gabanelli sui college usa

TE LO DO IO IL SOGNO AMERICANO - LA CRESCITA DEGLI ISTITUTI PRIVATI STA ALIMENTANDO LE DISEGUAGLIANZE NEL SISTEMA UNIVERSITARIO DEGLI STATI UNITI - GABANELLI: "NEI PRIMI 38 COLLEGE GLI STUDENTI CHE APPARTENGONO ALL’1% PIÙ RICCO DELLA POPOLAZIONE SONO PIÙ NUMEROSI DI QUELLI CHE SI COLLOCANO NEL 60% PIÙ POVERO" - C'È PURE LA "LEGACY ADMISSION", CIOÈ LA POSSIBILITÀ DI ESSERE AMMESSI IN UN ATENEO PERCHÉ L’HA FREQUENTATO IN PASSATO UN GENITORE: CON I SUOI BASSI VOTI BUSH JR. NON SAREBBE MAI ENTRATO... - VIDEO

 
Milena Gabanelli e Francesco Tortora per www.corriere.it

 

milena gabanelli sui college americani

Il rapporto Oxfam del gennaio 2020 fotografa il livello di diseguaglianza nel mondo: un piccolissimo numero di miliardari, per l’esattezza 2.153, possiede la stessa ricchezza di 4,6 miliardi di persone tutte insieme.

 

Poi è arrivata la pandemia e la sofferenza ha accomunato tutti gli abitanti della Terra: milioni di famiglie sono diventate ancora più povere, mentre un pugno di uomini è diventato ancora più ricco, continuando a sottrarre agli altri la possibilità di prosperare.

 

gabanelli sui college usa

Nel 2021 per la prima volta si potrebbe registrare un aumento della diseguaglianza contemporaneamente in tutti i Paesi. Questo in prospettiva potrà solo incrementare tensioni e conflitti sociali.

 

Come si inverte una rotta che sta diventando sempre più insostenibile? Il progresso della civiltà, sappiamo bene, passa prima di tutto dall’istruzione. Allora proviamo intanto a capire come funziona il modello di istruzione che crea le piccole «élite» mondiali.

 

Il sistema americano e le sue contraddizioni

L’istruzione è il primo tassello da riformare per garantire pari condizioni ai blocchi di partenza. Il sistema universitario americano è da sempre considerato il modello di riferimento, quello che sforna buona parte delle classi dirigenti internazionali.

 

diseguaglianze nel mondo

Nei campus hanno studiato capi di Stato, politici, top manager e premi Nobel. Da lì è partita la rivoluzione tecnologica che ha dato a giovani talenti l’opportunità di trasformare idee in progetti che hanno cambiato il mondo.

 

Dal 1988 al 2018 le rette delle università pubbliche sono passate da una media annuale di 3.190 dollari a 9.970 dollari. Le private, invece, sono cresciute da 15.160 a 34.740 dollari, a fronte di un aumento del reddito pro capite mediano di circa il 20%.

 

L’élite della Ivy League

Poi ci sono gli atenei della Ivy League, ovvero le otto più prestigiose ed elitarie università private degli Stati Uniti. Tra queste nell’anno accademico 2020-21 la retta più «economica» si paga a Harvard (49.653 dollari), mentre la più cara è quella della Columbia University (61.671 dollari).

 

chi frequenta ivy league

Ma se si calcolano le altre spese (tasse, vitto e alloggio) per studiare a Harvard bisogna sborsare 76.479 dollari, mentre per la Columbia University si arriva a 80.339 dollari. I criteri per essere ammessi sono voti alti alle superiori e punteggi eccellenti ai test di ingresso.

 

Per assicurarsi l’accesso a queste università elitarie che permettono di costruire relazioni con la futura classe dirigente, i genitori ricchi iscrivono i figli sin da bambini in scuole private d’eccellenza che aprono la strada verso i college della Ivy League. Naturalmente ci sono anche le borse di studio e aiuti finanziari per i meritevoli meno abbienti e le minoranze, ma tra gli iscritti questi restano numeri marginali.

 

Università feudo di rampolli milionari

rette nei college usa

Secondo un’inchiesta del New York Times nei primi 38 college degli Stati Uniti gli studenti che appartengono all’1% più ricco della popolazione sono più numerosi di quelli che si collocano nel 60% più povero: ben 4 studenti su 10 appartenenti allo 0,1% degli americani frequentano un ateneo della Ivy League o un’università d’élite, istituti che ogni anno si trovano in cima alle classifiche mondiali.

 

Al contrario, meno della metà dell’1% degli studenti provenienti dalla fascia più povera della popolazione frequenta un college d’élite; gli altri non frequentano alcun ateneo. L’economista Branko Milanovic nel libro «Capitalismo contro Capitalismo» spiega: «La possibilità di frequentare le università migliori è per i ragazzi nati in famiglie molto ricche 60 volte superiore a quella dei nati non solo nelle famiglie povere, ma anche in quelle del ceto medio».

 

Ammissione all’università d’élite per via ereditaria

Un altro fattore che aumenta le diseguaglianze è la «legacy admission», ovvero la possibilità di essere ammessi in un’università d’élite perché l’ha frequentata in passato un genitore.

 

college prestigiosi

Con i suoi bassi voti Bush Jr. non sarebbe mai entrato. I figli di ex studenti rappresentano dal 10 al 25% degli iscritti alle prime 100 università americane. Secondo uno studio del Wall Street Journal, il 56% delle prime 250 università consente le ammissioni ereditarie, e in un college d’élite come Harvard i figli degli ex studenti hanno sei volte più probabilità di essere ammessi rispetto ai richiedenti ordinari.

 

La Johns Hopkins University va in controtendenza e dal 2020 ha abolito le ammissioni ereditarie, che restano una prassi consolidata nel Paese perché tengono i milionari legati alle università e soprattutto li spingono ad aumentare le donazioni filantropiche.

 

Stipendi molto più alti

indebitamento per studiare

Frequentare un’università d’élite non solo permette di costruire reti di relazioni, ma assicura mediamente uno stipendio molto più alto: «Dieci anni dopo l’inizio dell’università - scrive Milanovic - il decile superiore dei lavoratori laureati di tutti gli atenei aveva uno stipendio medio di 68 mila dollari, mentre per chi proveniva dalle prime dieci università americane la retribuzione media era di 220 mila dollari».

 

Anche per questo le famiglie ricche fanno qualunque cosa per ottenere l’ammissione dei loro figli. A marzo 2019 la procura di Boston ha aperto un’inchiesta che ha coinvolto attrici di Hollywood, imprenditori milionari e top manager, accusati di aver pagato tangenti per garantire ai figli l’accesso a Yale, Georgetown, Stanford e University of Southern California (USC).

 

Il giro d’affari, valutato 25 milioni di dollari, è stato ideato dall’imprenditore William Rick Singer che con la sua società di consulenza «College & Career Network» sarebbe riuscito a truccare le graduatorie di ammissione di numerose università corrompendo coach e spacciando falsi attestati.

 

Gli atenei pubblici sempre più giù in classifica

Le università esclusive fanno terra bruciata: offrendo stipendi molto alti, attraggono i docenti migliori e sottraggono i professori più preparati alle università pubbliche, che di anno in anno perdono posizioni nelle classifiche nazionali.

 

la svolta di biden

Nella più recente lista stilata da Forbes sulle università migliori d’America la top ten è dominata da istituti privati. Ai primi posti si posizionano Harvard, Stanford, Yale, Massachusetts Institute of Technology (Mit) e Princeton. Nelle prime 20 posizioni ci sono solo due istituti pubblici, l’University of California-Berkeley (13esima) e l’University of Michigan-Ann Arbor (20esima).

 

Una tendenza che continua a rafforzarsi e blinda sempre di più la cerchia di coloro che possono accedere alla classe dirigente, e renderà più difficile il ripetersi di casi come quelli di Bill Clinton e Barack Obama: ottimi studenti, diventati presidenti degli Stati Uniti nonostante le umili origini.

 

I debiti miliardari e il modello che si espande in Europa

Oggi sono 43,2 milioni gli americani che hanno ancora da estinguere debiti universitari per un valore complessivo di 1.710 miliardi di dollari. I prestiti sono lievitati soprattutto negli ultimi 15 anni. Nel 2006 infatti i debiti contratti si fermavano a 480,1 miliardi.

 

emmanuel macron 3

Il 58% dei debiti totali sono detenuti dalle donne, che impiegano in media 2 anni in più per estinguerli. I laureati afroamericani scontano in media un debito di 52 mila dollari a testa, e devono 25 mila euro pro capite in più rispetto ai colleghi bianchi.

 

Un processo simile a quello americano, anche se in fase iniziale, si sta verificando in Europa con gli atenei privati che acquistano sempre più forza e prestigio

 

In Francia, ad esempio, uno studio del 2017 dimostrava che solo il 2,7% degli studenti di università d’élite (le «Grandes écoles») aveva genitori appartenenti alla popolazione più povera. Nell’aprile 2021, mantenendo una promessa elettorale, il presidente Emmanuel Macron ha abolito l’Ena, la Scuola nazionale di amministrazione pubblica che nell’ultimo mezzo secolo ha sfornato la metà dei presidenti della Quinta Repubblica (Giscard d’Estaing, Chirac, Hollande, lo stesso Macron), un terzo dei primi ministri e decine di funzionari che hanno ricoperto ruoli chiave nei gabinetti ministeriali.

 

Una scuola invidiata da tutta Europa, ma diventata il simbolo del classismo francese proprio per i suoi criteri di accesso, riservato a pochissimi privilegiati e non necessariamente i più meritevoli.

 

joe biden

La svolta di Joe Biden

Durante la campagna elettorale del 2020 Joe Biden aveva promesso che sarebbe intervenuto radicalmente per cambiare il sistema universitario.

 

La prima mossa è del 20 gennaio: il giorno in cui ha giurato come 46esimo presidente degli Stati Uniti, ha firmato un ordine esecutivo che congela fino al 30 settembre i pagamenti mensili sui prestiti studenteschi di proprietà del governo.

 

Ad aprile ha presentato un ambizioso piano da 300 miliardi che prevede tra l’altro l’università gratuita per tutti gli americani che si iscrivono a «community college», istituti che abilitano ad una specializzazione. Il capo di Stato sta ora prendendo in esame la possibilità di cancellare debiti fino a 50 mila dollari per ogni studente . Le misure sarebbero finanziate aumentando il prelievo fiscale ai più ricchi.

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…