Antonio Angeli per \"Il Tempo\"
Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo
Due immagini pensose del Mahatma Gandhi, una più serena, l\'altra persa in una espressione di dolore, poi Martin Luther King, il Dalai Lama: ecco i veri eroi del nostro tempo visti dall\'arte e dai pennelli di Francesca Leone, un\'artista che trova nei volti la chiave della sua espressione figurativa.
Inaugurata nella Sala del Refettorio di Palazzo Venezia, «Primo piano», mostra personale di Francesca Leone. L\'esposizione sarà aperta al pubblico dal 5 dicembre al 6 gennaio 2009. Il percorso delle opere offre al visitatore i lavori più recenti della pittrice e i quadri di contenuto riflessivo sul mondo contemporaneo: la raccolta di «grandi visi» che la Leone ha dedicato ai personaggi del \'900 impegnati sul fronte della pace: appunto Martin Luther King, che è un po\' il simbolo della mostra, Gandhi, San Suu, Malcom X.
«Non riesco a vedere un\'arte astratta - spiega la pittrice, figlia del grande regista Sergio - la mia idea di base è dare un messaggio di pace nel quale sono inseriti gli eroi, i veri eroi del nostro tempo. E in questa epoca di veline e calciatori mi sembra importante raffigurare questi eroi senza armi».
Gran gnocca tettonica Monica Colombano - Copyright PizziL\'arte di Francesca Leone si libera su grandi tele di uno, due metri, trattate «matericamente», come specifica la pittrice, e poi affrontate in modo forte, con grandi pennelli piatti, manovrati con gesti decisi e materiali come il bitume e la pittura ad olio. Tutto finalizzato ad ottenere immagini imperscrutabili dalla breve distanza che assumono la loro coerenza e organicità solo se ammirate da lontano.
Ogni quadro ha un titolo ridotto all\'osso, solo le iniziali di chi è raffigurato. Alcune opere sono senza titolo. «Non sono una ritrattista - specifica Francesca Leone - non faccio ritratti, amo raffigurare dei volti di persone che suscitano la mia stima. Nel titolo non voglio mettere il nome del personaggio perché non mi piace influenzare lo spettatore». E ognuno dei grandi pacifisti ha un\'importanza unica, con un\'attenzione speciale a Gandhi e a Aung San Suu Kyi, «una donna eccezionale».
La pittrice sente fortissimo il legame con il papà Sergio: «L\'immagine con un padre così - spiega - è nel dna. E il mio cognome - ammette - all\'inizio ha pesato. Ma se non vali, poi, può pesare al contrario».
Curatore dell\'esposizione, che a marzo 2009 si sposterà a Castel dell\'Ovo a Napoli e poi al Moma di Mosca, è Claudio Strinati, soprintendente al Polo Museale Romano. «I personaggi che adesso la Leone raffigura nelle sue opere - spiega l\'esperto - sono tutti contraddistinti da una forte tensione morale. Sono eroi del pensiero e dell\'azione e non ci sono dubbi sulla evidente istanza etica sottesa a un simile lavoro. Francesca Leone usa una sorta di doppio registro per cui avvicina enormemente l\'immagine a chi guarda il quadro e consuma la materia come se questa stesse svanendo proprio nel momento della perfetta messa a fuoco dell\'immagine».