CAFONALINO DIABOLIKO – PER CELEBRARE I 60 ANNI DI DIABOLIK, ENRICO MANERA HA “SFIDATO” ALTRI 17 ARTISTI NELLA MOSTRA “MANERA CONTRO TUTTI!” – ALLA “GALLERIA RESTELLIARTCO” SONO STATI AVVISTATI I SENATORI MAURIZIO GASPARRI E GIUSY VERSACE, IL PRINCIPE GUGLIELMO GIOVANELLI MARCONI, LA PRINCIPESSA IRMA CAPECE MINUTOLO – E POI LO SCACIATISSIMO FRANCO NERO, LA FARAONICA ALESSANDRA CANALE E MARIO ZAMMA (SENZA LOTITO)…

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Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

 

Gabriella Sassone per Dagospia

 

enrico manera franco nero foto di bacco enrico manera franco nero foto di bacco

Una mostra “diabolika” con 18 artisti à la page per l’antieroe più amato dei fumetti. Così Roma ha voluto celebrare alla grande i 60 anni di Diabolik, il magnetico ladro in calzamaglia dagli spettacolari occhi di ghiaccio nato dalla matita e dalla fantasia delle sorelle Giussani: il novembre è ricorso il sessantenario dall’uscita del primo fumetto intitolato “Il re del terrore”.

 

Lo stranoto artista Enrico Manera per l’occasione ha tirato fuori “l’artiglieria pesante”: il suo maestoso Diabolik su tela alta oltre 2 metri, seguito da tutti gli altri eroi, miti e icone che ha realizzato in 60 anni di storia. E ha “sfidato” altri 17 artisti nella mostra “Manera contro tutti! Oltre la Scuola di Piazza del Popolo”, tutti presenti con le loro opere più originali e significative. Un successone il vernissage inaugurale alla “Galleria Restelliartco” di via Vittoria Colonna, con un via vai durato fino a tardi e gente ammassata dentro, fuori, sopra e sotto e il solito caldo tropicale (ma un po’ di aria condizionata mai, eh?).

 

maurizio gasparri enrico manera francesca barbi marinetti foto di bacco maurizio gasparri enrico manera francesca barbi marinetti foto di bacco

L’esposizione, in scena fino al 30 novembre, è stata ideata e voluta dai galleristi Raffaella Rossi e Filippo Restelli (in collaborazione con D.C. Arte di Daniele Cipriani) in occasione della Rome Art Week 2022, per sottolineare come all’interno di un percorso espositivo ogni artista, attraverso una ironica sfida condotta a colpi di pop, possa raccontare la propria visione e percezione delle icone e dei miti che fanno parte del linguaggio e del quotidiano di ognuno.

 

Il simpatico Enrico Manera è protagonista, narratore e interprete di questi anni di cambiamenti storici, artistici e di costume. Si vede già dalla strada e domina il piano terra della galleria, il gigantesco Diabolik in calzamaglia blu con cui tutti si sono voluti far immortalare, in un tripudio di selfie e flash. C’è anche “Batman” a tecnica mista su cartone del 1997; i “Teatrini di Batman e Superman”, teche tridimensionali in plexiglass; Superman è raffigurato anche nella sua identità segreta, in “Clark Kent” a tecnica mista su tela del 2012.

 

mario zamma foto di bacco (1) mario zamma foto di bacco (1)

Non solo: il poliedrico Manera iniziò verso la metà degli anni ’70 a lavorare nel cinema come attore e da questa sua passione per la settima arte nascono le opere su cartone delle Major hollywoodiane “Paramount”, “Warner Bros” e “M.G.M.” del 1997. Mentre è del 2002 “Warner Bros” realizzata su tela con il logo in fucsia. Lo sguardo si sposta poi su “Ex Da Volpedo” del 2002, in cui la storica opera di Pellizza da Volpedo, “Il Quarto Stato”, è rappresentata da Manera con luci al neon in teca di plexiglass. Ancora l’uso del neon si ritrova in “Ex Vincent” del 2002, omaggio a Van Gogh.

 

Sulle pareti della Galleria Restelliartco, “Manera contro Tutti” prosegue con “Imperial Nightmare” del 1998; “Bacio”, tela del 2012 con l’iconico Bacio Perugina rappresentato in chiave pop; un pop che si ritrova anche in “Coca Cola” a tecnica mista su carta del 1998.

 

“Ma chi è quel biondo con i Rayban a specchio nel quadro esposto in vetrina? E’ Brad Pitt?”, si chiedono due ragazze. Già, sembra proprio lui, in realtà è il ritratto di Manera realizzato da Mario Schifano, uno tra i pochissimi eseguiti dal Maestro della Scuola di Piazza del Popolo, di cui Manera entrò a far parte verso la metà degli anni ’70, unendosi a Franco Angeli, Tano Festa e Giosetta Fioroni.

 

maria pia liotta giusy versace foto di bacco maria pia liotta giusy versace foto di bacco

Questa mostra affonda le sue radici proprio nella Scuola di Piazza del Popolo “e in quei magici anni in cui si sperimentarono le dinamiche artistiche che poi si tradurranno nelle sperimentazioni creative che popoleranno mostre, musei, Quadriennali e Biennali d’Arte”, specifica Francesca Barbi Marinetti, nipote di Filippo Tommaso che fu tra i più grandi innovatori artistici del ‘900, arrivata tra i primi all’happening. “Sono gli anni che conseguono le beat generation, quando la musica rappresenta un magnetico polo di aggregazione. L’arte è connessa agli eventi musicali con light shows, sviluppando una controcultura necessaria all’informazione e all’ispirazione artistica”.

 

Qui nasce e si forma un giovanissimo Enrico Manera, che della sperimentazione creativa fa da sempre il fondamento della sua arte. È il 1976 quando appena diciottenne scolpisce “J.C.M.” (Jiulius Caesar Manera), statuetta in vetroresina in cui, con lo stile scanzonato e irridente che gli appartiene, l’artista vede se stesso nelle vesti di un imperatore romano.

 

franco nero raffaele alberto foto di bacco franco nero raffaele alberto foto di bacco

Nel 2021 realizza la bellissima scultura in plexiglass “Boccioni Extraterrestre”, pluri fotografata con l’attore Franco Nero al Festival Internazionale della Danza e delle Danze, omaggio al futurista Umberto Boccioni e al dinamismo delle forme. Nasce dall’influenza del fermento creativo vissuto all’interno della “Scuola di Piazza del Popolo”, che racconterà poi nel suo libro “Café des Artistes”, “Power” tecnica mista su cartone del 1978.

 

Arrivano i senatori Maurizio Gasparri e Giusy Versace, il principe Guglielmo Giovanelli Marconi, la principessa Irma Capece Minutolo in tailleur black, lo scrittore Niky Marcelli col suo Borsalino in testa saluta Roberta Beta, l’artista Camilla Ancillotto, il gallerista Raffaele Soligo, la press agent Patrizia Brandimarte con il marito marchese Gregorio del Gallo di Roccagiovine. Ecco gli attori Franco Nero, Edoardo Sylos Labini e Mario Zamma.

 

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Ecco la presentatrice tv Alessandra Canale che abita lì vicino, così come Gigi Marzullo che passa con la mascherina a righe bianche e blu uguale alla camicia e guarda incuriosito tutta quella folla, prima di salire in macchina e raggiungere la Rai. Manera fa gli onori di casa con la moglie Cleonice Gioia, brava artista anche lei, e la bella figlia Virginia Manera. Arrivano anche la nipote cantante Alma Manera con la figlioletta Regina Amelie e la mamma Maria Pia Liotta. Sotto a chi tocca!

 

Il poliedrico romano Fabio Ferrone Viola espone il suo “Coca - Omaggio a Mario Schifano”, vernice acrilica e tappi di bottiglia su tela, e il collage con carta di giornale “Kennedy is alive”, ripropone in chiave pop, grazie all’utilizzo di materiali riciclabili, due miti della nostra epoca; mentre in “Cocaine USA Flag” realizzata con lattine di Coca Cola pressate ed inserite nella trama del tessuto, le strisce bianche sono il nesso tra la scritta della bevanda, lo stupefacente e il suo spropositato consumo, in modo particolare negli States.

 

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Nelle sue “Pop Queen”, Fabio Ferrone Viola omaggia invece la grande Regina Elisabetta II, icona e mito ineguagliabile di un’epoca, scomparsa da poco a 96 anni. Monica Casali realizza in acrilico, resina, foglia d’argento e pezzi originali d’epoca la sua “Jaguar” E Type, l’iconica auto guidata da Diabolik e definita da Enzo Ferrari la vettura più bella del mondo. L’artista Stasi, con l’acrilico su tela “The Industry of the Pig”, ripercorre il progetto di industrializzazione di fine ‘700. Il suino indossa abiti ottocenteschi di chiara fattura inglese. Nella parte inferiore emerge uno skyline, simbolo dell’inurbamento a discapito della società moderna.

 

E ancora, l’artista romana Cristiana Pedersoli, figlia dell’indimenticabile Bud Spencer, propone il volto dell’amato attore in immagine stilizzata su sculture in metallo nero, silver e grezzo. Si prosegue con “The Big One” di Marco Bettini, un gigantesco dollaro americano su metallo riproposto in chiave pop e con particolare ironia, e “Piazza del Popolo” della raffinatissima artista Irem Incedayi che ci riporta visivamente al centro della discussione.

 

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Tra gli altri artisti esposti al piano superiore della Galleria, la “Kellogg’s Catwoman” di Pennyboy, formatosi negli ambienti underground della Capitale, che ritrae una affascinante Catwoman su alluminio modellato. Ecco il “Paperinik” di Biagio Castilletti con innumerevoli pezzi di lattine lavorati e minuziosamente colorati e il supereroe “La Cosa” di Gigi Folliero realizzato con la tecnica “Tape Art”, strisce di nastro adesivo colorato e poi fuso, a mimare la pennellata di vernice su tela.

 

Si prosegue con le “Americhe” di Roberta Bissoli con dollari americani al posto dei colori, con l’artista Skiri che porta nelle sue opere personaggi del fumetto e del cinema stravolgendone i ruoli e trasformando, con ironico paradosso, i buoni in cattivi, e dello street-artist internazionale David Pompili.

 

Tra gli iconici oggetti esposti, la “Big Apple” del 2021 di Milena Bini, la scultura “SPQR” di Marcello Maugeri (verniciatura elettrostatica su alluminio) opera elementare con cui celebra Enrico Manera, maestro di sperimentazione e cultore del riutilizzo creativo. Il Grigio formale e piatto tipico dei motori diventa Colore, energia vitale di Roma, città eterna, officina artistica in continuo fermento. L’artista romano “Shout” presenta le iconiche salse Tomato Ketchup, Mayonnaise e Sweet Relish su tre tele distinte, in uno stile neo-pop internazionale in cui i colori delle tre salse ricordano la bandiera italiana.

 

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La misteriosa Nayara Sikaada, pseudonimo che usa per celare l’identità, presenta due opere di grande impatto: “Mouth” olio su tela che raffigura la bocca di Mick Jagger e “Hands 2”, olio su tavola in cui in primo piano l’artista dipinge le mani di Keith Richards che suonano la chitarra.

 

Presentato per la prima volta in esclusiva il progetto “Cash&Carry - Icons”, in cui l’artista ventinovenne Factory utilizza gli scontrini come una contemporanea tela su cui realizzare le proprie opere. Un oggetto quindi così identificativo della globalizzazione e del quotidiano di ognuno diventa un simbolo pop, un’esperienza “popular”, un’opera d’arte alla portata di tutti.

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