
FERRARI DA INCUBO A SILVERSTONE: HAMILTON, 4°, GIÙ DAL PODIO SU CUI SALIVA DAL 2014 E LECLERC, 14ESIMO, TRADITO DALLE GOMME (DA ASCIUTTO) MENTRE SULLA PISTA SI ABBATTEVA UNO TSUNAMI. E PER FORTUNA CHE IL TEAM PRINCIPAL VASSEUR, SEMPRE PIU' TRABALLANTE, PRIMA DELLA GARA AVEVA PROFETIZZATO: “POSSIAMO PUNTARE A QUALCOSA DI GROSSO”. SI’, L’ENNESIMO GROSSO FLOP! - TERRUZZI: “QUESTA FERRARI NON RIESCE MAI A BRILLARE. NEMMENO QUANDO IL METEO SCOMBINA I PIANI, CATAPULTA FUORI UN VERSTAPPEN, RENDE INNOCUE LE MERCEDES. C’È SEMPRE QUALCOSA CHE NON FUNZIONA…”
Giorgio Terruzzi per il “Corriere della Sera” - Estratti
«Un buon passo». Sono tre parole, le più citate a proposito della Ferrari da chi la Ferrari governa. Ci domandiamo quali aggettivi possiamo usare per il passo delle McLaren che hanno rifilato mezza pista all’incredibile Hulk, terzo, con una Sauber reduce da un 2025 a quota zero. Il cui passo, appunto, è parso talmente buono da portarlo avanti partendo dall’ultima fila, per poi tener dietro Hamilton nel finale, allungando e ottimizzando la strategia.
Per non parlare delle definizioni possibili da abbinare al passo dell’Alpine, una macchina di norma inchiodata nella retroguardia, o al passo scovato da Stroll con l’Aston Martin, forse il pilota più criticato del decennio.
Protagonisti dentro una corsa bagnatissima che, come abbiamo visto, concedeva opportunità rare e bagnate anche a chi naviga stabilmente in coda al gruppo. La zona frequentata da Leclerc a Silverstone sin dal giro due, con gravi problemi di rimonta perché, come ci viene ripetuto in pianta stabile, stare dietro comporta usura e fatica.
Dunque, perché finirci, dietro, montando tra l’altro gomme da asciutto su una pista umida e destinata a ricevere altra pioggia nello spazio di qualche minuto? Il fatto è che questa Ferrari, che pure mostra lampi di rosso smalto, non riesce mai a brillare davvero.
lewis hamilton e Frederic Vasseur - ferrari
Nemmeno quando il meteo scombina i piani, catapulta fuori un Verstappen, rende innocue le Mercedes. C’è sempre qualcosa che non funziona come previsto, un errore di troppo, il sabato perché si pensa alla domenica; la domenica perché si parte dietro il sabato.
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FERRARI
Jacopo D'Orsi per la Stampa - Estratti
Chi l'ha fatta più grossa? Il dominio della McLaren, alla seconda doppietta consecutiva con un vantaggio abissale sulla concorrenza dispersa stavolta nell'umida campagna inglese, ha impedito che sotto la pioggia a intermittenza di Silverstone uscisse una gara meravigliosa, ma è comunque accaduto di tutto. E tra una doccia e l'altra, in coda a un Gp a eliminazione, festeggia chi ha sbagliato meno.
Lando Norris si è ritrovato per la prima volta re a casa sua grazie agli strafalcioni di Oscar Piastri e Max Verstappen: «Non è il modo migliore ma è la mia vittoria più bella». Nico Hulkenberg può invece commuoversi per il primo podio di una carriera iniziata nel 2010, quando Kimi Antonelli andava all'asilo per rendere l'idea, piazzamento atteso la bellezza di 239 gare: stracciato il record (101) che apparteneva a Carlos Sainz. «Lo aspettavo da un po' di tempo», ha scherzato il tedesco, il cui capolavoro è stato arrampicarcisi con la Sauber, prossima Audi ancora motorizzata Ferrari.
Un altro smacco per la Rossa, riuscita nell'impresa di tirare giù da quel podio Lewis Hamilton, che ci saliva ininterrottamente dal 2014 (12 gare). Il sette volte campione del mondo ha lottato, ci ha provato, alla fine si è arreso alla «macchina più difficile che abbia mai guidato a Silverstone». Decisive le tre uscite di pista subito dopo aver montato le slick (41° giro), costate la manciata di secondi che ha reso vano l'inseguimento a Hulkenberg: «Dopo il primo pit-stop mi sono ritrovato da 4° a 8° senza capire perché – così Lewis -, con le soft invece il momento era vicino a quello giusto ma è stato molto complicato il rientro».
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Frederic Vasseur e John Elkann
C'è tuttavia chi si era (auto) escluso molto prima, addirittura nel giro di formazione, come Charles Leclerc, la cui scelta di montare subito le slick ha completato un weekend disastroso. «I primi due settori per me erano ok – spiega Charles -, pensavo che il terzo si sarebbe asciugato velocemente ma così non è stato. In ogni caso non sarebbe cambiato molto, mi preoccupa il passo. Ho fatto veramente fatica, anche girando un secondo più lento quasi la mettevo a muro a ogni curva. E il problema in qualifica non è risolvibile a breve». Parole che fanno il paio con quelle di Hamilton: «Non abbiamo stabilità, a ogni curva c'è una sbandata, la macchina non riesce mai a star ferma e vorremmo che restasse più stabile».