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GNAM GNAM: SI SONO MANGIATI LA GALLERIA NAZIONALE DI ARTE MODERNA DI ROMA - ALESSANDRA MAMMI’: "IL TEMPO È FUORI DAL CARDINE. E ANCH’IO. LE OPERE PARLANO DA SOLE? IN UNA CASA, IN IN UNA FIERA MA NON IN MUSEO. FAR SALTARE I CARDINI DELLA MEMORIA NAZIONALE IN UN MUSEO NAZIONALE È UNA BELLA RESPONSABILITÀ"

Alessandra Mammì per “mammi.blogautore.espresso.repubblica.it”

GNAMGNAM

Time is out of joint. Il tempo è fuori dal cardine. E anch’io. Spersa qui,  tra le nuove sale della Galleria Nazionale di Roma, con la sola guida di questo titolo che vaga nello spazio leggero arioso bianco come una sposa giovane, ridente e saltellante che ha sfrattato  una vecchia Gnam anzianotta di sobria e sartoriale eleganza come si conviene a  una professoressa di liceo.

 

Fuori dai cardini cerco di capire. Avrei bisogno di aiuto, di alcune tracce, di quelle indicazioni  sala per sala che trovo anche nei più spericolati musei d’oltralpe. Avrei bisogno di un foglietto per orientarmi e non cadere nella banalità di conclusioni affrettate.

alessandra mammialessandra mammi

 

Mi fermo davanti a un De Chirico del 1934, vedo un nudo al bordo del mare con onda d’orizzonte. Accanto un mare dipinto da Courbet . il padre della metafisica e quello del realismo riuniti in nome dell “Onda su Onda”. Più in là trovo un “Mucca su Mucca” confronto ravvicinato tra un dipinto 1886 di  Segantini e  un light box  2012 dell’artista Luca Rento.  In entrambi : mucche. Urge dichiarazione d’intenti.

 

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Arrivo nella Sala dell’Ercole. L’impatto visivo è d’indubbio effetto .Il grande Ercole di Canova si riflette nel mare di Pascali , sullo sfondo le spine di Penone completano la scenografia.  Scatto foto. Guardando la foto Pascali è ridotto a pura superficie riflettente. Un elemento scenico in funzione dell’Ercole, un’opera che sparisce concettualmente. Non credo che lui ne sarebbe stato contento.

 

Una ragazza mi ferma. “ Lei è la mamma di Margherita?, si ricorda  di me? ero nella stessa classe… ?”. Non la riconosco subito perché è cresciuta parecchio, ma approfitto  e le chiedo. “Ti piace così il  museo?”. “Bello. Ma non capisco un granché”. Purtroppo non riesco ad aiutarla. Per non far proprio brutta figura mi aggrappo al titolo “Time is out of joint” e noi siamo  finiti in una curvatura spazio temporale.  O almeno credo. Non so molto di fisica però. Sorrido e mi congedo.

 

Chissà cosa si chiedono tutte quelle neo classiche statue che guardano i quadri?

Mi identifico con la Venere di Biasini (1844)  di fronte alla “Pioggia  d’oro” di Pirandello, e poi provo con la Diana di Ercole Dante incantata dagli “Stati d’animo” di Boccioni.  Sono i  muti testimoni dell’eternità dell’arte?  Dunque se sono visitatori non sono più opere, ma presenze, folletti di questo giardino dove fioriscono i quadri.

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Passeggio.  E questo  onestamente mi piace. Mi ritrovo qui, in questo museo, come in un parco. Non importa se non conosco i nomi degli alberi, basta approfittare dell’ombra e dei giochi di luce del sole fra le foglie. Tra poco sono fuori in Villa Borghese oppure sono appena approdata qui da Villa Borghese. La mia attitudine resta la stessa. La leggerezza dei miei passi e l’allegra distrazione della mia mente che si posa su un’opera o su un’altra, senza differenza di epoca-tecnica- ricerca- autore . Ricorderò il bianco dei muri, la luce chiara, il meraviglioso spazio prima  forse soffocato ed ora davvero esploso. Avrò trattenuto alcune immagini. Uscirò probabilmente rallegrata , alleggerita, rinfrescata. Ma non nutrita.

 

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Le opere parlano da sole? In una casa, in una fiera, in un asta … ma non in museo. Il museo è un coro. Con uno spartito e un direttore d’orchestra. Le sue collezioni sono il nostro comune canto. Quello della Gnam era un patrimonio ben consolidato. Il suo Ottocento era come un’opera di Verdi, lo scrigno di un’identità tutta italiana anche con i suoi difetti,  gli eccessi formali, la potenza di sentimenti che raggiunge il melodramma, la storia che gli studenti riconoscevano tra  Battaglie di Fattori e  lettere della San Felice. Far saltare i cardini della memoria nazionale in un museo nazionale è una bella responsabilità.

GNAM GIUSEPPE PENONE SULLO SFONDO L ERCOLE E LICA DI CANOVA E IL MARE DI PINO PASCALIGNAM GIUSEPPE PENONE SULLO SFONDO L ERCOLE E LICA DI CANOVA E IL MARE DI PINO PASCALI

 

Avrei apprezzato degli scardinamenti parziali.  Avrei preferito vedere solo alcune sale che interrompevano le pagine del sussidiario, che mi porgevano un dubbio, una domanda. Avrei apprezzato l’umiltà  dei piccoli passi, e un incursione più mirata. Sarebbe stato molto ma molto più contemporaneo. Ma più difficile. Per togliere qualche vite, ma lasciare i cardini bisogna aver ben presente la struttura delle porte. E forse qui non si è pensato né studiato abbastanza….

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