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CI VOLEVA IL GENERO DI AZNAR PER RIASFALTARE ROMA -  AL VIA IL PRIMO GP ELETTRICO NELLA CAPITALE: LO SPAGNOLO AGAG, FONDATORE DELLA FORMULA E, SPOSATO CON LA FIGLIA DELL’EX PREMIER SPAGNOLO HA RICOPERTO LE BUCHE ALL' EUR A SPESE PROPRIE –LA RAGGI GONGOLA: DALLA FORMULA E 60 MILIONI DI INDOTTO IN 3 ANNI

SAVINA CONFALONI per Libero Quotidiano

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Ci volevano gli stranieri per rimettere a posto le strade di Roma. A spese proprie, lo spagnolo Alejandro Agag, fondatore e amministratore delegato della Formula E, ha sistemato quella parte di Eur che oggi si trasforma in circuito esclusivo del campionato mondiale per le monoposto elettriche. Una goccia nel mare delle buche eterne della città eterna, ma quei 200mila euro di investimento per i tre chilometri di pista tra via Colombo, la Nuvola di Fuksas, Piazza Marconi e il Palazzo dei Congressi, dimostrano la fattibilità di quella che le amministrazioni romane dipingono come un missione impossibile. E, sempre lo spagnolo, con una spesa di circa 70mila euro, ha riaperto il sottopasso che attraversa la Cristoforo Colombo nei pressi di Viale America, chiuso da 15 anni.

 

Ci guadagna insomma il sindaco Virginia Raggi, che riesce a tappare qualche buca senza il minimo sforzo, con il circus della Formula E che si è impegnato ogni anno a rifare l' asfalto della pista.

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Mentre sui sanpietrini della pit lane allestita attorno al Palazzo dei Congressi, dove i piloti si fermano a metà gara per cambiare la vettura, è stata stesa una protezione tecnica usata anche nel centro di Parigi, che verrà rimossa dopo la gara.

 

CHI È ALEJANDRO Al privato gli oneri finanziari, al comune gli onori e il supporto logistico: con i politici ci sa fare il 47enne madrileno Agag, genero dell' ex premier spagnolo Josè Maria Aznar, e una carriera da segretario generale del PPE alle spalle. Dove non era arrivata la Formula Uno dieci anni fa - trasformare la zona dell' Eur in un circuito cittadino stile Montecarlo - è riuscito dunque Agag con il suo E-Prix al quarto anno di vita, con un impatto stimato sull' economia della città, in questa prima edizione, tra i venti e i trenta milioni di euro. Tutti esauriti da settimane gli alberghi dell' Eur, così come i 15.000 biglietti per le tribune e gli altrettanti titoli di accesso gratuiti alla gara. Senza contare il riscatto mediatico per questo quartiere di Roma, apparentemente estraneo alla città, ma parte integrante della sua storia.

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Relegato sempre un po' ai margini anche a causa delle sue origini mussoliniane, l' Eur ha iniziato a riposizionarsi già con la Nuvola di Fuksas, trasformata per l' occasione in E-Village. Ma l' euforia da Formula E ha dato a Roma anche una accelerata al piano che prevede sulla carta per il triennio l' installazione di 700 colonnine per la ricarica, senza le quali i veicoli "green" sono pressoché inutili. «Contiamo sullo sviluppo della rete di ricarica pubblica in modo da trasformare le grandi metropoli italiane in vere smart cities», dice Lucio Tropea, Direttore Vendite Smart Italia. A gara finita, all' Eur rimarranno intanto le quattro colonnine installate per l' evento grazie alla collaborazione con Enel, diventata "Official smart charge technology partner" e "Offical power partner" per le prossime 5 stagioni del campionato.

raggi

 

IL PERCORSO Si apre così un nuovo capitolo nella storia della Capitale e del motorsport, sempre più orientato ad un futuro che punta sulla tecnologia applicata alla sostenibilità. Il volto delle corse è ufficialmente cambiato, e il pubblico deve abituarsi ai sibili di motori così lontani dai roboanti mezzi di Hamilton e Vettel. Suggestioni quasi metafisiche che ben si adattano ai maestosi edifici in marmo dell' epoca fascista. Il semaforo verde per i dieci team in gara scatta alle 16 in via Colombo, direzione Laghetto, verso il palazzo della Scienza Universale e della Nuvola. La parte più veloce del tracciato passa per viale dell' Arte e per viale dell' Artigianato, attraversando la via delle Tre Fontane, viale dell' Agricoltura e via Ciro il Grande, costeggiando il Parco del Ninfeo. Si riprende la Colombo, e dalla mezza rotatoria dell' obelisco si torna sulla linea di partenza, mentre dopo 50 minuti, all' ultimo giro, la bandiera a scacchi sventola sotto il palazzo dei Congressi. Ventun curve, cinque rettilinei e due ampie semicurve dove si possono toccare i 170 chilometri orari. Due chilometri e 800 metri di adrenalina silenziosa, senza buche.

Aznar fa il dito medio

 

E a questo punto chissà che lo spagnolo Agag non riesca a portare nei prossimi anni la gara nel cuore di Roma, una visione di futuro con le monoposto a emissioni zero lanciate sul rettilineo che porta da Piazza Venezia al Colosseo, per avere una città con un manto stradale finalmente degno di una Capitale europea.

 

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