da giotto a morandi sgarbi

"ABBIAMO UNA BANCA? NO, ABBIAMO UN MUSEO!" – SGARBI: "DA GIOTTO A MORANDI: IN MOSTRA A PERUGIA I TESORI DI FONDAZIONI E ISTITUTI DI CREDITO ITALIANI: UN MUSEO PARALLELO ALLA SCOPERTA DI MAESTRI NON MINORI MA NASCOSTI, COME MATTEO DA GUALDO…"

Vittorio Sgarbi per il Giornale

 

SGARBISGARBI

«Abbiamo una banca!», la funesta esclamazione che compromise un importante leader della sinistra di qualche anno fa può essere riformulata in quella più remunerativa (e non solo sul piano materiale): «Abbiamo un museo!».

 

L'ideale titolare di questa affermazione non è un politico ma, simmetricamente, un banchiere, che osservi, in un percorso storico che rimonta al secondo dopoguerra, l'incredibile quantità di opere acquisite da fondazioni e istituzioni bancarie, in una accelerazione volta all'obiettivo di compensare una carenza dello Stato nella integrazione delle collezioni pubbliche comunali, provinciali, regionali. Migliaia di dipinti e sculture sono così entrati nel patrimonio di istituti a parziale vocazione museale, in palazzi restaurati per rappresentanza.

 

La mostra Da Giotto a Morandi. Tesori d'arte di Fondazioni e Banche italiane ospitata dalla Fondazione della Cassa di Risparmio di Perugia a Palazzo Baldeschi di Perugia (dall'11 aprile al 15 settembre) dà conto di tale ricchezza. Proprio la Fondazione della Cassa di Risparmio di Perugia ha finanziato e pubblicato una meritevole serie di cataloghi di tutti i musei della Regione Umbria. Una azione a due punte, dunque, solo marginalmente percepita, e che comunque potenzia il nostro patrimonio artistico e la sua consapevolezza.

 

DA GIOTTO A MORANDI MOSTRA - 3DA GIOTTO A MORANDI MOSTRA - 3

E alcune città italiane sono state dotate di nuovi musei autonomi con aperture diversamente regolamentate: la Pinacoteca della Fondazione e della Cassa di Risparmio di Cesena, le Gallerie d'Italia di Milano, il Museo di Palazzo Ricci a Macerata, Palazzo Montani Antaldi di Pesaro, i palazzi storici del percorso di Genus Bononiae-Musei nella Città a Bologna, il Museo del Divisionismo a Tortona, Palazzo Blu a Pisa, la Fondazione Roma Museo, Palazzo Branciforte e Villa Zito a Palermo. In altri casi le istituzioni hanno concesso in comodato alcuni dei loro tesori ai musei pubblici: tra le opere in mostra, tavola di Beato Angelico della Fondazione di Firenze al Museo di San Marco, i dipinti di Dosso e di Cagnacci della Fondazione Carife alle Gallerie Estensi di Ferrara, il Cristo Salvatore di Matteo Civitali della Fondazione di Lucca al Museo Nazionale di Villa Guinigi.

 

 

A Pistoia, invece, acquisita dalla Cassa di Risparmio di Pistoia e della Lucchesia, risiede la collezione di Piero Bigongiari, che fu per tutti noi una viva palestra di studi sulla ancora oscura pittura del Seicento fiorentino. Di lì viene uno struggente e morboso Cristo in estasi, con un calice traboccante sangue che va oltre ogni preraffaellita e simbolista per declinazione peccaminosa. Neanche i più tormentati lombardi arrivano a tanto, un Cristo fratello dei transgender, ammaccato, straziato, pentito.

 

DA GIOTTO A MORANDIDA GIOTTO A MORANDI

La mostra, il museo, pur ricco di grandi maestri, Giotto, Beato Angelico, Perugino, Pinturicchio, Guido Reni, Guercino, Mattia Preti, Pellizza da Volpedo, Morandi, è un viaggio alla scoperta di maestri non minori ma nascosti, defilati, cavillosi nel loro impervio e tortuoso magistero, come Matteo da Gualdo, peraltro in casa, nelle collezioni della Fondazione di Perugia.

 

Potente, addirittura michelangiolesco, il Sapiente incandescente di Dosso Dossi. Seducente l'Onfale di Ludovico Carracci. Superba, nella sua originalissima maniera, la notturna Deposizione di Cristo di Ferraù Fenzoni, attraversata da lampi e turbolenti pensieri, come nella frustrata aspirazione a essere uno dei campioni del Sacro Monte di Varallo, un Tanzio altrettanto sfrenato ma meno solido, tempestoso, esposto a venti della mente prima che atmosferici. Fatica a seguirlo Camillo Procaccini, con la sua Incoronazione di spine, di letteraria maniera, di esteriore tormento. Per sfociare entrambi nel compiuto caravaggismo del Maestro della Flagellazione di Cesena, presente con la sua opera eponima, dolente, classica e severa.

 

DA GIOTTO A MORANDI- 1DA GIOTTO A MORANDI- 1

Dentro e oltre Caravaggio ci porta Rutilio Manetti, con la Presentazione al tempio, uno dei più potenti dipinti del Seicento italiano, naturalista e barocco, umano e teatrale, lirico e retorico, in grado di sostenere il confronto con l'energia compressa di Georges de La Tour. Da questa maestosa composizione si declina, negli stessi anni, verso la più intimistica e atmosferica Sibilla, malinconica e meditativa, del Guercino uno dei momenti più intensi e vivi del pittore emiliano, come Manetti oltre Caravaggio ma senza rinunciarvi.

 

Lo stesso può dirsi anche per la Vergine addolorata di Simon Vouet, teatralmente pensosa. E, nello stesso filone, metterei anche l'emozionante Giuseppe con il Bambino di Battistello Caracciolo, con quell'atteggiamento di protezione del padre verso il figlio che allontana ogni ipoteca devota trainata dal soggetto: qui la verità umana dell'affetto paterno è manifestata nell'abbraccio con infinita naturalezza. Un apice di sentimentalismo e verità.

 

Ai margini del caravaggismo, tra le novità di questa ricognizione del patrimonio delle Fondazioni, c'è il potente Suicidio di Socrate, errante nell'attribuzione tra l'incredibile Burrini e l'improprio Assereto, e oggi ancorato finalmente al suo vero autore: Giovan Battista Beinaschi. A metà del Seicento si impongono dipinti monumentali, classici, tanto diversi nella concezione statuaria, aulica, esempi di moderno «bello ideale»: la Sacra famiglia di Gian Domenico Cerrini e l'Allegoria del Tempo e della Verità di Pietro Liberi. Di classicismo barocco si può parlare davanti a esiti come questi.

 

vittorio sgarbivittorio sgarbi

Il Settecento si presenta con una purissima e accademica Sibilla di Marcantonio Franceschini, con l'indimenticabile angioletto che porge la penna d'oca, e un fervido Balestra rococò. Bellissimo il controluce di Minerva nel Giudizio di Paride di Giovanni Antonio Pellegrini. E di bella e ariosa stesura il San Paolo del maestro di Tolmezzo, Nicola Grassi. Un bel ritrovamento è L'indovina del lucchese Giovanni Domenico Lombardi, come un Hogart italiano. Tra le visioni fantastiche dei Poli, animati capricci, si distinguono le placide vedute dell'Adige a Verona di Gaspar van Wittel e di Bernardo Bellotto, tappe di un imprescindibile Grand Tour.

 

La sequenza delle opere della fine dell'Ottocento e del Novecento più alto è travolgente: dalla severa e dolente Donna dell'emigrato di Pellizza da Volpedo ai dolenti Giorni ultimi di Angelo Morbelli con una mirabilissima luce strisciante, livida e agghiacciante. Non poteva mancare Medardo Rosso di purissima patina che scalda il bronzo. Mentre appare, nella luce serotina, il magico corteo per un Battesimo sardo di Giuseppe Biasi di Teulada.

Il «museo parallelo» ospitato qui a Perugia chiude con alcune opere esemplari dei maestri del Novecento: la struggente Piovra di Scipione, più evocativa e onirica di uno Chagall; la Natura morta con bucranio di Felice Carena, ai confini del realismo magico, purissima, alternativa a quelle vibranti di luce di Filippo de Pisis, e a quelle meditative e profonde, intimamente leopardiane, di Giorgio Morandi. Da Perugia ci si allontana con le vedute dal cielo di Gerardo Dottori, oltre il tempo e oltre la Storia.

DA GIOTTO A MORANDIDA GIOTTO A MORANDI

 

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)

2025agnoletti

CAFONAL ''AGNOLETTI & TORTELLONI'' – AL CIRCOLO CANOTTIERI ANIENE, PER IL PARTY DI “JUMP COMUNICAZIONE” DI MARCO AGNOLETTI, EX PORTAVOCE DI RENZI, E "SOCIAL COM" DI LUCA FERLAINO, UNA MARIA ELENA BOSCHI IN MODALITA' PIN-UP SI PRESENTA CON LA SUA NUOVA FIAMMA, L'AVVOCATO ROBERTO VACCARELLA, CHE QUI È DI CASA (SUA SORELLA ELENA È LA COMPAGNA DI MALAGÒ, GRAN VISIR DEL CIRCOLO DELLA “ROMA BENISSIMO”) – UN GRAN MISCHIONE ALLA ROMANA DI DESTRA E SINISTRA E TIPINI INTERMEDI HA BRINDATO AL NATALE, STARRING: LUCIO PRESTA, PEPPE PROVENZANO, ANTONELLA GIULI, FITTIPALDI, ALESSIA MORANI, FAUSTO BRIZZI, PAOLO CORSINI, NELLO MUSUMECI, SIMONA SALA, ALBERTO MATANO, SALVO SOTTILE, MYRTA MERLINO E MARCO TARDELLI, MICHELA DI BIASE, ITALO BOCCHINO, LAURA TECCE CON VESTITUCCIO SBRILLUCCICANTE CHE NON AVREBBE SFIGURATO AL MOULIN ROUGE, GIORGIA CARDINALETTI IN LOVE...