cristiana lauro

BEVI E GODI CON CRISTIANA LAURO – ECCO COME E’ CAMBIATO IL MERCATO DEL VINO - LE AZIENDE VITIVINICOLE HANNO GESTIONI TROPPO SPESSO SGANGHERATE. SERVONO STUDI, ANALISI DEI DATI STATISTICI, AGGIORNAMENTI CONTINUI E QUALCUNO CAPACE DI FARE DIVULGAZIONE - IL LIBRO DI RICCARDO COTARELLA, L’ENOLOGO ITALIANO PIU' FAMOSO NEL MONDO, FIGURA DI RIFERIMENTO PER I VIGNAIOLI MASSIMO D'ALEMA E BRUNO VESPA...

Cristiana Lauro per Dagospia

 

 

CRISTIANA LAURO 6

L’Italia è fra i più grandi produttori di vino al mondo per quantità e qualità, quindi il comparto è molto seducente dal punto di vista dell’impresa. Eppure le aziende vitivinicole hanno gestioni troppo spesso sgangherate, situazioni finanziarie in debito d’ossigeno, processi produttivi da ottimizzare per poter generare profitto reale in luogo di tante chiacchiere e scarsa forza di investimento per il futuro.

 

Un’attività messa su alla carlona, in assenza di processi logici e analitici basati su statistiche, numeri e riscontri oggettivi - che in Italia fanno ribrezzo per una sedimentata sopravvalutazione degli studi classici - non ha il tiro in porta. Non si apre una turbotrattoria contemporanea perché nonna cucinava bene, e non si produce vino solo perché fa figo e si conoscono - più o meno - i processi di vinificazione.

 

riccardo cotarella

Servono studi, analisi dei dati statistici, aggiornamenti continui e - a monte - qualcuno capace di fare divulgazione che si prenda la briga di rendere tutto questo chiaro attraverso schemi comprensibili e valutazioni competenti. E non importa che si parli di vini industriali o artigianali, la questione è altra e comune a entrambi: senza analizzare con strumenti adeguati il mercato, il punto di vista e le necessità fluttuanti dei consumatori, il posizionamento dei prodotti, le politiche del prezzo e bla, bla bla, non si fa impresa vitivinicola. Non si fa impresa in generale.

 

Non cresce il profitto e non si afferma la reputazione. Col risultato che il brand fuori dal cancello di casa vale praticamente una cicca. Chi non ha un nome da difendere non è spendibile. Circolano tante di quelle idee balzane fra i nuovi imprenditori vitivinicoli che non avete idea. Come se cinesi, russi e arabi (vagheggiati, ambiti investitori di riferimento) fossero cresciuti con l’anello al naso.

 

E’ bene fare chiarezza, aprire qualche libro e provare anche a leggero fino in fondo una volta tanto.

CRISTIANA LAURO 2

 

Riccardo Cotarella, enologo, docente universitario e attuale presidente di Assoenologi, ha pubblicato - insieme ad altri due qualificati esperti, Sergio Cimino e Jolanda Tinarelli - uno dei libri più interessanti e completi sul tema dello sviluppo del comparto e della trasformazione del mercato del vino.

 

“Strategia di mercato e gestione dell’impresa vitivinicola” (Edagricole editore) anche attraverso una sequenza di schede molto chiare, analizza la faccenda dal punto di vista del marketing, dei modelli di business e dei sistemi organizzativi. Esamina i clienti e i consumi che scompone studiando i flussi che li caratterizzano mettendo in luce i punti di forza e le criticità.

 

angelo gaja

Angelo Gaja - l’imprenditore e viticoltore italiano più rappresentativo del nostro successo in tutto il mondo - interviene nella presentazione del testo ed evidenzia, in maniera sintetica ed efficace, le novità dell’impresa vitivinicola del terzo millennio: nel vigneto “ove si pratica una viticoltura resiliente, di contrasto attivo agli attacchi dei patogeni e agli stress climatici”. In cantina “ove si opera affinché il vino torni a diventare la più sana delle bevande” e nel marketing “ricorrendo a una narrazione coerente coi principi del buono-giusto-pulito”. Tutto molto chiaro.

 

 

 

 

 

 

angelo gajaangelo gajaangelo gajaangelo gaja

cristiana lauro 1cristiana lauro 2cristiana lauro 15cristiana lauro 17cristiana lauro vinicristiana laurocristiana laurocristiana lauro 3

cotarella coverRiccardo Cotarella riccardo cotarella jpegDa sinistra- Massimo D’Alema, Franco Ricci di Bibenda, Riccardo Cotarella, Bruno Vespa, nell’azienda Falesco per un evento Telethon cotarellariccardo cotarellaCRISTIANA LAURO

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?