gillo dorfles

IL GRANDE KITSCH - DORFLES: “IL KITSCH È UN CONCETTO CHE PERVADE L'ARTE, GLI OGGETTI E IL NOSTRO VIVERE QUOTIDIANO - TROPPE INFORMAZIONI, TROPPE IMMAGINI, TROPPI LIBRI: C’É UN ECCESSO DI TUTTO E IL BELLO MUORE”

Mimmo Di Marzio per “il Giornale”

 

Silvana Giacobini Gillo Dorfles Silvana Giacobini Gillo Dorfles

Nella penombra del suo salotto al sesto piano di un condominio anni Trenta dove si respira la Milano della borghesia operosa di altri tempi, tutto parla di una lunga vita trascorsa in nome della cultura.

 

A cominciare dai libri accatastati con ordine ovunque - persino sul pianoforte - per passare alle opere d'arte che costellano le pareti e, nel caso delle sculture, sul pavimento lucido di cera. Gli autori, tutti grandi nomi dell'arte italiana del Dopoguerra, sono stati gli amici e i compagni di strada di colui che è considerato il Grande Vecchio della critica, anche se il titolo è sicuramente riduttivo.

 

 Gillo Dorfles Gillo Dorfles

Angelo «Gillo» Dorfles, triestino e di madre genovese ma naturalizzato a Milano, di avventure ne ha affrontate tante, scrivendo anche pagine di storia indelebili. Medico dottore in psichiatria («un piccolo sbaglio di gioventù», sorride), scrittore, artista, accademico, poeta e persino pianista.

 

Anche se, ci tiene a precisare, «la mia vera professione è stata sempre quella di docente di Estetica»; principalmente all'Università di Milano, ma anche a Trieste e Cagliari. Il prossimo aprile compirà 105 anni: portati in modo eccellente, visto che ancora oggi viaggia, scrive, dipinge e tiene conferenze. 
 

EMMANUELE EMANUELE GILLO DORFLES VITTORIO SGARBI FRANCESCO SCOPPOLA MANUEL ROBERTO GUIDO A SPOLETO ARTE EMMANUELE EMANUELE GILLO DORFLES VITTORIO SGARBI FRANCESCO SCOPPOLA MANUEL ROBERTO GUIDO A SPOLETO ARTE

Avrebbe mai immaginato di vivere così a lungo, professore? 
«Francamente no. Il fatto di esserci arrivato bene mi fa piacere, ma tutti questi anni pesano un po'». 
 

Fontana, Capogrossi, Dorazio, Scialoja, Scanavino, questi quadri sono una bella collezione di ricordi oltre che un pezzo di storia dell'arte. Ha nostalgia di qualcuno di loro?
«Erano tutti amici o artisti con cui ho condiviso un pezzetto di strada. Con me sono stati generosi, perché non avrei mai potuto acquistare opere di questo valore. Per quanto riguarda i rimpianti, mi mancano solo coloro con cui c'era affetto sincero; mi riferisco a Bruno Munari o a Lucio Fontana». 
 

libeskind lezione in cina jpeglibeskind lezione in cina jpeg

Be', lei è stato generoso con tutti e soprattutto con se stesso, la sua biografia sembra raccontare dieci vite anziché una. Se riavvolgesse il film di questi 104 anni rifarebbe tutto?
«Assolutamente sì. So che il mio eclettismo è stato anche criticato, ad esempio per il fatto di essere artista e nello stesso tempo docente e critico d'arte. Hanno ragione a criticarmi, ma confesso che mi sarebbe dispiaciuto troppo rinunciare a una sola delle mie vocazioni. Anzi, ce n'è una che reclama...».
 

albero expo 2015  albero expo 2015

Vale a dire?
«Avrei voluto diventare anche architetto. Del resto la mia grande passione è sempre stata l'arte moderna, e l'architettura ne è una grande espressione. Diciamo che ho dovuto accontentarmi di insegnare Estetica e dedicarmi ad un'attività culturale e pittorica. Se tornassi indietro, chissà...».

 

A proposito di architettura, il prossimo compleanno lo festeggerà con l'Expo che arriva nella sua Milano. Una grande occasione - anche estetica - oppure un'occasione mancata?...
«L'Expo è un evento positivo perché finalmente ha smosso le acque in una città rimasta troppo a lungo seduta nel campo dell'architettura. Finalmente Milano avrà una vera “city” come tutte le grandi metropoli internazionali, mi riferisco all'area delle ex Varesine. Mi piace molto meno quello che hanno combinato nell'area dell'ex fiera...».
 

Expo Masterplan Expo Masterplan

Be', lì c'è di mezzo l'archistar Daniel Libeskind, non la convince?
«Libeskind è un grande architetto, ma l'esterofilia a volte è dannosa, soprattutto per una città che ha sempre vantato architetti d'avanguardia, sottovalutandoli. A parte casi come quelli di Gio Ponti, Franco Albini o Studio Bpr, Milano non è stata capace di sfruttare talenti che all'estero ci invidiavano. E il risultato è che, se ci guardiamo in giro, i grandi esempi di architettura moderna si contano su una mano...». 
 

IL KITSCH CONTEMPORANEO IL KITSCH CONTEMPORANEO

Non teme che l'area di Expo, dopo il 2015, diventi l'ennesima cattedrale nel deserto?
«Molto dipende da quale sarà il piano urbanistico, un punto dolente per questa città. Devo dire che anche nell'area di Porta Nuova è mancato finora un vero piano urbanistico; belli gli edifici, ma scarsa la viabilità. Per non parlare del verde, che i cittadini gradirebbero fosse orizzontale più che... verticale». 
 

Tutte le amministrazioni, del resto, piangono per le casse vuote. C'è la crisi, che ne pensa?
«Penso che in fondo sia una baggianata. Tutte le epoche hanno avuto le loro crisi; ma le crisi sono sempre utili perché spingono a cambiare certe consuetudini. E questa civiltà ha bisogno di cambiare». 
 

Già, nei suoi libri «Horror pleni, la (in)civiltà del rumore» e «Irritazioni, un'analisi del costume contemporaneo» accusa i difetti di una società bulimica...
«Sì, perché nella nostra civiltà c'è un eccesso di tutto: troppe informazioni, troppe immagini, troppi rumori, troppi libri, troppo consumismo. Tutto questo alla fine uccide la bellezza. Per sconfiggere l'horror pleni, servirebbe una bella pausa».
 

IL KITSCH CONTEMPORANEO IL KITSCH CONTEMPORANEO

Una civiltà anche afflitta dal cattivo gusto; è stato lei a introdurre nella lingua italiana per la prima volta il termine «kitsch»...
«Il kitsch è un concetto che pervade l'arte, gli oggetti e il nostro vivere quotidiano. Non dico che sia sparita la bellezza ma di certo è cambiato il gusto appiattendosi verso il basso. Se guardiamo ad altre epoche, come il Rinascimento o il Barocco, il gusto aveva dei canoni molto precisi e rigorosi». 
 

L'Italia, con i suoi scandali e la sua corruzione, è diventata un modello di cattivo gusto?
«Forse stupirò qualcuno ma, nonostante tutto, non penso che l'Italia sia così male come siamo abituati a dire. Avendo avuto la fortuna di viaggiare molto in Europa e nelle Americhe, ho constatato che esistono Paesi che hanno molti più 

IL KITSCH CONTEMPORANEO IL KITSCH CONTEMPORANEO

difetti di noi. Essere l'Olanda o la Norvegia, così piccoli e ricchi, è facile...».
 

Noi, invece, diventeremo un Paese popolato da immigrati. Oppure no? 
«Anche su questo tema vedo molto populismo. La storia ci insegna che le mescolanze sono sempre un fatto positivo purché, chiaramente, si creino le condizioni per una vera integrazione». 
E di Milano cosa pensa davvero, lei che è un triestino cittadino del mondo?
«Sarò sincero, più di Milano adoro altre città come Torino e Roma, oppure la Toscana dove mi rifugio volentieri avendo una piccola casa nel Volterrano. Però non lascerei mai Milano che reputo la città italiana più viva culturalmente e con la società più democratica». 
 

In Toscana ci va anche per dipingere. Negli ultimi anni la sua figura come pittore viene finalmente sottolineata e le mostre si susseguono ovunque. È contento?
«Continuo a dipingere perché mi illudo di portare avanti un percorso artistico che rappresenta solo me stesso. Saranno i posteri a giudicare se quello che ho fatto vale qualcosa. Dei giudizi e delle critiche dei contemporanei non mi accontento. E non mi fido». 
 

Montale e Ottone Montale e Ottone

In che senso? Detto da un critico...
«Il giudizio dei contemporanei non è mai pulito perché subentrano facilmente fattori come l'invidia, la gelosia o la piaggeria. O l'eccessivo affetto». 
Lei ha scritto un'infinità di libri. È più attratto dalla scrittura o dalla pittura?
«È vero che ho scritto tanto, ma non ho la pretesa di affermare che le mie opere abbiano alcun valore di carattere letterario. I libri che ho pubblicato sono i testi didattici di un professore universitario. Non ho mai scritto neanche un romanzo...».
 

MontaleMontale

Ma poesie sì, persino Montale la stimava. Proprio lo scorso anno è stata pubblicata una raccolta di suoi versi dal 1941 al 1952 edita da Campanotto.
«Ho deciso di pubblicare le uniche poesie che abbia mai scritto e a cui sono affezionato anche perché furono apprezzate da pochi intellettuali amici, come il mio conterraneo Francesco Saba. Ma mi fermai subito perché era impari il confronto con i grandi poeti di allora: Ungaretti, Stuparich, Debenedetti, Ferrero, Svevo, e ovviamente, Montale e Saba».
 

È vero che è stato insignito dell'Ambrogino d'oro ma non l'ha mai ritirato?
«È vero».
Perché?

«Perché tutti questi premi, queste targhe, sono completamente inutili e finiscono in cantina. Mai che abbia ricevuto, chessò, un bel premio in denaro che certo mi avrebbe fatto più comodo. Oppure, tutt'al più, delle bottiglie di buon vino. Lo sa qual è il premio che ricordo con più piacere?».


Quale?...
«Il premio Masi ricevuto a San Giorgio di Valpolicella come miglior veneto del 2005: una botticella di squisito amarone...».

 

Ultimi Dagoreport

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…

la scala opera attilio fontana ignazio la russa daniela santanche santanchè matteo salvini

A PROPOSITO DI… QUANTO PIACE LA MATRICIANA ROMANA - IL FORFAIT DELLE ISTITUZIONI ALLA PRIMA DELLA SCALA, IVI COMPRESO LA SECONDA CARICA DELLO STATO, IL SICULO-MILANESE IGNAZIO LA RUSSA, HA SPINTO IL GOVERNATORE DEL PIRELLONE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, INDOSSATI I PANNI DI NOVELLO ALBERTO DA GIUSSANO A DICHIARARE: “ANCHE SE TUTTI APPREZZIAMO LA MATRICIANA, IL NORD DÀ FASTIDIO” – DÀ COSÌ FASTIDIO CHE NEL GOVERNO DELLA “PULZELLA” DELLA GARBATELLA, SIEDONO BEN 6 MINISTRI “LUMBARD” SU 24. E BEN 5 SONO DELLA LEGA – A RISPONDERE A FONTANA, CI HA PENSATO IL RODOMONTE DEL CARROCCIO, SALVINI: “TRA UNA MATRICIANA E UNA CARBONARA TROVI I SOLDI PER SISTEMARE LE CASE POPOLARI”…