michelangelo bronzetti

BRONZI DEL RINASCIMENTO O BRONZI CHE “RINASCONO”? - I BRONZETTI DI ROTHSCHILD ATTRIBUITI A MICHELANGELO DIVIDONO GLI STORICI - UN TEAM DI CAMBRIDGE: “L’ARTISTA LI REALIZZÒ NEL 1506”

1. “SONO DI MICHELANGELO” - IL GIALLO DEI BRONZI CHE DIVIDE GLI STORICI

Enrico Franceschini per “la Repubblica”

 

BRONZI MICHELANGELO 1BRONZI MICHELANGELO 1

Prendete un professore di storia dell’arte di Cambridge, una squadra di specialisti delle analisi al neutrone di un laboratorio svizzero, un anatomopatologo esperto di addominali e l’ostinata curatrice di un museo, metteteli tutti insieme sulle tracce di un capolavoro perduto e avrete quella che potrebbe essere una scoperta sensazionale: l’attribuzione a Michelangelo Buonarroti delle statue in bronzo di due muscolosi uomini nudi, alti poco meno di un metro, ciascuno a cavalcioni di una pantera, che fanno discutere da secoli. Identificate inizialmente come opere di Michelangelo, furono screditate dopo una mostra a Parigi nel 1878 perché non c’era alcuna documentazione in proposito e non erano firmate.

MICHELANGELO BRONZETTIMICHELANGELO BRONZETTI

 

In seguito sono state attribuite a vari artisti, da Tiziano Aspetti a Jacopo Sansovino a Benvenuto Cellini. Acquistate originalmente dal barone Alfonso di Rothschild, che forse le comprò da uno dei re di Borbone a Napoli, quando furono messe all’asta da Sotheby nel 2002 e vendute a un anonimo collezionista inglese per 1 milione e 200 mila sterline (più di 1 milione e mezzo di euro) vennero descritte come il lavoro di uno sconosciuto scultore fiorentino del 16esimo secolo. Se fossero veramente uscite dallo scalpello dell’autore della Pietà, del David e degli affreschi della Cappella Sistina, il loro valore sarebbe da moltiplicare di decine di volte. Ma sono proprio sue?

 

MICHELANGELOMICHELANGELO

«Ci è sembrato di essere impegnati in un giallo del Rinascimento », dice Victoria Avery, curatrice del Fitzwilliam Museum di Cambridge, che esibirà le due statue da oggi al 9 agosto e le presenterà a un simposio internazionale nel luglio prossimo. La svolta che secondo gli “investigatori” inglesi avrebbe permesso di risolverlo è venuta l’autunno scorso, quando un ricercatore ha notato un minuscolo dettaglio nel disegno di un apprendista del Buonarroti custodito nel Museo Fabre di Montpellier, in Francia.

 

BRONZI MICHELANGELOBRONZI MICHELANGELO

In un angolo dello schizzo si vede un muscoloso giovanotto a cavallo di una pantera, in un posa simile a quella dei due “bronzi di Rothschild”, come sono stati a lungo chiamati. Ulteriori ricerche, condotte da un laboratorio di analisi in Svizzera, hanno collocato i due bronzi tra il 1506 e il 1508, quando Michelangelo aveva circa 30 anni; un docente dell’università di Warwick, Peter Abrahms, ha verificato i dettagli anatomici, dagli addominali all’ombelico, confrontandoli con quelli del David e giudicandoli identici. Alla fine il professor Paul Joannides, storico dell’arte a Cambridge, ha concluso che le due statue sono effettivamente di Michelangelo.

BRONZI MICHELANGELO 3BRONZI MICHELANGELO 3

 

Eppure non tutti sono d’accordo. Francesco Caglioti, uno dei massimi studiosi della scultura rinascimentale, non ha dubbi: «Non è necessario vedere i due pezzi da vicino per escludere recisamente che siano di Michelangelo», dice a Repubblica. «Vanno datati almeno dopo il 1525 e i collegamenti col disegno di Montpellier sono superficialissimi, e solo iconografici Se fossero davvero di Michelangelo sarebbero gli unici suoi bronzi sopravvissuti fino ai giorni nostri.. In più, le due figure sono fiacche e mal collegate alle pantere: hanno insomma tutta l’aria di essere dei montaggi di pezzi eterogenei».

 

Una statua in bronzo di David andò perduta durante la rivoluzione francese. Un’altra, di papa Giulio II, eretta nella cattedrale di Bologna, durò solo tre anni: i bolognesi anti-papalini la tirarono giù e la sciolsero per farne un grande cannone, chiamato ironicamente La Giulia, da usare contro le truppe pontificie.

 

«I muscoli dei due uomini sulle pantere sono esplosivi e reali come solo Michelangelo sa farli», sostiene il critico del Guardian . Ma è probabile che su questo “giallo del Rinascimento” non sia stata ancora scritta la parola fine.

 

David MichelangeloDavid Michelangelo

2. COLLEGAMENTI MOLTO DEBOLI CON IL GENIO ORA LA PAROLA è AL MERCATO

Tomaso Montanari per “la Repubblica”

 

La vera notizia è che un’istituzione seria come il Fitzwilliam Museum di Cambridge si sia gettata a capofitto in una operazione mediatica così sopra le righe: con il rischio concreto che tutto questo rimbalzare di lanci, sempre più eccitati, tra i quattro angoli del globo finisca per ritorcersi contro il museo.

 

Tra gli argomenti che il Fitzwilliam ha voluto esibire con cinque mesi di anticipo rispetto alla pubblicazione dei risultati scientifici non c’è infatti nulla che appaia decisivo. Il nesso tra i ben noti bronzi e il disegno di Montpellier è generico e debole, come del resto le osservazioni sull’anatomia.

 

Quasi tutto il Cinquecento è michelangiolesco, come il Quattrocento è donatelliano e il Seicento berniniano: il punto è proprio distinguere tra i pochissimi autografi e il mare delle derivazioni. E (accanto, e sopra, a documenti, provenienze, analisi fisicochimiche presunte esatte) il metro vero è quello della qualità: che in questo caso manca, come ha subito rilevato l’autorevole michelangiolista Francesco Caglioti.

 

Cristo ligneo di Michelangelo Cristo ligneo di Michelangelo

Questi ha da poco pubblicato un marmo giovanile che — quello davvero — è uscito dalle mani di Michelangelo: ma nel caso dei cavalieri delle pantere, se anche si potesse dimostrare che all’origine c’è un’idea del divino Buonarroti (cosa ardua), bisognerebbe poi subito rassegnarsi a considerarli solo una debole e indiretta conseguenza (da datare verso la metà del Cinquecento). Perché — diciamolo — questi lindissimi soprammobili da bordello Belle Époque sono, nel complesso, piuttosto improbabili.

 

Cristo ligneo di Michelangelo Cristo ligneo di Michelangelo

Non è una prospettiva entusiasmante, ma ora la parola decisiva verrà del mercato. Già, perché i due bronzi sono tuttora in proprietà privata (il che avrebbe dovuto consigliare ulteriore prudenza), e non occorre la sfera di cristallo per predire che saranno messi in vendita sull’onda mediatica. E quello sarà il momento della verità: se ci sarà qualcuno disposto a sborsare intorno ai cento milioni di euro (che è una stima per difetto), vorrà dire che l’attribuzione a Michelangelo ha trovato un forte sostegno nella comunità scientifica.

 

Cristo ligneo di Michelangelo Cristo ligneo di Michelangelo

Altrimenti (come è assai più probabile) le opere andranno invendute, o spunteranno un prezzo da semplici “candidate a Michelangelo”: con tre zeri di meno. Purché non tocchi allo Stato italiano, che di Michelangeli farlocchi se n’è già preso uno: l’indimenticato Cristo ligneo acquistato dal dimenticato ministro Sandro Bondi nel 2009, per 3.250.000 euro. E uno al secolo può bastare.

 

Ultimi Dagoreport

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani

DAGOREPORT - MALGRADO UN’OPPOSIZIONE SINISTRATA E SUPERCAZZOLARA, L’ESTATE DELLA DUCETTA È  MOLESTATA DA BRUTTI PENSIERI - SE IN EUROPA CERCA DI DEMOCRISTIANIZZARSI, IN CASA LA MUSICA CAMBIA. SE PRENDE UNA SBERLA ALLE REGIONALI D’AUTUNNO, LA PREMIER TEME CHE UNA CADUTA POSSA TRASFORMARSI NELL’INIZIO DELLA FINE. COME È ACCADUTO AL PD DI RENZI, ALLA LEGA DI SALVINI, AL M5S DI DI MAIO. DI COLPO, DALL’ALTARE ALLA POLVERE - ECCO IL PESANTE NERVOSISMO PER LE CONTINUE “STONATURE” DEL TROMBONISTA SALVINI, CHE VEDE LA SUA LEADERSHIP MESSA IN PERICOLO DAL GENERALISSIMO VANNACCI. OPPURE QUELLE VOCI DI UN CAMBIO DI LEADERSHIP DI FORZA ITALIA, STANCHI LOS BERLUSCONES DI VEDERE TAJANI COL TOVAGLIOLO SUL BRACCIO AL SERVIZIO DELLA SORA GIORGIA. OCCORRE UN NUOVO MARINAIO AL TIMONE PER CAMBIARE ROTTA: ETTORE PRANDINI, PRESIDENTE DELLA COLDIRETTI? - QUESTA È LA CORNICE IN CUI SI TROVA OGGI IL GOVERNO MELONI: TUTTO È IN MOVIMENTO, NULLA È CERTO…

ferragni city life

CHE CRASH! DA CASA FERRAGNI ALL’INSEGNA DI GENERALI, LA CADUTA DELLA MILANO CITY LIFE - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: ‘’SI È PASSATI DALLA MILANO INDUSTRIALE A QUELLA DEI CREDULONI DEL PANDORO, PER FINIRE ALLA CADENTE MILANO FINANZIARIA ORA CHE MPS VUOL PRENDERSI MEDIOBANCA PER PRENDERSI GENERALI - NEL BANDO PER CITY LIFE L’ACCORDO IMPONEVA CHE “IL 50% DELL’AREA FOSSE DESTINATA A VERDE PUBBLICO”. ECCOME NO! RENZO PIANO PRESENTÒ UN PROGETTO METÀ VERDE E METÀ CON UN GRATTACIELO E QUALCHE CASA. LO BOCCIARONO. SI SPALANCARONO COSÌ LE PORTE AD ALTRI ARCHISTAR: LIBESKIND, HADID E ISOZAKI. E COSÌ CITY LIFE È DIVENTATA UN NON-LUOGO, UN DUBAI SHOPPING MALL DIVENUTO UTILE ALLA COLLETTIVITÀ GRAZIE AL COVID, PERCHÉ LÌ CI FACEVANO LE VACCINAZIONI...

mediobanca mediolanum massimo doris nagel

MEDIOSBANCA! – BANCA MEDIOLANUM ANNUNCIA LA VENDITA DELLA SUA QUOTA DEL 3,5% IN MEDIOBANCA A INVESTITORI ISTITUZIONALI. E A NAGEL, ALLE PRESE CON L’OPS DI MPS, VIENE MENO IL PRIMO SOCIO DELL'ACCORDO DI CONSULTAZIONE TRA AZIONISTI – ERA UNA MOSSA PREVISTA DAL MOMENTO CHE L’EVENTUALE FUSIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI TRASFORMEREBBE IL CORE BUSINESS DI PIAZZETTA CUCCIA NELLA GESTIONE DEL RISPARMIO, ANDANDO A SBATTERE CON L’IDENTICA ATTIVITÀ DELLA BANCA DI DORIS E BERLUSCONI….

mattarella nordio meloni giorgia carlo sergio magistrati toghe giudici

DAGOREPORT - MENTRE ELLY SCHLEIN PENSA DI FARE OPPOSIZIONE VOLANDO A BUDAPEST A SCULACCIARE ORBAN PER I DIRITTI DEI GAY UNGHERESI, GIORGIA MELONI E I SUOI FRATELLI D’ITALIA SI RITROVANO DAVANTI UN SOLO "NEMICO": LA COSTITUZIONE - SE DALLA CORTE DEI CONTI ALLA CASSAZIONE C'E' IL MATTARELLO DI MATTARELLA, LA MUSICA CAMBIA CON LA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA DI NORDIO - UNA VOLTA CHE IL PARLAMENTO APPROVERÀ LA “SEPARAZIONE DELLE CARRIERE” DI GIUDICI E PM, S’AVANZA IL RISCHIO CHE LE PROCURE DIPENDERANNO DAL MINISTERO DI GIUSTIZIA - ULTIMA SPES È IL REFERENDUM CONFERMATIVO CHE PER AFFONDARE UNA LEGGE DI REVISIONE COSTITUZIONALE NON  STABILISCE UN QUORUM: È SUFFICIENTE CHE I VOTI FAVOREVOLI SUPERINO QUELLI SFAVOREVOLI - ECCO PERCHE' IL GOVERNO MELONI HA LA COSTITUZIONE SUL GOZZO...