dal pino ibarra diritti tv

LA BATTAGLIA SUI DIRITTI DEL CALCIO - L'ANTITRUST METTE IN DISCUSSIONE IL MODELLO PROMOSSO DALLA SERIE A "CHE SI BASA SULLA CESSIONE DI PACCHETTI ESCLUSIVI" E AUSPICA "L’APERTURA DEL MERCATO A SOGGETTI TERZI" – IL PRESIDENTE DELLA LEGA A, DAL PINO, HA UN ALTRO PROBLEMA: "BEIN" MINACCIA DI CHIAMARSI FUORI DALLA PARTITA (I QATARIOTI SONO I PRIMI INVESTITORI INTERNAZIONALI NEL NOSTRO CAMPIONATO) SE LA A NON PRENDERÀ LE DISTANZE DALL’ARABIA…

Giuliano Balestreri per repubblica.it

 

PAOLO DAL PINO

L’Antitrust entra a gamba tesa nella partita per l’assegnazione dei diritti tv della Serie A. Con il via libera alle linea guida del bando di gara, l’authority per la concorrenza mette in discussione il modello promosso dalla Serie A che si basa sulla cessione di pacchetti esclusivi. Una procedura che – secondo il garante – non ha aperto il mercato alla concorrenza facendo lievitare i costi per i consumatori. Insomma, la Lega potrà andare avanti per la sua strada come meglio crede, ma l’avvertimento messo nero su bianco dall’Antitrust penderà come una spada di Damocle sul prossimo bando fino alla sua assegnazione definitiva.

 

diritti tv

 

L’Agcm addirittura mette un chiaro accento sulla vendita “non esclusiva” dei diritti auspicando l’apertura del mercato a soggetti terzi insieme allo sviluppo di nuove piattaforme internet. In particolare, nei rilievi alle linee guida emerge la preoccupazione per l’assenza di offerte tra di loro concorrenti. Si sottolinea, infatti, come Dazn e Sky siano complementari. All’articolo 96, in particolare, si legge che “il 77,9% dei clienti Dazn ha anche Sky” e solo il 7,8% degli abbonati alla piattaforma di Perform – disponibile anche sul decoder di Sky – non ha un contratto con il network di Comcast.

 

 

PAOLO DAL PINO

Insomma, in poche pagine il garante ha smontato le linee intorno alle quali Luigi De Siervo, ai tempi ad di Infront, advisor della Serie A, aveva costruito l’ultimo bando di gara. Un bando che nei piani della Lega avrebbe dovuto spingere verso l’alto gli introiti, ma che in realtà in assenza di un concorrente per Sky ha fatto semplicemente salire le spese della piattaforma satellitare – aumento dei costi al quale non è seguito un uguale incremento degli abbonati.

 

Tradotto: l’assenza di un concorrente come era Mediaset Premium – di cui Dazn non è riuscita a colmare il vuoto – fa male al mercato e alla stessa Sky. Basti pensare che per il triennio 2015-2018, la Serie A aveva incassato 945 milioni di euro l’anno con appena 132 partite in esclusiva; il bando successivo ha portato nelle casse solo 25 milioni in più, ma fatto spendere a Sky 780 milioni di euro contro i 572 milioni del bando precedente.

 

diritti tv serie a

Il problema è chiaro al presidente della Serie A, Paolo Dal Pino: appena insediatosi il manager ha messo mano al dossier consapevole che la prossima asta sarà tutt’altro che semplice. Da un lato c’è l’assenza di concorrenza sul fronte domestico, dall’altro ci problemi in arrivo dall’estero con BeIn che minaccia di chiamarsi fuori dalla partita – i qatarioti sono i primi investitori internazionali nel nostro campionato – se la A non prenderà le distanze dall’Arabia Saudita. E come se non bastasse sullo sfondo aleggia il problema razzismo che spaventa i grandi investitori.

 

 

PAOLO DAL PINO

Per tutti questi motivi, Dal Pino avrebbe iniziato a parlare con diversi operatori potenzialmente interessati al calcio tricolore per capire quanto sarebbero disposti a investire per un prodotto che verosimilmente offrirà meno esclusive e sarà distribuito attraverso più canali. In modo anche da sviluppare quella concorrenza auspicata dall’Antitrust. Tra gli addetti ai lavori c’è, quindi, la convinzione che i rilievi dell’Antitrust – e i ragionamenti avviati da Dal Pino – possano trovare un terreno più fertile rispetto a tre anni fa quando l’idea di un canale o di una vendita all’ingrosso o a più operatori in contemporanea era vista come fumo negli occhi.

 

de siervo

 

Anche perché visto il peso fondamentale di Sky – che in sostanza ha contrattualizzato la quasi totalità degli interessati alla Serie A – per l’Agcm è fondamentale che venga data la possibilità ad altre piattaforme di acquisire pacchetti concorrenziali con l’obiettivo finale di abbassare i prezzi per i consumatori. In questo senso si auspica l’entrata in gioco di operatori verticali capaci di garantire offerte low cost.

 

 “In generale – si legge -, si auspica che l’assegnazione possa permettere la creazione di offerte all’ingrosso – che siano disponibili contemporaneamente su più piattaforme e più operatori pay-tv”: passaggio che sembra indicare la realizzazione di un modello simile al canale di Lega, sebbene si sottolinea che la creazione di un piattaforma distributiva esula dalle valutazioni dell’Agcm.

 

PAOLO DAL PINO

In particolare, “l’Autorità ritiene preferibile la predisposizione di pacchetti che stimolino la concorrenza nel mercato a valle della pay-tv, permettendo a più operatori pay-tv di poter trasmettere buona parte della Serie A, moltiplicando le piattaforme di distribuzione, e accentuando la sostituibilità – e quindi la concorrenza – tra operatori pay-tv, con beneficio degli utenti in termini di maggiore scelta e minori prezzi. In altri termini, occorre che i pacchetti siano disegnati in modo tale da sviluppare offerte ai consumatori finali in concorrenza e non complementari.

maximo ibarra 1

 

Ciò, in particolare, può essere raggiunto attraverso una limitazione delle esclusive, ad esempio nella vendita per piattaforme, con pacchetti che abbiano una parte consistente di eventi condivisi. Al fine di ampliare il numero degli operatori rileva altresì l’assegnazione preferenziale a editori non verticalmente integrati o l’obbligo di predisposizione di offerte di canali all’ingrosso per gli assegnatari”.

paolo dal pinoPAOLO DAL PINO

 

de siervomaximo ibarra 2

Ultimi Dagoreport

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….