andrea orcel unicredit russia

IL TERZO, DIFFICILE FRONTE DI ORCEL: LA RUSSIA – UNICREDIT SI LANCIA ALL’ASSALTO DI COMMERZBANK IN GERMANIA E BANCO BPM IN ITALIA, MA DEVE ANCHE FARE I CONTI CON I GUAI CHE ARRIVANO DA MOSCA – IL TRIBUNALE DELL’UE HA RESPINTO LA RICHIESTA DI UNICREDIT DI SOSPENDERE LE MISURE PREVISTE DALLA BCE PER GLI ISTITUTI EUROPEI IN RUSSIA. TRA I SUGGERIMENTI DELLA BANCA CENTRALE C’È LA “COMPLETA CESSIONE” DELLE SOCIETÀ CONTROLLATE IN RUSSIA. MA UN’USCITA TOTALE COSTEREBBE ALMENO 2 MILIARDI

Estratto dell’articolo di Francesco Spini e Gianluca Paolucci per “La Stampa”

 

UNICREDIT IN RUSSIA

Non sono solo due i fronti aperti per Andrea Orcel. L'ad di Unicredit, come noto, ha appena lanciato la sfida a Giuseppe Castagna con l'offerta pubblica di scambio per il Banco Bpm. Nel contempo resta aperta la partita […] Commerzbank  […].

 

C'è però un terzo fronte, in cui Orcel non gioca all'attacco, come gli è più congeniale, ma è costretto alla difesa: la Russia. Il Tribunale dell'Unione europea, cui Unicredit si era rivolto, venerdì scorso ha emesso un'ordinanza in cui respinge l'istanza di sospendere le misure disposte dalla Bce per mitigare il rischio connesso alle interessenze del gruppo italiano a Mosca, riservando le spese.

 

Andrea Orcel

La faccenda russa, insomma, resta aperta in attesa che il giudice entri nel merito. Di certo, sulle prime, non ha ravvisato un "fumus" tale da giustificare provvedimenti provvisori. Per capire il quadro, occorre fare un passo indietro e andare all'11 aprile del 2023, quando sulla scrivania di Orcel sono giunte le prime valutazioni della Bce sul profilo di rischio di AO Unicredit Bank, banca russa del gruppo, e sul suo impatto sulla stabilità del gruppo.

 

Il contesto è noto: la guerra di Mosca contro l'Ucraina e le sanzioni occidentali da un lato, dall'altro le restrizioni imposte da Mosca sulle società creditizie controllate da gruppi esteri.

 

putin on fire

La Bce ha rilevato, ricorda il Tribunale nell'ordinanza, «in particolare, l'aumento significativo di rischi operativi, reputazionali, sanzionatori e finanziari tali da potenzialmente superare i benefici per il gruppo derivanti dal proseguimento dell'attività in Russia».

 

Da Francoforte, dunque, hanno sottolineato «l'urgenza di attuare misure incisive al fine di ridurre tali rischi, ivi compresa la possibilità per Unicredit di valutare la completa cessione delle società controllate russe».

 

Orcel si è mosso di conseguenza, inviando alla Bce un piano per ridurre le proprie attività in Russia. Misure che a Francoforte hanno giudicato «insufficienti». Il 22 gennaio di quest'anno la Bce ha recapitato così a Unicredit un progetto di decisione. Ritenevano […] che «permanessero i principali ostacoli a una copertura globale del rischio di conformità, tra cui il rischio di riciclaggio di capitali e di finanziamento del terrorismo, nonché il rischio di sanzioni finanziarie».

 

unicredit in russia

Non solo. La Bce ha rilevato che il diritto di Mosca «vieta alle società controllate russe di condividere informazioni» con Unicredit, «persino le informazioni sui clienti i cui conti e le cui operazioni sembrano sospetti, e di dare applicazione alle sanzioni occidentali in Russia».

 

A questo la Bce ha aggiunto che «non è concesso alla dirigenza» di Unicredit «visitare i locali della AO Unicredit Bank e incontrarvi i dirigenti e il personale e che gli organi diretti a garantire la conformità del gruppo non possono effettuare ispezioni». Il 19 febbraio la banca italiana ha mandato le proprie osservazioni, ma Bce il 22 aprile ha adottato la sua decisione, poi impugnata dalla banca.

andrea orcel di unicredit

In tale decisione si formulano a Unicredit una raccomandazione, che riguarda la riduzione dei prestiti transfrontalieri, e cinque requisiti: sui prestiti, sui depositi, sul collocamento di fondi, quindi relative a restrizioni sui pagamenti e alla presentazione entro il 1° giugno di un «piano di attuazione» di tali misure.

 

Unicredit a quel punto ha provato la strada dell'interlocuzione con Bce per giungere a un accordo, per dirsi poi impossibilitata a ottemperare «integralmente i requisiti imposti». E ha impugnato la decisione chiedendo al Tribunale di «ordinare con effetto immediato la sospensione della decisione» fino a quando «il Tribunale non si sarà pronunciato sulla domanda di provvedimenti provvisori» e finché «non avrà deciso nel merito».

 

putin rubli 7

Unicredit in Russia rispetto al primo trimestre 2022 ha ridotto del 94% l'esposizione cross-border, del 77% i depositi locali, del 78% i prestiti netti locali, del 64% i pagamenti transfrontalieri. Secondo il giudice però «la Bce ha effettivamente proceduto all'analisi delle azioni già intraprese» concludendo che «permangono vari ostacoli per garantire una copertura esaustiva dei rischi individuati».

 

Il Tribunale ha spiegato come secondo la Bce «la cessione di attività sarebbe altrettanto efficace» rispetto ai requisiti richiesti, «ma tale misura sarebbe ancora più invasiva».

 

Nonostante ciò, qualcosa si è mosso per arrivare a una dismissione: il fondo Mubadala, dopo aver valutato il dossier, l'anno scorso avrebbe desistito per non rischiare di urtare i regolatori Usa.

 

christine lagarde 4

Orcel ora è stretto tra due fuochi. Da un lato la Bce, dall'altro la Banca centrale russa che, come riportato in una lettera del 7 settembre, minaccia una serie di sanzioni fino all'amministrazione straordinaria in caso Unicredit ottemperi alle richieste della Bce.

 

Queste, alla luce della normativa russa, porterebbero a «rischi gravissimi», anche se per Tribunale e Bce l'unica legge a cui la banca deve rispondere è quella europea. Unicredit paventa «il sostanziale azzeramento del valore» della partecipazione. Un'uscita totale dalla Russia impatterebbe sul Cet1, il capitale di migliore qualità che è al 16,1%, per 52 punti base, all'incirca tra 1,5 e 2 miliardi di euro. Non un'enormità, ma pur sempre risorse importanti per una banca impegnata nel grande risiko del credito.

Ultimi Dagoreport

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE... 

alfredo mantovano papa leone xiv italia agenti servizi segreti

OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN UDIENZA DA PAPA LEONE XIV, A CITTÀ DEL VATICANO – SARANNO PRESENTI I COMPONENTI COPASIR, IL DIRETTORE GENERALE DEL DIPARTIMENTO DELLE INFORMAZIONI PER LA SICUREZZA (DIS), VITTORIO RIZZI, I DIRETTORI DELLE AGENZIE INFORMAZIONI E SICUREZZA ESTERNA (AISE), GIOVANNI CARAVELLI, E INTERNA (AISI), BRUNO VALENSISE. È LA PRIMA VOLTA DI UN PAPA TRA GLI SPIONI (DI CERTO NON E' LA PRIMA VOLTA DI SPIE INTORNO A UN PAPA...) - PREVOST: "MAI USARE INFORMAZIONI PER RICATTARE" (SI VEDE CHE L'INTELLIGENCE NON È IL SUO FORTE)

brunello cucinelli giorgia meloni mario draghi massimiliano di lorenzo giuseppe tornatore nicola piovani

DAGOREPORT - L’AUTO-SANTIFICAZIONE DI BRUNELLO CUCINELLI È COSTATA CARA, NON SOLO AL “SARTO CESAREO” DEL CACHEMIRE, MA ANCHE ALLE CASSE DELLO STATO - IL CICLOPICO DOCU-FILM “IL VISIONARIO GARBATO”, DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE E BATTEZZATO CON TANTO DI PARTY ULTRACAFONAL IN UNO STUDIO DI CINECITTÀ ALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI, È COSTATO LA SOMMETTA DI 9.987.725 MILIONI DI EURO. DI QUESTI, I CONTRIBUTI RICEVUTI DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON IL MECCANISMO DEL TAX CREDIT RAGGIUNGONO LA CIFRA DI 3.955.090 MILIONI - DA PARTE SUA, PEPPUCCIO TORNATORE AVREBBE INTASCATO 2 MILIONI PER LA REGIA E 500 MILA PER SOGGETTO E SCENEGGIATURA – A PRODURLO, OLTRE A BRUNELLO STESSO, LA MASI FILM DI MASSIMILIANO DI LUDOVICO, CHE IN PASSATO HA LAVORATO SPESSO CON IL PRODUTTORE MARCO PEROTTI, COINVOLTO NEL CASO KAUFMANN (FU LUI A INOLTRARE LA DOMANDA DI TAX CREDIT PER IL FILM “STELLE DELLA NOTTE” DEL FINTO REGISTA-KILLER) - IL MONUMENTO A SE STESSO GIUNGE AL MOMENTO GIUSTO: DUE MESI FA, UN REPORT DI ''MORPHEUS RESEARCH'' ACCUSO' L'AZIENDA DI CUCINELLI DI VIOLARE LE SANZIONI UE ALLA RUSSIA…