dal pino

UNA BOCCATA D’OSSIGENO PER IL CALCIO ITALIANO - LA LEGA ALL'UNANIMITÀ DICE SÌ AI FONDI: ENTRANO 1,7 MILIARDI –  DAL PINO: "QUALCOSA DI UNICO IN UN MOMENTO DRAMMATICO. GRAZIE AI FONDI E AI CLUB" - L'ASSEMBLEA DEI CLUB HA ACCETTATO ALL'UNANIMITÀ L'OFFERTA DEL CONSORZIO CVC-ADVENT-FSI, CHE ENTRA CON IL 10% NELLA MEDIA COMPANY CREATA PER GESTIRE I DIRITTI TV. IL CLOSING TRA QUALCHE MESE - IL PRESIDENTE DELLA LEGA DI A: "CHI È COSTRETTO A STARE A CASA, SENZA CALCIO SAREBBE PIÙ TRISTE" – VIDEO

 

 

Da gazzetta.it

 

dal pino

La fumata bianca tanto attesa è arrivata: la Lega Serie A, riunita dalle 13 in un hotel romano, ha accettato con voto unanime l'offerta del consorzio di fondi di investimento CVC-Advent-Fsi, che entra così con il 10 per cento nella media company creata per gestire e commercializzare i diritti televisivi. Sul tavolo 1,7 miliardi di euro, che sono ossigeno pure per il mondo del calcio italiano, soprattutto in questo periodo di crisi, aggravata dalle conseguenze della pandemia di Covid.

 

 

ARRIVANO NUOVE RISORSE

All Hotel St. Regis sono arrivati per primi i presidenti di Milan (Paolo Scaroni), Lazio (Claudio Lotito), Napoli (Aurelio De Laurentiis) e Sampdoria (Massimo Ferrero). Con loro anche il Ceo della Roma, Guido Fienga, e i vertici della Lega A a partire dal presidente Paolo Dal Pino e dall'a.d. Luigi De Siervo.

dal pino

 

Servivano 14 voti (su 20) per approvare la delibera e già si sapeva che una netta maggioranza era favorevole all'ingresso dei fondi, mentre dietro le quinte si muoveva una ristretta minoranza con qualche perplessità. E' invece arrivata l'unanimità, che dà un peso molto più forte alla scelta. Adesso serviranno un paio di mesi per stendere i contratti e si pensa di poter arrivare al closing nel nuovo anno, durante il quale si dovrà procedere alla vendita dei diritti tv della Serie A per il triennio 2021-2024.

 

 

COSA SUCCEDE ORA

Dire sì all'offerta dei fondi vuol dire aprirsi a un business che prevede nuovi sistemi di promozione del nostro campionato, con una visione planetaria di sviluppo del brand Serie A.

 

Al primo punto del programma resta la vendita dei diritti televisivi: i fondi aiuterebbero nella cessione a una pluralità di piattaforme. E’ questo il canale principale attraverso cui realizzare l’obiettivo dei private equity, accrescere il valore del campionato.

gravina dal pino foto mezzelani gmt

 

Ma nell’immediato potranno invece sostenere le società con una consistente disponibilità finanziaria, fattore che in una fase delicata come quella attuale risulterebbe determinante. Una salvezza per i conti dei club, su cui gravano perdite milionarie conseguenti alla crisi sanitaria.

 

 

CVC Capital Partners è una società britannica (sede principale a Londra, dal 1981) specializzata in private equity. Definizione che è ormai entrata nel linguaggio della Serie A. In sintesi si intende per private equity la tecnica di investimento consistente nel finanziare una società non quotata in Borsa, ma dotata di elevate potenzialità di crescita, per poi disinvestire con lo scopo di ottenere plusvalenze dalla vendita della partecipazione azionaria.

lotito

 

Il soggetto che rileva la società o una quota di essa, introduce nuovi capitali, come nel caso della Lega: CVC, Advent e Fsi investiranno 1,7 miliardi di euro per il 10% della A, entrando così a far parte di struttura e governance. CVC ha un patrimonio di 135 miliardi di euro gestiti anche grazie ai 23 uffici diffusi in tutto il mondo: 15 tra Europa e America, 8 nella zona Asia-Pacifico.

 

de laurentiis dal pino foto mezzelani gmt 2

Distribuisce la propria attività tra investimenti in settori di beni di consumo, servizi finanziari, telecomunicazioni, farmaceutica. Ma ha anche precedenti esperienze nello sport, tra Formula 1 e il Sei Nazioni di rugby. Advent International è una società americana con base principale a Boston: 45 i miliardi di euro investiti in 360 investimenti. Ha 15 uffici in 12 paesi diversi. Fsi aggiungerebbe una presenza italiana: ha sede a Milano ma oltre 3.000 aziende nel proprio perimetro di investimento. Il fondo ha 1,4 miliardi di euro di impegni di capitale complessivi.

 

 

DAL PINO

Valerio Piccioni per gazzetta.it

 

PAOLO DAL PINO

"Parlato poco e fatto tanto". È il telegramma di Paolo Dal Pino, il presidente della Lega di A, all’uscita dall’albergo Romano dove i venti club hanno detto sì all’unanimità all’accordo con il consorzio Cvc/Advent/Fsi che fissa in 1,7 miliardi la valorizzazione della serie A e prospetta di cedere il 10 per cento ai nuovi compagni di viaggio.

 

 

 

PAOLO DAL PINO

"In un percorso, per arrivare in cima, bisogna salire delle scale - spiega Dal Pino - abbiamo fatto un bel cammino, ora non c’è nulla di definitivo, mancano ancora diverse verifiche, ma abbiamo accettato la proposta. Ringrazio i fondi come ringrazio tutte le società, abbiamo saputo fare sistema come Serie A". Così Paolo Dal Pino, il presidente della Lega di A. Mancano alcuni passaggi per la redazione di un vero e proprio contratto, ma un altro scoglio è superato.

 

 

PAOLO DAL PINO

"Abbiamo fatto qualcosa di unico in un momento davvero drammatico. Questa è la cosa che ci rende più felici". "Il calcio ora può e deve andare avanti". "In questo momento chi è costretto a stare a casa, senza calcio sarebbe più triste". La road map dovrebbe esaurirsi nelle prossime settimane anche perché c’è subito un primo esame in vista, la cessione dei diritti televisivi per il triennio 2021-2024. In un’altra assemblea si affronterà anche il tema della distribuzione delle risorse che spetteranno a ciascun club. E quello della governance da definire con il consorzio Cvc/Advent/Fsi.

claudio lotito foto mezzelani gmt037

 

 

 Novità in vista anche per quanto riguarda il protocollo sanitario anti Covid che sarà reso più stringente. "Non ne abbiamo discusso - dice l’a.d. Luigi De Siervo - ma questa mattina abbiamo ricevuto la proposta della Federazione Medico-Sportiva che sarà lo strumento con cui renderemo ancora più rigoroso il protocollo". Ci sarà una centrale unica per processare i tamponi e altre norme per alzare il livello delle difese di fronte all’emergenza Covid.

 

 

 

paolo dal pinoPAOLO DAL PINOde siervoPAOLO DAL PINO

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - LA CAPITALE DEGLI AFFARI A MISURA DUOMO, A CUI IL GOVERNO MELONI HA LANCIATO L’ANATEMA “BASTA CON I BANCHIERI DEL PD”, È IN TREPIDA ATTESA DI COSA DELIBERERÀ UNICREDIT DOMENICA PROSSIMA, A MERCATI CHIUSI - SI RINCORRONO VOCI SULLA POSSIBILITÀ CHE ANDREA ORCEL ANNUNCI L’ADDIO NON SOLO ALL’OPS SU BPM MA ANCHE ALLA SCALATA DI COMMERZBANK, PER PUNTARE TUTTA LA POTENZA DI FUOCO DI UNICREDIT LANCIANDO UN’OPS SU GENERALI - DOPO LE GOLDEN MANGANELLATE PRESE SU BPM, ORCEL AVRÀ DI CERTO COMPRESO CHE SENZA IL SEMAFORO VERDE DI PALAZZO CHIGI UN’OPERAZIONE DI TALE PORTATA NON VA DA NESSUNA PARTE, E UN’ALLEANZA CON I FILO-GOVERNATIVI ALL’INTERNO DI GENERALI COME MILLERI (10%) E CALTAGIRONE (7%) È A DIR POCO FONDAMENTALE PER AVVOLGERLA DI “ITALIANITÀ” - CHISSÀ CHE COSA ARCHITETTERÀ IL CEO DI BANCA INTESA-SANPAOLO, CARLO MESSINA, QUANDO DOMENICA IL SUO COMPETITOR ORCEL ANNUNCERÀ IL SUO RISIKO DI RIVINCITA…

parolin prevost

PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL SEGRETARIO DI STATO DI BERGOGLIO SAREBBE STATO ELETTO AL POSTO DI PAPA FRANCESCO – GLI “AUGURI DOPPI” DI GIOVANNI BATTISTA RE, IL TITOLO FLASH DEL “SOLE 24 ORE” (“PAROLIN IN ARRIVO”) E LE ANALISI PREDITTIVE DI ALCUNI SITI - PERCHÉ I CARDINALI HANNO IMPALLINATO PAROLIN? UN SUO EVENTUALE PAPATO NON SAREBBE STATO TROPPO IN CONTINUITÀ CON BERGOGLIO, VISTO IL PROFILO PIU' MODERATO - HA PESATO IL SUO “SBILANCIAMENTO” VERSO LA CINA? È STATO IL FAUTORE DELL’ACCORDO CON PECHINO SUI VESCOVI...

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”