ECO (STEFANO) LANCIA L’ECO-VITA BY CRISTINA GABETTI -MARIDA RECCHI APPARECCHIA - Gabetti: “Non DISSI mai “MARGHERITA NON è degna di essere la figlia di AGNELLI” - “RIVELI da quali beni era composto il patrimonIO e come è stato amministratO”

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  • Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

    FOTO
    Dopo la presentazione del libro della torinese Gabetti, quindi cena in casa meravigliosa (palazzo Odescalchi) della torinese Marida Recchi, a capotavola il papa Gianluigi. Intorno, Maurizio Beretta, Pasquale Pasquinelli, Sandra De Feo Fede, Ludina Barzina, Irene Ghergo, Alain Elkann, Filippo e Moira De Robilant, Marcello Sorgi, e altri.

    CristinaCristina Gabetti e Daniela Minerva - Copyright Pizzi

    1 - CHI E\'
    Dal sito Rizzoli - Cristina Gabetti vive a cavallo di due culture. Nata a New York e cresciuta a Torino, nel 1984 si laurea a Yale. Pubblica Packaging Design 3 (PBC Int. NY), nel 1987 diventa giornalista e successivamente inviata dei TG Mediaset e curatrice di Abitare TV. Sposata con 3 figli, vive a Milano e scrive di società e costume.

    2 - VIVERE GREEN - CRISTINA GABETTI, AUTRICE DI \"TENTATIVI DI ECOCONDOTTA\": \"DOBBIAMO CAMBIARE ABITUDINI OGGI PER NON RINUNCIARE A NULLA DOMANI\"
    Luigi Mondo e Stefania Del Principe per \"Affari Italiani\" (www.affaritaliani.it)

    In tempi in cui vivere costa sempre più, dove milioni di famiglie non riescono ad arrivare a fine mese e molte altre sopravvivono a mala pena, risparmiare e non sprecare diviene quasi un obbligo. Eppure, noi italiani famosi per \"l\'arte di arrangiarci\", sembriamo essercelo scordati e, pur nelle situazioni più disagiate non rinunciamo ai \"vizi\": siamo il popolo con il maggior numero di cellulari, di auto e altri ammennicoli inutili pro-capite, siamo tra i pochi che utilizzano l\'acqua potabile per lo scarico del water e non ci facciamo scrupolo di lasciare in stand-by tv e computer con uno spreco di risorse che rasenta i 3 miliardi di euro l\'anno.

    CristinaCristina Gabetti e marito Paolo Martinoni - Copyright Pizzi

    I cambiamenti spaventano tutti, ma a volte diventano necessari. E se questi cambiamenti sono per il meglio, allora perché non provare? Abbiamo una missione da compiere. Una missione a cui possiamo partecipare tutti insieme dando sfogo alla nostra creatività per rendere questo pianeta e la nostra vita più vivibile e, cosa non da poco, combattere il carovita e arrivare a fine mese, serenamente.

    \"Tentativi di eco condotta\", nuovo libro di Cristina Gabetti, giornalista e mamma (figlia di quel Gianluigi che è stato per anni il braccio destro in Ifil di Gianni Agnelli e il tesoriere di famiglia) sostenitrice dell\' eco-vivere, esorta a cambiare il nostro modo di pensare all\'ecologia e al modo di rapportarci al pianeta in cui, volenti o nolenti, dobbiamo vivere. Scopriamo così, molto semplicemente, che invece di comportarci da parassiti possiamo essere utili. Utili, e qui viene il bello, prima di tutto per noi stessi che impariamo a vivere meglio, in salute e risparmiando, e poi utili per l\'ambiente che ci circonda che prima o poi, se continuiamo così, collasserà portandosi dietro tutto e tutti.

    Osservando lo scenario di quanto accade intorno a tutti noi e forte delle sue esperienze di donna impegnata a mettere realmente in pratica quello che va professando, la Gabetti decide di scrivere uquesto n libro, in uscita il 10 settembre per Rizzoli. E\' lei stessa a parlarne in questa intervista ad Affaritaliani.

    Perché \"Tentativi\"? \"Perché non voglio ‘dettare legge\', e quanto ho scritto ripercorre i miei stessi tentativi lungo un percorso di graduale consapevolezza ambientale. Ciascuno può, di tentativo in tentativo, trovare la sua strada verso una maggiore sostenibilità\".

    CristinaCristina Gabetti - Copyright Pizzi

    Non un dictat, quindi, ma un invito a cambiare; così come si dovrebbe fare se leggendolo ci si identifica con i \"grotteschi\" ma, ahimè, reali personaggi specchio della società attuale, raffigurati quali esempi da non seguire. Ecco quindi essere il desiderio di dare l\'impulso positivo e pragmatico al cambiamento che ha spinto l\'autrice a scrivere questo libro: \"Se non cambiamo abitudini per scelta temo che saremo costretti a delle pesanti rinunce. Per essere d\'ispirazione ho usato un linguaggio molto familiare e ho creato un cast di personaggi insostenibili che servono da specchio e aiutano il lettore a identificare quali sono i gesti quotidiani più dannosi per l\'ambiente. Una voce ispira, l\'altra informa\", chiarisce Gabetti.

    Per chi avesse il sospetto che si tratti dell\'ennesimo manuale per annoiati che non sanno che fare del loro tempo, l\'autrice rassicura: \"È un libro per tutti: casalinghe, impiegati, dirigenti, giovani e anziani. Ogni personaggio si muove in un\'area diversa del quotidiano: dalla casa all\'ufficio, la strada e il supermercato, luoghi frequentati da tutti. Il menu di soluzioni sostenibili è vasto e ce n\'è per tutti i gusti\".

    Gabetti è certa che il suo libro sarà apprezzato da tutti, anche da chi ha poco tempo a disposizione o da chi vive in città e non in campagna dove, forse, potrebbe essere più facile mettere in pratica i consigli; difatti è lei stessa a confermarne la facilità di utilizzo: \"Basta volerlo. C\'è chi inizierà a usare con più saggezza le utenze domestiche perché deve risparmiare il più possibile e chi ha qualche soldo da spendere in eco-gadget. L\'unica sfida è iniziare, ma spero col libro di scatenare una gran voglia di eco condotta\". E sostiene le sue affermazioni con la sua esperienza personale, spiegando che la sua vita è diventata \"leggera, creativa ed entusiasmante. Credo nella legge dell\'attrazione e da quando navigo sull\'onda della sostenibilità scopro in continuazione persone che lavorano in questa direzione\".

    L\'invito è diventare tutti quanti promotori dell\'eco condotta e il primo passo è quello di comprare il libro: \"È un punto di partenza\", suggerisce Gabetti; \"Usatelo, divertitevi a trovare le vostre soluzioni, create la vostra comunità di eco eroi e comunicate con me. Entro fine anno partirà un blog che si chiamerà come il libro. Dopo un lungo e meticoloso lavoro attendo con gioia di sapere quali sono le soluzioni più gettonate e di dare risalto alle idee nuove che emergeranno\".
    Anche noi siamo curiosi di vedere i cittadini al lavoro e scoprire quali soluzioni potranno suggerire a beneficio di tutti.

    3 - GABETTI RIAPRE LA CAUSA AGNELLI «ADESSO CHIEDO IO CHIAREZZA»
    Raffaella Polato per il \"Corriere della Sera\"

    «È un anno e mezzo: fino a quando, ancora?». Non ha più voglia né ragione di aspettare, Gianluigi Gabetti, «è questione di pazienza e insieme di decoro: verso me stesso ma anche, sarò presuntuoso, verso quel che rappresento per la Giovanni Agnelli & C.». Dunque basta. Ha chiesto ai suoi legali di depositare «senza indugio» - lo hanno fatto ieri mattina - quello che tecnicamente si chiama «ricorso di riassunzione» della controversia promossa da Margherita Agnelli de Pahlen. Di far riprendere, in altre parole, la causa ora sospesa al Tribunale di Torino: «Sono io a volere chiarezza».

    FilippoFilippo e Moira De Robilant - Copyright Pizzi

    Ha passato lunghissimi mesi a inghiottire accuse, si è amareggiato in silenzio nel vedersi dipingere come l\'uomo che non avrebbe assolto ai suoi doveri nei confronti dell\'eredità di Giovanni Agnelli.

    Continua a pensare che ci siano malintesi da chiarire e che la causa intentata da Margherita a sua madre, Marella Agnelli, oltre che a lui, nasca da qualche equivoco, frutto magari di valutazioni e consigli sbagliati. Poi sì, certo: a Gabetti, da oltre 30 anni il consigliere di più provata fiducia dell\'Avvocato prima e dell\'intera dinastia poi, potrebbero bastare «le non richieste manifestazioni scritte di solidarietà e simpatia » arrivate da ogni membro della famiglia, «a partire da donna Marella».

    Ma c\'è una cosa, che gli altri chiamano dignità e lui, sabaudamente, si limita a definire appunto «decoro», che non accetta resti avvolta dal pubblico dubbio. Di qui la mossa in Tribunale. E se ha aspettato fino a ieri prima di prendere lui stesso un\'iniziativa, è perché potesse completarsi senza turbative il lungo percorso che proprio lunedì, con la fusione di Ifi-Ifil in Exor, ha definitivamente sancito il passaggio del gruppo che controlla anche la Fiat sotto la guida completa di John Elkann. Ovverossia il nipote dell\'Avvocato. E primogenito di Margherita: «È stata una gran gioia per noi tutti, e credo anche per sua madre: il sogno dell\'Avvocato si è realizzato, John è oggi il suo successore».

    FilippoFilippo e Moira De Robilant - Copyright Pizzi

    Della causa non ha mai voluto parlare, dottor Gabetti. Ma ora?
    «Ora lo ritengo doveroso, anche se non riesco a trovare una spiegazione a quello che è accaduto. Fino alla scomparsa dell\'Avvocato avevo con Margherita gli stessi buoni rapporti che ho con gli altri membri della famiglia. Con mia moglie sono stato più volte ospite nella sua tenuta svizzera. Si parlava di pittura: conservo tuttora un piccolo acquarello della prima mostra di Margherita. E quando c\'era anche Edoardo, suo fratello, i discorsi scivolavano sulla filosofia: si cercava di interpretare, senza pretesa di atteggiamenti intellettuali, una frase del Vangelo di Luca sulla rinuncia del superfluo».

    Dai testi sacri al tribunale. Di colpo?
    «Posso dire solo che è stata grande la mia sorpresa quando, davanti al notaio per l\'apertura del testamento dell\'Avvocato, Margherita disse che aveva sospetti su quanto le era stato comunicato, senza peraltro approfondire. Io, rattristato, risposi che da quel momento mi sarei astenuto dall\'occuparmi della vicenda. Non pronunciai mai la frase che mi è stata attribuita: «Lei non è degna di essere la figlia di Gianni Agnelli». Seguì comunque una lettera di Margherita. Credevo fosse di scuse, invece rincarava la dose accusandomi di aver mancato di rispetto alla memoria dell\'Avvocato».

    La sua reazione?
    «Rileggo quel che le scrissi: \"Non posso accettare di essere oggetto di sospetti, colpito proprio nei valori ai quali ho uniformato la mia vita personale e professionale... È addirittura inconcepibile che io intendessi offendere i sentimenti della figlia per il proprio padre, un uomo al quale ho dedicato per oltre trent\'anni qualcosa di più di un semplice rapporto di lavoro. Se il mio atteggiamento è stato interpretato diversamente me ne dolgo sinceramente\". Continuavo a pensare al malinteso. Invece, gelo».

    Da allora nessun incontro, contatto diretto? Mai?
    «Nessuno. Ricordo l\'epoca, il 2003: io ero stato richiamato a Torino da Umberto Agnelli. Ma poco più di un anno dopo morì anche lui. Ero concentrato sul gruppo, per il resto non c\'era tempo. Poi, improvvisamente, ebbi notizia di un comunicato stampa emesso da Margherita alla vigilia del matrimonio di John con Lavinia Borromeo. In quel comunicato era lei a dire che erano state trovate \"soluzioni eque nell\'interesse della famiglia e di tutti i miei figli, nel rispetto della volontà di mio padre: la famiglia è unita e i rapporti affettivi saldi e immutati\" ».

    Invece cambiò tutto di nuovo.
    «Passarono i mesi e, grazie soprattutto allo sbalorditivo lavoro di Sergio Marchionne, la Fiat si andava riprendendo, fino a raggiungere il completo rilancio nel 2007. E nel maggio di quell\'anno, come un fulmine a ciel sereno, arriva il noto atto di citazione. A mezzo stampa, anticipato nel Wall Street Journal ».

    CristinaCristina Gabetti - Copyright Pizzi

    È passato - l\'ha ricordato lei - un anno e mezzo.
    «E io posso dire che il mio compito è concluso con l\'investitura di John a capo del gruppo. Resta però il fatto che l\'iniziativa di Margherita mi ha colpito profondamente. Molto più della nota vicenda legata all\'equity swap Fiat, che considero un malaugurato incidente di percorso e che confido si chiuderà favorevolmente. Qui, invece, quel che mi fa soffrire è la natura quasi familiare della controversia sollevata da Margherita. Perché tocca nel profondo sentimenti e memorie che vanno ben al di là delle emozioni che fanno parte del mestiere».

    Quindi il suo, di ricorso al Tribunale.
    «È da maggio 2007 che sono oggetto di sgradevoli e infondate insinuazioni da parte di Margherita e dei suoi legali. Ho sempre taciuto, e sperato che si potesse aprire uno spiraglio. Finché non lessi tra i necrologi per mia moglie calorose condoglianze da parte della famiglia de Pahlen. Scrissi un convenzionale biglietto di ringraziamento, ma poi lo cestinai e lo sostituii con una lettera: oltre a manifestare il mio apprezzamento per la partecipazione al mio lutto, feci cenno alla nostalgia con la quale mia moglie sovente ricordava sereni pomeriggi trascorsi nella tenuta di Margherita».

    Risposte?
    «Confesso, fu un mio modo ingenuo per tentare un\'apertura. Ma non vi fu un seguito, anzi: si fece ancora molto chiasso, finendo per non gettare buona luce su Margherita e purtroppo anche sulla memoria dell\'Avvocato. Si continua a dipingermi come se fossi un gran visir che vuole farsi sultano. Ma se proprio si vuole usare questa arcaica definizione devo affermare, senza tema di smentita, che l\'unico sultano da me riconosciuto è stato sempre e soltanto il mio azionariato. A tutti i miei azionisti ho dato conto periodicamente e in piena trasparenza con i bilanci e le relazioni previste dalla legge. Sono un professionista al quale è stata affidata la direzione di aziende, non un gestore di patrimoni privati».

    GianluigiGianluigi Gabetti e figlia Cristina - Copyright Pizzi

    Tutta la famiglia Agnelli, non a caso, gliene ha dato atto.
    «E li ringrazio, ma vede: cos\'altro posso fare se non chiedere che giustizia sia fatta a quella stessa autorità, il Tribunale, cui Margherita si è rivolta? Non ho propositi trionfalistici: è che non difendendomi verrei meno a irrinunciabili regole etiche. Spero ancora prevalga la ragione. Ma l\'età, la mia, avanza implacabile ed è meglio che non perda tempo. Quel che vorrei dare è un contributo costruttivo e se possibile pacifico al ripristino della verità, con l\'augurio che possa tornare il sereno».

    I LEGALI DI MARGHERITA RISPONDO A GABETTI...
    Nota stampa di Girolamo Abbatescianni e Charles Poncet, legali di Margherita Agnelli

    In riferimento all\'intervista a Gianluigi Gabetti pubblicata  in data odierna sul Corriere della Sera, i legali di Margherita Agnelli de Pahlen, Girolamo Abbatescianni e Charles Poncet intendono  precisare quanto segue:

    È sorprendente che oggi Gianluigi Gabetti voglia riprendere il giudizio avendo sostenuto il ricorso di Marella Caracciolo alla Corte di Cassazione per far dichiarare l\'incompetenza del Giudice italiano e quindi bloccare definitivamente il giudizio

    GianluigiGianluigi Gabetti e figlia Cristina - Copyright Pizzi

    E\' sorprendente apprendere la Sua volontà di essere giudicato dal Tribunale di Torino a cui aveva chiesto la sospensione in attesa del giudizio della Cassazione

    E\' facile chiedere oggi di andare avanti nel giudizio di Torino dopo che la Cassazione ha confermato la competenza del Giudice italiano
    Se la volontà di Gianluigi Gabetti è veramente quella di fare chiarezza deve solo fornire il rendiconto richiesto e spiegare a Margherita Agnelli de Pahlen da quali beni era composto il patrimonio dell\'Avvocato e come è stato amministrato

    Se il Dott. Gabetti, come affermato nell\'intervista, è solito rendere conto \"periodicamente e in piena trasparenza ai mie azionisti con i bilanci e relazioni previste dalla legge\" ci si chiede perché non possa fare lo stesso nei confronti di Margherita Agnelli de Pahlen unica erede dell\'Avvocato Agnelli, persona alla quale ha dedicato per oltre 30 anni \"qualcosa di più di un semplice rapporto di lavoro \"

    Girolamo Abbatescianni, il Legale italiano di Margherita Agnelli de Pahlen, dichiara : \"non ho mai ricevuto dal Legale del Dott Gabetti alcuna proposta per un pacifico ripristino della verità\" e aggiunge  che \"l\'azione, come riconosciuto dalla Cassazione, ha come oggetto principale la domanda di rendiconto finalizzata ad una divisione dell\'eventuale ulteriore patrimonio con l\'altra coerede, Donna Marella Caracciolo, che solo a questo fine è stata citata in giudizio\".

    Margherita Agnelli de Pahlen, riservando anch\'ella affettuosi ricordi e rispetto che per nulla vengono scalfiti dagli eventi commenta le dichiarazioni riportate nell\'intervista sottolineando che: \"La mia volontà di fare  chiarezza non  significa andare contro nessuno ma risponde ad un preciso diritto di  conoscenza che mi spetta e anche io,  come il Dott. Gabetti,  auspico una soluzione serena della questione\".

     

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