STALLO ALLA MESSICANA A PIAZZETTA CUCCIA – LA TRATTATIVA DURATA SEI MESI TRA NAGEL E MILLERI PER ACCORDARSI E PRESENTARE UNA LISTA UNICA PER IL NUOVO CDA DI MEDIOBANCA È UN PUNTO MORTO – DELFIN CHIEDE UN NUOVO PRESIDENTE SUPER PARTES, IL CDA SI ARROCCA SU QUELLO IN CARICA, RENATO PAGLIARO – MERCOLEDÌ PROSSIMO IL CONSIGLIO POTREBBE PRESENTARE LA PROPRIA LISTA – L'OPZIONE DI UN PRESIDENTE DI GARANZIA. I NOMI CHE CIRCOLANO SONO QUELLI DI VITTORIO GRILLI E FABRIZIO PALENZONA – LE VOCI SU VITTORIO PIGNATTI-MORANO, EX BANCHIERE D’AFFARI DI LEHMAN

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Estratto dell’articolo di Andrea Greco per www.repubblica.it

 

Alberto Nagel Alberto Nagel

La trattativa durata sei mesi tra Delfin e il cda di Mediobanca per accordarsi e presentare una lista unica per il nuovo cda sembra a un punto fermo. E restano una decina di giorni per trovare un’intesa ormai ardua: con il primo socio che chiede un presidente nuovo super partes, e il cda che si arrocca su quello in carica, Renato Pagliaro.

 

La banca d’affari, che ha in agenda un cda il 20, riprende a tessere i nomi della “lista del cda uscente” senza contributi né dal primo azionista, che è la famiglia Del Vecchio e ha il 19,8%, né dal secondo, che è Caltagirone (9,9%), già alleato con Delfin nel 2022 nel tentativo di cambiare il vertice di Generali.

 

Secondo fonti al lavoro sul dossier un comitato nomine Mediobanca potrebbe tenersi lunedì 18, e prendere atto del fatto che Delfin e Caltagirone hanno scartato la proposta di inserire quattro loro membri nella lista del cda, per poi procedere all’esame dei 12 nomi da proporre all’assemblea il 28 ottobre.

 

FRANCESCO MILLERI FRANCESCO MILLERI

[…]

 

Il cda dell’istituto continua a ritenere che la presidenza non sia oggetto di possibili accordi con singoli soci, poiché lo statuto interno - com’è prassi per gli istituti di credito - prevede che a nominare il presidente sia il cda eletto dall’assemblea, non i soci. E il non avere voluto, o potuto, cambiare questa impostazione rende arduo oggi alzare la posta, come vorrebbero i due primi azionisti, per trovare un “presidente di garanzia”.

 

Renato Pagliaro Renato Pagliaro

Pagliaro, in banca dal 1981 e presidente dal 2010, tra l’altro non ha più i requisiti di indipendenza, raccomandati dalle buone prassi di governance “all’atto della nomina”, ma che si perdono dopo tre mandati. Anche per ovviare a questo limite qualcuno dietro le quinte ipotizza che il cda possa assegnare a Vittorio Pignatti-Morano, ex banchiere d’affari di Lehman e consigliere in Mediobanca dal 2018, la presidenza. Ma è una voce che non trova conferme in Piazzetta Cuccia.

 

Sull’altro fronte Delfin e Caltagirone, che avrebbero ben visto l’ex ministro del Tesoro Vittorio Grilli come presidente, preparano una loro lista, che sarà di minoranza ma “lunga”: eleggerà almeno due consiglieri, ma i nomi saranno fino a sette, […]

 

Gli scarti appaiono ridotti: i due soci forti oltre al loro 30% avrebbero possibili sostenitori privati fino al 5%, mentre il cda sarà votato dal patto di consultazione (11%) e dalla maggioranza degli investitori istituzionali (non l’almeno 2% che voterà la lista Assogestioni, cui spetta per statuto un consigliere). L’esito dipenderà dall’affluenza - telematica s’intende, perché l’assemblea è in remoto - dei soci del mercato. Le liste di minoranza si depositano entro il 3 ottobre.

VITTORIO GRILLI VITTORIO GRILLI 37 fabrizio palenzona 37 fabrizio palenzona fabrizio palenzona fabrizio palenzona ALBERTO NAGEL ALBERTO NAGEL

 

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