almasri giorgia meloni carlo nordio

"SUL CASO ALMASRI IL GOVERNO ITALIANO NON HA OTTEMPERATO AI SUOI OBBLIGHI" - LO SCHIAFFONE DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE A GIORGIA MELONI E A CARLO NORDIO, CHE "HANNO IMPEDITO AL TRIBUNALE DI ESERCITARE LE PROPRIE FUNZIONI" - LA PREMIER E IL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA HANNO RIMPATRIATO, CON UN AEREO DI STATO, IL TORTURATORE LIBICO ACCUSATO DI CRIMINI CONTRO L'UMANITÀ - IL PROCURATORE DELLA CPI NAZHAT SHAMEEM KHAN SMONTA PUNTO PER PUNTO GLI APPIGLI LEGALI USATI DA NORDIO PER GIUSTIFICARE IL RIMPATRIO DI ALMASRI

Estratto dell'articolo di Niccolò Carratelli per "La Stampa"

 

carlo nordio e il caso almasri

Nessuna giustificazione plausibile. La procura della Corte penale internazionale accusa senza mezzi termini il governo italiano di «non aver ottemperato ai suoi obblighi» sul caso Almasri e di aver così «impedito alla Corte di esercitare le sue funzioni». Cioè di processare il capo della polizia giudiziaria di Tripoli, accusato di crimini contro l’umanità per le violenze e le torture nei confronti dei migranti detenuti nelle prigioni libiche.

 

Nelle 14 pagine di «osservazioni» firmate l’altro ieri dal procuratore Nazhat Shameem Khan viene demolita pezzo per pezzo la memoria difensiva inviata da Roma a L’Aja lo scorso 6 maggio, in replica alle accuse di mancata cooperazione formulate il 17 febbraio dalla Cpi. In particolare, viene contestato l’appiglio giuridico a cui, da ultimo, si è aggrappato il governo per risolvere il pasticcio. Cioè la presunta richiesta di estradizione formulata dalla Libia lo scorso 20 gennaio, due giorni dopo l’arresto di Almasri a Torino in esecuzione di un mandato di cattura internazionale.

 

GIORGIA MELONI - VIGNETTA BY MANNELLI SUL FATTO QUOTIDIANO

Una richiesta, viene sottolineato, resa nota «oltre tre mesi dopo il rilascio di Almasri» e, vale la pena ricordarlo, mai menzionata dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, nelle sue informative in Parlamento. Il fatto è che «la documentazione fornita dall’Italia non include alcun mandato d’arresto presumibilmente emesso dalle autorità libiche». E poi sappiamo che, alla fine, Osama Almasri «non è stato né consegnato alla Corte né è stato estradato (e arrestato) in Libia al suo ritorno – si legge – ma trasferito in piena libertà a Tripoli, dove fu accolto da una folla festante».

 

Trasferito con un nostro aereo di Stato, con tanto di bandiera italiana ben visibile. Dunque, sottolinea il procuratore de L’Aja, «l’Italia sembra aver ritenuto di poter esercitare discrezionalità nel determinare se potesse dare priorità alla richiesta di estradizione della Libia rispetto alla richiesta di consegna della Corte», mentre aveva «aveva l’obbligo di consultare la Corte e la sua mancata consultazione costituisce di per sé una grave inadempienza».

IL CASO ALMASRI - ILLUSTRAZIONE DI POLITICO

 

In fondo, il principale addebito che arriva da L’Aja è quello di aver agito senza un confronto e uno scambio di informazioni «di fronte a qualsiasi problema percepito che potesse ostacolare l’esecuzione della richiesta di consegna della Corte, ai sensi dell’articolo 97 dello Statuto». Come se a Palazzo Chigi fosse stato già deciso che, in un modo o nell’altro, Almasri dovesse essere riportato in Libia da uomo libero.

 

C’è poi una parte dedicata proprio al ministro Nordio, che è «l’unico destinatario delle richieste di cooperazione della Corte» e dovrebbe «semplicemente eseguire la richiesta trasmettendola al Procuratore generale». Senza alcuna facoltà di valutare la congruità dei capi di imputazione. Cosa che invece il Guardasigilli ha fatto, come ha spiegato lui stesso in Parlamento, contestando «un’incertezza assoluta sulla data dei delitti commessi: nel mandato di arresto non si capisce se il reato fosse iniziato nel 2011 o nel 2015», queste le sue parole alla Camera. [...]

 

INFORMATIVA DI MATTEO PIANTEDOSI E CARLO NORDIO ALLA CAMERA SUL CASO ALMASRI - FOTO LAPRESSE.

Più in generale, si legge nel documento, «la conclusione dell’Italia è giuridicamente e di fatto insostenibile» e le osservazioni inviate a L’Aja «non forniscono alcuna spiegazione praticabile, tantomeno una giustificazione, per la sua incapacità di cooperare». La conseguenza di questa complessiva bocciatura della linea difensiva del nostro governo è inevitabile: la procura della Corte penale internazionale «chiede alla Camera di emettere un accertamento formale di inadempienza nei confronti dell’Italia e di deferire la questione all’Assemblea degli Stati parti e/o al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite». Il caso Almasri è tutt’altro che chiuso.

GIORGIA MELONI E IL CASO ALMASRI - MEME BY FAWOLLOKISS ME LIBIA - MEME BY EMILIANO CARLI - IL GIORNALONE - LA STAMPAAlmasri Osama Najeen LA LIBERAZIONE DI ALMASRI VISTA DA ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPAIL PASSAPORTO DOMINICANO DI ALMASRI

Ultimi Dagoreport

salvini rixi meloni bignami gavio

DAGOREPORT - I FRATELLINI D’ITALIA CI SONO O CI FANNO? SULLA QUESTIONE PEDAGGI, CI FANNO: FINGONO DI CASCARE DAL PERO DI FRONTE ALL’EMENDAMENTO LEGHISTA CHE AUMENTA IL COSTO DELLE AUTOSTRADE, MA SAPEVANO TUTTO DALL’INIZIO. QUELLO DEL CARROCCIO È STATO UN BALLON D’ESSAI PER VEDERE COSA SAREBBE SUCCESSO. MA DI FRONTE ALL’INDIGNAZIONE DI CONSUMATORI E OPPOSIZIONE LA MELONI HA ORDINATO LA RETROMARCIA – ORA IL CETRIOLONE PASSA AI CONCESSIONARI: CHE DIRANNO I VARI TOTO, BLACKSTONE, MACQUARIE E GAVIO DI FRONTE AL FORTE DIMAGRIMENTO DEI LORO DIVIDENDI? – I PIANI ECONOMICI FINANZIARI BLOCCATI E I MOLTI INCROCI DI GAVIO CON IL GOVERNO: HA APPENA VENDUTO 250MILA AZIONI DI MEDIOBANCA, FACENDO UN FAVORE, INDIRETTO A “CALTA” E ALLA SCALATA AL POTERE FINANZIARIO MILANESE PROPIZIATA DALLA FIAMMA MAGICA…

trump zelensky meloni putin

DAGOREPORT - DONALD TRUMP È STATO CHIARO CON ZELENSKY: SE CEDE LE QUATTRO REGIONI OCCUPATE DAI RUSSI, OLTRE LA CRIMEA, A PUTIN, USERÀ IL SUO SÌ PER MINACCIARE MOSCA. SE “MAD VLAD” NON ACCETTA DI CHIUDERE SUBITO IL CONFLITTO, ARMERÀ FINO AI DENTI KIEV – IL TYCOON PUTINIZZATO FINGE DISTANZA DALLO ZAR DEL CREMLINO: "VUOLE ANDARE FINO IN FONDO, CONTINUARE A UCCIDERE, NON VA BENE...". MA È SCHIACCIATO SULLE PRETESE DI MOSCA: HA PROMESSO A PUTIN CHE L’UCRAINA INDIRÀ ELEZIONI UN ATTIMO DOPO IL CESSATE IL FUOCO – LA RISATA DA VACCARO DEL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DI FRONTE ALLA CONFERENZA PER LA RICOSTRUZIONE BY GIORGIA MELONI: MA COSA VUOI RICOSTRUIRE SE C’È ANCORA LA GUERRA?

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – AH, TAJANI DELLE MERAVIGLIE! RICICCIARE PER L'ENNESIMA VOLTA LO IUS SCHOLAE E, DOPO UN BATTAGLIERO RUGGITO, RINCULARE SUBITO A CUCCIA (''NON E' LA PRIORITA'"), E' STATO UN FAVORE FATTO A GIORGIA MELONI, DETERMINATA A SEMINARE ZIZZANIA TRA LE FILE LEGHISTE SPACCATE DA VANNACCI, PER CUI UNA PROPOSTA DI LEGGE PER LA CITTADINANZA AI RAGAZZI CHE COMPLETANO GLI STUDI IN ITALIA, E' PEGGIO DI UNA BESTEMMIA SULL'ALTARE - IL MINISTRO DEGLI ESTERI (SI FA PER DIRE: SUGLI AFFARI INTERNAZIONALI DECIDE TUTTO LA STATISTA DELLA GARBATELLA), UNA VOLTA APPOGGIATO IL BIANCO TOVAGLIOLO SUL BRACCIO, SI E' PRESTATO COSI' A SPARARE UN AVVISO A MATTEO SALVINI: SI PREGA DI NON TIRARE TROPPO LA CORDA, GRAZIE!

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA?