pasquarotta

AGLI INGLESI PIACE L'ARTE ITALIANA “SELVATICA” – UNA MOSTRA ALL’ESTORICK COLLECTION DI LONDRA RISCOPRE L'OPERA DI PASQUAROSA, ARTISTA ITALIANA CHE, DA MUSA SEMI-ANALFABETA DEL MARITO NINO BERTOLETTI, DIVENNE UNA PITTRICE APPREZZATA DA GUTTUSO E PIRANDELLO – RIELLO: “LA SUA FORMAZIONE DA AUTODIDATTA E LA SUA INGENUITÀ LE CONSENTIVANO UN LINGUAGGIO PIÙ LIBERO, SPONTANEO E VIVACE. IN ALCUNE OPERE NON MANCANO SUGGESTIONI CHE RICHIAMANO A MATISSE...”

Antonio Riello per Dagospia

 

pasquarosa nello studio a roma 1914

L’Estorick Collection di Londra, attualmente diretta da Roberta Cremoncini, è un avamposto dell’Arte italiana del XX Secolo piazzato nel cuore dell’elegante quartiere di Islington. Vi sono conservate opere delle avanguardie storiche principali (Futurismo, Realismo Magico e Pittura Metafisica) oggetto della collezione dei coniugi Estorick. Ma nello stesso ambito della Modernita’ c’è comunque spazio anche per situazioni che si svilupparono in nicchie abbastanza particolari, spesso in collaborazione con fondazioni ed archivi italiani.

 

All’Estorick si è infatti appena inaugurata una interessantissima mostra, curata da Pier Paolo Pancotto, che è assolutamente in sintonia con quello che stanno facendo i maggiori musei britannici: recuperare al pubblico le esperienze artistiche femminili dei passati decenni. E’ dedicata a Pasquarosa (al secolo Pasquarosa Marcelli Bertoletti, 1896-1973) e, in questo caso, anche a suo marito Nino Bertoletti (1889-1971).

 

pasquarosa 11

Pasquarosa nasce non lontano da Roma, ad Anticoli Corrado, un paesello situato nella valle dell’Aniene e famoso per aver fornito modelli (femminili e maschili) ad artisti di mezzo mondo (perfino Oskar Kokoschka ne fece uso). Una specie di rurale laboratorio della bellezza le cui naturali creazioni avevano come ovvia e prima destinazione Roma. Dove a sedici anni, per fare questo mestiere, arriva anche lei, ospite di una zia.

 

Proviene da una famiglia umilissima e – come succedeva allora a molte ragazze del popolo – e’ praticamente analfabeta. Non e’ solo una dirompente incarnazione delle proporzioni classiche del corpo umano. Allo stesso tempo non le mancano curiosita’, coraggio e dignita’. Tre qualita’ che la accompagneranno per sempre.

 

pasquarosa catalogo estorick

Conosce (e’ la sua modella) il pittore Nino Bertoletti. Si innamorano e si sposano. Fino a qui potrebbe sembrare una trasposizione laziale della favola di Cenerentola, ma questa e’ una storia vera e potentemente contemporanea. Infatti Pasquarosa non si accontenta affatto di vivere agiatamente all’ombra del marito benestante, impara presto a scrivere e a leggere (diventera’ una lettrice leggendaria, quasi bulimica).

 

La coppia va ad abitare a Villa Strohl-fern, la palazzina Neo-Gotica che si trova all’interno del parco di Villa Borghese e che fu negli anni anteriori alla Prima Guerra Mondiale una specie di “Factory Capitolina”. Questo simbolo della “Scuola Romana” ospitò tra le sue mura artisti come Carlo Levi, Virgilio Guidi, Francesco Trombadori, Carlo Socrate, Amedeo Bocchi, Arturo Martini.

 

pasquarosa 07

Poi si trasferiscono in una casa in Via Alessandro Torlonia, dove abitava anche Luigi Pirandello. Pirandello fu un grande amico della famiglia Bertoletti, che frequentava spesso anche Giorgio De Chirico e Anton Giulio Bragaglia.

 

Pasquarosa vuole fortemente passare dal ruolo di modella-musa ispiratrice a quello attivo di artista. E ci riesce. Ha due figli, Giorgio e Carlo Francesco, ma questo non le impedira’ comunque di lavorare e viaggiare tantissimo. E’ spesso a Parigi dove lavora con un mercante di successo. Vendera’ sempre piu’ (e meglio) del marito. Perfino la Regina Margherita - consorte di Vittorio Emanuele III - le compera un’opera (il quadro e’ ancora al Quirinale).

 

pasquarosa ritratto fotografico 01

I suoi dipinti, in apparenza borghesemente tranquilli (di frequente si tratta di vasi di fiori e nature morte) sono in linea con l’atmosfera del tempo, tra Secessione Romana e Novecento. E non mancano, almeno in alcune opere, delle suggestioni che potrebbero richiamare, in qualche modo, la ricerca di Matisse.

 

Lei era un’artista che si guardava intorno con attenzione e che sapeva sfruttare con intelligenza le sue debolezze: la sua formazione da autodidatta le consentiva soluzioni formali meno scontate rispetto a molti suoi colleghi. Insomma, un certo grado di consentita ingenuita’ poteva infatti, quando necessario, significare un linguaggio piu’ libero, spontaneo e vivace. Il Guardian nella sua recensione la definisce, in questo senso, come: “Italian Fauve Painter”.

 

Piu’ ancora del mercato sarà la stessa Critica d’Arte che la sapra’ apprezzare in modo davvero speciale. Margherita Sarfatti fu una dei suoi fan. Esporrà piu’ volte alla Quadriennale di Roma e alla Biennale di Venezia. Partecipa a Madrid, nel 1928, ad una grande mostra internazionale. Nel 1929 ha una mostra personale a Londra (cosa niente affatto comune, in quegli anni, per una pittrice italiana) alla Arlington Gallery.

 

pasquarosa 06

L’ostracismo che nel secondo dopoguerra, per ragioni politiche, lascerà nell’ombra parecchi artisti del gruppo Novecento (in quanto compromessi in qualche maniera con il regime Fascista) non la colpisce. Un Renato Guttuso, gia’ “intellettuale organico” del PCI, addirittura ne tesse le lodi. La Galleria di Arte Moderna di Roma nel 1958 acquisi’ un suo quadro, “L’Albero” (1950).

 

Come scrive Pancotto nel catalogo, sono in particolare i letterati italiani ad amare enormemente il suo lavoro. Oltre ovviamente a Pirandello, troviamo Emilio Cecchi (definisce il lavoro di Pasquarosa come un “fatto intieramente nuovo”), Corrado Alvaro, Massimo Bontempelli, Olga Ossani Lodi, Paola Masino, Federigo Tozzi, Alberto Savinio, Giovanni Papini (acquisto’ una sua natura morta “Servizio da Te’”).

 

pasquarosa 05

Qualche parola va spesa per Nino Bertoletti. Il suo lavoro non e’ certo disprezzabile, ma naturalmente il pittore romano non ha il fascino travolgente di Pasquarosa. I ritratti che fece alla moglie pero’ sono significativi e completano mirabilmente la mostra.

 

Una breve nota anche sull’ambiente artistico della Capitale nella prima meta’ del Novecento: si tende a trascurarlo un po’ troppo, abbagliati forse dalle seducenti luci delle Avanguardie parigine. Era meno provinciale di quanto molti credono e probabilmente merita di essere rivalutato (beninteso in una prospettiva prettamente culturale e non certo politica).

 

PASQUAROSA

FROM MUSE TO PAINTER

Estorick Collection pf Modern Italian Art

39A Canonbury Square

nino bertoletti portrait of pasquarosa 02nino bertolettiestorick collection in londonnino bertoletti portrait of pasquarosa 01pasquarosa 01antonio riello pasquariellopasquarosa 03

Londra N1 2AN

pasquarosa 02

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…