE ANTI-RIARMO E CONTRO L’UE DEI PARLAMENTARI LEGHISTI. IL POVERINO È ANCORA STORDITO DALLA PROMESSA, SCRITTA SULLA SABBIA, CON CUI L'HA INTORTATO LA DUCETTA: SE FAI IL BRAVO, NEL 2029 TI ISSIAMO AL QUIRINALE AL POSTO DI MATTARELLA (E CI CREDE DAVVERO) – IN TUTTO QUESTO BAILAMME, TAJANI PROVA A METTERE LE MANI SULLA CONSOB CON UNA MOSSA DA ELEFANTE IN CRISTALLERIA: NOMINARE IL DEPUTATO AZZURRO MAURIZIO CASASCO. MA SI È DIMENTICATO DI COORDINARSI CON LA FAMIGLIA BERLUSCONI, CHE NON L’HA PRESA BENE…

donald trump vladimir putin benjamin netanyahu volodymyr zelensky

DAGOREPORT – TRUMP HA FINALMENTE CAPITO CHE NON POTEVA PERMETTERSI, COME È SUCCESSO A FERRAGOSTO IN ALASKA, DI FARSI PRENDERE DI NUOVO PER CULO IN MONDOVISIONE DA PUTIN - L’INCONTRO DI BUDAPEST NON POTEVA ASSOLUTAMENTE FINIRE CON UN NUOVO FALLIMENTO, MA DI FRONTE AL NIET DI MOSCA A OGNI COMPROMESSO, HA DOVUTO RINUNCIARE – ORA CI SONO DUE STRATEGIE: O RIEMPIE KIEV DI TOMAHAWK, MISSILI IN GRADO DI COLPIRE IN PROFONDITÀ LA RUSSIA, OPPURE SCEGLIE LA STRADA MORBIDA CHE VERRÀ LANCIATA DOMANI DAL CONSIGLIO EUROPEO (L’INVIO A KIEV DI 25 BATTERIE DI MISSILI PATRIOT) – L’INNER CIRCLE “MAGA” LO PRESSA: “L’UCRAINA? LASCIA CHE SE NE OCCUPI L’UE” –  IN USA MONTA L’ONDATA DI SDEGNO PER LA SALA DA BALLO ALLA CASA BIANCA - LA STRIGLIATA A NETANYAHU DEL TRIO VANCE-WITKOFF-KUSHNER… - VIDEO

niaf francesco rocca daniela santanche arianna meloni claudia conte zampolli peronaci

DAGOREPORT: METTI UNA SERA A CENA…I FRATELLI D’AMERICA! -SEMBRAVA DI ESSERE IN UN FILM DEI VANZINA AL GRAN GALA DEL NIAF, 2180 INVITATI, 218 TAVOLI DA 150MILA DOLLARI OGNUNO, OCCUPATI DAI BOSS DELLE PARTECIPATE DI "PA-FAZZO CHIGI" (DONNARUMMA, CATTANEO, FOLGIERO, ETC.), JOHN ELKANN CHE HA TRASFORMATO IL GIARDINO DELL'AMBASCIATA IN UN AUTOSALONE (TRA MASERATI E FERRARI, TRONEGGIAVA UN TRATTORE!), FINANZIERI VARI E DE LAURENTIIS, IL GOVERNATORE ROCCA E SANTANCHÉ - CAUSA SHUTDOWN DEL GOVERNO USA, NON C'ERA ALCUN TIRAPIEDI DI TRUMP: DELUSI COLORO CHE SOGNAVANO, ATTRAVERSANDO L'ATLANTICO, DI BANCHETTARE CON SUA MAESTÀ "THE DONALD" E LA SUA "RAGAZZA PONPON" GIORGIA MELONI - QUELLI DEL NIAF HANNO "COPERTO" IL BUCO DELLE AUGUSTE PRESENZE INVITANDO ARIANNA MELONI, UNICO SEGRETARIO POLITICO PRESENTE, CHE HA COSÌ RICEVUTO IL SUO BATTESIMO NELL'AGONE INTERNAZIONALE - NON POTEVA MANCARE L’ONNIPRESENTE CLAUDIA CONTE CHE SI È FATTA RITRARRE INSIEME ALL’AMBASCIATORE PERONACI, GIA’ CONSIGLIERE DIPLOMATICO DI PIANTEDOSI, E A QUEL MARPIONE DI PAOLO ZAMPOLLI, INVIATO SPECIALE DI TRUMP - LA PASTA SCOTTA E L’ESIBIZIONE DEL PREZZEMOLONE BOCELLI - VIDEO