skin skunk anansie

"I SOCIAL NETWORK? GLI ARTISTI RISCHIANO DI ASSORBIRNE LA NEGATIVITÀ" - LO SFOGO DI SKIN: "DOVEVANO CONNETTERE LE PERSONE INVECE SONO UN FOTTUTO, TOSSICO, CASINO DOVE LA GENTE MOSTRA IL PEGGIO" - "LA CRISI DEGLI SKUNK ANANSIE? CI SIAMO CHIESTI SE FERMARCI COMPLETAMENTE E ORA SIAMO RISORTI” - “GIORGIA MELONI? SOLO PERCHÉ C’È UNA DONNA NON VUOL DIRE CHE LE COSE MIGLIORINO. SPESSO LE DONNE DEVONO DIVENTARE IL PEGGIOR TIPO DI UOMO” – VIDEO

 

Barbara Visentin per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

skin

Un ritorno che ha il piglio perentorio di un manifesto: gli Skunk Anansie riflettono sul ruolo dell’artista nel nuovo brano «An Artist is an Artist», primo singolo di un progetto più ampio. Per la rock band britannica, spiega la frontwoman Skin, è un nuovo capitolo, dopo anni non facili.

 

Perché questo titolo?

«Perché la gente sta dimenticando cosa voglia dire essere artista: fa parte della persona, l’artista è ispirato da tutto. E c’è anche un po’ di rabbia: l’artista sono io e i tuoi stupidi commenti su Instagram non mi cambieranno».

 

Rabbia verso i social?

«Dovevano essere un mezzo per rimanere connessi, invece sono solo un fottuto e tossico casino dove la gente mostra il peggio di sé. Gli artisti rischiano di assorbirne la negatività, quindi dobbiamo ricordare che i commenti non sono importanti, anzi per l’80% , inclusi quelli positivi, sono irrilevanti».

 

Miglioreremo il nostro modo di stare online?

«No, siamo oltre il punto di non ritorno. Credo che la gente smetterà di usare i social. Io l’ho fatto, per me ora sono solo uno strumento di lavoro e, se potessi, li abbandonerei».

skunk anansie

 

«Un’artista non smette di essere artista perché è vecchia o in menopausa», dice nel brano. Ha avvertito questi giudizi su di sé?

«Le donne vengono giudicate in ogni decennio della loro vita e la misoginia si modifica a ogni età. Invecchiando si è meno sessualizzate, ma ci sono altri comportamenti che il mondo esige da noi, a cui non ci piegheremo. La fortuna è che con l’età aumenta il sostegno dalle altre donne: io lo avverto sempre più forte».

 

Le discriminazioni sono diminuite da quando è iniziata la sua carriera?

«Il dibattito è cresciuto, però se anni fa la misoginia andava di pari passo col fatto che non c’erano tante informazioni, adesso invece è come se tanti, proprio perché se ne parla, decidessero di comportarsi anche peggio. Oggi non si può più dire “non sapevo”: certo che sapevi e hai scelto di comportarti in un certo modo. Le elezioni in America lo dimostrano: sono state consegnate agli uomini che non hanno saputo rinunciare a un briciolo di potere per una società più egualitaria. Quindi riecco Trump».

i santi francesi skin

 

 

In Italia c’è una donna premier, ma in tema di diritti non facciamo passi avanti.

«Solo perché c’è una donna, non vuol dire che le cose migliorino. Il problema è quello che le donne devono fare per riuscire a essere elette: spesso devono diventare il peggior tipo di uomo».

 

Tornando alla musica, l’ultimo disco degli Skunk Anansie è del 2016: cos’è successo negli ultimi anni?

«Sarò onesta: abbiamo passato alcuni dei peggiori momenti della nostra storia. Abbiamo sempre attraversato alti e bassi, ma dalla pandemia in poi abbiamo affrontato di tutto. Ci siamo chiesti se fermarci completamente o tornare alle nostre radici cambiando tutto. E ora ci sentiamo come una fenice, risorta dalle sue ceneri».

 

trump meloni

(...)

Anche lei ora ha una figlia (con la compagna artista Ladyfag, ndr): essere madre ha cambiato le sue prospettive?

«Al 100% perché non si pensa più solo per sé, ma anche alle ripercussioni sugli altri.

Tutto cambia: come uso il mio tempo, cosa voglio dire e come. E poi c’è anche una certa leggerezza che entra nella vita, perché qualsiasi cosa mi succeda, per quanto seria, devo comunque intrattenere una bambina di tre anni».

 

(...)

 

Che ricordi ha della sua esperienza di giudice a «X Factor», 10 anni fa?

«Era un duro lavoro, molto rigido per tanti aspetti. Essendo un programma tv, non si riesce a passare il tempo che si vorrebbe con gli artisti. Però ne ho un bel ricordo, a volte è sano uscire dal proprio ruolo: stare in una band può essere ripetitivo».

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