gabriele gravina aurelio de laurentiis luciano spalletti

DIETRO IL BRACCIO DI FERRO TRA DE LAURENTIIS E LA FIGC PER IL VIA LIBERA A SPALLETTI ALLA GUIDA DELLA NAZIONALE C’E’ ANCHE L’ANTIPATIA (EUFEMISMO) TRA AURELIONE E IL PRESIDENTE FEDERALE GRAVINA – SE “DELA” PRETENDE IL PAGAMENTO DELLA CLAUSOLA, L’UNICA STRADA POTREBBE ESSERE IL CONTENZIOSO LEGALE CON UNA CONDIVISIONE DEL RISCHIO TRA ALLENATORE E FIGC – LA ROTTURA TRA SPALLETTI E AURELIONE SI DEVE AI SOLDI: IL PRESIDENTE PROMISE UN SUPER PREMIO IN CASO DI SCUDETTO CHE POI NON HA MAI PAGATO…

spalletti de laurentiis

1 - DAGONOTA

Come finirà il braccio di ferro tra Aurelio De Laurentiis e Luciano Spalletti sul via libera all’allenatore per accasarsi alla guida della nazionale italiana?

 

Il tecnico toscano vorrebbe essere “liberato” dal pagamento della clausola di non competizione, circa 3 milioni di euro, ma il presidente del Napoli ha risposto picche: vuole i soldi dalla Figc, cioè dal presidente Gravina, con cui i rapporti sono sempre stati burrascosi. Anche perché non è un mistero che De Laurentiis vedrebbe bene qualcun altro alla guida della Federcalcio: non gli dispiacerebbe avere la testa di Gravina su un piatto d’argento.

 

gravina mancini

Torna nuovamente il denaro a complicare i rapporti tra Aurelione e Luciano. Al di là delle sceneggiate del tecnico (“Me ne vado per troppo amore”), dietro la separazione dal Napoli c’erano questioni di pecunia. E neanche poca.

 

De Laurentiis aveva promesso a Spalletti un premio (c'è chi sostiene ballassero 10 milioni) per lo scudetto dopo la sconfitta contro l’Inter a Milano, il 4 gennaio 2023. Solo che poi, consolidato il primato in classifica e messo in banca lo scudetto, Aurelione avrebbe glissato sulla promessa, alimentando così lo scontento di Spalletti, già alle stelle per le numerose frizioni avute con il presidente dall’inizio dell’avventura a Napoli (dalle incompatibilità caratteriali ai metodi di gestione dello spogliatoio).

aurelio de laurentiis spalletti

 

Ora, se De Laurentiis decide di impuntarsi e di pretendere il pagamento della clausola dalla Figc l’unica via d’uscita è il contenzioso legale che, a quel punto, vedrebbe coinvolti federazione e tecnico nella condivisione del rischio.

 

2 - IL GELO IN UNA STANZA QUELL'ULTIMA CENA A NAPOLI TRA TECNICO E PRESIDENTE

Estratto dell’articolo di Andrea D'amico per “la Stampa”

gabriele gravina foto di bacco

 

La sera del 13 maggio, nove giorni dopo aver conquistato lo scudetto a Udine, Aurelio De Laurentiis e Luciano Spalletti si accomodarono a tavola, in un ristorante del centro di Napoli, entrambi consapevoli che quella sarebbe stata la loro ultima cena. Non avevano più niente da dirsi, probabilmente da darsi, e il rapporto frastagliato, s'era definitivamente frantumato il 20 aprile, quando Spalletti, rientrando a Castel Volturno, nel centro sportivo dove aveva trasformato il proprio ufficio in monolocale-eremo nel quale preparare l'impresa, aveva ricevuto una busta chiusa.

 

SPALLETTI DE LAURENTIIS 6

L'aveva spedita il presidente, poche righe per comunicargli che il Napoli aveva esercitato - attraverso una pec - il diritto di opzione per il rinnovo del contratto: «senza una parola, senza niente» per dirla alla Cocciante.

 

I titoli di coda cominciarono ufficialmente a scivolare in quell'istante e però Spalletti, nel suo rifugio monastico, aveva già deciso, a prescindere […] Spalletti si stava separando da De Laurentiis […] non da Napoli, […] si chiudeva un biennio […] intenso, […] logorante, senza vere frizioni né rotture, senza scenate né panni sporchi da far volare in piazza, ma nella diversità di due personaggi che scoprivano di essere inconciliabili.

 

DE LAURENTIIS GRAVINA

E infatti Spalletti ha sempre spazzolato la polvere sotto al tappeto […]. «Me ne vado per troppo amore». […] Ma c'era anche dell'altro, un difetto di comunicazione che si era accentuato, nella sua prima annata, dopo la sconfitta di Empoli (da 0-2 per il Napoli all'80' al 3-2 per i toscani all'87'), da un braccio di ferro possente dell'allenatore per evitare che Adl portasse la squadra in ritiro, da un dibattito senza peli sulla lingua che fece temere una frattura, poi rientrata con il diplomatico intervento di Cristiano Giuntoli […]

LUCIANO SPALLETTI E AURELIO DE LAURENTIIS

 

Quella notte, il 13 maggio, Spalletti avrebbe ricomposto il proprio puzzle, ricordava che a Udine, nove giorni prima, aveva atteso invano una telefonata del suo presidente, che stava intanto festeggiando tra la folla al «Maradona», dinnanzi al megaschermo, a Napoli: «Non ho chiamato per lasciar godere il momento ai calciatori».

 

Era così plasticamente chiaro che nel calice di Spalletti, al ristorante, ventidue giorni prima che il Napoli venisse incoronato nel proprio stadio, sarebbero rimaste solo le bollicine e il ricordo eterno di uno scudetto […]

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