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TIM, TIM! L’ASSE DEI DUE PRINCIPALI AZIONISTI VIVENDI E CDP PER RESPINGERE L'OFFERTA DEGLI AMERICANI DI KKR – MA C’E’ UN RISCHIO CHE POSSA DETERMINARSI UN CONCERTO FRA I DUE PRINCIPALI SOCI TALE DA FAR SCATTARE A SUA VOLTA UN OBBLIGO DI OPA CHE NESSUNO AUSPICA. IL FUTURO DI TIM RESTA INCERTO. IL RUOLO DI PALAZZO CHIGI CHE AVENDO POTERE SULLA RETE PREFERIREBBE…

ROSARIO DIMITO per il Messaggero

kkr

 

Su Tim scenari work in progress con il governo che, nel rispetto del mercato e dei soci, segue con attenzione perché ci sono asset strategici in gioco come l'infrastruttura di rete del Paese. Questo significa che sulla manifestazione di interesse di Kkr, ancora al vaglio degli organi dell'ex monopolista, l'uscita di due giorni fa di Giancarlo Giorgetti, che non a caso ha fatto leva sulla posizione precedente di Mario Draghi, lascia intendere che il fondo Usa è atteso da un percorso accidentato in quanto l'offerta, ancora preliminare, non rispecchia appieno il valore di Tim.

 

Sarebbe questa la principale valutazione che circola a Palazzo Chigi: i 50,5 centesimi proposti da Kkr nella sua offerta non vincolante, sarebbero ampiamente lontani dal vero valore di Tim. Anche e soprattutto alla luce degli 1,25 euro emersi come valore di riferimento dall'impairment test della semestrale, che verifica la recuperabilità del valore dell'avviamento del gruppo telefonico pari a circa 23 miliardi a fine 2020.

LA FOTOGRAFIA DI TIM - AZIONISTI E SITUAZIONE FINANZIARIA

 

Comunque oggi Tim sceglierà gli advisor: in pole Barclays e Goldman Sachs più un eventuale terzo. Insieme valuteranno la proposta Kkr ma anche la fattibilità di scenari alternativi. Prima del 17 dicembre è improbabile accadano novità, e l'Opa resterà al palo. Partendo da queste considerazioni e sempre in funzione della strategicità della rete da proteggere con il golden power, Palazzo Chigi vedrebbe quindi di buon occhio una liaison fra i due principali azionisti di Tim, Vivendi con il 23,9% e Cassa Depositi e Prestiti (con il 9,8%).

 

Non a caso i vertici del gruppo transalpino guidato dal ceo Arnaud de Puyfontaine, si sarebbero fatti promotori di un incontro, nei giorni scorsi a Milano, con l'ad di Cdp Dario Scannapieco, trovando punti di convergenza sulle strategie per un rilancio di Tim al di fuori del progetto di Opa di Kkr. E soprattutto altri incontri dovrebbero tenersi a breve per cementare un piano molto concreto. Da notare che un asse fra Parigi e via Goito deve avere come punto fermo lo scorporo della rete, un tema che fino a poco tempo fa Vivendi osteggiava ma che adesso obtorto collo deve condividere per avere forza per respingere l'assalto del fondo Usa.

 

vincent bollore

IL FUTURO DELLE TELCO Vivendi si è convinta che il rilancio deve passare da una presa più stretta dell'azionista pubblico sugli asset strategici di Tim quali la rete, i collegamenti internazionali di Sparkle e il cloud di Noovle, mentre il contributo di Vivendi potrebbe focalizzarsi sugli ambiti più commerciali e su quelli relativi ai contenuti video e non solo all'interno di un percorso che a medio termine evolve verso la fine di Tim come gruppo integrato, che è poi lo scenario che si apre per tutte le grandi telco europee. Non è casuale che le dichiarazioni di Giorgetti abbiano fatto riferimento alla rete di Tim ma anche ad alcune società controllate. Difficile possa essere rispolverato il progetto di rete unica tout court, date le perplessità dell'Europa, ma un modello di co-investimento potrebbe essere in questo modo perseguito agevolmente. «Ci sono sul mercato due player principali che stanno realizzando infrastrutture di rete in concorrenza tra loro. E nel contesto si possono valutare eventuali sinergie per accelerare l'infrastrutturazione digitale del Paese», ha aggiunto Giorgetti.

dario scannapieco foto di bacco 5

 

I contatti procedono sotto traccia, in quanto da un lato l'offerta di Kkr è amichevole e ha sponsor a livello internazionale, dall'altro il rischio che possa determinarsi un concerto fra i due principali soci potrebbe far scattare a sua volta un obbligo di Opa che nessuno auspica.

 

pietro labriola

Il futuro strategico di Tim quindi è incerto e il nuovo dg Pietro Labriola, da oltre 20 anni nel gruppo, è chiamato a un compito particolarmente complesso. Tim infatti negli ultimi quattro anni ha registrato un continuo calo di ricavi e margini, scesi ai minimi storici del 36,6% sul mercato domestico a settembre 2021: i risultati, ma soprattutto la strategia, sono al centro delle valutazioni di Vivendi ma anche dei consiglieri di minoranza che hanno portato al cambio di guida operativa. Secondo queste osservazioni, infatti, negli ultimi mesi sarebbe venuto meno l'alibi della crisi internazionale delle telco: sia Deutsche Telekom che Vodafone negli ultimi trimestri hanno registrato performance superiori alle attese, dimostrando al mercato che l'emorragia degli ultimi anni potrebbe essere stata arrestata.

GIANCARLO GIORGETTI E MARIO DRAGHITIM

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