PARA-GURI – ANDREA AGNELLI VUOLE MONETTIZZARE IL GIOELLINO POGBA E SPARA LA BALLA: “NON ABBIAMO LA FORZA DI TRATTENERLO”

Filippo Bonsignore per "Il Corriere della Sera"

«Se arrivasse un'offerta strepitosa, non so se la Juve avrebbe la forza economica per trattenere un giocatore come Pogba». Andrea Agnelli lancia l'allarme. Il calcio italiano sta perdendo in competitività a livello internazionale: Premier League, Bundesliga e Liga ci hanno ormai superato e distanziato. E alle porte c'è anche il sorpasso della Ligue 1 francese.

Le leghe estere diventano quindi più attraenti per i calciatori, così il presidente della Juventus, davanti alla platea londinese del convegno «Leaders in football», mette a nudo i problemi nostrani. «Un tempo - sostiene - il campionato italiano era considerato un punto d'arrivo per i grandi giocatori stranieri, ora ho l'impressione che sia diventato un torneo di passaggio.

Penso a Pogba e mi domandando se la nostra serie A sarà in grado di trattenerlo o di attrarre altri talenti come lui. Forse invece lo perderà, perché ultimamente i giocatori vengono in Italia per crescere sotto il profilo tattico, poi però vanno altrove. Dove sono pagati meglio anche, e soprattutto, perché il sistema calcio funziona meglio rispetto al nostro».

Ecco il nodo: il problema è generale, non del singolo club. Dalla nazionale, Claudio Marchisio auspica: «Spero che Pogba rimanga a lungo con noi». Intanto il discorso del suo presidente fa il paio con le considerazioni di Michel Platini sui mali del pallone, con particolare riferimento ai procuratori: «I giocatori sono diventati prodotti che devono viaggiare per far muovere soldi. Più si trasferiscono, più loro guadagnano».

Facile dunque pensare a Pogba, assistito da Mino Raiola, un maestro nel dirigere i suoi campioni dove le condizioni sono migliori. Come si esce da questa spirale? «Dobbiamo rilanciare l'intero sistema perché siamo ancora bloccati in una terra di nessuno - afferma Agnelli -. Passiamo gran parte del tempo a discutere su come spendere i soldi, e non su come il calcio italiano dovrebbe svilupparsi a livello internazionale. La principale riforma per l'Italia è il miglioramento degli stadi».

Il percorso però deve essere condiviso e unitario: «I venti club dovrebbero avere una strategia comune, perché insieme siamo più forti. L'esempio migliore è quello dell'Eca (la European Club Association, del cui board Agnelli è membro, ndr ). In 5 anni ha fatto cose straordinarie, ha creato una forte intesa e dialogato costruttivamente con la Fifa e la Uefa».

Dialogo, dunque. Anche sul fair play finanziario: «Io sono favorevole ma deve essere efficace. Voglio conoscere le sanzioni che saranno adottate per i club trasgressori: che cosa direbbero le tv in caso di esclusione delle squadre?». Altrimenti, azzarda Agnelli, si potrebbe riparlare di Superlega: «Un campionato chiuso tra le 20 migliori squadre europee sarebbe il massimo dal punto di vista economico».

Dialogo servirà anche tra qualche mese con Pirlo, per parlare del rinnovo contrattuale. Agnelli apre: «Per me è uno dei più grandi talenti che abbia vestito la maglia della Juve, Andrea sa che qui si può sentire tranquillamente a casa sua». Capitolo razzismo. Il presidente bianconero alla Cnn sostiene: «L'Italia ha una situazione unica al momento perché una cosa è il razzismo, un'altra è la discriminazione territoriale. L'Italia è sempre stata la terra dei quartieri e dei piccoli paesi. Secondo me molto di quello che sta succedendo ora non è razzismo ma è una peculiarità tipica del nostro paese. È un problema di cultura».

 

pogba Pogba duello tra Pogba e Guarin pogbaandrea agnelli festeggia lo scudetto juve negli spogliatoi andrea agnelli foto mezzelani gmt andrea agnelli foto mezzelani gmt

Ultimi Dagoreport

antonio tajani pier silvio marina berlusconi forza italia

DAGOREPORT: CHE CE FAMO CON FORZA ITALIA? È IL DUBBIO CHE ASSILLA I FRATELLI BERLUSCONI: MOLLARE AL SUO DESTINO IL PARTITO FONDATO DA "PAPI" O NE CAMBIAMO I CONNOTATI, A PARTIRE DAL "MAGGIORDOMO" DI CASA MELONI, ANTONIO TAJANI? -CON PIER SILVIO CHE SCALPITA PER SCENDERE IN POLITICA ALLE POLITICHE 2027, I DUE FRATELLI HANNO COMMISSIONATO UN SONDAGGIO SUL BRAND BERLUSCONI IN CHIAVE ELETTORALE. RISULTATO: L’8% DEI CONSENSI DI CUI È ACCREDITATO IL PARTITO, LA METÀ, CIOÈ IL 4%, È RICONDUCIBILE AL RICORDO DI SILVIO BERLUSCONI - ALTRO DATO: SE SCENDESSE IN CAMPO “UN” BERLUSCONI, I CONSENSI DI FORZA ITALIA CRESCEREBBERO FINO QUASI A RADDOPPIARSI - QUEL CHE COLPISCE È CHE IL PARTITO RACCOGLIEREBBE PIÙ VOTI CON PIER SILVIO LEADER DI QUANTI NE CONQUISTEREBBE CON MARINA - (SE SCENDE IN CAMPO, O PIER SILVIO PRENDERA' PIU' VOTI DI MELONI, STRAPPANDOLI A FDI E LEGA, E FARA' IL PREMIER OPPURE LO VEDREMO CHE PRENDERA' ORDINI DALLA DUCETTA...)

tommaso labate mario giordano

DAGOREPORT - VA AVANTI IL PROGETTO DI PIER SILVIO BERLUSCONI DI “RIEQUILIBRARE” POLITICAMENTE LE RETI MEDIASET (TROPPO SOVRANISMO FA MALE ALL'AUDIENCE): L'ULTIMO ARRIVATO E' L’ACERBO TOMMASO LABATE, IN ODORE DI SINISTRA DEM, A CUI È STATO AFFIDATA LA PRIMA SERATA DEL MERCOLEDÌ - LA SUA SCELTA HA FATTO INVIPERIRE MARIO GIORDANO, SBATTUTO ALLA DOMENICA SERA CON IL SUO “FUORI DAL CORO”. E, GUARDA CASO, GIORDANO È DIVENTATO IMPROVVISAMENTE OSTILE AL GOVERNO MELONI: “NON STA DANDO LE RISPOSTE CHE SI ASPETTAVANO GLI ITALIANI, SEMBRA UN GOVERNO MELONI-FORLANI”

beppe sala manfredi catella giancarlo tancredi stefano boeri

MILANO TREMA: L’INCHIESTA SU “PALAZZOPOLI” POTREBBE INGROSSARSI – NELLA CAPITALE A-MORALE DEL PAESE, IMPRENDITORI, POLITICI E BUSINESSMAN SONO AMMUTOLITI E TERRORIZZATI DALLE POSSIBILI INDAGINI – SE IL GIP, DOPO GLI INTERROGATORI DI OGGI, DOVESSE CONFERMARE LE MISURE CAUTELARI RICHIESTE DALLA PROCURA, L’INCHIESTA TROVEREBBE NUOVO VIGORE, E LO SCANDALO ESPLODEREBBE IN MODO ANCORA PIÙ DECISO. A QUEL PUNTO IN TANTI, DI FRONTE AL RISCHIO DI FINIRE INDAGATI E INGUAIATI, POTREBBERO INIZIARE A PARLARE…

luigi lovaglio giorgia meloni giancarlo giorgetti alberto nagel milleri caltagirone

FLASH! – ENTRO LA FINE DI LUGLIO, AL MASSIMO ENTRO L’8 SETTEMBRE, ARRIVERÀ IL VERDETTO DELLA PROCURA DI MILANO SULL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO BPM, ANIMA SGR, LA DELFIN DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO E CALTAGIRONE AD ACQUISTARE IL 15% DI AZIONI MPS ATTRAVERSO BANCA AKROS, MERCHANT BANK DEL BPM SU SPECIFICO MANDATO DEL MINISTERO DEL TESORO DI GIORGETTI – UN VERDETTO CONTRO L’OPERAZIONE MPS È RIMASTO L’ULTIMA SPERANZA PER MEDIOBANCA E GENERALI DI NON FINIRE NELLE FAUCI DI CALTARICCONE…

donald trump tulsi gabbard vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVONO LE AGENZIE DI SPIONAGGIO A TRUMP E PUTIN? - ANZICHÉ PROTEGGERE LA SICUREZZA DELLO STATO, ANTICIPANDO RISCHI E CRISI, OGGI LA MISSIONE DI CIA E FBI IN AMERICA E DI FSB, SVR, GRU IN RUSSIA, È DI REPRIMERE IL DISSENSO CONFERMANDO IL POTERE - CIRO SBAILÒ: ‘’PER LA PRIMA VOLTA, IL VERTICE POLITICO NON SI LIMITA A INDIRIZZARE: PUNTA A SVUOTARE LA FUNZIONE DELL’INTELLIGENCE, RIDUCENDOLA A UNA MACCHINA DI STABILIZZAZIONE POLITICA AD USO PERSONALE...’’

ali larijani khamenei vladimir putin xi jinping

A TEHERAN QUALCOSA STA CAMBIANDO – SI NOTANO CURIOSI MOVIMENTI NEL SISTEMA DI POTERE IRANIANO: MENTRE RICOMPAIONO VECCHI VOLPONI COME ALI LARIJANI, STA NASCENDO UN NUOVO CENTRO DECISIONALE NON UFFICIALE, A GUIDARE LE MOSSE PIÙ DELICATE DEL REGIME. I PASDARAN PERDONO QUOTA (LA LORO STRATEGIA È FALLITA DI FRONTE ALL’ANNIENTAMENTO DI HEZBOLLAH, HAMAS E ASSAD), AVANZA UN “CONSIGLIO OMBRA” DI TRANSIZIONE, CON IL CONSENSO DI KHAMENEI – “L’ASSE DEL MALE” CON RUSSIA E CINA PROSPERA: TEHERAN HA BISOGNO DELLE ARMI DI PUTIN E DEI SOLDI DI XI JINPING. ALLA FACCIA DI TRUMP, CHE VOLEVA RIAPRIRE IL NEGOZIATO SUL NUCLEARE…