SEMPRE IN CULO AI LAVORATORI - ANCHE MEDIOBANCA CERTIFICA QUEL CHE E’ SOTTO GLI OCCHI DI TUTTI: NEL 2022, MENTRE I PROFITTI DELLE INDUSTRIE SONO CRESCIUTI DEL 26%, IL POTERE D’ACQUISTO DEI SALARI E’ CROLLATO DEL 22% - L’ITALIA È L’UNICO TRA I PAESI DELL’OCSE DOVE I SALARI SONO OGGI PIÙ BASSI DI 30 ANNI FA - E MENTRE IL GOVERNATORE DI BANKITALIA, VISCO, TEMEVA CHE L’AUMENTO DEI SALARI SPINGESSE L’INFLAZIONE, LA BCE HA “SCOPERTO” CHE IL COSTO DELLA VITA AUMENTA A CAUSA DELLA SCELTA DELLE AZIENDE DI AUMENTARE I PREZZI IN PROPORZIONE MAGGIORE RISPETTO AI COSTI…

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Estratto dell’articolo di Mauro Del Corno per https://www.ilfattoquotidiano.it

 

INFLAZIONE AGOSTO 2023 INFLAZIONE AGOSTO 2023

Nel 2022 l’industria italiana è riuscita a reggere l’impatto dell’inflazione, con una crescita del fatturato nominale del 30,9% e dello 0,6% in termini reali. Non altrettanto si può dire per i lavoratori che risultano “la componente maggiormente penalizzata in termini di potere d’acquisto, con una perdita stimata intorno al 22%”, per effetto di un costo medio unitario del personale cresciuto solo del 2%.

 

Lo rileva l’Area studi Mediobanca nell’ indagine annuale sulle società industriali e terziarie italiane di grande e media dimensione. Uno studio che prende in esame 2150 società rappresentative del il 48% del fatturato industriale. Chissà se fischieranno le orecchie al presidente di Confindustria Carlo Bonomi che non perde occasione per ricordare la generosità degli stipendi erogati dagli associati. […]

 

inflazione inflazione

Eppure, scrive Mediobanca, nel 2022 le società industriali e terziarie italiane “hanno segnato performance decisamente positive” sul fronte della marginalità e della redditività, con utili cresciuti del 26,2%, un valore aggiunto salito del 7,7%, un margine operativo netto aumentato del 21,9% mentre l’utile lordo prima delle componenti straordinarie ha registrato un +9,6%. […] Che i lavoratori italiani stiano soffrendo pesantemente l’inflazione (a differenza dei loro datori di lavoro) non è una novità ma i dati di Mediobanca mettono nero su bianco una disparità impressionante.

 

ignazio visco foto di bacco (5) ignazio visco foto di bacco (5)

Si parte da una situazione retributiva già gravemente depressa. L’Italia è l’unico tra i paesi dell’Ocse dove i salari sono oggi più bassi di 30 anni fa. […] La stessa Ocse ha segnalato come i dipendenti italiani siano i più penalizzati in termini di perdita di potere d’acquisto. […] Non hanno aiutato i continui inviti del governatore di Banca d’Italia Ignazio Visco per una moderazione degli aumenti salariali nel timore che buste paga (un po’) più pesante contribuiscano a spingere l’inflazione.

 

Visco sembra però aver perso un qualche incontro alla Banca centrale europea. Qualche tempo fa Francoforte ha scoperto che l’inflazione è dovuta in larga misura alla scelta delle aziende di aumentare i prezzi in proporzione maggiore rispetto ai costi. L’entità del rischio di una “rincorsa” tra prezzi e salari è stata dunque molto ridimensionata. Alla stessa conclusione è giunto il Fondo monetario internazionale.

inflazione italia inflazione italia

 

[…] Depurata dall’inflazione la crescita reale dei ricavi si riduce all’1,4% per l’industria in senso stretto e all’1,3% per la manifattura, al cui interno la crescita del comparto alimentare scende da un 16,3% nominale a uno 0,9% reale. Ma c’è chi ha segnato performance rilevanti anche in termini reali, come la moda (+18% le lavorazioni della pelle, +14,8% l’abbigliamento e +9,7% il tessile), l’elettronica (+10,6%) e il farmaceutico-cosmetico (+9,7%). totale e del +8,5% all’estero.

 

SALARIO MINIMO - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY SALARIO MINIMO - IMMAGINE CREATA CON MIDJOURNEY

Chi ha sofferto di più, in termini reali, nonostante la crescita dei fatturati nominali, sono stati i settori energivori, che hanno scontato maggiormente la corsa delle quotazioni di gas ed elettricità. Il settore metallurgico ha perso il 3% in termini reali (+19,7% il fatturato nominale), la chimica il 2,2% (+20,3% nominali) mentre i prodotti per l’edilizia l’1,6% (+18,9% in termini nominali). All’interno della produzione manifatturiera si segnala la performance, in termini reali, della filiera del made in Italy (+3,8% il fatturato totale, +5% oltreconfine) a conferma del crescente apprezzamento delle produzioni italiane, soprattutto sui mercati esteri.

 

 

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