mental coach

PER VINCERE NELLO SPORT BISOGNA PRIMA ALLENARE LA MENTE - PER ARRIVARE A UNA MEDAGLIA D'ORO ALL'OLIMPIADE O VINCERE UNO SLAM NEL TENNIS LA FORZA MENTALE È UN INGREDIENTE ESSENZIALE: PER QUESTO SEMPRE PIÙ ATLETI SI RIVOLGONO A UN MENTAL COACH – IL METODO DI LAVORO? INQUADRARE I GIUSTI OBIETTIVI, GESTIRE LE EMOZIONI, RICONOSCERE IL PERICOLO DI SITUAZIONI PROBLEMATICHE COME ANSIA O DISTRAZIONE, METTERE IN CAMPO UNA SERIE DI TECNICHE PER TORNARE A FOCALIZZARSI SULL'EVENTO

Cristina Marrone per “Salute – Corriere della Sera”

 

mental coach 9

Rimanere concentrati per tutta la gara, sgomberare la mente da pensieri inutili, calcolare in poche frazioni di secondo tutte le variabili possibili. Ottenere il massimo risultato a livello agonistico, ma anche nella quotidianità lavorativa e scolastica, non è solo questione di muscoli e dieta, conta molto l'aspetto mentale che, ad altissimi livelli, può fare davvero la differenza. Per arrivare a una medaglia d'oro all'Olimpiade o vincere uno Slam nel tennis la forza mentale è un ingrediente essenziale.

 

Ed è per questo che sempre più atleti si rivolgono a un mental coach per raggiungere una preparazione mentale che, unita all'allenamento fisico, contribuisce a raggiungere gli obiettivi prefissati.

 

mental coach 8

«Il coaching non consiste nel motivare le persone stando costantemente al loro fianco, altrimenti il coach dovrebbe essere sempre presente. Piuttosto il coaching aiuta a inquadrare i giusti obiettivi, a gestire le emozioni, a riconoscere il pericolo di situazioni problematiche come ansia o distrazione, e a mettere in campo una serie di tecniche per tornare a focalizzarsi sull'evento, valutando le situazioni in modo obiettivo e distaccato» spiega Alberto Biffi, docente di coaching all'Università Bocconi di Milano presso Bocconi Sport (si veda anche il libro a sinistra): «Il coach non è uno psicologo, non va a scavare in traumi infantili o nella sfera intima. Le sedute possono essere anche solo 4-6, il tempo di inquadrare un singolo problema come una gara o un esame all'Università, e trovare la strada per risolverlo, fino ad arrivare all'autonomia e a una maggiore responsabilità dell'assistito».

 

mental coach 7

Le ricerche scientifiche, per lo più svolte in ambito sportivo, hanno dimostrato l'efficacia del coaching. Uno studio pubblicato un anno fa condotto da varie università in Olanda su calciatori della nazionale e campioni di atletica leggera ha dimostrato che quattro sessioni di mental coaching in una sola settimana sono bastate a stabilizzare le onde cerebrali degli sportivi su un livello che indicava un maggior relax mentale e dunque maggiore capacità di concentrazione.

 

Un'altra ricerca della società americana BetterUp pubblicata nel luglio scorso sul Journal of Medical Internet Research ha valutato il coaching in ambito aziendale su quasi 400 persone, scoprendo che gestione dello stress, resilienza e soddisfazione personale sono migliorate costantemente nei primi 4 mesi, mentre altri parametri come regolazione emotiva, autoconsapevolezza, individuazione di uno scopo hanno raggiunto il massimo potenziale in 6 mesi.

 

LA STORIA

Nato in ambito sportivo negli Stati Uniti il coaching è poi stato applicato anche ad altre situazioni: lo studente che vuole arrivare alla laurea, il manager che deve lavorare su un grosso progetto insieme a molte persone, il ricercatore che deve parlare in pubblico, la persona che vuole perdere chili o smettere di fumare.

 

mental coach 5

Il merito di averne tracciato le linee guida va a John Withmore, psicologo ed ex pilota automobilistico inglese scomparso nel 2017 che ha definito un percorso in 4 tappe detto G.R.O.W. acronimo di Goal (obiettivi da raggiungere), Realtà (conoscere la situazione in cui ci si trova), Opzioni (le possibilità a disposizione per agire), Will (volontà, ovvero che cosa si vuole fare arrivare all'obiettivo prefissato). Il modello iniziale è poi stato declinato e adattato con schemi differenti.

 

LE TECNICHE

«Parte importante del lavoro consiste nell'individuazione, attraverso una serie di domande, e poi nella condivisione delle potenzialità individuali: ad esempio coraggio, creatività, perseveranza, amore per l'eccellenza. Una volta comprese le potenzialità vanno allenate per renderle ancora più forti» dice Stefano Massari, mental coach del tennista Matteo Berrettini.

mental coach 4

 

«È assai importante che l'atleta arrivi alla consapevolezza delle proprie qualità - aggiunge - e che impari anche a gestirle: alcune di esse, infatti, se estremizzate, possono trasformarsi in difetti. Ad esempio il coraggio se non gestito può diventare sconsideratezza, l'amore per l'eccellenza perfezionismo». In una competizione, ma anche durante una conferenza in cui si è relatori, ansia e stress possono giocare brutti scherzi.

 

«Basta che arrivi qualche errore - ricorda Alberto Biffi - e la mente non è più lì. Si comincia ad essere nervosi, a proiettarsi in un futuro negativo con la paura di quello che penserà il pubblico, oppure a ricordare un fallimento passato fino ad arrivare al panico. Se però, allenandosi a farlo, si intercettano i pensieri negativi, è possibile rientrare in carreggiata».

 

PERSONALIZZARE

mental coach 3

I piani di azione del mental coach sono personalizzati in base alle caratteristiche del singolo. Identificare obiettivi chiari e non generici, dialogo interiore positivo, immaginare se stessi durante la performance, controllo dell'emotività sono alcune delle tecniche di allenamento mentale più utilizzate.

 

«Gli atleti di resistenza diventano rapidamente vittime dei propri pensieri distruttivi. Un ciclista deve formulare molto bene i propri obiettivi e non perderli di vista perché durante ore e ore di bicicletta dovrà rispondersi all'inevitabile domanda: "perché lo fai?"» suggerisce Andreas Mamerow, mental coach di vari atleti tedeschi. Il dialogo interiore di un atleta quando commette un errore porta molto spesso negatività ed è legato alla frustrazione del momento.

mental coach 6

 

Dirsi «Come sei scarso» significa aprire il rubinetto delle energie e sprecarne moltissime contro di sé. «Berrettini sta sviluppando un dialogo sempre più positivo con se stesso, si incita a giocare con coraggio, a restare vivo sia quando sta andando bene che quando si trova in difficoltà» racconta il suo mental coach. Nelle partite più complesse è infatti facile osservare il labiale di Berrettini che parla a sé stesso mentre si prepara a servire o a ricevere la battuta dell'avversario.

mental coach 10

 

«Sia chiaro, gestire un momento di difficoltà con un dialogo positivo non è affatto facile - dice ancora Massari - e ovviamente ci sono giornate in cui anche gli atleti migliori sono talmente nervosi che fanno fatica ad aiutarsi». La cosa importante, per un atleta, un manager, uno studente, è ascoltarsi e capire il proprio stato d'animo per poi riuscire ad esprimersi il meglio possibile. Se una persona tende ad arrabbiarsi e a trattarsi male dopo un errore è utile riconoscere questa emozione, questo pensiero, e sostituirlo con pensieri utili. E le distrazioni?

 

mental coach 2

Quando lo stadio fischia contro? «Il meccanismo è lo stesso - conclude Massari -. Arrabbiarsi perché il pubblico tifa contro non aiuterà a giocare meglio, anzi renderà ancora più nervosi. Bisogna allenarsi a spostare il pensiero su qualcosa di utile per riconquistare energia: cosa posso fare per ribaltare la situazione? Dove voglio tirare? Quale strategia voglio adottare? Passare da uno stato d'animo di tensione a uno positivo, magari di incitamento, non è facile: è una capacità che va, appunto, allenata, ma può rivelarsi vincente».

mental coach 1

Ultimi Dagoreport

de luca manfredi schlein tafazzi conte landini silvia salis

DAGOREPORT - LA MINORANZA DEL PD SCALDA I MOTORI PER LA RESA DEI CONTI FINALE CON ELLY SCHLEIN. L’ASSALTO ALLA GRUPPETTARA (“NON HA CARISMA, CON LEI SI PERDE DI SICURO”), CHE HA TRASFORMATO IL PD DA PARTITO RIFORMISTA IN UN INCROCIO TRA UN CENTRO SOCIALE E UN MEETUP GRILLINO – NONOSTANTE LA SONORA SCONFITTA SUBITA NELLE MARCHE E IL FLOP CLAMOROSO IN CALABRIA, LA SEGRETARIA CON TRE PASSAPORTI E UNA FIDANZATA RESISTE: TRINCERATA AL NAZARENO CON I SUOI FEDELISSIMI QUATTRO GATTI, NEL CASO CHE VADA IN PORTO LA RIFORMA ELETTORALE DELLA DUCETTA, AVREBBE SIGLATO UN ACCORDO CON LA CGIL DI “MASANIELLO” LANDINI, PER MOBILITARE I PENSIONATI DEL SINDACATO PER LE PRIMARIE – IL SILENZIO DEI ELLY ALLE SPARATE DI FRANCESCA ALBANESE - I NOMI DEL DOPO-SCHLEIN SONO SEMPRE I SOLITI, GAETANO MANFREDI E SILVIA SALIS. ENTRAMBI INADEGUATI A NEUTRALIZZARE L’ABILITÀ COMUNICATIVA DI GIORGIA MELONI – ALLARME ROSSO IN CAMPANIA: SE DE LUCA NON OTTIENE I NOMI DEI SUOI FEDELISSIMI IN LISTA, FICO RISCHIA DI ANDARE A SBATTERE…

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...

antonio tajani edmondo cirielli

ALTRO CHE GOVERNO COESO: È GUERRA APERTA IN CASA! – IL PIÙ INCAZZATO PER L’INVESTITURA DI EDMONDO CIRIELLI A CANDIDATO DEL CENTRODESTRA IN CAMPANIA È ANTONIO TAJANI. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CONSERVA UN’ANTICA ANTIPATIA (RICAMBIATA) CON IL SUO VICEMINISTRO – E IL SEGRETARIO REGIONALE AZZURRO, FULVIO MARTUSCIELLO, MINACCIA GLI ALLEATI: “PRIMA ANCORA DI SEDERCI AL TAVOLO CON EDMONDO CIRIELLI, DEVE CHIEDERE SCUSA PER GLI INSULTI RIVOLTI A SILVIO BERLUSCONI E RIPORTATI NEL LIBRO ‘FRATELLI DI CHAT’” – TAJANI TEME CHE, CON CIRIELLI CANDIDATO, FDI SCAVALCHI, E DI PARECCHIO, FORZA ITALIA IN CAMPANIA, STORICO FEUDO AZZURRO...

tridico giuseppe conte matteo salvini occhiuto giorgia meloni calabria fico antonio tajani

DAGOREPORT! IN CALABRIA, COME NELLE MARCHE, SI REGISTRA LA SCONFITTA DI GIUSEPPE CONTE: HA VOLUTO FORTISSIMAMENTE LA CANDIDATURA DI PASQUALINO TRIDICO CHE NON HA PORTATO CONSENSI NÉ AL CAMPOLARGO, NÉ TANTOMENO AL M5S CHE HA PRESO GLI STESSI VOTI DEL 2021 - LA DUCETTA ROSICA PERCHÉ FRATELLI D’ITALIA HA UN TERZO DEI VOTI DI FORZA ITALIA, CHE CON LA LISTA OCCHIUTO ARRIVA FINO AL 30% - LA SORPRESA È LA CRESCITA DELLA LEGA, CHE PASSA DALL’8,3 AL 9,4%: MOLTI CALABRESI HANNO VOLUTO DARE UN PREMIO A SALVINI CHE SI È BATTUTO PER IL PONTE SULLO STRETTO - ORA LA BASE DEI 5STELLE E' IN SUBBUGLIO, NON AVENDO MAI DIGERITO L'ALLEANZA COL PD - LA PROVA DEL FUOCO E' ATTESA IN CAMPANIA DOVE IL CANDIDATO CHE CONTE HA IMPOSTO A ELLY E DE LUCA, ROBERTO FICO, NON PARE COSI' GRADITO AGLI ELETTORI DEL CENTROSINISTRA...    

giuseppe marotta giovanni carnevali

DAGOREPORT! GIUSEPPE MAROTTA STRINGE ANCORA PIÙ LE MANI SULLA FIGC. IN SETTIMANA SI VOTA LA SOSTITUZIONE NEL CONSIGLIO FEDERALE DI FRANCESCO CALVO, EX MARITO DI DENIZ AKALIN ATTUALE COMPAGNA DI ANDREA AGNELLI, E IL PRESIDENTE DELL’INTER STA BRIGANDO PER PORTARE AL SUO POSTO IL SODALE, NONCHÉ TESTIMONE DI NOZZE, GIOVANNI CARNEVALI, AD DEL SASSUOLO (MA C'E' ANCHE L'IDEA CHIELLINI) - IN CONSIGLIO FEDERALE SIEDEREBBERO COSÌ MAROTTA, CARNEVALI E CAMPOCCIA, IN QUOTA UDINESE MA LA CUI FEDE INTERISTA È NOTA A TUTTI. MILAN, JUVENTUS, NAPOLI E LE ROMANE RIMARREBBERO CON UN PALMO DI NASO…

giorgia meloni pro palestina manifestazione sciopero

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN ERRORE DI CALCOLO POLITICO. IN PIAZZA NON C’ERANO SOLO I SOLITI VECCHI COMUNISTI IPER-SINDACALIZZATI O I FANCAZZISTI DEL “WEEKEND LUNGO”. TRE MILIONI DI PERSONE CHE IN TRE GIORNI HANNO SFILATO E MANIFESTATO, NON SI POSSONO IGNORARE O BOLLARE COME "DELINQUENTI", COME FA SALVINI. ANCHE PERCHÉ SEI ITALIANI SU DIECI SONO SOLIDALI CON IL POPOLO PALESTINESE – LA DUCETTA È LA SOLITA CAMALEONTE: IN EUROPA FA LA DEMOCRISTIANA, TIENE I CONTI IN ORDINE, APPOGGIA L’UCRAINA E SCHIFA I SUOI ALLEATI FILORUSSI (COME IL RUMENO SIMION, A CUI NON RISPONDE PIÙ IL TELEFONO). MA QUANDO SI TRATTA DI ISRAELE, PERDE LA PAROLA…