tavecchio malago

TAVECCHIO HA APPENA COMINCIATO ED E’ GIA’ FINITO? - MALAGÒ: “SE SI SENTIRÀ CONDIZIONATO DALL’UEFA, DA ALTRE MANOVRE E PRESSIONI DI PARTE, TAVECCHIO POTREBBE LASCIARE LA FIGC”

Daniele Dallera per “Corriere.it”

malago della valle marinomalago della valle marino

 

giovanni malagogiovanni malago

Ha appena mandato un sms a Tania Cagnotto e a Greg Paltrinieri per i loro sorrisi d’oro agli Europei di nuoto senza dimenticarsi di quello di bronzo di Detti e Castiglioni. Giovanni Malagò, presidente del Coni, sta chiudendo le sue vacanze godendosi prima le medaglie dell’atletica e ora quelle del nuoto e dei tuffi. Si diverte molto poco, invece, con le vicende del calcio, l’ultima l’inchiesta aperta dall’Uefa contro Tavecchio, per le sue infelici dichiarazioni su banane e stranieri .

Un’estate folle, presidente, colpa di Tavecchio o del maltempo?
«A me è andata bene. Mare, sole e un po’ di maestrale che non guasta. Quanto ai problemi conseguenti alle parole di Tavecchio sono stati davvero tanti».

L’ultimo è l’inchiesta dell’Uefa: se l’aspettava?
«Avevo ricevuto segnali in questo senso. E non mi sorprenderei se si muovesse la Fifa e sulle prese di posizione dell’Associazione calciatori anche la procura federale».

Non è certo un bell’inizio per Tavecchio.
«Per niente. L’ho sentito, gli ho parlato, sta preparando la sua difesa, mi è parso sereno, sta lavorando molto. Ma aggiungo che se il neopresidente federale dovesse sentirsi condizionato da certi eventi, tipo quello dell’Uefa, o da altre manovre, da pressioni di parte, corporative, non mi stupirei affatto se facesse un passo indietro e rassegnasse le dimissioni».

RENZI MALAGO' RENZI MALAGO'

 

 r malago foto mezzelani gmt064 r malago foto mezzelani gmt064

Addirittura. Lei ha parlato di «possibili sorprese». Sarebbero clamorose le dimissioni di Tavecchio.
«In un lungo colloquio, prima della sua elezione, Tavecchio mi ha parlato del suo programma, della sua forza elettorale, anche in modo convincente. Aggiungendo che se non fosse stato in grado di operare per il bene del calcio si sarebbe dimesso. Ribadisco, se questi ultimi avvenimenti dovessero condizionare lui e la sua azione, Tavecchio lascerebbe».

È stata difficile la gestione del caso Tavecchio?
«Dico solo questo: non avrei mai immaginato di ricevere così tante pressioni, interferenze di ogni tipo. E non scendo nei particolari facendo esempi e nomi, ovvio, ma tutti sembravano convinti di essere depositari della verità. Ho ascoltato, educatamente, ma certo non mi faccio condizionare. Mi sono mosso secondo le regole e rispettando spazi e prerogative altrui».

Il programma di Tavecchio la soddisfa?
«In buona parte sì, è un programma coraggioso. Ma deve dimostrare di non essere, mi si permetta questa immagine, un re travicello. Non sarebbe nel suo carattere mantenere una posizione indefinita».

La prima mossa di Tavecchio: l’ingaggio di Antonio Conte come c.t.
«Quando mi confrontai con lui (ovviamente lo feci anche con Albertini, l’altro candidato) mi confidò l’intenzione di ingaggiare Conte. Gli replicai che avrebbe avuto il mio consenso, Conte è un vincente, aggiungendo però che ci sarebbero state delle difficoltà sull’ingaggio.

ANTONIO CONTE E CARLO TAVECCHIO - LA FIRMA SUL CONTRATTO ANTONIO CONTE E CARLO TAVECCHIO - LA FIRMA SUL CONTRATTO

 

ANTONIO CONTE E CARLO TAVECCHIO 3ANTONIO CONTE E CARLO TAVECCHIO 3tavecchiotavecchio

Mi spiegò che le avrebbe affrontate e risolte, rispettando quei limiti economici e finanziari che guidano una Federazione. Ha mantenuto la parola coinvolgendo in modo creativo aziende private. E, conoscendo Conte, stiano tranquilli i puristi, non si farà certo condizionare dallo sponsor».

La seconda mossa: Fiona May come immagine della lotta al razzismo
«Quando Fiona ha chiesto la mia opinione, le ho detto di accettare solo nel caso di un ruolo preciso, operativo».

La terza mossa: basta con la chiusura delle curve che ululano e offendono in nome della discriminazione territoriale.
«Una saggia decisione comunicata malissimo, come se adesso si potesse insultare il prossimo a seconda della sua provenienza, che sia Milano, Roma o Napoli. In realtà scatterà una differente sanzione, più mirata, chirurgica e non solo a danno delle società e degli altri tifosi che nulla c’entrano».

Ma nella governance di Tavecchio, con le vicepresidenze assegnate a Beretta (Lega calcio) e Macalli (Lega Pro), dove sta quello «sprint», «il nuovo», da lei auspicato?
«Tavecchio ha mantenuto l’impegno di non coinvolgere esponenti che rappresentano interessi di parte, societari...» .

Si riferisce all’esclusione di Lotito, l’uomo ovunque?
«Lotito ha fatto un bel gesto, un passo indietro. Ha molti meriti Lotito, ma deve capire che è meglio frenare ciò che può apparire invadenza».

Restiamo sulla governance: si parla molto di Michele Uva, ora alla guida della Coni servizi, come direttore generale della federcalcio .
«Se Tavecchio coinvolgerà Uva per noi sarà una perdita, si sta rivelando un dirigente capace, scrupoloso, dalle soluzioni innovative. Sono molto contento del suo lavoro».

Faccia un passo indietro anche lei: Abete nel suo intervento all’assemblea federale si è tolto qualche sassolino. Per esempio sostenendo che lei doveva essere l’ultimo a parlare di «eventuale commissariamento qualora ci fosse stata una maggioranza risicata».
«Ricordo l’ottimo rapporto personale che ho sempre avuto con Abete. Detto questo, auguro ad Abete di trovare sempre un presidente del Coni in grado di sopportare, senza farsi condizionare, tutte le pressioni subite in questa vicenda, mantenendo l’indipendenza della Federcalcio.

TAVECCHIO ALBERTINITAVECCHIO ALBERTINI

 

20140707 73657 99 438153 000001h20140707 73657 99 438153 000001h

E osservo anche che ho sì vinto la corsa al Coni per pochi voti, ma da sfidante battendo Pagnozzi che, non solo rappresentava il governo passato, ma era anche strafavorito. E ancora, Abete si è scordato che io sono stato eletto alla fine naturale del mandato presidenziale di Petrucci, nel caso invece della Federcalcio si trattava di un’elezione che avveniva dopo le dimissioni di un presidente, lo stesso Abete, di un vicepresidente, Albertini, e del commissario tecnico, Prandelli. Mi fermo qui».

Tre suggerimenti: a Tavecchio, a Conte, a Balotelli. Iniziamo da Tavecchio.
«Essere determinato nel perseguire gli interessi generali, non quelli delle componenti che lo hanno appoggiato. E avere autorevolezza».

Cosa consiglia a Conte?
«Mai perdere quella grinta, quel carattere, quella voglia di vittoria che lo hanno sempre animato».

E a Balotelli cosa dice?
«In Brasile dopo la sconfitta con la Costa Rica parlai con gli azzurri, tutti mi salutarono, una parola con ognuno, l’unico che si mise le cuffie alle orecchie, passò vicino e non mi salutò fu Mario. Ma non per maleducazione o snobismo, no, penso davvero che forse non si era neppure accorto che ero lì. O forse per timidezza. Ricordo questo episodio per dire a Balotelli che è arrivato il momento di uscire dal suo mondo, di rivedere certi atteggiamenti, di confrontarsi con la realtà. Avrà solo benefici».

Con il premier Renzi come va? Un po’ freddo nei confronti dello sport.
«Assolutamente no. Partecipe e rispettoso, insieme al sottosegretario Delrio, delle esigenze e dei problemi dello sport».

Quando metterete mano al rapporto scuola e sport?
«Insieme al ministro della pubblica istruzione Giannini abbiamo affrontato la delicata questione. Anticipo che abbiamo studiato un format innovativo molto importante per la crescita sociale e sportiva del nostro Paese».

La prima cosa che farà quando tornerà nel suo ufficio al Coni?
«Definire il progetto scuola e sport» .

GIANCARLO ABETE GIANCARLO ABETE

 

Ultimi Dagoreport

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO

giorgia meloni daria perrotta giancarlo giorgetti

FLASH – GIORGIA MELONI HA DETTO A BRUTTO MUSO AL RAGIONERE GENERALE DELLO STATO, DARIA PERROTTA: “QUESTO È UN ESECUTIVO POLITICO E NON TECNICO”. IL CENTRODESTRA HA GIÀ SILURATO IL DG DEL TESORO, ALESSANDRO RIVERA, HA LIQUIDATO L’EX RAGIONIERE BIAGIO MAZZOTTA E HA ACCOMPAGNATO ALL’USCITA IL DIRETTORE DELLE PARTECIPATE, MARCELLO SALA. ORA SE LA PRENDE ANCHE CON LA FEDELISSIMA DI GIANCARLO GIORGETTI, CHE NON È CERTO UNA PERICOLOSA COMUNISTA, NÉ UNA OSTILE “MANDARINA” IN QUOTA “DEEP STATE”. A DESTRA COSA PRETENDONO DA MEF E RAGIONERIA? CHE SIANO USI A OBBEDIR TACENDO? DAVANTI AI TRISTI NUMERI, NON CI SONO IDEOLOGIE O OPINIONI…

donald trump volodymyr zelensky donald trump nobel pace

DAGOREPORT – DONALD TRUMP È OSSESSIONATO DAL NOBEL PER LA PACE: LE BOMBE DI NETANYAHU SU GAZA E I MISSILI DI PUTIN SULL’UCRAINA SONO GLI UNICI OSTACOLI CHE HA DI FRONTE – CON “BIBI” È STATO CHIARO: LA PAZIENZA STA FINENDO, LA TREGUA NON SI PUÒ ROMPERE E NON CI SONO PIANI B, COME HA RICORDATO AL PREMIER ISRAELIANO MARCO RUBIO (IN GRANDE ASCESA ALLA CASA BIANCA A DANNO DI VANCE) – DOMANI L’ACCORDO CON XI JINPING SU DAZI, TIKTOK, SOIA E NVIDIA (E STI CAZZI DI TAIWAN). IL PRESIDENTE CINESE SI CONVINCERÀ ANCHE A FARE PRESSIONE SUL SUO BURATTINO PUTIN? SE NON LO FARÀ LUI, CI PENSERÀ L’ECONOMIA RUSSA AL COLLASSO…

sangiuliano gasdia venezi giuli

SULLA SPOLITICA CULTURALE DELLA “DESTRA MALDESTRA” – ALBERTO MATTIOLI: “CI RENDEMMO SUBITO CONTO CHE DA SANGIULIANO C’ERA NULLA DA ASPETTARSI, A PARTE QUALCHE RISATA: E COSÌ È STATO. GIULI AVEVA COMINCIATO BENE, MOSTRANDO UNA CERTA APERTURA E RIVENDICANDO UN PO’ DI AUTONOMIA, MA MI SEMBRA SIA STATO RAPIDAMENTE RICHIAMATO ALL’ORDINE - CHE LA DESTRA ABBIA PIÙ POLTRONE DA DISTRIBUIRE CHE SEDERI PRESENTABILI DA METTERCI SOPRA, È PERÒ UN FATTO, E PER LA VERITÀ NON LIMITATO AL MONDO CULTURALE - IL PROBLEMA NON È TANTO DI DESTRA O SINISTRA, MA DI COMPETENZA. CHE BEATRICE VENEZI NON ABBIA IL CURRICULUM PER POTER FARE IL DIRETTORE MUSICALE DELLA FENICE È PALESE A CHIUNQUE SIA ENTRATO IN QUALSIASI TEATRO D’OPERA - (PERCHE' SULL’ARENA DI VERONA SOVRINTENDE - BENISSIMO - CECILIA GASDIA, DONNA E DI DESTRA, SENZA CHE NESSUNO FACCIA UN PLISSÉ?)’’

alessandro giuli pietrangelo buttafuoco arianna giorgia meloni beatrice venezi nicola colabianchi nazzareno carusi tiziana rocca giulio base

''L’ESSERE STATI A CASA MELONI O DI LA RUSSA NON PUÒ ESSERE L’UNICO O IL PRIMO REQUISITO RICHIESTO PER LE NOMINE CULTURALI’’ - LETTERA A DAGOSPIA DI PIERLUIGI PANZA: “SONO TRA LE ANIME BELLE CHE QUANDO GIORGIA MELONI HA VINTO LE ELEZIONI HA SPERATO CHE, AL POSTO DEL PLURIDECENNALE AMICHETTISMO ROMANO DI SINISTRA SI AVVIASSE UN METODO, DICIAMO SUPER-PARTES, APERTO (MAGARI ANCHE SOLO PER MANCANZA DI CANDIDATI) E TESO A DELINEARE UNA CULTURA LIBERALE LEGATA AL PRIVATO O ALLE CONFINDUSTRIE DEL NORD… POVERO ILLUSO. IL SISTEMA È RIMASTO LO STESSO, APPLICATO CON FEROCE VERIFICA DELL’APPARTENENZA DEL CANDIDATO ALLA DESTRA, MEGLIO SE ROMANA DI COLLE OPPIO, PER GENEALOGIA O PER ADESIONE, MEGLIO SE CON UNA PRESENZA AD ATREJU E CON UN LIBRO DI TOLKIEN SUL COMODINO - LE NOMINE DI GIULI, BUTTAFUOCO, CRESPI, VENEZI, COLABIANCHI, BASE & ROCCA, IL PIANISTA NAZARENO CARUSI E VIA UNA INFINITÀ DI NOMI NEI CDA, NELLE COMMISSIONI (IN QUELLA PER SCEGLIERE I 14 NUOVI DIRETTORI DEI MUSEI C’È SIMONETTA BARTOLINI, NOTA PER AVER SCRITTO "NEL BOSCO DI TOLKIEN, LA FIABA L’EPICA E LA LINGUA")