SOTTO IL CASO CHIELLINI COVA LA CENERE DELL’ADDIO AL VELENO TRA LA JUVE E CONTE - L’UNICO TEAM RIMASTO FUORI DAI GIRI DI CONTE È LA JUVENTUS: NON VUOLE STRINGERE LA MANO A MAROTTA

1. DAGOREPORT

ChielliniChiellini

Sotto, sopra e dietro il caso Chiellini-Nazionale, cova la cenere dell’addio al veleno tra la Juve e Conte. Non è sfuggito a nessuno che tra le tante visite alle squadre in allenamento, Napoli, Roma, Milan etc, l’unico team rimasto fuori sia la Juventus. Conte non vuole stringere la mano al direttore sportivo Marotta e il risultato è che Chiellino è stato richiamato a Torino. La chiamata di Tavecchio, poi, ha solo rinfocolato gli attriti. La Juve non ha mai sopportato lo schiavetto di Lotito.

 

2. CASO CHIELLINI

Alberto Polverosi per il "Corriere dello Sport"

 

orialioriali

E meno male che la prima Italia di Antonio Conte ha battuto l’Olanda, terza classificata del Mondiale. Meno male che ha giocato dieci minuti strepitosi e gli altri ottanta dominando e poi controllando i temibili avversari. Meno male che Immobile ha segnato il suo primo gol ufficiale, che Zaza ha debuttato con la personalità di un grande e che nessuno ha rimpianto l’assenza di Balotelli. Perché se non ci fosse stato tutto questo, cosa sarebbe oggi Coverciano?

 

Una polveriera, con la gente pronta a chiamare gli artificieri o il 115 (i vigili del fuoco). E’ stata bella la squadra, ma intorno, malgrado il risultato, il gioco e il lavoro di Conte, ci sono tinte fosche. Lotito continua a imperversare e oggi volerà a Oslo con la Nazionale. Se qualcuno ha pensato che il proprietario della Lazio e della Salernitana fosse andato a Bari solo perché si sentiva a casa sua, si sbaglia.

ANDREA AGNELLI E BEPPE MAROTTAANDREA AGNELLI E BEPPE MAROTTA

 

Casa di Lotito è la federazione. Ma ancora più preoccupante è il caso-Chiellini. Che non si è chiuso sabato sera, con gli stracci che volavano da Torino a Coverciano e da Coverciano a Torino. No, è andato avanti, e ieri si è aggiunta un’altra puntata: la Juventus ha fatto sapere che Marotta non ha mai parlato venerdì sera con Oriali, come invece lo stesso Oriali aveva spiegato, ma solo con Chiellini.

 

Il team manager, a precisa domanda “con chi avete parlato venerdì sera?“ (quando la Juve ha dato la disponibilità a lasciare Chiellini a Coverciano), aveva risposto: «Con Marotta». E alla domanda successiva: con chi avete parlato sabato mattina (quando la Juve ha richiamato il giocatore a casa), stessa risposta: «Sempre con Marotta».

 

Tocca al team manager correggersi: in effetti, venerdì non è stato lui a parlare con Marotta, ma Chiellini e il professor Castellacci (a proposito il giocatore ieri ha fatto terapia e oggi sarà sottoposto a nuovi accertamenti). In ogni caso la Juve quel venerdì sera non aveva detto al giocatore di tornare a casa. Fosse stato così, non sarebbe scoppiato nessun caso. La Juve ha cambiato idea. Diciamo che prima aveva detto ok ufficiosamente, poi ha detto no ufficialmente.

ANDREA AGNELLI E BEPPE MAROTTAANDREA AGNELLI E BEPPE MAROTTA

 

I COMUNICATI. In un mondo dove domina la comunicazione, stavolta qualcosa si è inceppato. La Juve fa sapere che a Chiellini era stata data un’autorizzazione non definitiva, che se ne sarebbe parlato il giorno dopo e che non aveva concordato nessun comunicato con la federazione. Ma se è così, perché ha aspettato le dichiarazioni di metà pomeriggio di Oriali per intervenire?

 

Il punto non potevano essere le «dichiarazioni allusive» del team manager, come si legge nel comunicato della Juventus, ma il fatto che non c’erano state comunicazioni ufficiali fra club e Nazionale. Stona tutto in questa storia che alla base ha la forte tensione che separa la Juve dal nuovo corso federale. Non tornano i tempi, per esempio.

 

tavecchiotavecchio

Se un club vede pubblicato su agenzie e siti un comunicato federale che lo coinvolge in una decisione che invece non ha ancora preso (come sostiene la Juve), ha un solo obbligo: chiarire subito che non sono state prese decisioni. Subito, nel giro di mezz’ora, non il giorno dopo quando il caos è già esploso. Il comunicato della Figc era delle ore 21, più o meno, c’era il tempo per rendere tutto più chiaro.

 

Non solo: se Oriali dice che venerdì ha parlato con Marotta e non è vero, bisogna dire che non è così e pretendere la precisazione. Intanto ieri sera, ha detto la sua anche Andrea Pirlo, nel quadro, del Momorial Scirea a Cinisello Balsamo. Dopo aver confermato il suo prossimo ritorno in Nazionale, il fuoriclasse ha chiosato sul caso Chiellini: «Quando c’è di mezzo la Juve si fa sempre casino».

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CON TAVECCHIO. Ieri la Juve ha fatto sapere a Tavecchio di non aver gradito la sostanza e i contorni di questa vicenda. C’entra anche il giocatore, che spingeva per restare a Coverciano e al quale Marotta avrebbe poi spiegato che certe cose le decide solo il club di appartenenza. Restano ampie zone d’ombra, ma su un punto si può essere certi: fra la Juve e la federazione continua la guerra. Prima, dicono alla Juve, con Albertini e Riva c’erano i riferimenti precisi, adesso non più. Adesso i riferimenti sono nuovi e non graditi al club bianconero. Per la cronaca, in questi giorni Conte non ha sentito nessuno della Juve.

 

 

3. FIGC, TAVECCHIO: «NESSUN PROBLEMA CON LA JUVE»

ANTONIO CONTE PUMAANTONIO CONTE PUMA

Da “corrieredellosport.it"

 

"Non ho mai parlato col direttore Marotta: con la Juve ci sono state solo delle incomprensioni". Così il presidente Figc Carlo Tavecchio all'Ansa ha parlato del caso Chiellini, prima della partenza degli azzurri per Oslo. "Non ci sono problemi tra la nazionale e la Juve, e non si è trattato di uno sgarbo a Conte" ha spiegato. 
 

DEMETRIO ALBERTINI SERATA SANPATRIGNANO DEMETRIO ALBERTINI SERATA SANPATRIGNANO

I rapporti tra lui e il suo vecchio club sono rimasti ottimi - ha aggiunto Tavecchio parlando del nuovo ct azzurro - La Juve è la prima squadra italiana, ha una posizione di rilievo in Champions. In momenti delicati, mentre siamo concentrati a preparare una partita importante, può darsi ci siano state incomprensioni o difetti di comunicazione. Ma non ci sono problemi né da parte della Juve, né dallo staff della nazionale". Quanto a Oriali, "doveva esser un team manager, ma dalle prime mosse vedo che è di più: un ds, in simbiosi con la squadra".

 

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