antonio tajani e giorgia meloni al senato
TAJANI, SULLE BANCHE NON CI SARANNO TASSE
(ANSA) - "Non ci saranno tasse". Così il vicepremier Antonio Tajani, al margine della replica della premier Giorgia Meloni in Aula al Senato, ha risposto a chi chiedeva se fosse risolta la questione delle banche in vista della manovra.
L'AVVISO DELLE BANCHE
Estratto dell’articolo di Gianluca Paolucci e Giuseppe Bottero per “La Stampa”
«L'accordo è pronto, ma le uscite dei leghisti rischiano di provocare uno sconquasso». Alla vigilia del Consiglio dei ministri chiamato a dare il primo via libera alla manovra, nelle banche è l'ora dei sospetti. Gli sherpa, per giorni, hanno lavorato con gli emissari del Tesoro per dare una forma a quella parola, «sacrifici», che Giorgetti ha continuato a ripetere quasi come un mantra.
GIORGIA MELONI - TASSA SUGLI EXTRAPROFITTI DELLE BANCHE - VIGNETTA DI GIANNELLI
Ma la tensione, nelle ultime ore, era altissima: «La disponibilità a trattare, da parte nostra, è sempre stata assoluta» dice un manager che ha seguito da vicino le operazioni. Sul quaderno degli appunti ha uno schema chiaro: si interverrà sulle Dta, anticipando i versamenti fiscali da recuperare poi come imposte differite - una mossa che, di per sè, dovrebbe valere una manciata di miliardi di euro - e non solo. «Sono stati studiati anche dei piccoli corollari» spiega. Per esempio, un prelievo sulle stock options dei manager. La tregua, però, è legata a un filo sottile: «Nei comizi i leghisti ci hanno trattati a pesci in faccia. E questo non è accettabile».
Tra gli uomini del credito, ancora ieri sera serpeggiava un timore. Ritrovarsi di fronte a un testo definitivo cambiato rispetto alle promesse, e alle premesse. Una sorta di bis di quell'annuncio sugli extra-profitti che, nell'estate del 2023, spaventò Piazza Affari abbattendo i listini: un falò di 9 miliardi. Non andrà così, rassicurano dal Tesoro. «Il confronto con le banche è in corso e andrà avanti a oltranza», diconi fonti del Mef. «Attenti, perché quello fu un disastro» ripetono oggi i banchieri, che in ogni caso respingono chiunque tenti di dipingerli come «irritati».
antonio tajani, giorgia meloni e matteo salvini in senato foto lapresse
[…] Di sicuro nelle ultime ore, sul fronte del credito, è stato un fuoco di fila: bisogna «far pagare i banchieri, non gli operai», ha detto il vicesegretario leghista Andrea Crippa ripetendo le parole di Matteo Salvini e sottolineando che il settore ha segnato in un biennio, grazie alla corsa dei tassi di interesse, un «+93%» di utili.
Parole incendiare, alle orecchie di chi, sin dall'inizio, si è schierato con gli istituti. «Non ci saranno tasse sulle banche - rassicurava ieri il ministro degli Esteri Antonio Tajani -. Si troverà un accordo con gli istituti affinché possano aiutare lo Stato in questo momento particolare. Nessuna visione punitiva, nessuna tassa sugli extra-profitti. A parte che non so cosa sia un extra-profitto. E' una cosa da regime stabilire cosa sia extra e cosa non lo sia». Ma la fiducia è merce preziosa, e va conquistata. «Noi accettiamo il patto, il governo deve garantire altrettanta disponibilità quando ci serve» dicono fonti interne alle associazioni industriali.
Nel dettaglio, la misura sulla quale si sta ancora discutendo prevede la riduzione per più esercizi o l'azzeramento per il 2025 della quota di deducibilità delle Dta, gli asset fiscali differiti (crediti fiscali accumulati per le perdite pregresse, da detrarre per più esercizi in ragione degli utili). Per le prime 5 banche, le Dta nei bilanci 2023 valgono 30,5 miliardi di euro. L'azzeramento della deducibilità per 2025 potrebbe valere da sola alcuni miliardi di euro, si spiega. […]
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