altafini

CHE FINE HA FATTO ALTAFINI? VENDE CAMPI SINTETICI! - ''NON HO UNA LIRA MA HO FATTO UNA VITA BELLISSIMA. MAI PENSATO A FARE I SOLDI, PENSAVO A DIVERTIRMI IN CAMPO E FUORI. E ORA HO UNA PENSIONE SOCIALE DA...'' - ''PRIMA DELL'ANTIDOPING CI DAVANO CERTE PASTICCHETTE'' - ''IO CHE HO FREGATO LA MOGLIE A BARISON COME ICARDI E WANDA NARA? ECCO COME È ANDATA'' - ''HO ORGANIZZATO UNA RIMPATRIATA DI VECCHI AMICI. UNO SENZA DENTI, UN ALTRO STORTO, NON LO FARÒ MAI PIÙ!'' - ''A SKY QUALCUNO ERA INVIDIOSO DI ME''

 

 

Andrea Pasqualetto per il ''Corriere della Sera''

 

«Sei qui per il coccodrillo?», scherza stringendoti la mano come una morsa. Con José Altafini si ride subito perché ad Alessandria non ci sono alligatori ma c' è lui, un ragazzino di ottant' anni che ironizza sulla sua dipartita e sull' articolo da tenere nel cassetto fino a quel giorno, il cosiddetto coccodrillo. Ma quel giorno sembra lontanissimo, a giudicare dalla forma fisica.

 

ALTAFINI

Sgambetta per i marciapiedi, sale veloce nella sua Golf, guida e chiacchiera, sorpassa, frena, accelera di colpo. «Non mettere la cintura, non serve, siamo arrivati». Finalmente parcheggia ai bordi di un capannone della prima periferia della tranquilla città piemontese. Si tratta dell' outlet e ristorante Bon Bon dell' amico ed ex calciatore Flavio Tonetto. Altafini lascia un borsone all' ingresso e prende a girare fra tavoli e stand come uno di casa. «Ciao José, cosa fai oggi?». «Ho un' intervista, mangio e arrivo».

 

«José, vieni di là». «Ok ma prima mangio».

«Dove hai messo la borsa, José?». «Amici, voglio mangiare!». Sempre disponibile, sempre allegro, sempre «incredibile amisci».

 

José Altafini lavora qui?

«No no, qui do solo una mano, porto gente da Flavio. Il mio lavoro è un altro». E ti porge un bigliettino da visita: Italgreen, campi in erba sintetica.

 

Vende campi in erba sintetica?

«L' azienda non è mia, magari. Io aiuto, trovo clienti, faccio, promuovo. Sono testimonial.

L' erba sintetica è il futuro, altro che il fango dove giocavo io».

 

Una nuova passione?

ALTAFINI LULA

«È una bella cosa e mi serve anche».

 

 

Cioè?

«Devo lavorare, bisogna sempre lavorare a questo mondo, chi si ferma è perduto».

 

Non si gode la dorata pensione del campione?

«Mangia 'sti gnocchi va».

 

Il tasto «pensione» è dolente. E toccarlo significa togliere il sorriso all' uomo che ha fatto del divertimento il suo stile di vita. Quasi un peccato di lesa maestà per José João Altafini da Piracicaba che il prossimo 24 luglio compirà 80 anni.

 

Ottanta intensi, variegati, veloci anni, divisi grossomodo così: sette d' infanzia a piedi scalzi per le strade polverose della città, l' angolo di Brasile dove pulsa più forte il cuore italiano; nove fra scuola e lavoretti da garzone, «sempre a piedi scalzi»; venticinque da centravanti proiettato come un missile nello spazio riservato alle stelle del calcio, dove ha toccato a soli vent' anni la vetta più alta: Svezia '58, campionato del mondo vinto con la nazionale carioca accanto a un ragazzo chiamato Pelè.

 

Fantasia, astuzia e golassi. Che poi ha trasferito, nella sua penultima esistenza, davanti ai microfoni sportivi di radio e tivù. Penultima perché l' ultima è qui, di nuovo sulla terra, come in certe parabole umane.

 

«... io non ho la pensione da calciatore, non sono riuscito a farla. Ho versato solo tre anni di contributi. Quando ero andato a chiedere il riscatto mi avevano chiesto 70 milioni di lire di arretrati e ho detto ciao amici».

 

E quindi niente pensione?

«Ho quella sociale: 700 euro al mese. Diciamo che sono tornato un po' alle origini. Ma le scarpe ce le ho ancora, eh».

 

ALTAFINI 1

Uno pensa che il campione del mondo Altafini, dopo aver giocato con Milan, Napoli e Juve, e dopo i successi televisivi, non debba fare i conti con la fine del mese...

«Ascoltami, quando un uomo vive senza mai pensare ai soldi, i soldi non li fa. E io ho vissuto così. Non ho mai cercato il denaro. Volevo solo divertirmi, in campo e fuori, senza tanti calcoli. Ho molti difetti ma non sono tirchio e nemmeno invidioso dei miliardari. Tra l' altro, non riesco a chiederli i soldi, non l' ho mai fatto. Anche adesso, faccio fatica a dire quanto voglio di cachet per partecipare a un evento. E così ho un cachet bassissimo».

 

Com' era lo stipendio da calciatore?

«Quello più alto lo prendevo alla Juve. L' ultimo anno 67 milioni di lire lorde, 42% di tasse, una casa ne costava 100. In Brasile al Palmeiras erano 400 cruzeiros al mese, circa 100 euro».

 

ALTAFINI ZOFF

Altri tempi...

«I calciatori non facevano i miliardi e nel mio caso ancora meno perché non avevo quel tipo di testa. Per esempio, quando sono andato a Napoli avevo dimezzato la paga per essere libero di andarmene quando volevo. Per me il calcio è poesia, è Pelè, è Messi, è Garrincha, è Zizinho. Poeti. E quando uno è poeta pensa poco al denaro. Se poi è come me, fa anche delle sciocchezze».

 

Quali?

«Quando sono venuto in Italia a vent' anni chiamato dal Milan, mio zio Angelo e io abbiamo commesso un errore grandissimo: contratto in cruzeiros brasiliani. Una moneta che in quegli anni si è svalutata tantissimo e così io guadagnavo sempre meno».

 

Insomma, Altafini, è costretto a correre più di prima?

«Diciamo che devo lavorare per vivere ma sono contento. Ho solo qualche problemino con il Fisco, come tanti italiani».

 

 

Cioè?

«Lasciamo perdere».

 

BISCARDI MARADONA ALTAFINI

Però l' umore sembra alto, o no?

«Io ho un angelo custode, uno spirito guida che mi protegge. Non scherzo... È sempre stato così, fin da piccolo. Mi ha salvato un sacco di volte. Lui mi sveglia tutte le mattine, perché quando dormiamo siamo come morti, e io lo ringrazio».

 

Spiritismo?

«Sono cattolico ma credo anche nello spiritismo. In Brasile c' è questo sincretismo. Credo nello spirito guida e nei medium».

 

Ottant' anni, tempo di bilanci...

«Per prima cosa saranno 80 il 24 luglio. E poi io non me ne rendo conto, anzi, me ne sento 40. Non fumo, non bevo, non ho brutti vizi.

Prendo ogni tanto un Gratta e vinci, faccio una puntatina a Dieci e lotto. Le emozioni della vita sono amore e gioco».

 

Donne?

«Non mi guardano più».

 

È stata la vita che voleva?

altafini e andrea rizzoli

«Sì, una vita bellissima, tutto quello che sognavo mi è capitato. Ho sposato la donna che amavo e fatto il lavoro che desideravo. Anzi, sono andato oltre perché io sognavo di giocare con il Piracicaba in serie A. Mi sembrava tutto facile, tutto regalato. E non stavo tanto lì a guardare orari e diete come fanno adesso. Io ingrassavo ma mi divertivo, soprattutto al Napoli quando lo allenava Pesaola. Con lui in campo si entrava e si usciva ridendo. "E non rientrare prima delle tre di notte", diceva. Non mi sono mai piaciuti quelli che ti stanno col fiato sul collo. Tipo Conte adesso, io scapperei».

 

Mai preso pilloline?

«Come no. Prima dell' antidoping le squadre davano le pastigliette. Roba leggera però, tipo quelle per stare svegli e aumentare le prestazioni. Come prendere 5 o 6 caffè».

 

La tivù ha deciso di metterla in panchina.Come mai?

«Eh! Sono arrivati in Sky dei personaggi che mi facevano la guerra per prendere il mio posto e io ho detto tanti saluti, amici. In Italia a volte viene premiata la raccomandazione e non la competenza. Mettono i giovani che urlano senza fantasia. Quando li sento abbasso il volume. Io ho inventato il manuale del calcio, il golasso...».

 

La gioia, il dolore e il rimpianto più grandi della sua vita?

«Gioie tante, non saprei. Il dolore quando è morto il mio cane 2-3 anni fa. Una tristezza incredibile... Rimpianto, il soprannome: Mazola; era meglio Zezo, come mi chiamava mia mamma, così evitavo confusioni con Mazzola».

 

LAPO ELKANN CON ALTAFINI FOTO REPUBBLICA jpeg

Sua moglie Annamaria era sposata con Barison, compagno di squadra. Un po' come Icardi con Wanda Nara...

«Questa storia di Barison la devo raccontare bene una volta per tutte. Eravamo compagni di squadra e amici al Milan e poi al Napoli. Quando è scoccata la scintilla, i nostri matrimoni, che già traballavano all' epoca del Milan, erano praticamente finiti. Con Anna comunque siamo ancora insieme. Voglio dire, è stata una cosa seria, non un tradimento. Come Icardi, lui l' ha sposata e hanno pure dei figli, cavolo».

 

Se non avesse avuto i piedi buoni cosa avrebbe fatto?

«Forse il meccanico. Quando ho iniziato a giocare con il Club Atletico Piracicaba stavo ancora studiando in una scuola di avviamento professionale. Odiavo la scuola. Ma mio papà Gioacchino non voleva che giocassi a pallone.

Però devo dire che poi ha cambiato idea».

 

Quando?

«Quando ho avuto un po' di soldi, a 18 anni, e ho comprato una casa dove ho fatto entrare anche lui e mia mamma».

 

Torna mai in Brasile?

«Sì, ho lì due figlie e sei nipoti. L' ultima volta che sono andato ho organizzato anche una rimpatriata di vecchi amici. Non lo farò mai più. Una tristezza, una cosa incredibile: uno senza denti, un altro storto, non riuscivano a parlare... Ho detto basta, chiuso».

 

ALTAFINI PELE'

Chi vince il Mondiale?

«Brasile o Spagna, io tifo per loro, visto che manca l' Italia».

 

Ma si sente più italiano o brasiliano?

«Le mie origini sono italiane. Mio nonno era di Giacciano, Rovigo. Mia nonna di Caldonazzo, Trento. Quando non ci sarò più voglio le mie ceneri sul Po, così arrivano in Polesine e io torno da dove sono venuto, alle mie radici».

 

Arriva Tonetto.

«Fermati Flavio, gli sto dicendo delle ceneri, le devi buttare tu, lo sai? Tu butti le ceneri e lui fa il coccodrillo». E ride.

 

Ultimi Dagoreport

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA

del vecchio la stampa angelucci elkann

DAGOREPORT - NON SI STA MAI TRANQUILLI: AL RISIKO FINANZIARIO (MPS-MEDIOBANCA) FINITO TRA LE CARTE DELLA PROCURA DI MILANO, ORA SI AGGIUNGE IL RISIKO EDITORIALE: LA VENDITA DI ‘’’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ AL GRECO KYRIAKOU DIVENTA, GIORNO DOPO GIORNO, UN BORDELLO DI VOCI E RUMORS - C’È CHI ASSICURA CHE LO SBARCO DEL GRECO NON VADA ASSOLUTAMENTE A GENIO AL BOSS DELL’IMPERO MEDIASET, PIER SILVIO BERLUSCONI – CHI SPIFFERA DI UN PRESUNTO INTERESSAMENTO DELLA FAMIGLIA ANGELUCCI, EDITORE DE “IL GIORNALE” E DI “LIBERO”, ALL’ACQUISIZIONE DEL QUOTIDIANO “LA STAMPA”, CHE ELKANN HA MESSO IN VENDITA PER LA SOMMETTA DI 65 MILIONI DI EURO, CHE NON RIENTREREBBE NEL PERIMETRO DEL GRECO CON L’ANTENNA. MA PER IL BOSS DELLA SANITÀ CARO AL GOVERNO L’UNICO MODO DI COMPRARI ''LA STAMPA'' È ALL’EDICOLA: ELKANN NON GLIELO VENDERÀ MAI - A PROPOSITO DI EDITORIA COME ULTIMA UMANA VOLUTTÀ, SI VOCIFERA CHE LEONARDINO DEL VECCHIO VOGLIA COMPRARSI NIENTEMENO CHE “IL FATTO QUOTIDIANO” (DAVVERO URGE LA RIAPERTURA DEI MANICOMI…)

giancarlo giorgetti luigi lovaglio milleri francesco gaetano caltagirone

SUL CASO MPS-MEDIOBANCA, L'ARTICOLO-BOMBA DEL GIORNO È SUL "CORRIERE", DA CUI SI EVINCE CHE LE DICHIARAZIONI RILASCIATE ALLA CONSOB DA CALTAGIRONE E DAL MINISTRO GIORGETTI SONO IN APERTO CONTRASTO - E’ LO STESSO IMPRENDITORE ROMANO AD AMMETTERE CHE IL MINISTRO LEGHISTA SONDÒ ALCUNI POTENZIALI INVESTITORI NELLE SETTIMANE PRECEDENTI ALLA OSCURA “GARA” CHE FECE INTASCARE IL 15% DI MPS, IN MANO AL TESORO, AL QUARTETTO DELFIN-CALTAGIRONE-ANIMA-BPM - UNA VERSIONE IN APERTO CONFLITTO CON QUELLA DI GIORGETTI, CHE IL 29 LUGLIO 2025 ALLA CONSOB DISSE: “NON C’È STATA ALCUNA INTERLOCUZIONE, CONTATTO O SCAMBIO” - A QUESTO PUNTO, CHI RISCHIA DI FINIRE NEI GUAI CON LA PROCURA DI MILANO NON SONO SOLO I “FURBETTI DEL CONCERTINO”, MA LA STESSA CONSOB GUIDATA DA PAOLO SAVONA CHE, COME AUTORITÀ DI VIGILANZA DEL MERCATO FINANZIARIO, NON HA RILEVATO NEL SUO DOCUMENTO DI “ASSOLUZIONE” SULLA PRESUNTA CONCERTAZIONE DEI CALTA-MELONI, NESSUNA DISCORDANZA TRA LE DICHIARAZIONI DI CALTAGIRONE E DI GIORGETTI…