CAFONALINO DEL BERLUSCONE – “Basta con ‘Ballarò’, Silvio licenziali!” – “Travaglio, per dire che sono un nano e un criminale, mi ha definito Al Tappone, ammetto con genialità” - “HO SOLO CAMBIATO IL NOME A FORZA ITALIA”…

Condividi questo articolo


Ugo Magri per \"La Stampa\"
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo (alle ‘esequie\' di Forza Italia del 21 novembre, Auditorium di via della Conciliazione)

SilvioSilvio Berlusconi - Copyright Pizzi

«E\' vero che lei», domanda a Berlusconi l\'inviato di Ballarò, «vuole far chiudere le trasmissioni scomode della Rai?». Attimo di silenzio del Cavaliere, poi una risposta che lascia aperte tutte le porte: «Dico cose verificabili da chiunque. Sembra che i conduttori di sinistra della Rai (ma non solo Rai), si siano passati parola per far convergere su di me prese in giro, insulti, oltraggi e spesso menzogne. Vengo attaccato in malo modo».

Urla a quel punto dalla platea del cinema Massimo, dove si svolge la conferenza stampa del premier: «Basta con Ballarò, Silvio licenziali!». Berlusconi sorride e prosegue: «A proposito di Ballarò, di Anno zero, di Porta a Porta. Ho pregato i ministri di non prestarsi alle risse in tivù. Lo so che queste risse fanno crescere l\'ascolto e che perciò i conduttori le gradiscono, ma non è dignitoso per il governo prestarsi...».

Ecco lo stato d\'animo del premier rispetto alla Rai. Corrucciato. Risentito. Poi non ci si può stupire se, a margine della campagna elettorale in Abruzzo, Berlusconi scomodi un grande del Novecento: «La Vigilanza Rai? E\' una situazione kafkiana. Noi non possiamo incidere su nulla», si dichiara impotente il premier. Una delusione per quanti attendevano il suo intervento risolutore. Se si vuole sfrattare Villari per rimpiazzarlo con Zavoli, figura ben più autorevole, occorrerebbe che la maggioranza mandasse deserte le riunioni di Vigilanza. Per Merlo (Pd) semplicemente «basta volerlo».

SilvioSilvio Si Ammanetta da La Stampa

Ma il Cavaliere è scettico. Ancora non ha deciso se rispettare gli accordi intercorsi tra Veltroni e Letta (personaggio degno del Quirinale, secondo Berlusconi). O viceversa lasciare Villari lì dov\'è, come suggerisce Bossi, per sfregio alla sinistra. Qualunque attacco da quella parte lo spinge a tradire i patti con la scusa che ha le mani legate.

Quanto più Di Pietro lo attacca paragonandolo a Hitler, come l\'ex-pm ha ripetuto ieri, tanto più il Cavaliere si aspetta dal Pd una solidarietà che non arriva. Bonaiuti stenta a comprendere come mai Veltroni «continui ad accompagnarsi a un alleato che lancia quotidiane ingiurie». Per Berlusconi, Di Pietro è l\'Ossessione. Nel comizio di Montesilvano, l\'ha fatto sommergere da un\'ondata di fischi sostenendo che «Mani pulite chiuse 50 anni di progresso e benessere». Uno del pubblico nella calca s\'è sentito male, il Cavaliere non s\'è fatto sfuggire la battuta: «Non vale rubarmi il posto, di solito mi sento male io...».

Gli echi delle dichiarazioni berlusconiane sono giunte a Villari mentre si recava allo stadio (non ha portato fortuna al suo Napoli, solo pareggio). Perplesso il presidente della Vigilanza. «Kafka? Io mi sento un personaggio reale, un uomo del Pd e delle istituzioni. Forse il premier si riferisce all\'intera vicenda...».

Fatto sta che Villari non molla l\'osso. «Resiste, resiste», scommette Mastella, suo talent scout. Interpretando un disgusto diffuso per la qualità del servizio pubblico televisivo, il ministro Sacconi dichiara «giusto mettere in discussione il canone Rai». L\'Aduc gli dà dell\'ignorante, poiché il canone non è il corrispettivo di un servizio, ma un balzello puro e semplice.

2 - \"AL TAPPONE IO? CENTRAVANTI DI SFONDAMENTO\"
Da \"Il Riformista\"

DenisDenis Verdini - Copyright Pizzi

Economia, crisi globale, tasse, decoro urbano, cucù, politica estera. Il presidente del consiglio, particolarmente facondo, ha parlato ieri a Teramo, di fronte a 4.000 persone, per lanciare la candidatura di Gianni Chiodi, alla presidenza della Regione Abruzzo, dove si vota a metà dicembre...

...Il presidente del Consiglio - molto in vena - ha parlato anche della privatizzazione dell\'Alitalia (secondo Berlusconi la sinistra sta facendo di tutto per bloccare la cordata italiana guidata da Roberto Colaninno); ha parlato di prostituzione, augurandosi che presto il parlamento possa varare il disegno di legge per contrastare il fenomeno: «In Italia ci sono 70.000 prostitute che inquinano le nostre strade e soprattutto vengono ridotte in schiavitù». Ha ripreso il tema del decoro urbano, contro i graffitari: «Deve diventare reato - ha sostenuto - imbrattare i muri delle case».

SilvioSilvio Berlusconi - Copyright Pizzi

Nell\'intervento di ieri ha parlato ancora dello scioglimento di Forza italia («le ho solo cambiato nome»), e poi ha fatto una puntata sulla politica estera. «Io sono figlio della guerra fredda, la storia ha visto come protagonista dei pazzi, non bisogna ritornare al passato». Vestendo i panni del mediatore, spera in un incontro tra la nuova amministrazione americana e quella russa, «magari potrebbe avvenire in Italia».
Infine Berlusconi ha scherzato un po\' su Berlusconi. Sulla questione cucù - lo scherzo ad Angela Merkel nell\'incontro bilaterale italo tedesco di Trieste - ha difeso la sua cordialità: «Il presidente del Consiglio deve essere come un uomo qualunque. Diffidate di chi non è ironico».

E per dimostrare di essere solido nel ramo autoironia, ha citato - indirettamente - uno di quelli che considera un vero e proprio avversario personale, l\'editorialista dell\'Unità Marco Travaglio. «Sapete - ha detto - come mi ha definito un cerbero di sinistra durante una trasmissione per dire che sono un nano e un criminale? Al Tappone, ammetto con genialità. E pensare - ha aggiunto - che quando ero giovane e giocavo a calcio facevo il centravanti di sfondamento».

 

Condividi questo articolo

FOTOGALLERY

ultimi Dagoreport

ARCHEO-POMPINO - ANITA EKBERG IN AUTO CON FELLINI - VALENTINA CORTESE: “FEDERICO SI PORTÒ IN MACCHINA UNA DI QUELLE ATTRICIONE, CHE PIACEVANO A LUI: PROSPEROSE, ABBONDANTI, VISTOSE. INSOMMA, MENTRE ANDAVANO A OSTIA, LEI PARLAVA DELLA SUA VOCAZIONE ARTISTICA, NEANCHE FOSSE LA BERGMAN. A UN CERTO PUNTO FEDERICO COMINCIÒ AD ACCAREZZARLE I CAPELLI E POI CON LA MANO SULLA NUCA A SPINGERLA VERSO IL BASSO. FINALMENTE LA POVERETTA CAPÌ COSA STAVA ACCADENDO E, CON TUTTO IL FIATO IN GOLA, DISSE: "FEDDERICCO, IO ARTISTA, IO NO POMPETTO"

DAGOREPORT - BIDEN È MESSO MALISSIMO: IL 48% DEGLI ELETTORI DEMOCRATICI SI RICONOSCE NELLE RAGIONI DEI PALESTINESI DI GAZA (TRA I REPUBBLICANI SOLO IL 25%), E ACCUSA LA CASA BIANCA DI ECCESSIVA DEBOLEZZA NEI CONFRONTI DI NETANYAHU IN MODALITÀ “DOTTOR STRANAMORE” – HAMAS SI SPACCA: A DOHA, IL CAPO POLITICO HANIYEH VUOLE TROVARE UN ACCORDO; A GAZA, IL CAPO MILITARE YAYA SINWAR E’ CONTRARIO - NETANYAHU SI DICE FAVOREVOLE A UNA TRATTATIVA PER IL RILASCIO DEGLI OSTAGGI, MA ALLO STESSO TEMPO VUOLE SPIANARE RAFAH, L’ULTIMO FORTINO DI HAMAS, DOVE SI SONO RIFUGIATI 1 MILIONE E MEZZO DI SFOLLATI DAL NORD

ARCHEO-QUIZ - UN BELL'ANEDDOTO CHE LA DICE LUNGA SUL TIPO DI RAPPORTI CHE INTERCORRONO TRA STAMPA E POTERE - "QUALCHE TEMPO FA IL DIRETTORE DI UN GRANDE GIORNALE RICEVETTE LA TELEFONATA DEL CAPUFFICIO STAMPA DI UNA GRANDE INDUSTRIA: ‘’CARO DIRETTORE, SAPPIAMO CHE STA PER USCIRE UN SERVIZIO MONDANO DOVE COMPARE LA FOTO DI (E LÌ IL NOME DELL'AD DELLA GRANDE INDUSTRIA) ABBRACCIATO A (E LÌ IL NOME DI UNA SIGNORA, AL MOMENTO AMANTE NUMERO DUE DELL'AD). LEI CAPIRÀ, ALLA NOSTRA GRANDE INDUSTRIA QUESTO DISPIACE NON POCO" - "IL GIORNALE È GIÀ IN MACCHINA", OBIETTÒ IL DIRETTORE. CON LA VOCE DI CHI SA DI ESSERE AUTORIZZATO A TUTTO, IL CAPUFFICIO STAMPA DISSE: "VA BENE, QUANTO COSTA COMPRARE TUTTA LA TIRATURA DEL SUO GIORNALE?" – COME E’ ANDATA A FINIRE? BASTA LEGGERE DAGOSPIA…

A CASA DI CARLO DE BENEDETTI - COME SI FA, AVENDO I SUOI SOLDI, A POSARE DAVANTI A UNA PARETE A TROMPE-L'ŒIL CHE RIPRODUCE UN FINTO TRALICCIO CON VITE, DOVE C’È APPESO SOPRA UN FALSO CANALETTO IN CORNICE DORATA OSCURATO, PER GIUNTA, DALLE FOTO DEI PARENTI, DI CUI UNA IN CORNICE LEOPARDATA? - IL CUSCINO SUL DIVANO SEMBRA LA TOVAGLIA DI UNA PIZZERIA. NON PARLIAMO DEGLI ANIMALETTI POP SU UNA CONSOLLE DI MARMO - JOHN ELKANN AVRÀ DISTRUTTO “REPUBBLICA” MA LUI DEVE AVER IMPARATO DALL’ARCINEMICO BERLUSCONI A FAR FALLIRE IL BUON GUSTO… - VIDEO