giovanni ferrero massimiliana landini aleotti alessandro rosano

I VERI RICCONI MANTENGONO UN BASSO PROFILO - PRENDETE GIOVANNI FERRERO, IL PIÙ RICCO DEL NOSTRO PAESE, CHE NON RILASCIA QUASI MAI INTERVISTE - OPPURE MASSIMILIANA LANDINI ALEOTTI, STEFANO PESSINA, LA FAMIGLIA PERFETTI. E ANCORA, L’ULTIMO ARRIVATO: ALESSANDRO ROSANO, FONDATORE DI “HEY DUDE”, UNA SOCIETÀ CHE PRODUCE SCARPE PER IL TEMPO LIBERO, VENDUTA AL GRUPPO “CROCS” PER 2,5 MILIARDI (AVEVATE MAI SENTITO IL SUO NOME?)

ALESSANDRO ROSANO HEY DUDE

Luca Piana per “la Repubblica - Affari & Finanza”

 

L'ultimo arrivato si chiama Alessandro Rosano e nei giorni prima di Natale ha fatto il colpo della vita. Il gruppo americano Crocs, quello dei sandali colorati, ha annunciato di aver comprato un'azienda di Hong Kong che si chiama Hey Dude e produce scarpe per il tempo libero, che ha iniziato a vendere via Amazon nel 2017 raggiungendo i 580 milioni di dollari di ricavi.

 

Dalla cessione Rosano, il fondatore di Hey Dude, incasserà 2,5 miliardi di dollari, oltre 2 miliardi dei quali cash, e continuerà a lavorare nel gruppo. Di lui, in realtà, si sa poco: incrociando i dati su Linkedin e sul sito di Hey Dude si arriva a dedurre che ha 53 anni, è nato a Torino e tredici anni fa ha fondato a Pistoia una piccola azienda calzaturiera, che esiste ancora e si chiama Fratelli Diversi.

scarpe hey dude 1

 

Come sia passato dall'intuizione iniziale ai fasti di Hong Kong, però, lui finora ha preferito non raccontarlo, entrando di diritto in una speciale categoria di imprenditori italiani: i capitani silenziosi.

 

Se si osserva la classifica elaborata da Forbes sui grandi patrimoni italiani, che include anche chi è nato qui ma risiede all'estero, si nota che in vetta ci sono numerosi imprenditori che si fanno coinvolgere raramente nelle grandi partite finanziarie o nella vita pubblica del Paese.

I CAPITANI SILENZIOSI TRA I MILIARDARI ITALIANI

 

Alcuni non hanno mai rotto la loro riservatezza per concedere un'intervista, altri lo fanno solo in rare occasioni. È vero, al secondo posto del ranking spicca Leonardo Del Vecchio, il fondatore di EssilorLuxottica che sta mettendo a soqquadro gli storici equilibri di due santuari della finanza nazionale come Mediobanca e Generali, mentre al quinto si trova Silvio Berlusconi, che certamente nessuno può accusare di finto understatement.

 

leonardo del vecchio

Allo stesso tempo, però, molti italiani faticherebbero a riconoscere, se lo incontrassero al gate dell'aeroporto, il numero tre della classifica Stefano Pessina, che con la compagna - di lavoro e di vita - Ornella Barra è uno dei grandi azionisti di Walgreens Boots Alliance, colosso mondiale della distribuzione farmaceutica, un giro d'affari che supera i 111 miliardi di euro.

 

stefano pessina

Lo stesso si può dire per la numero quattro Massimiliana Landini, vedova di Alberto Aleotti, imprenditore scomparso nel 2014 che fece grande la casa farmaceutica Menarini, oppure per il numero otto Gustavo Denegri, che controlla la società diagnostica Diasorin, fenomeno di Piazza Affari con una capitalizzazione di 8,6 miliardi di euro.

 

Massimiliana Landini Aleotti

I gruppi industriali che stanno dietro a queste fortune silenziose sono molto diversi fra loro, così come le storie individuali delle persone che li guidano o ne sono i grandi azionisti. Quasi in ogni bar d'Italia si trovano le gomme Brooklyn, le caramelle Golia, i Chupa Chups. L'azienda che li produce si chiama Perfetti Van Melle e nei pressi di Milano conserva l'originario stabilimento produttivo di Lainate.

 

gustavo denegri 1

La famiglia Perfetti, i proprietari, decimi nella classifica di Forbes, si sono trasferiti in Svizzera negli anni Settanta, quando Egidio, uno dei due fondatori, venne rapito e poi liberato solo dopo il pagamento di un riscatto. Due settimane prima di Egidio, anche il fratello Augusto era stato oggetto di un analogo tentativo, sventato all'ultimo istante.

 

Perfetti Van del Melle

Da allora la famiglia si è chiusa nella privacy più estrema e solo un esponente della terza generazione, Egidio pure lui, presidente della holding lussemburghese che custodisce la proprietà del gruppo, vi sfugge a intermittenza, considerato che pilota e sponsorizza una Porsche del team tedesco Project 1, iscritta al campionato mondiale endurance.

 

La Perfetti d'un tempo è cresciuta anche attraverso acquisizioni, fino a diventare un colosso mondiale delle caramelle, ha 17.600 dipendenti e ha spostato il quartier generale in Olanda. Il bilancio consolidato della holding lussemburghese (la C+F Confectionary & Foods) mostra che i lockdown del 2020 hanno dato una bella botta ai ricavi, scesi da 2,6 a 2,2 miliardi di euro.

 

giovanni ferrero

I profitti netti, però, sono aumentati da 236 a 305 milioni, in parte grazie a una legge italiana: la rivalutazione dei beni patrimoniali resa possibile dal Decreto Agosto del governo Conte 2, che ha permesso alla filiale di Lainate di ridurre in misura consistente il carico fiscale del 2020.

 

Molto italiano e molto no è anche il gruppo Ferrero. Dell'uomo che ha inventato la Nutella, Michele Ferrero, si conoscono due interviste: una rilasciata per il libro "Miliardari in borghese" del 1966, l'altra pubblicata dal quotidiano La Stampa dopo la sua scomparsa, nel 2015.

giovanni ferrero 2

 

Nel mezzo ha sempre fatto parlare le martellanti pubblicità dei prodotti più conosciuti, dal Mon Chéri all'ovetto Kinder. Il figlio Giovanni, in testa alla classifica di Forbes una spanna sopra Del Vecchio, il silenzio ereditario l'ha interrotto in due momenti.

 

Il primo con un'intervista più personale nel 2008, tra la pubblicazione del quarto e del quinto dei romanzi che ha scritto (è arrivato a sette, l'ultimo è uscito l'anno scorso). Il secondo quando ha preso in mano le redini del gruppo e ha annunciato che Ferrero sarebbe andata «oltre le colonne d'Ercole», affiancando alla crescita interna quella per acquisizioni, mai tentata dal padre.

giovanni ferrero nutella

 

Da allora Giovanni, che è nato a Torino ma risiede a Bruxelles, ha rilevato biscotti, cioccolatini, snack alla frutta, gelati, crostate e altro ancora tra Stati Uniti, Gran Bretagna, Spagna, Belgio, Danimarca, Italia.

 

 Negli ultimi anni è tornato alla riservatezza tipica della famiglia, non solo di Michele ma anche della madre Maria Franca Fissolo. A parlare sono i numeri, che mostrano l'esecuzione dei piani annunciati nel 2015: il gruppo, oltre 34 mila dipendenti, controllato dalla lussemburghese Ferrero International, nel bilancio annuale all'agosto 2020 aveva ormai 12,3 miliardi di euro di ricavi, in crescita dagli 11,4 dell'anno prima soprattutto grazie alle acquisizioni.

GIOVANNI ALBERTO E LUCIA ALEOTTI

 

Uno spunto interessante riguarda il fatto che alcuni fra i capitani silenziosi al top della classifica sono al vertice di imprese non quotate in Borsa. È così per Ferrero, Aleotti e Perfetti, e anche per Simona Giorgetta, 47 esima nel ranking, erede del 34 per cento della Mapei al fianco degli Squinzi.

 

La scalata più spettacolare, però, è forse quella di Leonardo Del Vecchio, che nella fotografia di Forbes ha portato il suo patrimonio a 32,9 miliardi di dollari facendo leva proprio sulla crescita per acquisizioni e fusioni della sua EssilorLuxottica, oggi uno dei titoli di punta della Borsa di Parigi.

 

luca garavoglia campari

Sarà dunque interessante vedere, fra gli outsider, quanto potranno crescere in futuro altri personaggi meno noti ma grandi azionisti di imprese quotate. Una è Alessandra Garavoglia, 14 esima con 4,4 miliardi di dollari, sorella del più visibile ma sempre riservato Luca Garavoglia, nono con 5,2 miliardi, presidente della Campari, altro gruppo votato alla crescita per acquisizioni.

 

L'altro è Sergio Stevanato, proprietario del gruppo padovano che porta il nome di famiglia e produce contenitori e infusori per farmaci: la recente quotazione a Wall Street dell'azienda lo ha fatto scoprire anche in Italia, proiettandolo in sedicesima posizione, con un patrimonio di 3,7 miliardi.

stefano pessina ornella barra boots

Ultimi Dagoreport

maurizio belpietro giorgia meloni francesco saverio garofani

A CIASCUNO LA SUA “VERITÀ” - L’ARTICOLO PUBBLICATO DAL QUOTIDIANO DI BELPIETRO SUL "PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” È PRATICAMENTE IDENTICO ALLA MAIL RICEVUTA DA MOLTI ALTRI QUOTIDIANI, DA UN ANONIMO CHE SI FIRMAVA "MARIO ROSSI", CHE HANNO DECISO DI IGNORARE LA VICENDA PERCHÉ NON VERIFICABILE - PERCHE' BELPIETRO HA DECISO DI DARE SPAZIO E RISALTO A UNA STORIA COSI' AMBIGUA? HA IN MANO ANCHE UN AUDIO O CI SONO ALTRE RAGIONI? DI CERTO, L'EX ALLIEVO DI VITTORIO FELTRI È UN PO' IN DIFFICOLTÀ: LE COPIE VENDUTE DAL SUO GIORNALE CALANO E "LA VERITÀ" STA DIVENTANDO POST-VERITÀ, CON LO SPAZIO CONCESSO A COMPLOTTISTI, NO VAX E PUTINIANI - FORSE CREARE UN PO’ DI CACIARA CON IL GAROFANI-GATE SERVE A RIPORTARE IL QUOTIDIANO SOTTO I RIFLETTORI - DI SICURO HA FATTO UN FAVORE A GIORGIA MELONI. DEL RESTO, FU LEI NEL 2023 A OPPORSI ALLA VENDITA DEL GIORNALE AD ANGELUCCI, E A TROVARE IN FEDERICO VECCHIONI, AD DI "BONIFICHE FERRARESI" E CARO A LOLLOBRIGIDA, IL "SALVATORE" PRONTO A RILEVARE IL 25% DELLA SOCIETA' EDITRICE BY BELPIETRO - DA ALLORA FIOCCANO INSERZIONI DELLE PARTECIPATE E PEZZI PRO-GIORGIA...

matteo salvini giorgia meloni donald trump vladimir putin sergio mattarella

DAGOREPORT - COME MAI GLI ARTICOLI DELLA “VERITÀ” SUL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE LA MELONI” ARRIVANO IL GIORNO DOPO LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO SUPREMO DI DIFESA, DI CUI GAROFANI È SEGRETARIO, IN CUI SI È RIBADITA LA LINEA DI “PIENO SOSTEGNO ITALIANO ALL’UCRAINA”? - LA LINEA PRO-KIEV DI GIORGIA MELONI SI E' AFFIEVOLITA DA TEMPO (HA MESSO IN “PAUSA” L'ADESIONE DELL'ITALIA AL PIANO PURL PER LE ARMI USA A KIEV) E SALVINI E' IL SOLITO "FIGLIO DI PUTIN" CHE SI OPPONE A OGNI SOSTEGNO A ZELENSKY - NON SOLO: MATTARELLA, ORMAI DA ANNI, INFIOCINA I SOVRANISMI DI MEZZO MONDO, HA PIU' VOLTE CRITICATO TRUMP, PUTIN, ORBAN, NETANYAHU E AFD (GUARDA CASO TUTTI AMICI DI MELONI E SALVINI) - SE L'AUDIO DI GAROFANI ESISTE, E CERTIFICA UN "COMPLOTTO" E NON UN SEMPLICE RAGIONAMENTO POLITICO, PERCHÉ BELPIETRO NON LO PUBBLICA? IL COLLOQUIO DELL'EX DEPUTATO DEL PD È STATO CARPITO AL RISTORANTE IN UNA "CHIACCHERATA TRA AMICI". SE ESISTE L'AUDIO, CHI LO HA REGISTRATO? UN AMICO? UN PRIVATO CITTADINO CHE HA RICONOSCIUTO GAROFANI, NONOSTANTE FOSSE UN VOLTO POCO NOTO? O IL CONSIGLIERE DI MATTARELLA ERA "ATTENZIONATO"? DA CHI?

tommaso foti galeazzo bignami

CHIAGNI E FOTI – A VOLERE QUEL FENOMENO DI GALEAZZO BIGNAMI COME CAPOGRUPPO DI FDI ALLA CAMERA FU TOMMASO FOTI, CHE SCELSE IL CAMERATA BOLOGNESE COME SUO SUCCESSORE. QUANDO CI FU IL PASSAGGIO DI CONSEGNE, FOTI ASSICURÒ CHE NON AVREBBE POTUTO SCEGLIERE UN SUCCESSORE MIGLIORE (PENSA COM'ERANO GLI ALTRI PRETENDENTI) - DI SICURO BIGNAMI NON È MAI STATO TROPPO ISTITUZIONALE NEGLI INTERVENTI IN AULA: SPESSO PROVOCATORIO, OGNI VOLTA CHE PARLA IRRITA L'OPPOSIZIONE. PARE CHE UNA TELEFONATA DA PALAZZO CHIGI E UN CONSIGLIO “PATERNO” BY FOTI LO AVESSERO INDOTTO A MAGGIOR EQUILIBRIO. SINO A IERI…

sergio mattarella guido crosetto galeazzo bignami adolfo urso giorgia meloni

FLASH! - SULLA QUESTIONE GAROFANI-BELPIETRO, RIMBOMBA IL SILENZIO ASSORDANTE DI GUIDO CROSETTO. CHE LA LINEA DEL MINISTRO DELLA DIFESA E COFONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA SIA PIÙ IN SINTONIA CON IL COLLE CHE CON I CAMERATI DI “PA-FAZZO” CHIGI DI VIA DELLA SCROFA, NON È UNA NOVITÀ. D’ALTRONDE, NEL 2022 FU MATTARELLA A VOLERE CROSETTO ALLA DIFESA, DOPO AVER BOCCIATO IL NOME DI ADOLFO URSO PROPOSTO DA MELONI. ED È SEMPRE STATO CONSIDERATO UN “INTERLOCUTORE” DEL COLLE, TANT’È CHE GUIDONE SMISE DI PARTECIPARE  AI CONSIGLIO DEI MINISTRI POICHÉ TUTTI DAVANTI A LUI TENEVANO LA BOCCUCCIA CHIUSA…

maurizio belpietro giorgia meloni galeazzo bignami francesco saverio garofani sergio mattarella

GIORGIA MELONI NON ARRETRA! DOPO L'INCONTRO AL QUIRINALE CON MATTARELLA, LA DUCETTA HA RIBADITO LA VERSIONE DEL CAMERATA GALEAZZO BIGNAMI: “RAMMARICO PER LE PAROLE ISTITUZIONALMENTE E POLITICAMENTE INOPPORTUNE DI FRANCESCO SAVERIO GAROFANI” – AL CONSIGLIERE DI MATTARELLA SARÀ SFUGGITA UNA PAROLA DI TROPPO, MA DA UNA BANALE OSSERVAZIONE POLITICA SUL CENTROSINISTRA AL GOLPE QUIRINALIZIO, CI PASSA UN OCEANO – PERCHÉ BELPIETRO NON PUBBLICA L'AUDIO IN CUI GAROFANI EVOCAVA UN “PROVVIDENZIALE SCOSSONE” (AMMESSO CHE LO "SCOSSONE" NON SI RIFERISSE AL CENTROSINISTRA)? SE LO FACESSE, LA QUESTIONE SAREBBE CHIUSA: PER GAROFANI SAREBBE DIFFICILE RESTARE AL SUO POSTO – IL QUIRINALE AVEVA FATTO SAPERE CHE DOPO L’INCONTRO CI SAREBBE STATO UN COMUNICATO. PER ORA L’HA FATTO LA MELONI: CI SARÀ UN’ALTRA NOTA DAL COLLE? - BIGNAMI INSISTE: "CI HA SORPRESO LA REAZIONE SCOMPOSTA DEL PD, GAROFANI HA CONFERMATO I CONTENUTI E NON HO VISTO PIATTI VOLARE DAL QUIRINALE..."