caf_dellavite

CAFONALINO – SOLO LA CHIESA PUÒ METTERE ALLO STESSO TAVOLO MARIA GIOVANNA MAGLIE, FAUSTO BERTINOTTI ED ENRICO VANZINA, RIUNITI A VILLA SOSPISIO PER LA PRESENTAZIONE DI “SE NE RIDE CHI ABITA I CIELI”, IL LIBRO CON CUI MONSIGNOR GIULIO DELLAVITE DISPENSA CONSIGLI AI MANAGER PARTENDO DALLA CULTURA MONASTICA – NOBILI, PRETI, GIORNALISTI: ECCO CHI C’ERA AD ASCOLTARE

enrico vanzina fausto bertinotti maria giovanna maglie

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia

 

DON GIULIO DELLAVITE A VILLA SOSPISIO

DAGONOTA

 

Solo la Chiesa può mettere allo stesso tavolo Maria Giovanna Maglie, Fausto Bertinotti ed Enrico Vanzina. Sono stati loro a presentare a Villa Sospisio, “Se ne ride chi abita i cieli”, il libro con cui monsignor Giulio Dellavite, segretario generale della Curia di Bergamo, dispensa consigli ai manager partendo dalla cultura monastica. “Il libro è scritto da un prete, ma il racconto è presentato dal punto di vista del manager. Questo porta alla scoperta che ambedue sostengono la stessa tesi, con lingue diverse”, scrive Aldo Cazzullo nella recensione sul “Corriere della Sera”. Chissà che ne pensano gli esponenti della Roma bene che hanno affollato la sala alle pendici del Gianicolo lunedì 18 febbraio. Marisela Federici, Augusto Minzonili, MariaPia Ruspoli, Anna Coliva, Marisa Stirpe, Camilla Morabito e Fabrizio Caracciolo Di Brienza, solo per citarne alcuni.

guya sospisio enrico vanzina fausto bertinotti maria giovanna maglie mons giulio dellavite

 

ALLA RICERCA DELLA VERA LEADERSHIP, LA DISFIDA TRA MONACO E MANAGER

Aldo Cazzullo per il “Corriere della Sera”

 

La Curia di Bergamo è forse la più ricca al mondo, di vocazioni e anche di opere. Per amministrarla bisogna essere insieme manager e preti: «Candidi come colombe e astuti come serpenti», come Gesù aveva raccomandato agli apostoli.

 

maria giovanna maglie mons giulio dellavite

Il segretario generale della Curia di Bergamo è un giovane prete, Giulio Dellavite, nato a Romano di Lombardia, l’ultimo paese bergamasco prima della provincia di Brescia, insomma il cuore bianco d’Italia, e formatosi in Vaticano alla Congregazione per i Vescovi, alla scuola del cardinale Giovanni Battista Re. In libreria ha esordito con Benvenuti al ballo della vita, longseller Mondadori nato da riflessioni sul Vangelo della domenica, attorno a un gruppo di amici che si era dato appuntamento settimanale tramite email. Ora lo stesso editore pubblica Se ne ride chi abita i cieli. Quasi un romanzo, che comincia ovviamente in una notte buia e tempestosa.

marisa stirpe

 

Il libro parte da una sfida a una delle leggi di Murphy: se qualcosa deve andare male, andrà peggio. Quindi, se a un manager si ferma la nuova auto superaccessoriata, succede dove non c’è campo per i cellulari e davanti alla porta dell’ultima persona al mondo a cui farebbe mettere mano nel suo cofano: un prete. Anzi di più, un monaco chiuso in un’antica abbazia.

 

christiana pedersoli

Quasi come nel Nome della Rosa di Umberto Eco, il manager comincia una lunga serie di dialoghi con l’abate e il padre portinaio, e con i loro confratelli — il bibliotecario, lo speziale, l’ortolano —, su temi universali come politica, economia e bene comune, ecologia e ambiente, verità e fake news, ruolo delle donne, apertura al mondo. In questa trama romanzesca di incontri, i luoghi del monastero — la cella, il refettorio, la chiesa, la sala delle riunioni, la biblioteca, il corridoio, l’infermeria, l’orto e pure lo spazio vuoto del chiostro — diventano contenitori di significato, sede di riflessione su temi diversi e laicamente universali: i temi che segnano il nostro tempo, su cui si confrontano la visione laica e quella religiosa, o meglio materialismo e spiritualismo. Chi dei due ha più da insegnare all’altro? È il monaco che ha bisogno del manager? O il manager del monaco?

invitati alla presentazione del libro di mons dellavite

 

Il libro è scritto da un prete, ma il racconto è presentato dal punto di vista del manager. Questo porta alla scoperta che ambedue sostengono la stessa tesi, con lingue diverse. L’abate scopre che le cose che dice non sono vere perché le dice la Chiesa; le dice la Chiesa perché sono vere. E il manager scopre che, così come l’abito non fa il monaco, il ruolo non fa il manager.

libro presentato

 

Il contenuto di confronti e scontri si sintetizza nella concretezza delle «lezioni di leadership», come indica il sottotitolo. È la nota iniziale e sarà la sfida finale: quella tra un potere concepito come sostantivo, cioè «il potere» da far valere, e potere come verbo: poter fare, poter coinvolgere, poter ottenere.

 

kurt flechl romano vitali

In Se ne ride chi abita i cieli, don Giulio Dellavite affronta, attraverso la lente particolarissima della cultura monastica, tutti i temi cari e utili ai manager di oggi: dal pensare in ottica relazionale alla gestione delle organizzazioni, dai modelli di leadership responsabile alle migliori strategie per affrontare il cambiamento. In questo modo attualizza insegnamenti millenari, e suggerisce a chi legge che la vera grandezza sta nel non perdere mai di vista la propria dimensione interiore. Soprattutto, la propria umanità.

marisa stirpe maria giovanna maglie fausto bertinotti

 

Chi vince questo duello tra il manager e l’abate? Nessuno dei due. Vince il terzo. Vince il leader. La trama si svolge tenendo come filo rosso le parole e le riflessioni di colui che comunemente è ritenuto l’uomo che ha più potere al mondo, ma proprio nel senso positivo di «verbo»: il Papa.

 

la dedica di mons giulio dellavite

Nell’irreale silenzio che abita il chiostro, il manager scoprirà infatti un modo nuovo di esercitare la leadership. Quello del «Pope Francis’ Style», come lo definisce Dellavite. Che si rivela uno dei seguaci che Francesco apprezza: non il burocrate in tonaca che ripete pedissequamente le cose sentite in Vaticano, ma il pastore che cala nella realtà economica e sociale di ogni giorno, nella regione più industriosa d’Europa, gli insegnamenti del pontificato di Francesco.

enrico vanzina fausto bertinottigiovanbattista caligiuri esther crimiclaudio strinati annarosa mattei adriana chiesaricki sospisiomario pignatelli cortes d aragona saluta maria giovanna magliegiovanbattista caligiurimarisela federici con mons giulio dellavitemons karel kasteel e marisela federicimariapia ruspoli lella bertinottimaria giovanna maglieguya e ricky sospisio con sveva paternorizzotti mariacamilla morabito carlo spallino centonzemarisela federici e carlo spallino centonzedario cusani e domenico napoleone orsiniadriana della frattinafabrizio caracciolo di brienzaalberto michelinimaria giovanna maglie e mons giulio dellavitemario pignatelli cortes d aragonabruno pisaturo valeria licastromons giulio dellavite fausto bertinottiaugusto minzoliniantonella e bruno pisaturoluigi ficacci anna colivaesther crimi guya sospisio

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”