putin tiziano

ARTE DEL DIALOGO - IL DIETROFRONT DEL DIRETTORE DELL'ERMITAGE DI PIETROBURGO, MICHAIL PIOTROVSKY, DOPO LA LETTERA NELLA QUALE INGIUNGEVA L'IMMEDIATA RICONSEGNA DEI QUADRI RICEVUTI IN PRESTITO DALLA RUSSIA: “I PONTI DELLA CULTURA SI FANNO SALTARE IN ARIA PER ULTIMI” - “ABBIAMO BISOGNO DI NUOVI APPROCCI SENZA UN RITORNO ALLA RETORICA DELLA GUERRA FREDDA” – LA REAZIONE DEL MINISTRO FRANCESCHINI

Laura Larcan Vittorio Sabadin per “il Messaggero”

Michail Piotrovsky

 

I musei italiani non dovranno restituire subito i quadri ricevuti in prestito dalla Russia. Alcuni giorni fa, il direttore dell'Ermitage di Pietroburgo, Michail Piotrovsky, aveva inviato a nome del ministero della Cultura una lettera nella quale ingiungeva l'immediata riconsegna di tutte le opere, iniziativa che era sembrata una delle tante ritorsioni alle sanzioni dell'Occidente per la guerra in Ucraina.

 

Ma ora, grazie alla mediazione della sezione italiana dell'Ermitage, che ha sede a Venezia, i toni si sono raffreddati: la restituzione dovrà ovviamente avvenire, come accade sempre dopo un prestito, ma non c'è più fretta e tempi e modi saranno concordati caso per caso.

11 TIZIANO Giovane donna con cappello piumato (1534-1536 ca)

 

LA NUOVA MISSIVA Ieri mattina Maurizio Cecconi, Segretario Generale di Ermitage Italia, ha preso un treno per Roma per dare la notizia al ministro della Cultura italiano Dario Franceschini, e portargli una nuova lettera di Piotrovsky.

 

«Dispiace molto scrive il direttore del museo che ospita la più grande collezione d'arte del mondo - che le relazioni culturali tra i nostri Paesi siano crollate in un tale buio. Se ne può uscire solo se conserviamo l'atmosfera di buona volontà e benevolenza. Ripetiamo sempre che i ponti della cultura si fanno saltare in aria per ultimi. Ora è venuto il tempo di proteggerli. E cercheremo di mostrare come si fa». Non è chiaro se il ripensamento riguardi solo l'Italia o anche gli altri Paesi europei ai quali era stata chiesta la restituzione delle opere.

 

Fonti vicine all'Ermitage consultate dal Messaggero sottolineano che c'è un particolare riguardo per l'Italia, ma che l'attenuazione delle misure riguarderà tutti i Paesi che non mostrano ostilità con la Russia nel settore dell'arte. Le stesse fonti hanno rivelato che l'improvvisa decisione del ministero della Cultura russo era dovuta a voci provenienti da Parigi, dove alla fondazione Louis-Vuitton è in corso, prorogata fino ad aprile, una grande mostra della mitica collezione dei fratelli Morozov, raccolta prima della Rivoluzione d'Ottobre. L'indignazione seguita all'invasione dell'Ucraina aveva spinto qualcuno a suggerire di sequestrare tutti i quadri prestati dalla Russia (in tutto 200), di venderli e di usare il ricavato per acquistare armi per gli ucraini.

Giovanni Cariani Giovane donna con vecchio di profilo (1515-1516) San Pietroburgo Museo Statale dell¹Ermitage

 

L'OSTILITÀ La contemporanea decisione dell'Olanda di chiudere una mostra sull'Avanguardia russa, e il clima di ostilità che si era nel frattempo creato persino intorno ad autori come Dostoevskij o a compositori come ajkovskij, hanno preoccupato molto il ministero della Cultura, che ha deciso di farsi restituire tutte le opere. Ermitage Italia ha subito fatto presente che non c'erano ragioni per penalizzare il nostro Paese, che non si era dimostrato ostile per quanto riguarda gli scambi culturali in corso. Nella lettera che ora rettifica la prima decisione, Piotrosky ribadisce che l'arte e la cultura non dovrebbero avere nulla a che fare con la guerra: devono unire i popoli e non dividerli.

 

«Spero che l'Italia scrive il direttore dell'Ermitage - possa contribuire a creare un nuovo meccanismo di interazione tra le istituzioni culturali vista una lunga tradizione nazionale di amore e rispetto per la cultura, l'arte e i musei. Abbiamo bisogno di nuovi approcci e accordi, senza un ritorno alla retorica della Guerra Fredda. Le mostre che attualmente ospitano opere provenienti dalla Russia potranno dunque restare aperte fino alla data di conclusione inizialmente prevista. Tra i più importanti quadri prestati all'Italia dall'Ermitage c'è la Giovane donna di Picasso, un dipinto del 1909 esposto a Roma al Palazzo Rhinoceros di Alda Fendi.

vladimir putin

 

Al Palazzo Reale di Milano si trovano Giovane donna con cappello piumato di Tiziano e Giovane donna con vecchio di profilo, di Giovanni Cariani, prestati per la mostra Tiziano e l'immagine della donna nel Cinquecento veneziano. Sempre a Milano, alle Gallerie d'Italia, ci sono 23 opere provenienti dalla Russia, esposte nella mostra Grand Tour. Sogno d'Italia da Venezia a Pompei. Tra queste, creazioni di Ingres, di Antonio Canova e di Luigi Valadier.

 

VIAGGIO DIFFICILE Dopo la prima lettera di Piotrosky, il ministro Franceschini si era limitato a dire che «se il proprietario di qualcosa la richiede indietro bisogna restituirgliela». Ora, di fronte alla seconda missiva, la cautela sembra dettare i tempi. Il testo divulgato in queste ore, una traduzione italiana dal russo, non sembra essere accompagnato da una carta intestata e protocollata, così come appariva nel primo documento fatto recapitare ai direttori responsabili delle istituzioni culturali italiane interessate dai prestiti.

 

dario franceschini

Pura formalità? Fonti vicine alla direzione dell'Ermitage garantiscono lo spirito di collaborazione nel nome dell'arte. Quello che sembra sicuro, però, in queste ore (secondo gli addetti ai lavori) è che sarebbe assai complicato mettere in viaggio le opere prestate dall'Italia alla Russia. Uno scenario possibile di sicurezza per quadri assicurati per centinaia di migliaia di euro è del tutto assente. Il trasporto blindato, i voli, i visti, il personale operativo? Tutto bloccato. Non certo all'altezza di Tiziano o Picasso. Insomma, che sia una questione di mero pragmatismo?

Ultimi Dagoreport

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...