pierpaolo sileri giuseppe conte roberto speranza

SILENZIO, PARLA SILERI: ''SENZA UN'ADESIONE DI MASSA AL VACCINO SAREMO COSTRETTI A IMPORLO''. IL VICEMINISTRO DELLA SALUTE ROMPE LE RIGHE GRILLINE, CHE HANNO PESCATO A PIENE MANI NEL BACINO DEI NO VAX: ''SE CI SONO DEI MEDICI CHE RIFIUTANO L'INIEZIONE È UN FALLIMENTO DEL NOSTRO SISTEMA FORMATIVO'' - MA LA SUA COLLEGA DADONE SI DICE ''CONTRARIA ALL'OBBLIGO VACCINALE'', E NON VUOLE IMPORLO AI DIPENDENTI PUBBLICI

Federico Capurso per ''La Stampa''

 

sileri

La campagna vaccinale è ormai avviata e da gennaio si andrà avanti al ritmo di mezzo milione di dosi a settimana: «Un momento storico», dice il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri. Tanto che già si inizia a ragionare di riaperture graduali di cinema e teatri, dei centri commerciali la domenica. Entro aprile bisogna somministrare di 13 milioni di dosi. Ma la prudenza è d’obbligo «perché abbiamo ancora diversi mesi di convivenza con il virus - avverte Sileri –. Non illudiamoci di uscirne in poche settimane. Per sconfiggere il Covid ci sarà bisogno di un’adesione massiccia al vaccino».

 

Tra medici, infermieri e personale delle Rsa, c’è chi non aderisce alla campagna. In alcune regioni con percentuali minime, in altre con numeri più preoccupanti.

«È anche comprensibile che ci possa essere riluttanza da parte di alcune persone, perché questo è un vaccino nuovo. Ma se a mostrarsi reticente è il personale sanitario, che ha una laurea per capire che i rischi sono quelli di un qualunque altro vaccino, allora a quelle persone dico che hanno sbagliato lavoro. E metterei in dubbio - cosa ancor più grave - la qualità del nostro sistema formativo. Avere dei no vax tra i medici equivale a un fallimento».

vincenzo de luca si vaccina 1

 

Rendere obbligatorio il vaccino per il personale sanitario potrebbe essere una soluzione?

«Al momento, non è prevista alcuna obbligatorietà. Se nei prossimi mesi, con più dosi e più vaccini disponibili, la campagna di vaccinazione non dovesse raggiungere i 2/3 della popolazione, allora si dovrebbero prendere delle contromisure. Tra queste, c’è l’obbligatorietà. Ma non è un problema attuale. E sono fiducioso che un’ampia campagna di educazione sul vaccino migliorerà in modo significativo i risultati».

 

Il governatore Vincenzo De Luca si è vaccinato postando una foto sui social. Dà il buon esempio o sono giuste le critiche di chi dice che non ha dato la precedenza al personale sanitario?

«Credo nella sua buona fede. Dice una stupidaggine chi sostiene che l’abbia fatto per accaparrarsi una dose di vaccino prima degli altri. Voleva dare l’esempio, ma ha sbagliato a farlo in questo modo, senza concertare l’azione con altri presidenti di Regione o con altre istituzioni. Questo ha dato adito alle critiche. Se tutti i governatori si fossero vaccinati ieri, l’effetto sarebbe stato diverso».

pierpaolo sileri

Come si spiega che la Germania abbia ottenuto inizialmente più dosi degli altri Paesi europei?

«Va fatta luce, se c’è stato un errore nella distribuzione. Comunque, ci sono delle percentuali settimanali di vaccino destinate a ogni Paese e queste verranno certamente rispettate, al di là delle dosi iniziali con cui si è partiti».

 

Ad aprile arriveremo a 13 milioni di dosi...

«Se tutto va bene. Devono ancora essere approvati i vaccini e ci sono tempi che si potrebbero allungare. Non mi stupirei se questi calcoli venissero corretti strada facendo».

Per quel momento, sarà sufficiente il bando con cui si reclutano 15mila tra infermieri e medici?

«La carenza di personale si è rivelata uno dei problemi più seri in alcune zone, ma queste nuove risorse sono sufficienti. Poi, quando arriveranno gli altri vaccini, dovremo mettere in campo anche altre figure professionali. In legge di bilancio è previsto un coinvolgimento dei farmacisti, ma anche gli odontoiatri vanno presi in considerazione. È personale sanitario esperto e ha già dato disponibilità a sostenere il piano vaccinale. Sarebbe un aiuto prezioso, vista la diffusione di questi professionisti sul territorio. Anche a loro, ovviamente, dovremmo garantire la vaccinazione».

Siamo al sicuro dalla terza ondata?

la ministra fabiana dadone

«Temo di no. Il vaccino, che ha un’efficacia accertata a un mese dalla prima dose, nulla potrà sulla probabilissima recrudescenza che vedremo nei prossimi giorni, dovuta alla maggiore circolazione durante le feste, pur con tutti i limiti adottati».

Si inizia però a parlare di riaperture di attività come palestre, teatri, cinema. Troppo presto?

«Se i numeri mostrano che in una regione la curva epidemiologica è sotto controllo da settimane, non vedo perché non si debba iniziare a parlare di una graduale riapertura di queste attività. Compreso l’allungamento progressivo degli orari di bar e ristoranti e l’apertura dei centri commerciali la domenica».

La preoccupa la scoperta della «variante inglese» del Covid, che sembra essere molto più contagiosa?

«Certo, è un rischio se si parla di riaperture. Il vaccino sarà sempre efficace, ma se la maggiore contagiosità porta fuori controllo i numeri diventa un ostacolo, perché porterebbe anche più morti. I 21 parametri restano centrali per cucire su misura le restrizioni».

 

 

COVID: DADONE, NON OBBLIGO VACCINO PER DIPENDENTI PA

fabiana dadone 1

 (ANSA) - "Non sono una grande appassionata dell'obbligo in campo vaccinale. Credo sia più giusta una forte raccomandazione, fronte su cui il governo si è impegnato. Raccomandare" il vaccino anti-Covid "credo sia il modo migliore per raggiungere l'immunità di gregge". Lo ha affermato la ministra della Pubblica amministrazione, Fabiana Dadone, all'Aria che tira su La7, rispondendo ad una domanda sulle dichiarazioni della sottosegretaria alla Salute, Sandra Zampa, secondo cui fare il vaccino dovrebbe essere "una precondizione per chi lavora nel pubblico".

 

"La raccomandazione a fare il vaccino sta raggiungendo un buon dato numerico. Il piano c'è, entro metà anno contiamo, come ha detto il ministro Speranza, di riuscire a vaccinare metà della popolazione", ha aggiunto Dadone, sostenendo quindi che non è il momento di porre la discussione sull'obbligatorietà o meno.

 

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....