GLI ESODATI DI SERIE A: I CENTO GIOCATORI CHE LE SQUADRE VOGLIONO (MA NON RIESCONO A) SBOLOGNARE

Francesco Saverio Intorcia e Matteo Pinci per "la Repubblica"

Bisogna saper vendere. Ci sono oltre cento giocatori indesiderati nelle rose di A e tre settimane per cederli. Le liste di proscrizione, assai variegate, includono campioni ingialliti, gingilli dal costo insostenibile, teste calde, promesse non mantenute, equivoci tattici sgraditi al mister, extracomunitari che devono liberare posti, diamanti da sacrificare per tenere i conti in ordine.

Tutti in un limbo: non rientrano più nei piani e non se ne vogliono, o non possono, andare. Pesano sui bilanci con circa 115 milioni di stipendi lordi annuali, fra il 13 e il 14% dell'intero monte ingaggi dell'ultimo campionato. Frenano, in qualche modo, il potere d'acquisto dei direttori sportivi, bravi a fare la spesa e un po' meno a svuotare la dispensa.

Giocatori impagabili e incedibili: i club non vorrebbero pagarli e non riescono a cederli. Sono tanti, costano tanto. Guida il gruppo Borriello, di rientro dal Genoa, mal sopportato a Trigoria per quel contratto (5,4 milioni lordi), firmato con un'altra proprietà. Complicato disfarsene, esattamente come dire addio a Osvaldo, in saldo nonostante sia tornato in Nazionale con Prandelli: guadagna 4,75 milioni lordi, respinge ogni altra proposta. Difficoltà analoghe a Torino, con Matri e Quagliarella, quasi 8 milioni al lordo in due, avviati molto lentamente verso Napoli e Sunderland. Ma la Juve ha anche Martinez, stipendio da 2 milioni lordi, e Ziegler, poco meno: da due anni vanno in prestito.

La Lazio ha dieci elementi in eccesso, come Matuzalem e Sculli. Il primo già si allena con il Genoa (con cui manca però l'accordo), l'altro - su cui pende l'ombra delle indagini di Cremona - con 1,8 milioni di stipendio lordo fatica a trovare collocazione. Chivu (2,1 milioni netti) negozia la risoluzione con l'Inter e medita il ritiro, Gargano e Traorè sono ai margini nel Napoli e nel Milan, ma vincolati da contratti da 2 milioni lordi. Il Toro prova a cedere Gazzi dopo la squalifica per il calcio scommesse, la Fiorentina corrisponde 2 milioni lordi all'indesiderato Olivera, il Catania cerca sostituzioni per liberarsi del milione e mezzo di Maxi Lopez, l'Atalanta ne versa 1,25 (secondo stipendio della rosa) all'inutilizzato Marilungo, la Samp uno a Maresca.

Una volta le cessioni dei big erano rare e scatenavano ribellioni di piazza. Adesso, è maturata anche la coscienza dei tifosi, consapevoli che il mercato in uscita può essere il preludio a grandi successi. Il Napoli si è privato del capocannoniere del campionato, Cavani, ma i 64 milioni e mezzo in entrata hanno solleticato la fantasia dei suoi (ex) sostenitori più dell'entusiasmo, in verità molto contenuto, sollevato a Parigi dal suo arrivo.

Dalle cessioni possono nascere squadroni vincenti: la partenza di Zidane consentì alla Juve di prendere Buffon, Thuram e Nedved, quella di Ibrahimovic fu la molla che lanciò l'Inter di Mourinho, con Eto'o, alla conquista del Triplete. Ci vuole talento, però, anche per i "colpi in uscita", locuzione brevettata da Rosella Sensi per la cessione di Aquilani al Liverpool. Non è un caso che in molti club vengano assoldati operatori di mercato con un solo compito: sfoltire.

La mobilità in A è cresciuta negli ultimi tempi. Nelle ultime quattro stagioni, il numero di cessioni è lievitato: 659 nel 2009/10, 700 nel 2010/11, 804 nel 2011/12, 910 nel 2012/13 (erano 363 dieci anni fa). E quest'estate sono già 701. Eppure il mercato in uscita è un labirinto di spine e lacrime.

E nei bilanci è ormai frequente, nel capitolo relativo alle spese per il personale, la voce "incentivi all'esodo", come per gli impiegati prossimi alla pensione. Un contributo che consente di superare l'impasse di un contratto impagabile per il nuovo club. Nel passaggio di Borriello alla Juventus, per esempio, la Roma inserì un incentivo di 275mila euro lordi. Formula che garantisce comunque benefici fiscali e contributivi alla società di partenza.

Si fa presto a dire: vendesi. Il mercato in uscita soffre anche delle riforme nei campionati minori. Il tetto salariale e il blocco numerico delle rose in B ha chiuso il principale canale di sbocco del nostro campionato. La Lega Pro ha visto fallire molti club che non sono stati rimpiazzati: c'erano 90 società, ora sono 69, diventeranno 60 fra un anno, con l'abolizione della vecchia C2 e la nascita di una divisione unica in tre gironi. L'effetto drastico è una riduzione del 22% dei posti di lavoro da professionista in Italia.

E per i calciatori a fine carriera o semplicemente meno bravi, è difficile riciclarsi in una serie inferiore. Fin qui, se consideriamo solo le cessioni definitive già concluse, il 24,8% ha trovato un altro club di A e solo il 16,2% è sceso in B, percentuale pressoché identica a quella di chi ha trovato lavoro in C (16,6%). Cresce il numero di chi va all'estero (19,7%), e non si tratta solo dell'Inghilterra di Giaccherini o della Parigi di Cavani. I meno bravi e famosi accettano mete sconosciute, non proprio paradisi del calcio: Slovenia, Malta, Albania, Grecia. Non possono permettersi capricci da Incedibili.

 

 

marco borriello foto mezzelani gmt osvaldo foto mezzelani gmt QUAGLIARELLALuca Castellazzi Christian Chivu Ivan Ramiro Cordoba sculli ROSELLA SENSI NAPOLI STRISCIONE CONTRO CAVANI LA TRIPLETTA DI CAVANI ALLINTER

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…

roberto occhiuto corrente sandokan antonio tajani pier silvio e marina berlusconi 2025occhiuto roscioli

CAFONAL! FORZA ITALIA ''IN LIBERTÀ'' - DALLA CALABRIA, PASSANDO PER ARCORE, ARRIVA LO SFRATTO DEFINITIVO A TAJANI DA ROBERTO OCCHIUTO: “SONO PRONTO A GUIDARE IL PARTITO FONDATO DA SILVIO BERLUSCONI’’ - PARLA IL GOVERNATORE DELLA CALABRIA E, A PARTE L'ACCENTO CALABRO-LESO, SEMBRA DI SENTIRE MARINA & PIER SILVIO: “BASTA GALLEGGIARE INTORNO ALL'8%. MELONI NON È SUFFICIENTE AL CENTRODESTRA. BISOGNA RAFFORZARE L'ALA LIBERALE DELLA COALIZIONE" - A FAR TRABOCCARE LA PAZIENZA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI È STATA LA PROSPETTIVA DI UN CONGRESSO NAZIONALE CHE AVREBBE DATO A TAJANI, GASPARRI E BARELLI IL POTERE DI COMPORRE LE LISTE PER LE POLITICHE NEL 2027. A SPAZZARE VIA LE VELLEITÀ DEI TAJANEI, È ARRIVATA DA MILANO LA MINACCIA DI TOGLIERE DAL SIMBOLO DEL PARTITO IL NOME "BERLUSCONI", CHE VALE OLTRE LA METÀ DELL'8% DI FORZA ITALIA - DA LOTITO A RONZULLI, DALL’EX MELONIANO MANLIO MESSINA A NICOLA PORRO: NELLA NUTRITA TRUPPA CHE SI È PRESENTATA AL CONVEGNO DI OCCHIUTO, SPICCAVA FABIO ROSCIOLI, TESORIERE DI FORZA ITALIA ED EMISSARIO (E LEGALE PERSONALE) DI MARINA E PIER SILVIO...

amadeus programmi sul nove like a star chissa chi e la corrida tha cage sukuzi music party

DAGOREPORT: AMADEUS TORNA IN RAI - IL RITORNO A VIALE MAZZINI POTREBBE MATERIALIZZARSI GRAZIE ALLO ZAMPONE DI FIORELLO, CHE NON VEDE L'ORA DI RITROVARE LA SUA "SPALLA" - CON "AMA" AL SUO FIANCO, L'EX ANIMATORE DEI VILLAGGI TURISTICI POTREBBE RINGALLUZZIRSI AL PUNTO DA AFFIANCARLO AL FESTIVALONE DI SANREMO 2027 - L'USCITA DI AMADEUS NON SAREBBE OSTACOLATA DA "NOVE" DI DISCOVERY, ANZI: I DIRIGENTI DELL’EMITTENTE AMERICANA NON VEDONO L’ORA DI RECEDERE DALL’ONEROSISSIMO CONTRATTO QUADRIENNALE CON L’EX DISC JOCKEY - SECONDO GLI “ADDETTI AI LIVORI”, LA CATENA DI FLOP INANELLATA DA "AMA" SUL "NOVE" HA PESATO SUL BILANCIO DI DISCOVERY: PER PUBBLICITÀ INCASSATA E RIMBORSATA PER MANCATO RAGGIUNGIMENTO DELLO SHARE STABILITO NEI CONTRATTI, SI PARLA DI UNA SOMMETTA INTORNO AI 15 MILIONI - A DIFFERENZA DI CROZZA E FAZIO, PERSONAGGI-FORMAT, AMADEUS SENZA UN PROGRAMMA FORTE E LA GIUSTA CORNICE DI UNA EMITTENTE GENERALISTA PRIMARIA COME RAI1, È DESTINATO A SCOMPARIRE NEL MUCCHIO…

giorgia e arianna meloni come le gemelle di shining - fotomontaggio del fatto quotidiano

DAGOREPORT – VI RICORDATE QUANDO GIORGIA MELONI DEFINIVA LA SORELLA ARIANNA UNA “PRIVATA CITTADINA SENZA INCARICHI”? DIMENTICATELO: È IN CORSO UN TENTATIVO DI TRASFORMARE LA PRIMOGENITA DI ANNA PARATORE IN UNA POLITICA NAVIGATA. ECCO COME NASCE L’IMBARAZZANTE NTERVISTA RILASCIATA OGGI DALL'EX MOGLIE DI FRANCESCO LOLLOBRIGIDA AL “CORRIERE DELLA SERA”, IN CUI ARIANNA RICORDA QUANDO “GUIDAVA IL CAMION NEI VICOLI DI ROMA” PER IL PARTITO, E RIVENDICA: “DA 30 ANNI SIAMO IN POLITICA” – LA FIAMMA MAGICA VUOLE TOGLIERLE L’ETICHETTA DI “SORELLA D’ITALIA”. IL GUAIO È CHE ‘GNA FA: L’UNICO PREGIO CHE ANCHE I COLLEGHI DI PARTITO LE RICONOSCONO È… LA SOMIGLIANZA ALLA SORELLA