matteo salvini canone rai urbano cairo pier silvio berlusconi

SIAMO SICURI CHE IL TAGLIO DEL CANONE RAI FINISCA PER ROMPERE LE PALLE SOLO A MEDIASET E A LA7?  PER COMPENSARE LE PERDITE AL SERVIZIO PUBBLICO VERREBBE CONSENTITO DI AUMENTARE IL TETTO PUBBLICITARIO: A PAGARE DAZIO SAREBBE IL BISCIONE MA ANCHE TUTTI GLI ALTRI MEDIA - CARTA STAMPATA E DIGITALE SOFFRIREBBERO PER LA PRESENZA PIÙ INGOMBRANTE SUL MERCATO DELLA RAI CHE…

Estratto dell'articolo di Emanuele Bruno per www.primaonline.it

 

canone rai 7

[…] Chi potrebbe subire la concorrenza da una Rai Pubblicità più libera di cacciare altre risorse pubblicitarie? Mediaset per la quota più ampia, ma a pagare dazio potrebbero essere in buona misura le proposte più omogenee a quella della Rai dal punto di vista editoriale e dei target, in quota rilevante per La7 e anche WBD, e poi inevitabilmente i media (anche la carta stampata e il digitale) e le concessionarie più deboli, in una competizione più serrata in tema di costo per grp tra i big commerciali.

 

RAI PUBBLICITA

Con Publitalia che, in attitudine difensiva, con tutti i bacini di spazi di cui dispone, in tv e non, finirebbe per influenzare negativamente le attività di tutti gli altri player dello scenario, scatenando un gioco al massacro che toccherebbe anche gli streamer stranieri, e poco o niente le solite grandi piattaforme (Google, Meta, eccetera).

Indebolire la rai non convievne a nessuno. La pubblicità aggiuntiva verrebbe sfilata a tutti gli operatori, gionali compresi

 

[…]

MATTEO SALVINI ANTONIO TAJANI RAI CANONE

Lo scenario che si è manifestato in Commissione al Senato con lo scontro sull’emendamento per il taglio del canone Rai è molto di più del braccio di ferro tra la Lega e Forza Italia. Riguarda interessi molto ampi che abbracciano tutto il sistema dei media televisivi. Interessi ed equilibri di cui Forza Italia, partito fondato da Silvio Berlusconi e supportato economicamente dai suoi figli, è ben cosciente.

 

giornali 1

[…]

Facendo l’ipotesi di aumentare di un punto l’affollamento della Rai in via compensativa dell’abbassamento del canone, quali sarebbero gli effetti sul mercato? Facendo i conti in maniera un po’ generica, visto che è impossibile essere più precisi in questa fase, si può azzardare che per una macchina come quella di Rai Pubblicità (che vale intorno ai 650 milioni di raccolta circa) un punto di crescita potrebbe valere intorno ai 70 milioni in più di risorse assicurate dalla pubblicità.

 

pier silvio berlusconi

[…] Chi potrebbe subire la concorrenza da una Rai Pubblicità più libera di cacciare altre risorse pubblicitarie? Mediaset per la quota più ampia, ma a pagare dazio potrebbero essere in buona misura le proposte più omogenee a quella della Rai dal punto di vista editoriale e dei target, in quota rilevante per La7 e anche WBD, e poi inevitabilmente i media (anche la carta stampata e il digitale) e le concessionarie più deboli, in una competizione più serrata in tema di costo per grp tra i big commerciali. Con Publitalia che, in attitudine difensiva, con tutti i bacini di spazi di cui dispone, in tv e non, finirebbe per influenzare negativamente le attività di tutti gli altri player dello scenario, scatenando un gioco al massacro che toccherebbe anche gli streamer stranieri, e poco o niente le solite grandi piattaforme (Google, Meta, eccetera).

 

canone rai 4

Infine, va ricordato che nella gestione delle risorse del servizio pubblico non si possono ignorare le indicazioni Media Freedom Act dell’UE, la nuova legge che stabilisce norme per garantire che i media, sia pubblici che privati, possano operare senza indebite pressioni e con indipendenza editoriale.

Per quanto riguarda il ruolo delle TV pubbliche, considerate fondamentali, si prevedono misure atte a garantire che ricevano finanziamenti adeguati, sostenibili e prevedibili (quine sganciati dagli alti e bassi degli andamenti commerciali).

 

urbano cairo 3

In un contesto in cui il Media Freedom Act dell’UE richiede trasparenza e sostenibilità, la proposta di riduzione del canone è in contrasto con la direttiva che vede la Rai come emittente pubblica.

L’Agcom ha stabilito i limiti dell’affollamento pubblicitario per la Rai, ma con la riduzione del canone, dovrebbe rivederli per permettere alla Rai di operare con alti standard di servizio.

canone rai 2

[…]

canone rai 5urbano cairo 2canone rai 6

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?